Semana Trágica (Spagna): differenze tra le versioni

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{{approff|Semana Trágica}}[[File:Semana Trágica (1909).jpg|thumb|290 px|Barcellona in fiamme durante la Semana Trágica.]]Si conosce come '''Semana Trágica''' (''Semana Trágica'' in castillano; ''Setmana Trà gica'' in catalano) quell'evento insurrezionale sviluppatosi a Barcellona e in altre città  catalane tra il [[26 luglio]] e il [[2 agosto]] [[1909]].
{{approff|Semana Trágica}}[[File:Semana Trágica (1909).jpg|thumb|290 px|Barcellona in fiamme durante la Semana Trágica.]]Si conosce come '''Semana Trágica''' (''Semana Trágica'' in castillano; ''Setmana Trà gica'' in catalano) quell'evento insurrezionale sviluppatosi a Barcellona e in altre città catalane tra il [[26 luglio]] e il [[2 agosto]] [[1909]].


== Contesto storico ==
== Contesto storico ==
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==I fattori scatenanti l'insurrezione ==
==I fattori scatenanti l'insurrezione ==


Dopo aver perso le sue ultime colonie d'oltremare, la [[Spagna]] provò ad incrementare la propria presenza in Nord Africa. La partecipazione alla Conferenza di Algeciras del [[1906]] le consentì di guadagnare il controllo della parte settentrionale del Marocco.<ref>La conferenza di Algeciras fu un congresso internazionale che prese il nome dalla cittadina spagnola in cui fu convocato dal gennaio all'aprile del [[1906]].
Dopo aver perso le sue ultime colonie d'oltremare, la [[Spagna]] provò ad incrementare la propria presenza in Nord Africa. La partecipazione alla Conferenza di Algeciras del [[1906]] le consentì di guadagnare il controllo della parte settentrionale del Marocco. <ref>La conferenza di Algeciras fu un congresso internazionale che prese il nome dalla cittadina spagnola in cui fu convocato dal gennaio all'aprile del [[1906]].
I rappresentanti delle potenze convenute (le principali nazioni d'Europa compresa l'[[Italia]], oltre agli Stati Uniti e al Marocco) discussero la questione dell'influenza francese sul Marocco che aveva provocato forti tensioni fra la Francia e la Germania determinando la crisi di Tangeri (prima crisi marocchina) nel [[1905]].
I rappresentanti delle potenze convenute (le principali nazioni d'Europa compresa l'[[Italia]], oltre agli Stati Uniti e al Marocco) discussero la questione dell'influenza francese sul Marocco che aveva provocato forti tensioni fra la Francia e la Germania determinando la crisi di Tangeri (prima crisi marocchina) nel [[1905]].


La conferenza di Algeciras stabilì, con l'accordo del [[7 aprile]] [[1906]], il controllo internazionale a predominanza francese e spagnola sul Marocco. Provocò un ulteriore avvicinamento politico della [[Gran Bretagna]] alla [[Francia]] e, nel contesto della politica mondiale, l'isolamento della [[Germania]][http://it.wikipedia.org/wiki/Conferenza_di_Algeciras ...]</ref>
La conferenza di Algeciras stabilì, con l'accordo del [[7 aprile]] [[1906]], il controllo internazionale a predominanza francese e spagnola sul Marocco. Provocò un ulteriore avvicinamento politico della [[Gran Bretagna]] alla [[Francia]] e, nel contesto della politica mondiale, l'isolamento della [[Germania]][http://it.wikipedia.org/wiki/Conferenza_di_Algeciras ...]</ref>


Il [[9 luglio]] [[1909]], i lavoratori spagnoli occupati nella costruzione della ferrovia che avrebbe unito Melilla (città  autonoma spagnola situata sulla costa orientale del Marocco) alle miniere di Beni-Buifur, dipendenti di un'azienda controllata da Romanones e il marchese de Comillas, furono attaccati dai Berberi. Questo piccolo fatto, che di fatto costituì l'inizio della guerra del Rif <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_del_Rif Guerra del Rif]</ref>, fu strumentalizzato dal governo di Maura per avviare un nuovo [[colonialismo|progetto colonialista]].
Il [[9 luglio]] [[1909]], i lavoratori spagnoli occupati nella costruzione della ferrovia che avrebbe unito Melilla (città autonoma spagnola situata sulla costa orientale del Marocco) alle miniere di Beni-Buifur, dipendenti di un'azienda controllata da Romanones e il marchese de Comillas, furono attaccati dai Berberi. Questo piccolo fatto, che di fatto costituì l'inizio della guerra del Rif <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_del_Rif Guerra del Rif]</ref>, fu strumentalizzato dal governo di Maura per avviare un nuovo [[colonialismo|progetto colonialista]].


