Sciopero generale: differenze tra le versioni

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== A proposito di sciopero generale ==
== A proposito di sciopero generale ==


Non avendo altre capacità che le proprie forze, i salariati non hanno altro mezzo che interrompere la loro attività produttiva e creare un danno economico ai loro “padroni”, se vogliono conquistare qualche diritto in più. Il diritto allo sciopero generale resta uno dei fondamentali mezzi di pressione che i lavoratori possono utilizzare contro il padronato. Recenti "innovazioni" reazionarie stanno però cercando di stravolgerne la forza: nei paesi in cui lo [[sciopero]] è legale non mancano tentativi per limitarne l'efficacia, per criminalizzarlo o addirittura per sopprimerlo del tutto.
Non avendo altre capacità che le proprie forze, i salariati non hanno altro mezzo che interrompere la loro attività produttiva e creare un danno economico ai loro “padroni”, se vogliono conquistare qualche diritto in più. Il diritto allo sciopero generale resta uno dei fondamentali mezzi di pressione che i lavoratori possono utilizzare contro il padronato. Recenti "innovazioni" reazionarie stanno però cercando di stravolgerne la forza: nei paesi in cui lo [[sciopero]] è legale non mancano tentativi per limitarne l'efficacia, per criminalizzarlo o addirittura per sopprimerlo del tutto.
   
   
L'idea dello sciopero generale nasce con lo sviluppo del movimento operaio nel XIX secolo.
L'idea dello sciopero generale nasce con lo sviluppo del movimento operaio nel XIX secolo.
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Durante il III Congresso dell'[[l'Internazionale dei lavoratori|AIT]] la questione “sciopero generale” fu fortemente dibattuta dai delegati. Anche negli [[USA]], in particolare a Chicago (vedi [[martiri di Chicago]]), durante le lotte sindacali del [[1886]] per le 8 ore lavorative, gli scioperi che si susseguirono, servirono da input per tutto il movimento operaio, che pure qualche stop lo aveva ricevuto dopo il tracollo della [[la Comune di Parigi (1871)|Comune parigina]]. In [[Francia]], qualche anno più tardi, durante i lavori alla [[Federazione delle Borse del Lavoro|Borsa del Lavoro]] ([[1892]]), [[Fernand Pelloutier]] presentò un opuscolo redatto insieme a [[Henri Girare]], intitolato ''Che cos'è lo sciopero generale?'' ([[1895]]), in cui si proponeva l'arresto collettivo del lavoro come mezzo di pressione sulla [[capitalismo|classe capitalistica]]. Sempre nel paese transalpino, durante i congressi della [[CGT]] del [[1895]]-[[1896|96]]-[[1897|97]]-[[1898|98]] e [[1900]], fu diffusa un'intensa propaganda pro-sciopero generale
Durante il III Congresso dell'[[l'Internazionale dei lavoratori|AIT]] la questione “sciopero generale” fu fortemente dibattuta dai delegati. Anche negli [[USA]], in particolare a Chicago (vedi [[martiri di Chicago]]), durante le lotte sindacali del [[1886]] per le 8 ore lavorative, gli scioperi che si susseguirono, servirono da input per tutto il movimento operaio, che pure qualche stop lo aveva ricevuto dopo il tracollo della [[la Comune di Parigi (1871)|Comune parigina]]. In [[Francia]], qualche anno più tardi, durante i lavori alla [[Federazione delle Borse del Lavoro|Borsa del Lavoro]] ([[1892]]), [[Fernand Pelloutier]] presentò un opuscolo redatto insieme a [[Henri Girare]], intitolato ''Che cos'è lo sciopero generale?'' ([[1895]]), in cui si proponeva l'arresto collettivo del lavoro come mezzo di pressione sulla [[capitalismo|classe capitalistica]]. Sempre nel paese transalpino, durante i congressi della [[CGT]] del [[1895]]-[[1896|96]]-[[1897|97]]-[[1898|98]] e [[1900]], fu diffusa un'intensa propaganda pro-sciopero generale
<ref name="CGT"> Il congresso di Montpellier della CGT francese sancì la costituzione di una commissione sullo sciopero e sullo sciopero generale. L'art.16 indicava che la commissione «ha per obiettivo lo studio di movimenti di scioperanti in tutti in tutti i paesi» e che «si sforza, inoltre, di far penetrare nello spirito dei lavoratori organizzati la necessità dello sciopero generale» </ref>.<br />
<ref name="CGT"> Il congresso di Montpellier della CGT francese sancì la costituzione di una commissione sullo sciopero e sullo sciopero generale. L'art.16 indicava che la commissione «ha per obiettivo lo studio di movimenti di scioperanti in tutti in tutti i paesi» e che «si sforza, inoltre, di far penetrare nello spirito dei lavoratori organizzati la necessità dello sciopero generale» </ref>.<br />


