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I cinque condannati a morte erano Josep Miquel Baró, un repubblicano nazionalista condannato a morte il [[17 agosto]] [[1909]] nel Castello di Montjuic come gli altri quattro: Malet Antonio Pujol, un repubblicano seguace di Lerroux, giustiziato il [[13 settembre]]; Clemente Garcia, un giovane con disturbi mentali che aveva ballato con il cadavere di una suora per le strade di Barcellona, giustiziato il [[4 ottobre]]; [[Eugenio del Hoyo]], un ex poliziotto e guardia di sicurezza; ed infine il più noto di tutti, [[Francisco Ferrer y Guardia]], anarchico, pedagogista e cofondatore della [[Escuela Moderna]]. Giustiziato il [[13 ottobre]] nonostante una vasta campagna internazionale in sua difesa, era stato considerato il mandante della rivolta. <ref>Pich Mitjana, Josep (2011). «Un lugar de memorias: la revolución de julio de 1909, o Semana Trágica, Sangrienta, Roja, Negra o Gloriosa». En Eloy Martín Corrales. '''Semana Trágica. Entre las barricadas de Barcelona y el Barranco del Lobo'''. Barcelona: Edicions Bellaterra. pp. 215-216.</ref> | I cinque condannati a morte erano Josep Miquel Baró, un repubblicano nazionalista condannato a morte il [[17 agosto]] [[1909]] nel Castello di Montjuic come gli altri quattro: Malet Antonio Pujol, un repubblicano seguace di Lerroux, giustiziato il [[13 settembre]]; Clemente Garcia, un giovane con disturbi mentali che aveva ballato con il cadavere di una suora per le strade di Barcellona, giustiziato il [[4 ottobre]]; [[Eugenio del Hoyo]], un ex poliziotto e guardia di sicurezza; ed infine il più noto di tutti, [[Francisco Ferrer y Guardia]], anarchico, pedagogista e cofondatore della [[Escuela Moderna]]. Giustiziato il [[13 ottobre]] nonostante una vasta campagna internazionale in sua difesa, era stato considerato il mandante della rivolta. <ref>Pich Mitjana, Josep (2011). «Un lugar de memorias: la revolución de julio de 1909, o Semana Trágica, Sangrienta, Roja, Negra o Gloriosa». En Eloy Martín Corrales. '''Semana Trágica. Entre las barricadas de Barcelona y el Barranco del Lobo'''. Barcelona: Edicions Bellaterra. pp. 215-216.</ref> | ||
Re Alfonso XIII, allarmato da queste reazioni, tanto all'interno quanto all'esterno della [[Spagna]], cacciò Maura e lo sostituì col liberale Segismundo Moret. | Re Alfonso XIII, allarmato da queste reazioni, tanto all'interno quanto all'esterno della [[Spagna]], cacciò Maura e lo sostituì col [[liberale]] Segismundo Moret. | ||
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