Il capo del governo ordinò la mobilitazione dei riservisti provocando il notevole disappunto dei lavoratori, visto che la maggior parte dei richiamati apparteneva alle classi più povere e ciò significava abbandonare il proprio lavoro, ovvero la loro unica forma di sostentamento.  C'è da dire che era possibile ottenere l'esenzione dalla partenza in guerra se si pagavano 6000 reali (1500 pesetas), una cifra non alla portata della maggior parte dei lavoratori delle classi meno abbiente (il salario quotidiano di un lavoratore si aggirava intorno a 10 reali, 2,5 pesetas).
Il capo del governo ordinò la mobilitazione dei riservisti provocando il notevole disappunto dei lavoratori, visto che la maggior parte dei richiamati apparteneva alle classi più povere e ciò significava abbandonare il proprio lavoro, ovvero la loro unica forma di sostentamento.  C'è da dire che era possibile ottenere l'esenzione dalla partenza in guerra se si pagavano 6000 reali (1.500 pesetas), una cifra non alla portata della maggior parte dei lavoratori delle classi meno abbiente (il salario quotidiano di un lavoratore si aggirava intorno a 10 reali, 2,5 pesetas).


Domenica [[18 luglio]], giorno previsto per la partenza dal porto di Barcellona del primo scaglione di militari, la presenza di nazionalisti aristocratici che offriva ai soldati in partenza medaglie e sigarette, fu accolta come una provocazione e generò gravi tumulti, peggiorati dalle notizie che giungevano dalle zone di conflitto che informavano di notevoli perdite.
Domenica [[18 luglio]], giorno previsto per la partenza dal porto di Barcellona del primo scaglione di militari, la presenza di nazionalisti aristocratici che offriva ai soldati in partenza medaglie e sigarette, fu accolta come una provocazione e generò gravi tumulti, peggiorati dalle notizie che giungevano dalle zone di conflitto che informavano di notevoli perdite.
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=== Lunedì 26 ===
=== Lunedì 26 ===
Lo [[sciopero]] e le manifestazioni di protesta a Barcellona partono dalla periferia e si propagano velocemente verso il centro della città , dove i manifestanti tentano di bloccare la circolazione dei tram ed alcuni edifici sono dati alle fiamme. Il capitano generale di Cataluna, Luis de Santiago, seguendo le direttive del ministro dell'Interno De la Cierva, proclama lo stato di guerra, al quale si oppone il governatore civile Ángel Ossorio y Gallardo che si dimette dal suo incarico (il suo sostituito, Evaristo Crespo Azorín, prenderà  l'incarico il [[6 agosto]]).
Lo [[sciopero]] e le manifestazioni di protesta a Barcellona partono dalla periferia e si propagano velocemente verso il centro della città, dove i manifestanti tentano di bloccare la circolazione dei tram ed alcuni edifici sono dati alle fiamme. Il capitano generale di Cataluna, Luis de Santiago, seguendo le direttive del ministro dell'Interno De la Cierva, proclama lo stato di guerra, al quale si oppone il governatore civile Ángel Ossorio y Gallardo che si dimette dal suo incarico (il suo sostituito, Evaristo Crespo Azorín, prenderà l'incarico il [[6 agosto]]).


Nel pomeriggio gli scontri si fanno più duri. Due persone perdono la vita e altrettante caserme della [[polizia]] vengono attaccate dalla folla. Intorno a mezzanotte viene incendiato il primo edificio religioso, il Patronato Obrero de San José, a Pueblo Nuevo.<ref>Rubí Casals, Gemma (2009). A«lgo más que la quema de conventos. La Semana Trágica en Cataluña, la historia de una desafección». In Antonio Moliner Prada. ''La Semana Trágica de Cataluña''. Alella (Barcelona): Nabla edizioni. pp. 92-96.</ref> La rivolta da Barcellona e provincia si diffonde anche a Girona, Sabadell, Mataró e Granollers, dove la protesta si trasforma ben presto in vera e propria insurrezione, guidata da Comitati rivoluzionari. Si registrano diversi violentissimi scontri che provocano ben otto morti. Numerosi anche gli incendi di edifici religiosi.<ref>Rubí Casals, Gemma (2009). Ibid.. pp. 106; 110; 123-124.</ref>
Nel pomeriggio gli scontri si fanno più duri. Due persone perdono la vita e altrettante caserme della [[polizia]] vengono attaccate dalla folla. Intorno a mezzanotte viene incendiato il primo edificio religioso, il Patronato Obrero de San José, a Pueblo Nuevo. <ref>Rubí Casals, Gemma (2009). A«lgo más que la quema de conventos. La Semana Trágica en Cataluña, la historia de una desafección». In Antonio Moliner Prada. ''La Semana Trágica de Cataluña''. Alella (Barcelona): Nabla edizioni. pp. 92-96.</ref> La rivolta da Barcellona e provincia si diffonde anche a Girona, Sabadell, Mataró e Granollers, dove la protesta si trasforma ben presto in vera e propria insurrezione, guidata da Comitati rivoluzionari. Si registrano diversi violentissimi scontri che provocano ben otto morti. Numerosi anche gli incendi di edifici religiosi. <ref>Rubí Casals, Gemma (2009). Ibid.. pp. 106; 110; 123-124.</ref>