Nel [[1904]] ([[15 settembre|15]]-[[20 settembre]]) i sindacalisti rivoluzionari di [[Arturo Labriola]] indissero il primo sciopero generale in [[Italia]], per protestare contro l'[[eccidio di Buggerru (1904)|eccidio di 4 minatori sardi a Buggeru]]. Due anni dopo si realizzò invece il primo tentativo francese.
Nel [[1904]] ([[15 settembre|15]]-[[20 settembre]]) i sindacalisti rivoluzionari di [[Arturo Labriola]] indissero il primo sciopero generale in [[Italia]], per protestare contro l'[[eccidio di Buggerru (1904)|eccidio di 4 minatori sardi a Buggeru]]. Due anni dopo si realizzò invece il primo tentativo francese.
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Un momento importante della storia dello sciopero generale fu la [[La Rivoluzione Russa|rivoluzione russa]] del [[1905]], che rivelò la forza devastante dello sciopero generale, capace di coinvolgere tutto un paese. Nel [[1905]], il pamphlet ''The Social General Strike'', pubblicato a Chicago nel [[1905]] dallo [[IWW|wobblie]] Stephen Naft definì meglio il concetto, delineandone diversi livelli di importanza strategica e tattica.  
Un momento importante della storia dello sciopero generale fu la [[La Rivoluzione Russa|rivoluzione russa]] del [[1905]], che rivelò la forza devastante dello sciopero generale, capace di coinvolgere tutto un paese. Nel [[1905]], il pamphlet ''The Social General Strike'', pubblicato a Chicago nel [[1905]] dallo [[IWW|wobblie]] Stephen Naft definì meglio il concetto, delineandone diversi livelli di importanza strategica e tattica.  


L'anno seguente, ''Lo sciopero di massa'' di [[Rosa Luxemburg]], analizzò le vicende russe a partire dalle sommosse ingenerate dallo sciopero generale, da lei chiamato sciopero di massa e definito «un fenomeno storico che in un certo momento emerge dalle condizioni sociali con la forza della necessità storica». <ref>[http://it.internationalism.org/node/630 Note sullo sciopero di massa]</ref>
L'anno seguente, ''Lo sciopero di massa'' di [[Rosa Luxemburg]], analizzò le vicende russe a partire dalle sommosse ingenerate dallo sciopero generale, da lei chiamato sciopero di massa e definito «un fenomeno storico che in un certo momento emerge dalle condizioni sociali con la forza della necessità storica». <ref>[http://it.internationalism.org/node/630 Note sullo sciopero di massa]</ref>


