Sciopero generale: differenze tra le versioni

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== A proposito di sciopero generale ==
== A proposito di sciopero generale ==
Non avendo altre capacità che le proprie forze, i salariati non hanno altro mezzo che interrompere la loro attività produttiva e creare un danno economico ai loro “padroni”, se vogliono conquistare qualche diritto in più. Il diritto allo sciopero generale resta uno dei fondamentali mezzi di pressione che i lavoratori possono utilizzare contro il padronato. Recenti "innovazioni" reazionarie stanno però cercando di stravolgerne la forza: nei paesi in cui lo [[sciopero]] è legale non mancano tentativi per limitarne l'efficacia, per criminalizzarlo o addirittura per sopprimerlo del tutto.
Non avendo altre capacità che le proprie forze, i salariati non hanno altro mezzo che interrompere la loro attività produttiva e creare un danno economico ai loro “padroni”, se vogliono conquistare qualche diritto in più. Il diritto allo sciopero generale resta uno dei fondamentali mezzi di pressione che i lavoratori possono utilizzare contro il padronato. Recenti "innovazioni" reazionarie stanno però cercando di stravolgerne la forza: nei paesi in cui lo [[sciopero]] è legale non mancano tentativi per limitarne l'efficacia, per criminalizzarlo o addirittura per sopprimerlo del tutto.
   
   
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L'anno seguente, ''Lo sciopero di massa'' di [[Rosa Luxemburg]], analizzò le vicende russe a partire dalle sommosse ingenerate dallo sciopero generale, da lei chiamato sciopero di massa e definito «un fenomeno storico che in un certo momento emerge dalle condizioni sociali con la forza della necessità storica». <ref>[http://it.internationalism.org/node/630 Note sullo sciopero di massa]</ref>
L'anno seguente, ''Lo sciopero di massa'' di [[Rosa Luxemburg]], analizzò le vicende russe a partire dalle sommosse ingenerate dallo sciopero generale, da lei chiamato sciopero di massa e definito «un fenomeno storico che in un certo momento emerge dalle condizioni sociali con la forza della necessità storica». <ref>[http://it.internationalism.org/node/630 Note sullo sciopero di massa]</ref>


Sempre nel [[1906]], durante il [[Congresso di Amiens]], organizzato dalla [[CGT]] francese, la questione “sciopero generale” fu nuovamente affrontata con grande vigore dagli ambienti sindacalisti rivoluzionari. Stessa situazione si ripetè durante il [[Congresso di Amsterdam (1907)]], in cui si sviluppò una interessante dibattito tra l'italiano [[Malatesta]] e il francese [[Pierre Monatte]] <ref name="Malatesta">''Il sindacalismo al congresso anarchico di Amsterdam'' articolo di [[Errico Malatesta]] [http://www.liberliber.it/biblioteca/m/malatesta/rivoluzione_e_lotta_quotidiana/pdf/rivolu_p.pdf] (paragrafo 3.1.a)</ref>.
Sempre nel [[1906]], durante il [[Congresso di Amiens]], organizzato dalla [[CGT]] francese, la questione “sciopero generale” fu nuovamente affrontata con grande vigore dagli ambienti sindacalisti rivoluzionari. Stessa situazione si ripetè durante il [[Congresso di Amsterdam (1907)]], in cui si sviluppò una interessante dibattito tra l'italiano [[Malatesta]] e il francese [[Pierre Monatte]] <ref name="Malatesta">''Il sindacalismo al congresso anarchico di Amsterdam'' articolo di [[Errico Malatesta]] [https://www.liberliber.it/mediateca/libri/m/malatesta/rivoluzione_e_lotta_quotidiana/pdf/malatesta_rivoluzione_e_lotta.pdf] (paragrafo 3.1.a)</ref>.