[[File:Soledad Villafranca e Francisco Ferrer.jpg|220 px|thumb|[[Soledad Villafranca]] e [[Francisco Ferrer]]. Quest'ultimo fu accusato di essere l'istigatore delle rivolte e condannato a morte nell'ottobre del 1909]]
[[File:Soledad Villafranca e Francisco Ferrer.jpg|220 px|thumb|[[Soledad Villafranca]] e [[Francisco Ferrer]]. Quest'ultimo fu accusato di essere l'istigatore delle rivolte e condannato a morte nell'ottobre del 1909]]


=== Martedì 27 ===
=== Martedì 27 ===
A Barcellona sin dalla mattina vengono innalzate centinaia di barricate e numerose armerie vengono assaltate ed [[espropriazione|espropriate]]. La [[violenza]] viene poi indirizzata verso le [[Chiesa|Chiese]] e le proprietà  ecclesiastiche. Nel giro di poche ore bruciano molti edifici religiosi ed un parrocco muore asfissiato nella chiesa in cui s'era rifugiato. Il culmine della [[anticlericalismo|violenza anticlericale]] è raggiunto nella notte tra martedì e mercoledì, in cui vanno a fuoco circa venti edifici nel centro della città  e otto conventi in periferia. L'[[anticlericalismo]] non coinvolge solo militanti e simpatizzanti della sinistra, ma anche militanti del Partito Repubblicano di Alexander Lerroux, che si caratterizzava proprio per il suo odio verso il clericalismo.<ref>Pomés Vives, Jordi (2009). «El republicanismo lerrouxista y su responsabilidad en los acontecimientos». In Antonio Moliner Prada. ''La Semana Trágica de Cataluña''. Alella (Barcelona): Nabla edizioni. pp. 137-167..</ref>
A Barcellona sin dalla mattina vengono innalzate centinaia di barricate e numerose armerie vengono assaltate ed [[espropriazione|espropriate]]. La [[violenza]] viene poi indirizzata verso le [[Chiesa|Chiese]] e le proprietà ecclesiastiche. Nel giro di poche ore bruciano molti edifici religiosi ed un parrocco muore asfissiato nella chiesa in cui s'era rifugiato. Il culmine della [[anticlericalismo|violenza anticlericale]] è raggiunto nella notte tra martedì e mercoledì, in cui vanno a fuoco circa venti edifici nel centro della città e otto conventi in periferia. L'[[anticlericalismo]] non coinvolge solo militanti e simpatizzanti della sinistra, ma anche militanti del Partito Repubblicano di Alexander Lerroux, che si caratterizzava proprio per il suo odio verso il clericalismo. <ref>Pomés Vives, Jordi (2009). «El republicanismo lerrouxista y su responsabilidad en los acontecimientos». In Antonio Moliner Prada. ''La Semana Trágica de Cataluña''. Alella (Barcelona): Nabla edizioni. pp. 137-167..</ref>