Sempre nel [[1906]], durante il [[Congresso di Amiens]], organizzato dalla [[CGT]] francese, la questione “sciopero generale” fu nuovamente affrontata con grande vigore dagli ambienti sindacalisti rivoluzionari. Stessa situazione si ripetè durante il [[Congresso di Amsterdam (1907)]], in cui si sviluppò una interessante dibattito tra l'italiano [[Malatesta]] e il francese [[Pierre Monatte]] <ref name="Malatesta">''Il sindacalismo al congresso anarchico di Amsterdam'' articolo di [[Errico Malatesta]] [http://www.liberliber.it/biblioteca/m/malatesta/rivoluzione_e_lotta_quotidiana/pdf/rivolu_p.pdf] (paragrafo 3.1.a)</ref>.
Sempre nel [[1906]], durante il [[Congresso di Amiens]], organizzato dalla [[CGT]] francese, la questione “sciopero generale” fu nuovamente affrontata con grande vigore dagli ambienti sindacalisti rivoluzionari. Stessa situazione si ripetè durante il [[Congresso di Amsterdam (1907)]], in cui si sviluppò una interessante dibattito tra l'italiano [[Malatesta]] e il francese [[Pierre Monatte]] <ref name="Malatesta">''Il sindacalismo al congresso anarchico di Amsterdam'' articolo di [[Errico Malatesta]] [http://www.liberliber.it/biblioteca/m/malatesta/rivoluzione_e_lotta_quotidiana/pdf/rivolu_p.pdf] (paragrafo 3.1.a)</ref>.
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A riprova della forza significativa dello sciopero generale bisogna ricordare che il regime mussoliniano fu invece fatto cadere non solo dall'azione militare dei partigiani e degli alleati, ma anche dallo sciopero protrattosi dal [[1° marzo|1°]] al [[8 marzo]] [[1944]] <ref>[http://www.resistenze.org/sito/ma/di/cp/mdcp5b26.htm Lo sciopero generale dell'1-8 marzo (1944)]</ref>.
A riprova della forza significativa dello sciopero generale bisogna ricordare che il regime mussoliniano fu invece fatto cadere non solo dall'azione militare dei partigiani e degli alleati, ma anche dallo sciopero protrattosi dal [[1° marzo|1°]] al [[8 marzo]] [[1944]] <ref>[http://www.resistenze.org/sito/ma/di/cp/mdcp5b26.htm Lo sciopero generale dell'1-8 marzo (1944)]</ref>.


La seconda metà del XX secolo fu invece segnata da diverse iniziative che marcarono la stessa storia italiana, come lo sciopero dopo l'attentato a Togliatti (1948), quello contro la legge-truffa (1953), contro l'apertura neofascista del governo Tambroni (luglio 1960), l'eversione fascista a Reggio Calabria (1972) e la strage di Piazza della Loggia (1974). <ref>[http://archive.is/bpDa1]</ref>
La seconda metà del XX secolo fu invece segnata da diverse iniziative che marcarono la stessa storia italiana, come lo sciopero dopo l'attentato a Togliatti (1948), quello contro la legge-truffa (1953), contro l'apertura neofascista del governo Tambroni (luglio 1960), l'eversione fascista a Reggio Calabria (1972) e la strage di Piazza della Loggia (1974). <ref>[http://archive.is/bpDa1]</ref>


==Dibattito sullo sciopero generale nel XIX° secolo e all'inizio del XX°==
==Dibattito sullo sciopero generale nel XIX° secolo e all'inizio del XX°==
[[Image:1ermai1891.jpg|200px|right|thumb|[[sciopero|Sciopero]] del maggio [[1891]] a Clichy]]
[[Image:1ermai1891.jpg|200px|right|thumb|[[sciopero|Sciopero]] del maggio [[1891]] a Clichy]]


