Movimento operaio: differenze tra le versioni

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[[Image:Luddite.jpg|thumb|''[[Luddismo|The Leader of the Luddites]]'' («Il leader dei Luddisti»), pittura del 1812]] [[File:Red flag waving.png|thumb|left|200px|La bandiera rossa è il simbolo adottato dalla [[marxismo|corrente marxista]] del movimento operaio a partire dal XIX secolo.]]Il termine movimento operaio definisce tutti i movimenti e i partiti organizzati nati dalla [[rivoluzione industriale]] in poi e che si sono battuti per migliorare le condizioni di vita della [[classe operaia]]. Sono quindi inclusi i sindacati, i movimenti rivoluzionari ([[marxismo]], [[anarchismo]], [[socialismo]]) ed anche i partiti politici di sinistra che storicamente hanno difeso gli interessi degli operai con varie azioni politiche e sociali ([[cooperativismo]], [[mutualismo]], ecc.). Nello specifico, a partire dal XIX secolo, il [[socialismo|movimento socialista]] si pose come rappresentante del movimento operaio.  
[[Image:Luddite.jpg|thumb|''[[Luddismo|The Leader of the Luddites]]'' («Il leader dei Luddisti»), pittura del 1812]] [[File:Red flag waving.png|thumb|left|200px|La bandiera rossa è il simbolo adottato dalla [[marxismo|corrente marxista]] del movimento operaio a partire dal XIX secolo.]]Il termine movimento operaio definisce tutti i movimenti e i partiti organizzati nati dalla [[rivoluzione industriale]] in poi e che si sono battuti per migliorare le condizioni di vita della [[classe operaia]]. Sono quindi inclusi i sindacati, i movimenti rivoluzionari ([[marxismo]], [[anarchismo]], [[socialismo]]) ed anche i partiti politici di sinistra che storicamente hanno difeso gli interessi degli operai con varie azioni politiche e sociali ([[cooperativismo]], [[mutualismo]] ecc.). Nello specifico, a partire dal XIX secolo, il [[socialismo|movimento socialista]] si pose come rappresentante del movimento operaio.  


La natura del rapporto tra sindacati e partiti politici varia di paese in paese: nel [[Regno Unito]], la precocità dell'industrializzazione portò alla nascita delle prime forme di associazione dei lavoratori sorsero in [[Regno Unito|Gran Bretagna]]: le ''Trade Unions''. Dopo la scissione del [[socialismo|movimento socialista]] agli inizi del XX secolo, il partito comunista e, in senso più generale, il movimento [[comunista]], si autoproclamarono i veri rappresentanti del movimento operaio, quantunque lungamente anche il [[movimento anarchico]] abbia lungamente goduto dell'appoggio degli operai e ne abbia difeso gli interessi in particolare attraverso l'[[anarco-sindacalismo]].
La natura del rapporto tra sindacati e partiti politici varia di paese in paese: nel [[Regno Unito]], la precocità dell'industrializzazione portò alla nascita delle prime forme di associazione dei lavoratori sorsero in [[Regno Unito|Gran Bretagna]]: le ''Trade Unions''. Dopo la scissione del [[socialismo|movimento socialista]] agli inizi del XX secolo, il partito comunista e, in senso più generale, il movimento [[comunista]], si autoproclamarono i veri rappresentanti del movimento operaio, quantunque lungamente anche il [[movimento anarchico]] abbia lungamente goduto dell'appoggio degli operai e ne abbia difeso gli interessi in particolare attraverso l'[[anarco-sindacalismo]].
==Storia==
==Storia==


=== Le origini ===
=== Le origini ===


L'origine del movimento operaio è storicamente collocabile nell'[[Europa]] e negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] del XIX secolo, a seguito dell'avvenuta [[rivoluzione industriale]] e allo sviluppo del [[capitalismo]], che portò con sé la nascita della nuova classe dominante: la [[borghesia]] industriale. Contro l'arroganza padronale i lavoratori si posero come classe antagonista, sviluppando una conflittualità sempre più crescente e facendo anche un ampio uso della [[violenza|forza]], come dimostra la nascita del fenomeno [[luddismo|luddista]]: un movimento di [[sabotaggio|sabotatori]] che agì principalmente in [[Gran Bretagna]], soprattutto nei primi decenni del XIX secolo (la prima grande rivolta luddistica avviene tra il [[1811]] e il [[1812]]), rispondendo con la [[violenza]] alla [[violenza]] dell'industrializzazione forzata e alle conseguenze che ne derivarono. Gli operai presero a distruggere le macchine delle fabbriche, ritenute una vera e propria minaccia alla loro vita (alienazione, perdita del lavoro, ecc.).  Come scrive [[Edward Palmer Thompson]], il luddismo fu l'ultimo atto dopo il fallimento di tutti i mezzi che la legge consentiva loro (petizioni, appelli alle [[autorità]] ecc.).
L'origine del movimento operaio è storicamente collocabile nell'[[Europa]] e negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] del XIX secolo, a seguito dell'avvenuta [[rivoluzione industriale]] e allo sviluppo del [[capitalismo]], che portò con sé la nascita della nuova classe dominante: la [[borghesia]] industriale. Contro l'arroganza padronale i lavoratori si posero come classe antagonista, sviluppando una conflittualità sempre più crescente e facendo anche un ampio uso della [[violenza|forza]], come dimostra la nascita del fenomeno [[luddismo|luddista]]: un movimento di [[sabotaggio|sabotatori]] che agì principalmente in [[Gran Bretagna]], soprattutto nei primi decenni del XIX secolo (la prima grande rivolta luddistica avviene tra il [[1811]] e il [[1812]]), rispondendo con la [[violenza]] alla [[violenza]] dell'industrializzazione forzata e alle conseguenze che ne derivarono. Gli operai presero a distruggere le macchine delle fabbriche, ritenute una vera e propria minaccia alla loro vita (alienazione, perdita del lavoro ecc.).  Come scrive [[Edward Palmer Thompson]], il luddismo fu l'ultimo atto dopo il fallimento di tutti i mezzi che la legge consentiva loro (petizioni, appelli alle [[autorità]] ecc.).