Nel [[1908]], il saggio di [[Georges Sorel]] ''Considerazioni sulla violenza'', ebbe una vasta eco in tutto il [[movimento operaio]]. Secondo Sorel, il [[proletariato]] non ha bisogno di guide, anzi esso è capacissimo attraverso l'auto-organizzazione e l'[[azione diretta]] di prendersi in mano il proprio destino rivoluzionario.
Nel [[1908]], il saggio di [[Georges Sorel]] ''Considerazioni sulla violenza'', ebbe una vasta eco in tutto il [[movimento operaio]]. Secondo Sorel, il [[proletariato]] non ha bisogno di guide, anzi esso è capacissimo attraverso l'auto-organizzazione e l'[[azione diretta]] di prendersi in mano il proprio destino rivoluzionario.


=== Lo sciopero generale in Italia ===
=== Lo sciopero generale in Italia ===
Nel [[1900]] si realizzò in [[Italia]] il primo abbozzo di sciopero generale, proclamato dai “lavoratori di ogni mestiere di Genova”, come forma estrema di protesta contro il decreto di chiusura della locale Camera del lavoro. [[File:Eccidio_Buggerru_1904.jpg|thumb|left|Durante lo sciopero di Buggerru (Sardegna, Sulcis Iglesiente) del [[4 settembre]] [[1904]] l'[[esercito]] sparò sui manifestanti uccidendone quattro e ferendone undici.]] Il primo vero e proprio sciopero generale italiano fu però quello proclamato dal [[16 settembre|16]] al [[21 settembre]] [[1904]], in cui tutti i lavoratori italiani, sotto la guida in particolare dei socialisti rivoluzionari, misero in atto la teoria proposta da [[Georges Sorel]]: lo sciopero generale. Esso fu proclamato per protestare contro l'eccidio, voluto da [[Giovanni Giolitti|Giolitti]], dei [[eccidio di Buggerru (1904)|minatori sardi di Bugerru (Cagliari)]]; per quattro giorni il paese fu praticamente paralizzato: i giornali non uscirono, le fabbriche si arrestarono e i servizi pubblici non funzionarono.
Nel [[1900]] si realizzò in [[Italia]] il primo abbozzo di sciopero generale, proclamato dai “lavoratori di ogni mestiere di Genova”, come forma estrema di protesta contro il decreto di chiusura della locale Camera del lavoro. [[File:Eccidio_Buggerru_1904.jpg|thumb|left|Durante lo sciopero di Buggerru (Sardegna, Sulcis Iglesiente) del [[4 settembre]] [[1904]] l'[[esercito]] sparò sui manifestanti uccidendone quattro e ferendone undici.]] Il primo vero e proprio sciopero generale italiano fu però quello proclamato dal [[16 settembre|16]] al [[21 settembre]] [[1904]], in cui tutti i lavoratori italiani, sotto la guida in particolare dei socialisti rivoluzionari, misero in atto la teoria proposta da [[Georges Sorel]]: lo sciopero generale. Esso fu proclamato per protestare contro l'eccidio, voluto da [[Giovanni Giolitti|Giolitti]], dei [[eccidio di Buggerru (1904)|minatori sardi di Bugerru (Cagliari)]]; per quattro giorni il paese fu praticamente paralizzato: i giornali non uscirono, le fabbriche si arrestarono e i servizi pubblici non funzionarono.
Esattamente 10 anni dopo, le insurrezioni ingenerate dallo sciopero generale portarono l'Italia sull'orlo della rivoluzione sociale: durante la [[settimana rossa]] ([[7 giugno|7]]-[[14 giugno]] [[1914]]) e nel [[Consigli ed occupazioni di fabbrica in Italia (1919-20) |biennio 1919-20]], gli scioperi coinvolsero buona parte del paese ma in entrambi i casi lo sciopero generale si concluse con il “tradimento” dei [[sindacalismo|sindacati riformisti]].