In seno al movimento sindacale dell'inizio del XIX secolo, si sviluppano differenze sostanziali nei fini attribuiti allo sciopero generale: per le correnti riformiste, lo sciopero generale è un mezzo per ottenere dei miglioramenti parziali e immediati per i lavoratori\lavoratrici, settore per settore (sciopero generale settoriale) o totale, imponendo, con quest'azione economica, il voto di leggi a carattere sociale. La corrente facente capo a [[Jules Guesde]] <ref name="Guesde">Corrente socialista francese che fonda la sua politica sui principi [[marxismo|marxisti]] e avente come obiettivo finale: l'abbattimento del [[capitalismo]]. Nel [[1880]], il partito operaio farncese è fondato da [[Jules Guesde]] e [[Paul Lafargue]]. Nel [[1905]], questa corrente partecipò alla creazione di un nuovo partito socialista unificato (che aderirà alla [[II Internazionale]] e adotterà il titolo di Sezione francese dell'[[l'Internazionale dei lavoratori|Internazionale]] operaia: SFIO), ma le sue tesi non furono accettate da questo partito</ref> si opponeva all'idea di sciopero generale, subordinando l'[[sindacalismo|azione sindacale]] a quella del partito, al fine di poter conquistare il potere. Il partito, secondo Guesde, era il solo considerato in grado di poter mettere in opera la [[rivoluzione]] attraverso la messa in atto di uno “[[Stato]] operaio”. Lo sciopero generale divenne allora per i guesdisti una leva per permettere la presa del potere insurrezionale attraverso il partito operaio.  
In seno al movimento sindacale dell'inizio del XIX secolo, si sviluppano differenze sostanziali nei fini attribuiti allo sciopero generale: per le correnti riformiste, lo sciopero generale è un mezzo per ottenere dei miglioramenti parziali e immediati per i lavoratori\lavoratrici, settore per settore (sciopero generale settoriale) o totale, imponendo, con quest'azione economica, il voto di leggi a carattere sociale. La corrente facente capo a [[Jules Guesde]] <ref name="Guesde">Corrente socialista francese che fonda la sua politica sui principi [[marxismo|marxisti]] e avente come obiettivo finale: l'abbattimento del [[capitalismo]]. Nel [[1880]], il partito operaio farncese è fondato da [[Jules Guesde]] e [[Paul Lafargue]]. Nel [[1905]], questa corrente partecipò alla creazione di un nuovo partito socialista unificato (che aderirà alla [[II Internazionale]] e adotterà il titolo di Sezione francese dell'[[l'Internazionale dei lavoratori|Internazionale]] operaia: SFIO), ma le sue tesi non furono accettate da questo partito</ref> si opponeva all'idea di sciopero generale, subordinando l'[[sindacalismo|azione sindacale]] a quella del partito, al fine di poter conquistare il potere. Il partito, secondo Guesde, era il solo considerato in grado di poter mettere in opera la [[rivoluzione]] attraverso la messa in atto di uno “[[Stato]] operaio”. Lo sciopero generale divenne allora per i guesdisti una leva per permettere la presa del potere insurrezionale attraverso il partito operaio.  


Per la corrente del [[sindacalismo rivoluzionario]], lo sciopero generale era uno strumento utile per la [[rivoluzione]], permettendo ai lavoratori\lavoratrici di prendere il controllo della totalità dell'[[economia partecipativa|economia]] e dei mezzi di produzione: arresto simultaneo della produzione in tutti i settori, distruzione dell'apparato di [[Stato]], abolizione del patronato e del salariato e infine ripresa della produzione nella nuova economia socialista. Quest'ultima deve essere al servizio e sotto il controllo dei lavoratori tramite gli organi democratici controllati dai [[sindacalismo|sindacati]]. Lo sciopero generale doveva essere molto organizzato e più breve possibile, al fine di evitare problemi per la popolazione derivanti dall'interruzione troppo lunga della produzione. Ovviamente questo sciopero doveva non iniziar spontaneamente ma essere organizzato e preparato poi dai movimenti parziali dei vari settori produttivi. Una nozione molto importante è quella di “[[gradualismo rivoluzionario|ginnastica rivoluzionaria]]”: l'organizzazione sindacale doveva permettere l'ottenimento di miglioramenti immediati per i lavoratori impegnati nei vari [[sciopero|scioperi]], preparandoli in previsione dello sciopero generale. Le posizioni "guesdiste" e [[sindacalismo rivoluzionario|sindacaliste rivoluzionarie]] non furono altro che la prosecuzione dei dibattiti tra [[marxismo|marxisti]] ed [[anarchia|anarchici]] del XIX° secolo.
Per la corrente del [[sindacalismo rivoluzionario]], lo sciopero generale era uno strumento utile per la [[rivoluzione]], permettendo ai lavoratori\lavoratrici di prendere il controllo della totalità dell'[[economia partecipativa|economia]] e dei mezzi di produzione: arresto simultaneo della produzione in tutti i settori, distruzione dell'apparato di [[Stato]], abolizione del patronato e del salariato e infine ripresa della produzione nella nuova economia socialista. Quest'ultima deve essere al servizio e sotto il controllo dei lavoratori tramite gli organi democratici controllati dai [[sindacalismo|sindacati]]. Lo sciopero generale doveva essere molto organizzato e più breve possibile, al fine di evitare problemi per la popolazione derivanti dall'interruzione troppo lunga della produzione. Ovviamente questo sciopero doveva non iniziar spontaneamente ma essere organizzato e preparato poi dai movimenti parziali dei vari settori produttivi. Una nozione molto importante è quella di “[[gradualismo rivoluzionario|ginnastica rivoluzionaria]]”: l'organizzazione sindacale doveva permettere l'ottenimento di miglioramenti immediati per i lavoratori impegnati nei vari [[sciopero|scioperi]], preparandoli in previsione dello sciopero generale. Le posizioni "guesdiste" e [[sindacalismo rivoluzionario|sindacaliste rivoluzionarie]] non furono altro che la prosecuzione dei dibattiti tra [[marxismo|marxisti]] ed [[anarchia|anarchici]] del XIX° secolo.
[[Image:1ermai1907.jpg|200px|right|thumb|Arresto in seguito alla manifestazione del [[1 maggio]] [[1907]]]]  
[[Image:1ermai1907.jpg|200px|right|thumb|Arresto in seguito alla manifestazione del [[1 maggio]] [[1907]]]]  


