Organizzazione Non Governativa: differenze tra le versioni

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*[http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/fumetto_flyer_mono.pdf La vera storia della Croce Rossa]
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Versione delle 18:07, 3 set 2019

La candela nel filo spinato, logo di Amnesty International, ONG fondata nel 1961

Un'Organizzazione non governativa (ONG) è un ente legalmente costituito di carattere civile o sociale che si prefigge differenti obiettivi, principalmente quelli della cooperazione allo sviluppo. In Italia le ONG sono riconosciute dal Ministero degli esteri ed inserite in una specifica lista. Il termine è stato menzionato per la prima volta dalle Nazioni Unite (ONU): l'articolo 71 della sua Carta costituzionale prevede infatti la possibilità che il Consiglio Economico e Sociale possa consultare «organizzazioni non governative interessate alle questioni che rientrano nella sua competenza».

Giuridicamente adottano differenti status, come per esempio associazione, fondazione, corporazione e cooperativa. I due caratteri essenziali per definire un'ONG sono il carattere privato e quello dell'assenza di profitto nell'attività.

Definizione: alcuni equivoci terminologici

Quando si pensa alle Organizzazioni Non governative si pensa ad entità indipendenti dalle azioni di governo e da tutte le istituzioni. Quest'equivoco nasce da un'errata traduzione di Non-governmental organization, dove il termine governmental viene interpretato non proprio correttamente in "governativo" quando in realtà sarebbe più preciso tradurlo come Stato. Negli USA, infatti, visto che la parola state viene utilizzata per definire ognuna delle cinquanta entità intermedie che costituiscono il paese, il termine government significa "Stato" nel senso proprio in cui lo interpretiamo noi.

Ecco che quindi l'equivoco sta nel pensare alle ONG come ad organizzazioni non governative, cioè "indipendenti", "non partigiane", "non faziose", mentre in realtà esse sono semplicemente organizzazioni non statali, cioè private. Indubbiamente si tratta di organizzazioni che generalmente non hanno fini di lucro (non profit) ma che però ottengono almeno una parte significativa dei loro introiti da fonti private, soprattutto donazioni (talvolta le donazioni provengono da aziende o multinazionali che tentano di condizionarne l'attività). Non a caso nel mondo anglosassone esse vengono definite con la sigla PVO (di private voluntary organizations), preferita appunto a NGO (sigla di non-governmental organization).

Cenni storici

Le prime organizzazioni cosiddette non-governative si formarono durante la guerra d'indipendenza greca contro i turchi (1821-1830), andando così ad alimentare l'idea che l'intervento umanitario fosse necessario per salvare i civili dai saccheggi dai vari tiranni e criminali di turno. Nel 1861 fu costituita la Croce Rossa, un'organizzazione fondata dall'imprenditore svizzero Jean Henri Dunant insieme ai connazionali Gustave Moynier (di professione giurista), Henry Dufour (di professione generale) e Louis Appia e Theodore Maunoir (entrambi medici); essa fu utilissima dal punto di vista militare perché consentiva di poter curare direttamente sul campo i militari feriti (per poi rispedirli immediatamente in battaglia) e di alleviarne le sofferenze, che se non opportunamente alleviate avrebbero potuto indurre molti di loro alla diserzione.[1] Nel novecento gli enti umanitari si moltiplicarono: Save the Children nel 1919, Oxford Committee for Famine Relief (Oxfam) nel 1942 e Medecins sans frontieres (Msf) nel 1971, solo per citarne alcune. Un'esplosiva crescita degli enti "umanitari" si ebbe negli anni '80, in particolare dopo che nel 1984 il cantante Bob Geldof lanciò le collette di Band Aid e Live Aid. [2]

Dopo la fine della seconda guerra mondiale il numero delle ONG riconosciute dal Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite è passato da 41 nel 1946 a 2350 nel 2003.

