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Il primo uso [[filosofia|filosofico]] vero e proprio del concetto, invece, viene individuato verso la fine del XVIII secolo nel contesto delle controversie che caratterizzavano la nascita dell’idealismo. | Il primo uso [[filosofia|filosofico]] vero e proprio del concetto, invece, viene individuato verso la fine del XVIII secolo nel contesto delle controversie che caratterizzavano la nascita dell’idealismo. | ||
Nella contrapposizione dell’idealismo al dogmatismo, il termine viene impiegato per caratterizzare l’operazione filosofica mediante la quale l’idealismo intende | Nella contrapposizione dell’idealismo al dogmatismo, il termine viene impiegato per caratterizzare l’operazione filosofica mediante la quale l’idealismo intende “annullare” nella riflessione l’oggetto del senso comune, al fine di mostrare come esso, non sia in verità , altro che il prodotto di un’invisibile ed inconsapevole attività del soggetto. | ||
A seconda del punto di vista favorevole o meno a tale operazione, il termine acquista un senso positivo o negativo. | A seconda del punto di vista favorevole o meno a tale operazione, il termine acquista un senso positivo o negativo. | ||
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Nietzsche non ha solo la consapevolezza della svalutazione nel mondo moderno dei grandi valori e dei grandi ideali, ma vuole sollecitare a portare alle estreme sue conseguenze queste crisi, evocando il futuro dilagare del fenomeno nichilista. | Nietzsche non ha solo la consapevolezza della svalutazione nel mondo moderno dei grandi valori e dei grandi ideali, ma vuole sollecitare a portare alle estreme sue conseguenze queste crisi, evocando il futuro dilagare del fenomeno nichilista. | ||
Perché se esso si diffonde nel mondo moderno è per l’assenza di una ''“specie | Perché se esso si diffonde nel mondo moderno è per l’assenza di una ''“specie superiore”'' che solo con la sua fecondità e potenza possa rinsaldare la fede nell’uomo. | ||
Come già sottolineato nel precedente capitolo, '''[[Nietzsche]] rappresenta il nichilismo in due accezioni principali''', la prima, negativa, indica il fenomeno della decadenza dell’uomo occidentale, educato del cristianesimo all’ascetismo e alla rinuncia nei confronti della vita. | Come già sottolineato nel precedente capitolo, '''[[Nietzsche]] rappresenta il nichilismo in due accezioni principali''', la prima, negativa, indica il fenomeno della decadenza dell’uomo occidentale, educato del cristianesimo all’ascetismo e alla rinuncia nei confronti della vita. | ||
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: «Il nichilismo come negazione radicale o metafisica, è dunque negazione del senso dell'essere e degli enti in quanto significato e realtà sostanziali e valorativi, che possono essere tali solo in quanto fondati nell'assolutezza dell'essere. Nichilismo è dunque, essenzialmente, l'assoluta negazione di ogni assolutezza, che percorre le strade o dell'indeterminazione dell'essere e degli enti o dell'univocità radicale essere nulla». | : «Il nichilismo come negazione radicale o metafisica, è dunque negazione del senso dell'essere e degli enti in quanto significato e realtà sostanziali e valorativi, che possono essere tali solo in quanto fondati nell'assolutezza dell'essere. Nichilismo è dunque, essenzialmente, l'assoluta negazione di ogni assolutezza, che percorre le strade o dell'indeterminazione dell'essere e degli enti o dell'univocità radicale essere nulla». | ||
[[File:Nietzsche.jpg|thumb|200px|left|[[Nietzsche]] nel 1861]] | [[File:Nietzsche.jpg|thumb|200px|left|[[Nietzsche]] nel 1861]] | ||