Ecco quindi che la protesta [[antimilitarista]] si trasforma ben presto in protesta contro la [[Chiesa]], accusata di avere il monopolio dell'educazione, attraverso il quale inculca nei giovani l'accettazione delle [[classismo|discriminazioni di classe]]. Le notizie dal Marocco sul Disastro del Barranco del Lobo, che aveva causato la morte di 200-300 riservisti, la maggior parte dei quali facevano parte del contingente partito da Barcellona il [[18 luglio]], fa esplodere definitivamente la rivolta insurrezionale.<ref>Il Disastro di Barranco del Lobo fu una disastrosa azione militare del 27 luglio 1909 che si verificò nei pressi di Melilla,durante la guerra di Melilla, in cui le truppe spagnole subirono una disastrosa sconfitta ad opera dei [http://it.wikipedia.org/wiki/Rif Riffs].</ref>
Ecco quindi che la protesta [[antimilitarista]] si trasforma ben presto in protesta contro la [[Chiesa]], accusata di avere il monopolio dell'educazione, attraverso il quale inculca nei giovani l'accettazione delle [[classismo|discriminazioni di classe]]. Le notizie dal Marocco sul Disastro del Barranco del Lobo, che aveva causato la morte di 200-300 riservisti, la maggior parte dei quali facevano parte del contingente partito da Barcellona il [[18 luglio]], fa esplodere definitivamente la rivolta insurrezionale. <ref>Il Disastro di Barranco del Lobo fu una disastrosa azione militare del 27 luglio 1909 che si verificò nei pressi di Melilla,durante la guerra di Melilla, in cui le truppe spagnole subirono una disastrosa sconfitta ad opera dei [http://it.wikipedia.org/wiki/Rif Riffs].</ref>


===Mercoledì 28 ===
===Mercoledì 28 ===
Durante tutta la mattinata, a Barcellona si levano alte colonne di fumo dagli edifici religiosi assaltati durante la notte. Scontri armati con le forze dell'ordine si registrano in molte zone delle città  e soprattutto nel quartiere di San Andrés de Palomar. Durante la giornata giungono da Valencia e Saragozza nuove [[militarismo|truppe militari]] con lo scopo di reprimere la rivolta.
Durante tutta la mattinata, a Barcellona si levano alte colonne di fumo dagli edifici religiosi assaltati durante la notte. Scontri armati con le forze dell'ordine si registrano in molte zone delle città e soprattutto nel quartiere di San Andrés de Palomar. Durante la giornata giungono da Valencia e Saragozza nuove [[militarismo|truppe militari]] con lo scopo di reprimere la rivolta.


===Da giovedì 29 a domenica 1° agosto===
===Da giovedì 29 a domenica 1° agosto===
Partendo dalla zona delle Ramblas e del porto, circa 10.000 militari occupano la città  di Barcellona, mentre il morale degli insorti si abbassa sempre più perchè la ribellione non si stava propagando nel resto della [[Spagna]]. Tra Venerdì e Sabato la città  riconquista gradualmente la normalità , eccetto nei quartieri di San Andrés e Horta, dove sparatorie, incendi e saccheggi si registrano continuamente nei pressi di numerosi conventi e [[scuola|scuole]] religiose. Domenica i giornali fanno la ricomparsa nelle edicole. Lunedì [[2 agosto]] i lavoratori barcellonesi, a cui i datori di lavoro avevano promesso di retribuire loro la paga della settimana della rivolta, fanno rientro al posto di lavoro come se nulla fosse successo. In altre città  catalane la normalità  ritornerà  ugualmente in brevissimo tempo.
Partendo dalla zona delle Ramblas e del porto, circa 10.000 militari occupano la città di Barcellona, mentre il morale degli insorti si abbassa sempre più perché la ribellione non si stava propagando nel resto della [[Spagna]]. Tra Venerdì e Sabato la città riconquista gradualmente la normalità, eccetto nei quartieri di San Andrés e Horta, dove sparatorie, incendi e saccheggi si registrano continuamente nei pressi di numerosi conventi e [[scuola|scuole]] religiose. Domenica i giornali fanno la ricomparsa nelle edicole. Lunedì [[2 agosto]] i lavoratori barcellonesi, a cui i datori di lavoro avevano promesso di retribuire loro la paga della settimana della rivolta, fanno rientro al posto di lavoro come se nulla fosse successo. In altre città catalane la normalità ritornerà ugualmente in brevissimo tempo.


== La repressione ==
== La repressione ==


Il bilancio dei disordini nella città  di Barcellona fu di 78 morti (75 civili e tre soldati); 500 feriti tra i militari e 112 edifici bruciati (tra cui 80 religiosi). Il governo Maura, per mano del ministro degli Interni Juan de la Cierva y Penafiel, diede inizio alla [[repressione]] a partire dal [[31 luglio]]. Migliaia di persone furono fermate dalla [[polizia]], 2000 ricevettero un processo. Le condanne più pesanti furono: 175 al confino, 59 all'ergastolo e 5 alla pena di morte. Oltre a questo, il governo dichiarò illegali i sindacati e ordinò la chiusura delle [[scuola|scuole]] laiche.
Il bilancio dei disordini nella città di Barcellona fu di 78 morti (75 civili e tre soldati); 500 feriti tra i militari e 112 edifici bruciati (tra cui 80 religiosi). Il governo Maura, per mano del ministro degli Interni Juan de la Cierva y Penafiel, diede inizio alla [[repressione]] a partire dal [[31 luglio]]. Migliaia di persone furono fermate dalla [[polizia]], 2000 ricevettero un processo. Le condanne più pesanti furono: 175 al confino, 59 all'ergastolo e 5 alla pena di morte. Oltre a questo, il governo dichiarò illegali i sindacati e ordinò la chiusura delle [[scuola|scuole]] laiche.