Classificazione delle ONG

Le ONG hanno diversi campi d'azione, i più importanti dei quali sono [3]:

  • Aiuti umanitari
  • Salute pubblica
  • Investigazione scientifica e tecnologica
  • Sviluppo economico ed umano
  • Cultura ed educazione
  • Diritti umani
  • Ecologia

La Banca Mondiale, nel suo rapporto NGO - World Bank Collaboration, propone questo tipo di classificazione (quantunque l'una non esclude l'altra):
1. ONG operative il cui scopo primario è la progettazione e la realizzazione di iniziative relative allo sviluppo.

1.1. Organizzazioni che operano a livello locale all'interno di una definita comunità in un'area geografica ristretta (CBO Community Based Organizations).
1.2. Organizzazioni nazionali che operano in un determinato paese in via di sviluppo.
1.3. Organizzazioni internazionali che hanno tipicamente sede in un paese già sviluppato e svolgono la loro opera in più PVS (Paesi in Via di Sviluppo).

2. ONG di opinione che promuovono a vari livelli una determinata causa o movimento di opinione.

Un altro modo di classificarle riguarda le dimensioni: alcune sono composte da un numero di persone molto limitato, mentre altre contano addirittura migliaia di aderenti, collaboratori e simpatizzanti.

Rapporti con istituzioni ed altre ambiguità

Le ONG assumono posizioni differenti, alcune assumono posizioni ideologiche radicali pacifiste e critiche del capitalismo (l'italiana Emergency è una di quelle che maggiormente s'è distinta per le sue posizioni contro la guerra, rifiutando rapporti con le istituzioni che avevano assunto posizioni guerrafondaie. Gran parte delle sue finanze derivano da donazioni private [4], [5], alcuni membri si dichiarano anarchici.[6]) ed altre, la maggior parte, appaiono invece schiacciate su posizioni maggiormente istituzionalizzate. In ogni caso la loro indipendenza rispetto alle istituzioni non è mai totale. Molto spesso, infatti, le ONG tendono a seguire le stesse linee dei propri governi nazionali; per esempio, durante la guerra in Kosovo le ONG Ong americane o britanniche si schierano per lo più in favore della guerra, quelle francesi assunsero posizioni ambigue, mentre alcune le greche di Msf (Medecins sans frontieres) e Mdm (Medecins du monde) si schierarono contro la guerra ed in favore dei serbi.

La Croce Rossa è spesso oggetto di critica per diverse sue ambiguità, per esempio nella gestione affaristica dei CIE

In Italia, le ONG per essere definite tali devono essere riconosciute dal Ministero degli Affari Esteri secondo la legge 49/87. Il Ministero decide quali organizzazioni meritino l'appellativo di "Non Governative" e pubblica sul suo sito ufficiale l'elenco di quelle idonee, con le quali i cittadini possono prestare servizio come volontari o cooperanti avendo la possibilità di mantenere il posto di lavoro, tutela assicurativa, previdenziale e riconoscimento del servizio.

Rapporti esistono inoltre con organismi internazionali come l'ONU e l'UE, che spesso finanziano proficuamente progetti internazionali. A tal proposito si legge sul sito ufficiale del Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli (CISP):

«I progetti del CISP si avvalgono di finanziamenti e contributi di privati cittadini, associazioni, fondazioni, imprese e istituzioni pubbliche italiane e internazionali. Tra queste ultime: Unione Europea, Ministero degli Affari Esteri, enti locali italiani, agenzie delle Nazioni Unite, agenzie governative di paesi dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), governi nazionali e amministrazioni locali dei paesi nei quali opera.»