In un significato più comune, il nichilismo è una concezione delle cose, resa mentalità dominante da una cultura oggi sempre più pervasiva ([[media]]), per la quale la realtà finirebbe nel [[nulla]]. Siccome l’uomo è limitato e sperimenta ogni giorno questo limite nella morte e nelle sue dolorose anticipazioni, allora tanto vale - al di là di quanto se ne sia coscienti - accettare che il niente sia il vero senso dell’essere. L’affermazione nichilista nega «vera consistenza alla realtà ». Ma se il reale non è reale, se, pertanto, non è possibile stabilire un rapporto solido di conoscenza e di amore tra l’io (intelligenza e [[libertà ]]) e la realtà , allora non esiste verità . Se l’uomo non può fare | In un significato più comune, il nichilismo è una concezione delle cose, resa mentalità dominante da una cultura oggi sempre più pervasiva ([[media]]), per la quale la realtà finirebbe nel [[nulla]]. Siccome l’uomo è limitato e sperimenta ogni giorno questo limite nella morte e nelle sue dolorose anticipazioni, allora tanto vale - al di là di quanto se ne sia coscienti - accettare che il niente sia il vero senso dell’essere. L’affermazione nichilista nega «vera consistenza alla realtà ». Ma se il reale non è reale, se, pertanto, non è possibile stabilire un rapporto solido di conoscenza e di amore tra l’io (intelligenza e [[libertà ]]) e la realtà , allora non esiste verità . Se l’uomo non può fare “esperienza” della realtà per attingere la verità , anche la [[libertà ]] rimane assolutamente smarrita, resta una sorta di capacità che non ha oggetto e, quindi, alla fine neppure senso. | ||
In [[Friedrich Nietzsche|Nietzsche]] la parola designa l'essenza della crisi che ha investito (e che sta tutt'ora investendo) la civiltà europea moderna: per Nietzsche il nichilismo è un evento che porta con sé decadenza e spaesamento, tanto da costituire una sorta di malattia da cui il mondo moderno è affetto; tale malattia condurrebbe alla disgregazione del soggetto morale, alla debilitazione della volontà e alla perdita del fine ultimo dell'esistenza (''nichilismo passivo''). | In [[Friedrich Nietzsche|Nietzsche]] la parola designa l'essenza della crisi che ha investito (e che sta tutt'ora investendo) la civiltà europea moderna: per Nietzsche il nichilismo è un evento che porta con sé decadenza e spaesamento, tanto da costituire una sorta di malattia da cui il mondo moderno è affetto; tale malattia condurrebbe alla disgregazione del soggetto morale, alla debilitazione della volontà e alla perdita del fine ultimo dell'esistenza (''nichilismo passivo''). | ||
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Tuttavia, scrive Diego Fusaro, «per [[Severino]] tutto è eterno. Non basta: solo in superficie si crede che le cose vengano dal nulla e che nel nulla alla fine precipitino, perché nel profondo siamo convinti che quel breve segmento di luce che è la vita è esso stesso nulla. È il nichilismo. È l'omicidio primario, l'uccisione dell'essere. Ma è una contraddizione: ciò che è non può non essere, né può essere stato o potrà mai essere nulla. Una contraddizione che è la follia dell'Occidente, e ormai di tutta la terra. Una ferita che necessita di numerosi conforti, dalla religione all'arte, tutti affreschi sul buio, tentativi di nascondere, medicare il nulla che ci fa orrore. Per fortuna ci attende la Non Follia, l'apparire dell'eternità di tutte le cose. Noi siamo eterni e mortali perché l'eterno entra ed esce dall'apparire. La morte è l'assentarsi dell'eterno. Abbiamo tutti nel sangue il nichilismo. (...) Tutto è eterno significa che ogni momento della realtà è, ossia non esce e non ritorna nel nulla, significa che anche alle cose e alle vicende più umili e impalpabili compete il trionfo che si è soliti riservare a Dio». | Tuttavia, scrive Diego Fusaro, «per [[Severino]] tutto è eterno. Non basta: solo in superficie si crede che le cose vengano dal nulla e che nel nulla alla fine precipitino, perché nel profondo siamo convinti che quel breve segmento di luce che è la vita è esso stesso nulla. È il nichilismo. È l'omicidio