Utente:Parresiasta

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Tommaso Starace

Tommaso Starace (Napoli, 8 settembre 1978) è un artista italiano fondatore della Parresiarte, un’avanguardia contemporanea d’ispirazione libertaria che nel solco dell' antica virtù della parresia tramite l'atto artistico e l'azione politica, denuncia la barbarie degli abusi statali e tenta di mettere a nudo la rete di dispositivi di potere sulle strutture sociali.



Polemico dell’afasia politica di intellettuali e artisti contemporanei disposti ad accettare democidi e genocidi purché non vengano compromessi il “successo mercantile del prodotto” e la propria immagine in mano a managers e curatori, sicché non si espongono con posizioni pubbliche o espressioni artistiche che potrebbero risultare “scomode” e quindi di fatto -che si tratti della propria soggettività pubblica o delle proprie opere- “operano alle dipendenze del sistema politico” e “non compiono una ricerca estetica autonoma: la pongono cioè al servizio di un profitto che, come ogni ricchezza, si traduce in titolo di potere.” (G.C.Argan)

Data Mining, olio su tela 120x120 cm


Parresiarte

La Parresiarte è nata nel 2021 tra l’Italia e il Brasile sullo sfondo degli orrori delle guerre di quinta generazione contro i popoli, dal tentativo d’interpretazione del passaggio dallo Stato clientelare allo [idiocratico] (ossia governo dei privati o Stato privato), dalla spinta a marce forzate verso la Quarta Rivoluzione Industriale (governamentalità 4.0) e l’Agenda 21 (mercificazione di territori e popolazioni e dirottamento del movimento ambientalista), e dalla riflessione critica sulla radicale ri-significazione onto-esistenziale della nozione di umano avviata dal Postumanesimo di matrice eugenetica; nel 2021 è stato scritto il manifesto.



La poetica della parresiarte vuole esprimere la realtà interiore sollecitata dalle politiche globaliste di espropriazione delle risorse e della sovranità individuale e locale, di modifica dei comportamenti e controllo sociale poste in essere -anche tramite shock- da criminali intergenerazionali e transnazionali che decidono a porte chiuse il destino di miliardi di individui. Quale resistenza artistica lontana dall'arte pura come dalle belle intenzioni della funzione sociale -troppo spesso declinata come mera propaganda e divulgazione culturale- irrompe nel vivo della lotta verticale (che la sinistra europea, non avendo più nulla da dire dopo Maastricht, ha abbandonato); entra -come si legge nel manifesto, “nel merito delle questioni fondamentali, riporta in superfice il prodotto della ragione influenzato dall’osservazione del circostante politico. Realtà politica circostante non in quanto oggetto riprodotto, ma quale rielaborazione soggettiva dell'ir-reale distopico a cui siamo forzati da un grottesco avanspettacolo politico-mediatico gestito a buon mercato e con ricatto dall'aristocrazia del denaro”.