I cinque condannati a morte erano Josep Miquel Baró, un repubblicano nazionalista condannato a morte il [[17 agosto]] [[1909]] nel Castello di Montjuic come gli altri quattro: Malet Antonio Pujol, un repubblicano seguace di Lerroux, giustiziato il [[13 settembre]]; Clemente Garcia, un giovane con disturbi mentali che aveva ballato con il cadavere di una suora per le strade di Barcellona, giustiziato il [[4 ottobre]]; [[Eugenio del Hoyo]], un ex poliziotto e guardia di sicurezza; ed infine il più noto di tutti, [[Francisco Ferrer y Guardia]], anarchico, pedagogista e cofondatore della [[Escuela Moderna]]. Giustiziato il [[13 ottobre]] nonostante una vasta campagna internazionale in sua difesa, era stato considerato il mandante della rivolta. <ref>Pich Mitjana, Josep (2011). «Un lugar de memorias: la revolución de julio de 1909, o Semana Trágica, Sangrienta, Roja, Negra o Gloriosa». En Eloy Martín Corrales. '''Semana Trágica. Entre las barricadas de Barcelona y el Barranco del Lobo'''. Barcelona: Edicions Bellaterra. pp. 215-216.</ref>
I cinque condannati a morte erano Josep Miquel Baró, un repubblicano nazionalista condannato a morte il [[17 agosto]] [[1909]] nel Castello di Montjuic come gli altri quattro: Malet Antonio Pujol, un repubblicano seguace di Lerroux, giustiziato il [[13 settembre]]; Clemente Garcia, un giovane con disturbi mentali che aveva ballato con il cadavere di una suora per le strade di Barcellona, giustiziato il [[4 ottobre]]; [[Eugenio del Hoyo]], un ex poliziotto e guardia di sicurezza; ed infine il più noto di tutti, [[Francisco Ferrer y Guardia]], anarchico, pedagogista e cofondatore della [[Escuela Moderna]]. Giustiziato il [[13 ottobre]] nonostante una vasta campagna internazionale in sua difesa, era stato considerato il mandante della rivolta. <ref>Pich Mitjana, Josep (2011). «Un lugar de memorias: la revolución de julio de 1909, o Semana Trágica, Sangrienta, Roja, Negra o Gloriosa». En Eloy Martín Corrales. '''Semana Trágica. Entre las barricadas de Barcelona y el Barranco del Lobo'''. Barcelona: Edicions Bellaterra. pp. 215-216.</ref>


Re Alfonso XIII, allarmato da queste reazioni, tanto all'interno quanto all'esterno della [[Spagna]], cacciò Maura e lo sostituì col liberale Segismundo Moret.
Re Alfonso XIII, allarmato da queste reazioni, tanto all'interno quanto all'esterno della [[Spagna]], cacciò Maura e lo sostituì col [[liberale]] Segismundo Moret.


== Note ==
== Note ==
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*[http://anarchicieanarchia.blogspot.it/2011/04/normal-0-14-false-false-false-it-x-none.html La Settimana Tragica di Barcellona]
*[http://anarchicieanarchia.blogspot.it/2011/04/normal-0-14-false-false-false-it-x-none.html La Settimana Tragica di Barcellona]
*[http://www.ephemanar.net/galanar/semainetragique/index.html Immagini sulla Settimana Tragica]
*[http://www.ephemanar.net/galanar/semainetragique/index.html Immagini sulla Settimana Tragica]
*[http://www.cespbo.it/testi/2009_4/ferrer_materiali.pdf Barcellona luglio 1909: Revolución o Semana Trágica?]
*[https://web.archive.org/web/20160319190907/http://www.cespbo.it/testi/2009_4/ferrer_materiali.pdf Barcellona luglio 1909: Revolución o Semana Trágica?]
[[Categoria:Storia]]
[[Categoria:Storia]]
[[Categoria:Anarchismo in Spagna]]
[[Categoria:Anarchismo in Spagna]]
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