[[Jules Guesde|Guesde]] riprende con ancora più rigore le obiezioni di [[Friedrich Engels]] circa l'utilità dello sciopero generale. All'epoca infatti, in una maniera puramente teorica, si suggeriva che se tutti i lavoratori\lavoratrici partecipassero unitariamente allo sciopero generale, per un tempo sufficientemente lungo (si parla spesso di 4 settimane, il “mese sacro”, come dicevano i [[sindacalismo| sindacalisti]] inglesi, i "cartisti"), sostenuti dalla classe operaia, il [[capitalismo]] affonderebbe. Per [[Karl Marx|Marx]] ed [[Friedrich Engels|Engels]], queste posizioni sono quantomeno ingenue, tanto che con il tempo per loro lo sciopero generale era divenuto una sorta di parola d'ordine portafortuna per gli anarchici. Engels nel [[1873]] ironizzò:  
[[Jules Guesde|Guesde]] riprende con ancora più rigore le obiezioni di [[Friedrich Engels]] circa l'utilità dello sciopero generale. All'epoca infatti, in una maniera puramente teorica, si suggeriva che se tutti i lavoratori\lavoratrici partecipassero unitariamente allo sciopero generale, per un tempo sufficientemente lungo (si parla spesso di 4 settimane, il “mese sacro”, come dicevano i [[sindacalismo| sindacalisti]] inglesi, i "cartisti"), sostenuti dalla classe operaia, il [[capitalismo]] affonderebbe. Per [[Karl Marx|Marx]] ed [[Friedrich Engels|Engels]], queste posizioni sono quantomeno ingenue, tanto che con il tempo per loro lo sciopero generale era divenuto una sorta di parola d'ordine portafortuna per gli anarchici. Engels nel [[1873]] ironizzò:  
:«Nel programma di [[Bakunin]], lo sciopero generale è la leva che si utilizza per innescare la rivoluzione sociale. Un bel mattino, tutti gli operai di tutte le fabbriche di un paese, o anche del mondo intero, cessano il lavoro, costringendo così, in sole quattro settimane al massimo, le classi possidenti, sia a capitolare, sia a reprimere la classe operaia, dando così a questa il diritto a difendersi e nello stesso tempo ad abbattere le vecchie strutture sociali». [[Karl Marx|Marx]] e [[Friedrich Engels|Engels]] finirono con il considerare che lo sciopero generale non potesse giocare un ruolo particolare nella strategia operaia. Ma, nel [[1893]], [[Friedrich Engels|Engels]] ([[Karl Marx|Marx]] era già morto) riconsiderò la questione dello sciopero generale alla luce della lotta di classe in [[Belgio]], dove, proprio grazie allo [[sciopero]] i lavoratori avevano fatto delle conquiste sociali e politiche importanti. <br />
:«Nel programma di [[Bakunin]], lo sciopero generale è la leva che si utilizza per innescare la rivoluzione sociale. Un bel mattino, tutti gli operai di tutte le fabbriche di un paese, o anche del mondo intero, cessano il lavoro, costringendo così, in sole quattro settimane al massimo, le classi possidenti, sia a capitolare, sia a reprimere la classe operaia, dando così a questa il diritto a difendersi e nello stesso tempo ad abbattere le vecchie strutture sociali». [[Karl Marx|Marx]] e [[Friedrich Engels|Engels]] finirono con il considerare che lo sciopero generale non potesse giocare un ruolo particolare nella strategia operaia. Ma, nel [[1893]], [[Friedrich Engels|Engels]] ([[Karl Marx|Marx]] era già morto) riconsiderò la questione dello sciopero generale alla luce della lotta di classe in [[Belgio]], dove, proprio grazie allo [[sciopero]] i lavoratori avevano fatto delle conquiste sociali e politiche importanti. <br />
Lungi dal denunciare l'utilizzo di questa nuova tattica, egli mostrò che si trattava di un'arma efficace da usare però con precauzione. Come ebbe a dire in una lettera a [[Karl Kautsky|Kautsky]]: «Lo sciopero politico deve, o superare immediatamente con la con la sua sola minaccia (come in Belgio) o terminare con un fiasco colossale o, in definitiva, condurre direttamente alle barricate».
Lungi dal denunciare l'utilizzo di questa nuova tattica, egli mostrò che si trattava di un'arma efficace da usare però con precauzione. Come ebbe a dire in una lettera a [[Karl Kautsky|Kautsky]]: «Lo sciopero politico deve, o superare immediatamente con la con la sua sola minaccia (come in Belgio) o terminare con un fiasco colossale o, in definitiva, condurre direttamente alle barricate».


