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: «Il ruolo femminile era inizialmente legato alla nutrizione, alla crescita dei figli e alla coltivazione dell'orto, ovvero era un | : «Il ruolo femminile era inizialmente legato alla nutrizione, alla crescita dei figli e alla coltivazione dell'orto, ovvero era un “produttore” di vita. Con l'andare del tempo, quando gli uomini iniziarono ad allevare gli animali per ricavarne cibo, e con l'emergere della figura del contadino-padrone, l'associazione donna/terra assunse un valore ancora più denso di significato: l'uomo diventò proprietario della terra, capo-famiglia e "proprietario" della donna. Successivamente, mediante una deduzione religiosa, la donna come datrice di vita fu associata alla donna come vittima sacrificale. Il maschio acquisì il ruolo di sacerdote o sacro carnefice/eroe e quindi di dominatore». | ||
I [[mito|miti]] (e i ritrovamenti) riguardanti le Amazzoni sembrano testimoniare di donne che si sono ribellate alla nuova organizzazione sociale e hanno proseguito una cooperazione ancora matristica, mentre i popoli vicini sostituivano perfino nel cielo le divinità maschili a quelle femminili. | I [[mito|miti]] (e i ritrovamenti) riguardanti le Amazzoni sembrano testimoniare di donne che si sono ribellate alla nuova organizzazione sociale e hanno proseguito una cooperazione ancora matristica, mentre i popoli vicini sostituivano perfino nel cielo le divinità maschili a quelle femminili. | ||
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Le figlie dei possidenti erano concesse in matrimonio ai soli uomini dello stesso rango sociale; gli uomini poveri potevano sposarsi solo con le prostitute o con donne molto povere. In questo modo si acuiva il distacco tra famiglie ricche e povere, tra dominatori e dominati, ponendo le basi della distinzione di classe ([[classismo]]). La donna è ridotta ad una sorta di fattrice, contrariamente alla civiltà paleolitica e alle [[società gilaniche]] descritte da [[Riane Eisler]], dove la donna occupava un ruolo di assoluta parità a quello dell'uomo. | Le figlie dei possidenti erano concesse in matrimonio ai soli uomini dello stesso rango sociale; gli uomini poveri potevano sposarsi solo con le prostitute o con donne molto povere. In questo modo si acuiva il distacco tra famiglie ricche e povere, tra dominatori e dominati, ponendo le basi della distinzione di classe ([[classismo]]). La donna è ridotta ad una sorta di fattrice, contrariamente alla civiltà paleolitica e alle [[società gilaniche]] descritte da [[Riane Eisler]], dove la donna occupava un ruolo di assoluta parità a quello dell'uomo. | ||
La famiglia patriarcale, comunque, non assomigliava per niente alla famiglia moderna, ma era un organismo più esteso; essa comprendeva anche numerosi parenti di sangue o acquisiti, e persino | La famiglia patriarcale, comunque, non assomigliava per niente alla famiglia moderna, ma era un organismo più esteso; essa comprendeva anche numerosi parenti di sangue o acquisiti, e persino “schiavi” domestici che in cambio di protezione, o per vera e propria costrizione, forniva le “proprie braccia” al padrone. | ||
In ogni villaggio si distinsero famiglie più ricche e più povere; famiglie più grandi e più piccole; famiglie potenti e emarginate. Le famiglie dei più forti non avevano difficoltà a controllare le decisioni comunitarie: favorivano o impedivano matrimoni; concedevano o negavano lavoro; utilizzavano la propria [[autorità ]] per acquisire nuove ricchezze. | In ogni villaggio si distinsero famiglie più ricche e più povere; famiglie più grandi e più piccole; famiglie potenti e emarginate. Le famiglie dei più forti non avevano difficoltà a controllare le decisioni comunitarie: favorivano o impedivano matrimoni; concedevano o negavano lavoro; utilizzavano la propria [[autorità ]] per acquisire nuove ricchezze. |