Esattamente 10 anni dopo, le insurrezioni ingenerate dallo sciopero generale portarono l'Italia sull'orlo della rivoluzione sociale: durante la [[settimana rossa]] ([[7 giugno|7]]-[[14 giugno]] [[1914]]) e nel [[Consigli ed occupazioni di fabbrica in Italia (1919-20) |biennio 1919-20]], gli scioperi coinvolsero buona parte del paese ma in entrambi i casi lo sciopero generale si concluse con il “tradimento” dei [[sindacalismo|sindacati riformisti]].
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#Sciopero generale nazionale;
#Sciopero generale nazionale;
#Sciopero rivoluzionario o di classe. <ref>Ralph Chaplin, ''The General Strike'', Pamphlet, Industrial Workers of the World, 1933 (ripubblicato nel 1985)</ref>
#Sciopero rivoluzionario o di classe. <ref>Ralph Chaplin, ''The General Strike'', Pamphlet, Industrial Workers of the World, 1933 (ripubblicato nel 1985)</ref>
== Dal 1968 ad oggi... ==
== Dal 1968 ad oggi... ==
[[File:Daniel cohn-bendit 20060317.jpg|thumb|[[Daniel Cohn-Bendit]] è stato uno dei leader del Maggio 1968. Allora era anarchico, poi si convertì alle idee parlamentariste]]
[[File:Daniel cohn-bendit 20060317.jpg|thumb|[[Daniel Cohn-Bendit]] è stato uno dei leader del Maggio 1968. Allora era anarchico, poi si convertì alle idee parlamentariste]]
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Lo [[sciopero]], spesso utilizzato come arma disperata, rimane distante da ogni coordinamento, incosciente spesso del nuovo rapporto instauratosi tra le classi ed eccessivamente nostalgici del periodo in cui vi era un periodo di relativo equilibrio sociale che però che si è rivelato ingannevole, cioè una strategia della classe dominante. Quest'atteggiamento difensivo dei lavoratori non è un elemento facente parte di una strategia d'attacco, che lavora alla costruzione di un nuovo rapporto di forza, preludio, contemporaneamente, della costruzione di una nuova e futura strategia offensiva, cosciente questa volta dell'impossibilità di realizzare compromessi duraturi e vantaggiosi con il [[capitale]] e lo [[Stato]]. È quindi una necessità impellente che una "nuova coscienza", realizzi, anche sotto le forme sociali attuali, una rivolta elementare. Deve essere la base di una nuova coscienza di classe che risulti da una nuova coscienza politica indispensabile alla constatazione delle sfide legate alle relazioni di classe d'oggi. In occasione del movimento di questa primavera, abbiamo potuto intendere la parola d'ordine "'''Sciopero Generale'''" emergere qua e là, dalla bocca di militanti e militanti rivoluzionari, ma soprattutto delle frange più determinate di lavoratori dipendenti in lotta. Così, fra il personale più impegnato dell'istruzione nazionale (minoranza importante e molto attiva) è apparsa la dichiarazione del confronto necessario generale senza il quale le loro rivendicazioni proprie non hanno alcuna possibilità di realizzarsi. Lo stesso dicasi, ovviamente, per ogni movimento categoriale. Prima ed allo stesso tempo, delle [[sindacalismo|sezioni sindacali]] di imprese che licenziano in massa si incontravano per costruire una reazione dei lavoratori all'altezza delle sfide denunciando chiaramente il capitalismo e difendendo l'urgenza della costruzione di una relazione di forza offensiva. Oggi, la necessità dello sciopero generale, la necessità di sintetizzare l'insoddisfazione crescente di tutti i lavoratori dipendenti, disoccupati e precari, germe nei movimenti. Senza presa di coscienza globale, senza lotta globale, sarà sempre più difficile fare avanzare qualunque richiesta e per qualunque categoria. Il nostro ciao è ancora una volta nell'unione attiva di tutti i lavoratori. Tuttavia, occorre mantenere i legami apparsi nei movimenti il rischio di dovere ripartire da zero ad ogni colpo torto del potere. Affinché necessità possa diventare realtà, coordinamento ed organizzazione sono di una importanza vitale, poiché nessun movimento che si voglia vittorioso può accontentarsi di vivere solo a parole.