Sullo stesso argomento [[Lev Trotzkij|Trotzkij]] disse: «Come tutti i marxisti sanno, lo sciopero generale non è possibile che dopo che la lotta di classe si sia elevata al di sopra di tutte le esigenze particolari, sviluppando attraverso tutti i compartimenti delle professioni e dei quartieri, cancellando le divisioni tra sindacati e i partiti, tra la legalità e l'illegalità, e mobilizzando la maggioranza del proletariato in opposizione attiva alla borghesia e allo [[Stato]]. Al di sopra dello sciopero generale, non può esserci che l'insurrezione armata».
Sullo stesso argomento [[Lev Trotzkij|Trotzkij]] disse: «Come tutti i marxisti sanno, lo sciopero generale non è possibile che dopo che la lotta di classe si sia elevata al di sopra di tutte le esigenze particolari, sviluppando attraverso tutti i compartimenti delle professioni e dei quartieri, cancellando le divisioni tra sindacati e i partiti, tra la legalità e l'illegalità, e mobilizzando la maggioranza del proletariato in opposizione attiva alla borghesia e allo [[Stato]]. Al di sopra dello sciopero generale, non può esserci che l'insurrezione armata».


=== Differenze tattiche tra anarchici e socialisti ===
=== Differenze tattiche tra anarchici e socialisti ===
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#sciopero come un mezzo di lotta [[antimilitarista]]: non del tutto rifiutato dai socialisti, ma comunque certamente non sostenuto con la stessa foga del [[movimento anarchico]].  
#sciopero come un mezzo di lotta [[antimilitarista]]: non del tutto rifiutato dai socialisti, ma comunque certamente non sostenuto con la stessa foga del [[movimento anarchico]].  