Persino la Banca mondiale, che certamente non può essere considerata un'organizzazione filantropica, ha mostrato grande interesse verso le ONG, con alcune delle quali ha rapporti collaborativi e con altre più conflittuali [7]; la Banca Mondiale pare interessata a condizionare il loro operato, per questo ha proposto alcune modifiche organizzative delle stesse sostenendo che le ONG «sono sempre più coinvolte nei processi di sviluppo economico e sociale, e che le leggi e i regolamenti statali in materia di organizzazioni non governative sono molto diversi e talvolta capaci di limitarne attività e crescita». Per incoraggiare lo sviluppo delle ONG e delle loro «attività di cooperazione, fattori di miglioramento e ampliamento degli aiuti allo sviluppo», la Banca Mondiale offre «una serie di raccomandazioni generali per il quadro giuridico, destinato a garantire alle ONG un'esistenza e di un pieno funzionamento, indipendentemente dallo Stato e con modalità trasparenti e responsabili». [8].

I rapporti ambigui non si limitano a contatti diretti e\o indiretti con alcune istituzioni, talvolta comportano la presenza fisica nei consigli di amministrazione di personaggi legati a governi. È questo il caso di Zbigniew Brzezinski - Consigliere per la sicurezza nazionale durante il mandato presidenziale di Jimmy Carter (dal 1977 al 1981), finanziò in chiave antisovietica i mujahiddin in Pakistan e Afghanistan durante la Guerra Fredda. Attualmente è membro effettivo della Commissione Trilaterale. -, che è stato uno dei dirigenti di Amnesty International.[9] Un'altra ONG umanitaria fortemente criticata è la statunitense Human Rights Watch (HRW), accusata di essere direttamente condizionata dal governo deli USA. Secondo la rivista del saggista e polemista Lyndon LaRouche, Executive Intelligence Review, HRW sarebbe finanziata direttamente da Soros [10]. Stesse accuse vengono da Paul Treanor, il quale afferma che HRW è « un ente congiunto di George Soros e del Ministero degli Affari Esteri» [11]. La stessa organizzazione ha annunciato nel 2010 di aver ricevuto 100 milioni di dollari da George Soros tramite l'Open Society Institute[12].

Inoltre, come riporta Wikipedia, hanno suscitato polemiche il suo appoggio alle «azioni illegali della CIA di cattura, deportazione e detenzione clandestina di sospetti terroristi, azioni conosciute come Extraordinary rendition». [13] Ancora, HWR non ha condannato il colpo di Stato temporaneo del 2002 contro Hugo Chávez, il presidente democraticamente eletto in Venezuela, e quello del 2004 contro Jean-Bertrand Aristide, presidete ugualmente democraticamente eletto ad Haïti[14].

C'è da aggiungere che assai spesso le ONG operano collaborativamente con forze militari impegnate in scenari di guerra, assumendo l'obiettivo di alleviare le sofferenze delle popolazioni vittime della guerra o di altre persecuzioni. Poiché, il numero delle ONG tende a diminuire con l'approssimarsi di conflitti bellici e ad aumentare al termine degli stessi, «cioè quando l'ordine internazionale si ricompone e si riorganizza», si può affermare che «la nascita e la scomparsa delle ONG appare dunque direttamente subordinata alla forma generale delle relazioni internazionali».[15]

Ecco quindi che di conseguenza l'operato di alcune ONG si traduce nello svolgimento di un ruolo di pacificazione dei conflitti, ovvero nella stabilizzazione di un rapporto di dominio di tipo neocolonialista. Emblematico è il caso della Croce Rossa, spesso impiegata in azioni di questo tipo oppure anche nella gestione dei cosiddetti Centri di Identificazione ed Espulsione. In entrambi i casi la CRI agisce di concerto con militari ed istituzioni.

Note

Bibliografia

  • Marc-Olivier Padis e Thierry Pech, Le multinazionali del cuore, Feltrinelli, 2004
  • David Rieff, Un giaciglio per la notte: il paradosso umanitario, Carocci, Roma 2003
  • Tony Vaux, L'altruista egoista. Analisi critica degli interventi umanitari in situazioni di guerra e carestia, Edizioni gruppo Abele, Torino 2002

Collegamenti esterni