primario, l'uccisione dell'essere. Ma è una contraddizione: ciò che è non può non essere, né può essere stato o potrà mai essere nulla. Una contraddizione che è la follia dell'Occidente, e ormai di tutta la terra. Una ferita che necessita di numerosi conforti, dalla religione all'arte, tutti affreschi sul buio, tentativi di nascondere, medicare il nulla che ci fa orrore. Per fortuna ci attende la Non Follia, l'apparire dell'eternità di tutte le cose. Noi siamo eterni e mortali perché l'eterno entra ed esce dall'apparire. La morte è l'assentarsi dell'eterno. Abbiamo tutti nel sangue il nichilismo. (...) Tutto è eterno significa che ogni momento della realtà è, ossia non esce e non ritorna nel nulla, significa che anche alle cose e alle vicende più umili e impalpabili compete il trionfo che si è soliti riservare a Dio». | ||
Contro nuovi e possibili irrigidimenti metafisici (non sono più concepibili princìpi immutabili) si esprime il filosofo italiano [[Gianni Vattimo]] (n. 1936) che critica il “nichilismo | Contro nuovi e possibili irrigidimenti metafisici (non sono più concepibili princìpi immutabili) si esprime il filosofo italiano [[Gianni Vattimo]] (n. 1936) che critica il “nichilismo negativo”, che si ostina a propugnare l’idea di un fondamento (una verità , un valore, un’idea) naturale: | ||
: «[…] già tentare di modellare leggi, costituzioni, provvedimenti politici ordinari, sull’idea di una progressiva liberazione di norme e regole da ogni preteso limite | : «[…] già tentare di modellare leggi, costituzioni, provvedimenti politici ordinari, sull’idea di una progressiva liberazione di norme e regole da ogni preteso limite “naturale” (e cioè ovvio solo per chi detiene il potere) può diventare un progetto politico positivo».(in ''Nichilismo ed emancipazione. Etica, politica, diritto'', 2003, p. 8). | ||
Egli affida un compito politico alla tradizione della Sinistra: | Egli affida un compito politico alla tradizione della Sinistra: | ||
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Delineandosi così i tratti del nichilista anarchico-libertario che vivrà la sua stagione più intensa negli ultimi decenni del XIX secolo. Fino a diventare la dottrina del nichilismo, nel pensiero russo verso la fine dell’ottocento, un fenomeno di portata generale. | Delineandosi così i tratti del nichilista anarchico-libertario che vivrà la sua stagione più intensa negli ultimi decenni del XIX secolo. Fino a diventare la dottrina del nichilismo, nel pensiero russo verso la fine dell’ottocento, un fenomeno di portata generale. | ||
I teorici del Nichilismo russo nell’esaltare il senso dell’[[Individualità |individualità ]] contestavano l’[[autorità ]] e l’ordine esistente, attaccando specialmente i valori della religione, della metafisica e dell’[[estetica]] tradizionali, considerati come | I teorici del Nichilismo russo nell’esaltare il senso dell’[[Individualità |individualità ]] contestavano l’[[autorità ]] e l’ordine esistente, attaccando specialmente i valori della religione, della metafisica e dell’[[estetica]] tradizionali, considerati come “nullità ”, come illusioni destinate a dissolversi. La più attendibile descrizione del nichilismo è quella fatta da [[Kropotkin]], secondo cui il nichilista di solito era un giovane ribelle e insoddisfatto della società russa, uno che aveva rotto «con le superstizioni dei loro genitori, essendo un positivista filosofico, un ateo, un spenceriano del materialismo evoluzionista scientifico»<ref>[http://www.antorcha.net/biblioteca_virtual/historia/memorias/4c.html Kropotkin, ''Memorias de un revolucionario'']</ref>: | ||
[[File:Perovskaya-sophia.jpg|thumb|130 px|[[Sofia Perovskaya]]]] | [[File:Perovskaya-sophia.jpg|thumb|130 px|[[Sofia Perovskaya]]]] | ||
[[File:Nechayev.png|thumb|130px|left|[[Sergei Nechaev]].]] | [[File:Nechayev.png|thumb|130px|left|[[Sergei Nechaev]].]] |