Lo [[sciopero]], spesso utilizzato come arma disperata, rimane distante da ogni coordinamento, incosciente spesso del nuovo rapporto instauratosi tra le classi ed eccessivamente nostalgici del periodo in cui vi era un periodo di relativo equilibrio sociale che però che si è rivelato ingannevole, cioè una strategia della classe dominante. Quest'atteggiamento difensivo dei lavoratori non è un elemento facente parte di una strategia d'attacco, che lavora alla costruzione di un nuovo rapporto di forza, preludio, contemporaneamente, della costruzione di una nuova e futura strategia offensiva, cosciente questa volta dell'impossibilità di realizzare compromessi duraturi e vantaggiosi con il [[capitale]] e lo [[Stato]]. È quindi una necessità impellente che una "nuova coscienza", realizzi, anche sotto le forme sociali attuali, una rivolta elementare. Deve essere la base di una nuova coscienza di classe che risulti da una nuova coscienza politica indispensabile alla constatazione delle sfide legate alle relazioni di classe d'oggi. In occasione del movimento di questa primavera, abbiamo potuto intendere la parola d'ordine "'''Sciopero Generale'''" emergere qua e là, dalla bocca di militanti e militanti rivoluzionari, ma soprattutto delle frange più determinate di lavoratori dipendenti in lotta. Così, fra il personale più impegnato dell'istruzione nazionale (minoranza importante e molto attiva) è apparsa la dichiarazione del confronto necessario generale senza il quale le loro rivendicazioni proprie non hanno alcuna possibilità di realizzarsi. Lo stesso dicasi, ovviamente, per ogni movimento categoriale. Prima ed allo stesso tempo, delle [[sindacalismo|sezioni sindacali]] di imprese che licenziano in massa si incontravano per costruire una reazione dei lavoratori all'altezza delle sfide denunciando chiaramente il capitalismo e difendendo l'urgenza della costruzione di una relazione di forza offensiva. Oggi, la necessità dello sciopero generale, la necessità di sintetizzare l'insoddisfazione crescente di tutti i lavoratori dipendenti, disoccupati e precari, germe nei movimenti. Senza presa di coscienza globale, senza lotta globale, sarà sempre più difficile fare avanzare qualunque richiesta e per qualunque categoria. Il nostro ciao è ancora una volta nell'unione attiva di tutti i lavoratori. Tuttavia, occorre mantenere i legami apparsi nei movimenti il rischio di dovere ripartire da zero ad ogni colpo torto del potere. Affinché necessità possa diventare realtà, coordinamento ed organizzazione sono di una importanza vitale, poiché nessun movimento che si voglia vittorioso può accontentarsi di vivere solo a parole.
==Note==
==Note==
<references/>
<references/>
== Bibliografia ==
== Bibliografia ==
*Margherita Becchetti, ''Fuochi oltre il ponte. Rivolte e conflitti sociali a Parma. 1868-1915'', Roma, DeriveApprodi, 2013.
*Margherita Becchetti, ''Fuochi oltre il ponte. Rivolte e conflitti sociali a Parma. 1868-1915'', Roma, DeriveApprodi, 2013.
* Jean-Daniel Reynaud, ''Sociologia dei conflitti di lavoro'', Edizioni Dedalo, 1985.
*Jean-Daniel Reynaud, ''Sociologia dei conflitti di lavoro'', Edizioni Dedalo, 1985.
*Cesare Goretti, ''Sorel'', Athena, Milano, 1928.
*Cesare Goretti, ''Sorel'', Athena, Milano, 1928.
*Cesare Goretti, ''Il sentimento giuridico nell'opera di Giorgio Sorel'', Il Solco, Città di Castello, 1922.
*Cesare Goretti, ''Il sentimento giuridico nell'opera di Giorgio Sorel'', Il Solco, Città di Castello, 1922.
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