Banda del Matese: differenze tra le versioni

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Dopo l'arresto, i componenti della banda incarcerati a S. Maria Capua Vetere. Inizialmente l'intenzione era quella di far giudicare gli insorti da un tribunale di guerra, il che avrebbe significato la condanna a morte per fucilazione. Per fortuna ciò non accadde ed invece furono giudicati da un tribunale civile. Decisiva fu l'intercessione della figlia di [[Carlo Pisacane]], [[Silvia Pisacane|Silvia]], che era stata adottata del Ministro degli Interni Nicotera e che probabilmente aveva avuto contatti con gli [[AIT|internazionalisti]] napoletani. Era stato l'avvocato [[Carlo Gambuzzi]], già  amico di [[Bakunin]], a chiederle aiuto «e tanto scongiurò la giovane perché intercedesse presso il padre adottivo, in nome dell'affinità  d'idee dell'analogia dei casi che legavano al ricordo del Pisacane la banda del Matese che Silvia riuscì a strappare al Nicotera la revoca della primitiva decisione. La minaccia del giudizio sommario era scongiurata».
Dopo l'arresto, i componenti della banda incarcerati a S. Maria Capua Vetere. Inizialmente l'intenzione era quella di far giudicare gli insorti da un tribunale di guerra, il che avrebbe significato la condanna a morte per fucilazione. Per fortuna ciò non accadde ed invece furono giudicati da un tribunale civile. Decisiva fu l'intercessione della figlia di [[Carlo Pisacane]], [[Silvia Pisacane|Silvia]], che era stata adottata del Ministro degli Interni Nicotera e che probabilmente aveva avuto contatti con gli [[AIT|internazionalisti]] napoletani. Era stato l'avvocato [[Carlo Gambuzzi]], già  amico di [[Bakunin]], a chiederle aiuto «e tanto scongiurò la giovane perché intercedesse presso il padre adottivo, in nome dell'affinità  d'idee dell'analogia dei casi che legavano al ricordo del Pisacane la banda del Matese che Silvia riuscì a strappare al Nicotera la revoca della primitiva decisione. La minaccia del giudizio sommario era scongiurata».


Il processo contro la banda del Matese, difesa tra gli altri anche dal giovanissimo [[Francesco Saverio Merlino]], iniziò il [[14 agosto]] [[1878]] e si concluse il [[25 agosto|25]] dello stesso mese. La sentenza dichiarò innocenti i ventisei anarchici imputati  della morte di un carabiniere, attribuita invece a causa sopravvenuta. Al termine della lettura nella sala scoppiò un caloroso battimano.  
Il processo contro la banda del Matese, difesa tra gli altri anche dal giovanissimo [[Francesco Saverio Merlino]], iniziò il [[14 agosto]] [[1878]] e si concluse il [[25 agosto|25]] dello stesso mese. La sentenza dichiarò innocenti i ventisei anarchici imputati  della morte di un carabiniere, attribuita invece a causa sopravvenuta. Al termine della lettura nella sala scoppiò un caloroso battimano.  


Mentre i carabinieri li traducevano in [[carcere]] per l'espletamento delle pratiche di liberazione, una folla di circa duemila persone acclamò gli insorti, dimostrando loro grande simpatia.
Mentre i carabinieri li traducevano in [[carcere]] per l'espletamento delle pratiche di liberazione, una folla di circa duemila persone acclamò gli insorti, dimostrando loro grande simpatia.
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