Lo scrittore e attivista dell'[[IWW]] [[Ralph Chaplin]], rimarcando le peculiarità del sindacalismo industriale proprio dell'IWW, delineò quattro tipologie di sciopero generale:
Lo scrittore e attivista dell'[[IWW]] [[Ralph Chaplin]], rimarcando le peculiarità del sindacalismo industriale proprio dell'IWW, delineò quattro tipologie di sciopero generale:
#Sciopero generale in una comunità;
#Sciopero generale in una comunità;
#Sciopero generale in un settore;
#Sciopero generale in un settore;
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L'azione pressante del [[capitalismo]] è stata tanto più efficace in quanto determinata decisamente al raggiungimento dei propri fini, e poichè non ha trovato altro che delle reazioni frammentarie, anche se talvolta molto spettacolari, e delle organizzazioni di lavoratori che hanno persistito nel pensare ad un possibile "compromesso", che invece la borghesia ha da tempo rifiutato. Così, in questi ultimi anni, le classi meno abbienti hanno lasciato l'iniziativa ad una borghesia gelosa dei propri privilegi, che non intende condividere in alcun modo il potere, desiderosa quindi di mantenere e incrementare in maniera esponenziale i suoi tassi di profitto. Con le sue azioni incessantemente più ossessive e violente, essa ha costretto i lavoratori ad assumere una posizione difensiva.  
L'azione pressante del [[capitalismo]] è stata tanto più efficace in quanto determinata decisamente al raggiungimento dei propri fini, e poichè non ha trovato altro che delle reazioni frammentarie, anche se talvolta molto spettacolari, e delle organizzazioni di lavoratori che hanno persistito nel pensare ad un possibile "compromesso", che invece la borghesia ha da tempo rifiutato. Così, in questi ultimi anni, le classi meno abbienti hanno lasciato l'iniziativa ad una borghesia gelosa dei propri privilegi, che non intende condividere in alcun modo il potere, desiderosa quindi di mantenere e incrementare in maniera esponenziale i suoi tassi di profitto. Con le sue azioni incessantemente più ossessive e violente, essa ha costretto i lavoratori ad assumere una posizione difensiva.  


