Diogene di Sinope: differenze tra le versioni

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==Biografia ==
==Biografia ==


Diogene era figlio di un banchiere di Sinope, il quale, in seguito ad un’accusa di malversazione, fu arrestato. Diogene fu costretto a rifugiarsi, da solo, ad Atene. (Secondo altre testimonianze, invece, fuggirono entrambi).  
Diogene era figlio di un banchiere di Sinope, il quale, in seguito ad un'accusa di malversazione, fu arrestato. Diogene fu costretto a rifugiarsi, da solo, ad Atene. (Secondo altre testimonianze, invece, fuggirono entrambi).  


Diogene divenne il più celebre discepolo di [[Antistene di Atene]], il fondatore della scuola cinica. Molti aneddoti testimoniano il suo disprezzo della ricchezza e delle convenzioni sociali. Secondo i racconti dell’epoca egli visse anche in una botte (testimonianza dello stesso Diogene, menzionata anche da [[Seneca]]), vestito di un semplice e grosso mantello, camminando a piedi scalzi e mendicando il cibo.  
Diogene divenne il più celebre discepolo di [[Antistene di Atene]], il fondatore della scuola cinica. Molti aneddoti testimoniano il suo disprezzo della ricchezza e delle convenzioni sociali. Secondo i racconti dell'epoca egli visse anche in una botte (testimonianza dello stesso Diogene, menzionata anche da [[Seneca]]), vestito di un semplice e grosso mantello, camminando a piedi scalzi e mendicando il cibo.  


Ci sono vari aneddoti sulla sua vita: fu visto percorrere le strade di Atene in pieno giorno, con una lanterna in mano, proclamando di essere alla ricerca di un “uomo”. Quest’uomo era quello teorizzato da [[Platone]], ossia “l’idea dell’uomo”. Diogene rifiutava l’esistenza di una «idea dell’uomo», non vedeva altri che uomini concreti.
Ci sono vari aneddoti sulla sua vita: fu visto percorrere le strade di Atene in pieno giorno, con una lanterna in mano, proclamando di essere alla ricerca di un “uomo”. Quest'uomo era quello teorizzato da [[Platone]], ossia “l'idea dell'uomo”. Diogene rifiutava l'esistenza di una «idea dell'uomo», non vedeva altri che uomini concreti.


Gli altri filosofi avevano su Diogene considerazioni diverse: per es. fu lodato da [[Giovenale]] e canzonato da [[Luciano di Samosata]].   
Gli altri filosofi avevano su Diogene considerazioni diverse: per es. fu lodato da [[Giovenale]] e canzonato da [[Luciano di Samosata]].   


Ad un certo punto della sua vita decise di dirigersi verso l’isola di Égine, in battello. Racconta [[Diogene Laerzio]]:
Ad un certo punto della sua vita decise di dirigersi verso l'isola di Égine, in battello. Racconta [[Diogene Laerzio]]:
: «Navigando infatti verso Egina, fu preso dai pirati il cui capo era Scirpalo. Fu portato a Creta ed ivi esposto alla vendita. E chiedendogli l'araldo che cosa sapesse fare, Diogene rispose: "Comandare agli uomini". Fu allora che egli additò un tale di Corinto che indossava una veste pregiata di porpora, il predetto Seniade, e disse: 'Vendimi a quest'uomo: ha bisogno di un padrone'. Seniade, invero, lo compra e lo porta a Corinto. Qui gli affidò l'educazione dei figli e l'amministrazione domestica. Diogene curò l'amministrazione in ogni riguardo, in modo tale che Seniade andava in giro dicendo: "Un demone buono è venuto a casa mia".»
: «Navigando infatti verso Egina, fu preso dai pirati il cui capo era Scirpalo. Fu portato a Creta ed ivi esposto alla vendita. E chiedendogli l'araldo che cosa sapesse fare, Diogene rispose: "Comandare agli uomini". Fu allora che egli additò un tale di Corinto che indossava una veste pregiata di porpora, il predetto Seniade, e disse: 'Vendimi a quest'uomo: ha bisogno di un padrone'. Seniade, invero, lo compra e lo porta a Corinto. Qui gli affidò l'educazione dei figli e l'amministrazione domestica. Diogene curò l'amministrazione in ogni riguardo, in modo tale che Seniade andava in giro dicendo: "Un demone buono è venuto a casa mia".»


Successivamente Seniade, affascinato dallo spirito libero del [[filosofia|filosofo]] di Sinope, gli concedette la [[libertà ]].
Successivamente Seniade, affascinato dallo spirito libero del [[filosofia|filosofo]] di Sinope, gli concedette la [[libertà ]].


A Corinto incontrò [[Alessandro Magno]], il quale, affascinato dall’idea di trovarsi faccia a faccia con il famoso filosofo, chiese se non ci fosse qualche desiderio che avrebbe potuto esaudirgli. Diogene gli rispose: «'''''Si, che tu ti tolga dal mio sole'''''».  
A Corinto incontrò [[Alessandro Magno]], il quale, affascinato dall'idea di trovarsi faccia a faccia con il famoso filosofo, chiese se non ci fosse qualche desiderio che avrebbe potuto esaudirgli. Diogene gli rispose: «'''''Si, che tu ti tolga dal mio sole'''''».  


Morì probabilmente di vecchiaia a Corinto, dove in seguito fu elevata in suo onore una colonna sormontata da un cane. I cani infatti per Diogene erano un esempio di come si sarebbero dovuti comportare gli uomini, visto che istntivamente sapevano chi era nemico e chi amico e non si preoccupavano dove mangiavano o dormivano.  
Morì probabilmente di vecchiaia a Corinto, dove in seguito fu elevata in suo onore una colonna sormontata da un cane. I cani infatti per Diogene erano un esempio di come si sarebbero dovuti comportare gli uomini, visto che istntivamente sapevano chi era nemico e chi amico e non si preoccupavano dove mangiavano o dormivano.  
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