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La sua opera più conosciuta è ''[[La società dello spettacolo|La società dello spettacolo]]'', pubblicata per la prima volta nel [[1967]] a Parigi. L’idea centrale di questo testo è la trasformazione della vita in rappresentazione. Nella nostra società mercificata tutto è riconducibile alla trasformazione della merce in spettacolo, la quale ricopre la superficie del mondo e il suo immischiamento nei rapporti sociali più intimi, falsificando la percezione della realtà . Lo spettacolo permette la schiavitù e separa le masse dal reale. Guy Debord giunge a sostenere anche il contrario: «'''Nel mondo realmente rovesciato, il vero è un momento del falso'''». Debord riflette sul peso delle rappresentazioni, delle immagini, sul nostro modo di apprendere la realtà , che non può essere prevista nella nostra società dello spettacolo. Lo spettacolo è il regno delle immagini, tuttavia il pensiero situazionista non può essere limitato esclusivamente ad una critica del mondo dominato dalle immagini. | La sua opera più conosciuta è ''[[La società dello spettacolo|La società dello spettacolo]]'', pubblicata per la prima volta nel [[1967]] a Parigi. L’idea centrale di questo testo è la trasformazione della vita in rappresentazione. Nella nostra società mercificata tutto è riconducibile alla trasformazione della merce in spettacolo, la quale ricopre la superficie del mondo e il suo immischiamento nei rapporti sociali più intimi, falsificando la percezione della realtà . Lo spettacolo permette la schiavitù e separa le masse dal reale. Guy Debord giunge a sostenere anche il contrario: «'''Nel mondo realmente rovesciato, il vero è un momento del falso'''». Debord riflette sul peso delle rappresentazioni, delle immagini, sul nostro modo di apprendere la realtà , che non può essere prevista nella nostra società dello spettacolo. Lo spettacolo è il regno delle immagini, tuttavia il pensiero situazionista non può essere limitato esclusivamente ad una critica del mondo dominato dalle immagini. | ||
[[File:Situazionisti.gif|thumb|left|280px|I fondatori dell'[[Internazionale Situazionista]] a Cosio di Arroscia, nell' aprile 1957. Da sinistra a destra: [[Giuseppe Pinot-Gallizio|Pinot Gallizio]], [[Piero Simondo]], [[Elena Verrone]], [[Michèle Bernstein]], [[Guy Debord]], [[Asger Jorn]] e [[Walter Olmo]]]] | [[File:Situazionisti.gif|thumb|left|280px|I fondatori dell'[[Internazionale Situazionista]] a Cosio di Arroscia, nell'aprile 1957. Da sinistra a destra: [[Giuseppe Pinot-Gallizio|Pinot Gallizio]], [[Piero Simondo]], [[Elena Verrone]], [[Michèle Bernstein]], [[Guy Debord]], [[Asger Jorn]] e [[Walter Olmo]]]] | ||
In modo più ampio si può considerare che la società spettacolare è «l’ultima tappa del [[capitalismo]] sulla vita». Ultima tappa dopo aver alienato gli uomini, trasformando il loro “essere” in “avere”, lo spettacolo trasforma l’”avere” in “apparenza”. Questo libro è considerato come uno dei motori del [[Maggio 1968]] e nel [[1973]] darà origine al suo quarto film. | In modo più ampio si può considerare che la società spettacolare è «l’ultima tappa del [[capitalismo]] sulla vita». Ultima tappa dopo aver alienato gli uomini, trasformando il loro “essere” in “avere”, lo spettacolo trasforma l’”avere” in “apparenza”. Questo libro è considerato come uno dei motori del [[Maggio 1968]] e nel [[1973]] darà origine al suo quarto film. | ||