Lo [[sciopero]], spesso utilizzato come arma disperata, rimane distante da ogni coordinamento, incosciente spesso del nuovo rapporto instauratosi tra le classi ed eccessivamente nostalgici del periodo in cui vi era un periodo di relativo equilibrio sociale che però che si è rivelato ingannevole, cioè una strategia della classe dominante. Quest'atteggiamento difensivo dei lavoratori non è un elemento facente parte di una strategia d'attacco, che lavora alla costruzione di un nuovo rapporto di forza, preludio, contemporaneamente, della costruzione di una nuova e futura strategia offensiva, cosciente questa volta dell'impossibilità di realizzare compromessi duraturi e vantaggiosi con il [[capitale]] e lo [[Stato]]. È quindi una necessità impellente che una "nuova coscienza", realizzi, anche sotto le forme sociali attuali, una rivolta elementare. Deve essere la base di una nuova coscienza di classe che risulti da una nuova coscienza politica indispensabile alla constatazione delle sfide legate alle relazioni di classe d'oggi. In occasione del movimento di questa primavera, abbiamo potuto intendere la parola d'ordine "'''Sciopero Generale'''" emergere qua e là, dalla bocca di militanti e militanti rivoluzionari, ma soprattutto delle frange più determinate di lavoratori dipendenti in lotta. Così, fra il personale più impegnato dell'istruzione nazionale (minoranza importante e molto attiva) è apparsa la dichiarazione del confronto necessario generale senza il quale le loro rivendicazioni proprie non hanno alcuna possibilità di realizzarsi. Lo stesso dicasi, ovviamente, per ogni movimento categoriale. Prima ed allo stesso tempo, delle [[sindacalismo|sezioni sindacali]] di imprese che licenziano in massa si incontravano per costruire una reazione dei lavoratori all'altezza delle sfide denunciando chiaramente il capitalismo e difendendo l'urgenza della costruzione di una relazione di forza offensiva. Oggi, la necessità dello sciopero generale, la necessità di sintetizzare l'insoddisfazione crescente di tutti i lavoratori dipendenti, disoccupati e precari, germe nei movimenti. Senza presa di coscienza globale, senza lotta globale, sarà sempre più difficile fare avanzare qualunque richiesta e per qualunque categoria. Il nostro ciao è ancora una volta nell'unione attiva di tutti i lavoratori. Tuttavia, occorre mantenere i legami apparsi nei movimenti il rischio di dovere ripartire da zero ad ogni colpo torto del potere. Affinché necessità possa diventare realtà, coordinamento ed organizzazione sono di una importanza vitale, poiché nessun movimento che si voglia vittorioso può accontentarsi di vivere solo a parole.
Lo [[sciopero]], spesso utilizzato come arma disperata, rimane distante da ogni coordinamento, incosciente spesso del nuovo rapporto instauratosi tra le classi ed eccessivamente nostalgici del periodo in cui vi era un periodo di relativo equilibrio sociale che però che si è rivelato ingannevole, cioè una strategia della classe dominante. Quest'atteggiamento difensivo dei lavoratori non è un elemento facente parte di una strategia d'attacco, che lavora alla costruzione di un nuovo rapporto di forza, preludio, contemporaneamente, della costruzione di una nuova e futura strategia offensiva, cosciente questa volta dell'impossibilità di realizzare compromessi duraturi e vantaggiosi con il [[capitale]] e lo [[Stato]]. È quindi una necessità impellente che una "nuova coscienza", realizzi, anche sotto le forme sociali attuali, una rivolta elementare. Deve essere la base di una nuova coscienza di classe che risulti da una nuova coscienza politica indispensabile alla constatazione delle sfide legate alle relazioni di classe d'oggi. In occasione del movimento di questa primavera, abbiamo potuto intendere la parola d'ordine "'''Sciopero Generale'''" emergere qua e là, dalla bocca di militanti e militanti rivoluzionari, ma soprattutto delle frange più determinate di lavoratori dipendenti in lotta. Così, fra il personale più impegnato dell'istruzione nazionale (minoranza importante e molto attiva) è apparsa la dichiarazione del confronto necessario generale senza il quale le loro rivendicazioni proprie non hanno alcuna possibilità di realizzarsi. Lo stesso dicasi, ovviamente, per ogni movimento categoriale. Prima ed allo stesso tempo, delle [[sindacalismo|sezioni sindacali]] di imprese che licenziano in massa si incontravano per costruire una reazione dei lavoratori all'altezza delle sfide denunciando chiaramente il capitalismo e difendendo l'urgenza della costruzione di una relazione di forza offensiva. Oggi, la necessità dello sciopero generale, la necessità di sintetizzare l'insoddisfazione crescente di tutti i lavoratori dipendenti, disoccupati e precari, germe nei movimenti. Senza presa di coscienza globale, senza lotta globale, sarà sempre più difficile fare avanzare qualunque richiesta e per qualunque categoria. Il nostro ciao è ancora una volta nell'unione attiva di tutti i lavoratori. Tuttavia, occorre mantenere i legami apparsi nei movimenti il rischio di dovere ripartire da zero ad ogni colpo torto del potere. Affinché necessità possa diventare realtà, coordinamento ed organizzazione sono di una importanza vitale, poiché nessun movimento che si voglia vittorioso può accontentarsi di vivere solo a parole.
==Note==
==Note==
<references/>
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* Jean-Daniel Reynaud, ''Sociologia dei conflitti di lavoro'', Edizioni Dedalo, 1985.
* Jean-Daniel Reynaud, ''Sociologia dei conflitti di lavoro'', Edizioni Dedalo, 1985.
*Cesare Goretti, ''Sorel'', Athena, Milano, 1928.
*Cesare Goretti, ''Sorel'', Athena, Milano, 1928.
*Cesare Goretti, ''Il sentimento giuridico nell'opera di Giorgio Sorel'', Il Solco, Città di Castello, 1922.
*Cesare Goretti, ''Il sentimento giuridico nell'opera di Giorgio Sorel'', Il Solco, Città di Castello, 1922.


== Voci correlate ==
== Voci correlate ==