Da allora in poi si costituirono organizzazioni, movimenti e sindacati, tutti finalizzati ad organizzare il movimento di resistenza contro il [[capitalismo]] e i suoi derivati. Essi agirono inizialmente in clandestinità perché la ''Combination Acts''<ref>[http://www.sapere.it/enciclopedia/Combination+Acts.html Combination Acts]</ref> vietava [[sciopero|scioperi]] e proteste, essendo stata concepita per impedire le attività della ''Corresponding society'', un movimento operaio riformista attivo dal [[1792]]. Gli operai si ritrovarono così ad organizzarsi clandestinamente e spontaneamente, il [[luddismo]] subì una [[repressione]] sanguinosa, ma le lotte d'[[azione diretta]] e di [[sabotaggio]] promosse dai seguaci di [[Ned Ludd]] non furono vane: dal [[1824]], a causa del timore che erano riusciti ad incutere al [[capitalismo]] inglese <ref>[http://www.comidad.org/documenti/006documenti.html Luddismo incompreso e calunniato]</ref>, il governo abrogò la ''Combination Acts'' e nel [[1833]] [[Robert Owen]] potè dare vita al ''Grand National Consolidated Trade Unions''<ref>[http://www.nationalarchives.gov.uk/pathways/citizenship/struggle_democracy/trade_unionism.htm Trade Unionism]</ref>, tuttavia il diritto di associazione sarà riconosciuto pienamente solo con le leggi del [[1871]]-[[1875|75]] (rese definitive nel [[1906]] dal ''Trade Disputes Act'').[[Image:Proudhon.gif|right|thumb|200 px|[[Pierre-Joseph Proudhon]], padre dell'[[anarchismo]]. Il pensiero anarchico, soprattutto nelle sue correnti "socialiste", si è sempre schierato in favore della classe operaia, proponendo contro il [[capitalismo]] mezzi e fini rivoluzionari.]] Sciolta d'[[autorità]] l'organizzazione [[Robert Owen|oweniana]], nel [[1838]] si sviluppò un nuovo movimento a base politico-rivendicativa che assunse il nome di ''[[Cartismo]]'' e diede vita a varie forme di protesta di massa. Il movimento operaio inglese cominciò quindi a porsi anche obiettivi politici (per esempio il suffragio universale) e non solo economici. Gli [[sciopero|scioperi]] di massa del [[1842]] indussero il Parlamento inglese a varare prima una serie di leggi sulle miniere e poi, [[1847|cinque anni dopo]], a fissare la giornata lavorativa a dieci ore. Con lo scoppio della rivoluzione europea del [[1848]], il movimento operaio inglese divenne un punto di riferimento per tutti gli operai europei, sia per le rivendicazioni economiche che per quelle politiche, quantunque gli inglesi non si ponevano obiettivi - economici, sociali e politici - rivoluzionari, che invece presero piede in altri paesi d'Europa, in particolare in [[Francia]]. Il movimento operaio e socialista inglese si distinguerà anche in futuro dagli altri per il suo carattere riformista e sostanzialmente [[pacifismo|pacifista]].
Da allora in poi si costituirono organizzazioni, movimenti e sindacati, tutti finalizzati ad organizzare il movimento di resistenza contro il [[capitalismo]] e i suoi derivati. Essi agirono inizialmente in clandestinità perché la ''Combination Acts''<ref>[http://www.sapere.it/enciclopedia/Combination+Acts.html Combination Acts]</ref> vietava [[sciopero|scioperi]] e proteste, essendo stata concepita per impedire le attività della ''Corresponding society'', un movimento operaio riformista attivo dal [[1792]]. Gli operai si ritrovarono così ad organizzarsi clandestinamente e spontaneamente, il [[luddismo]] subì una [[repressione]] sanguinosa, ma le lotte d'[[azione diretta]] e di [[sabotaggio]] promosse dai seguaci di [[Ned Ludd]] non furono vane: dal [[1824]], a causa del timore che erano riusciti ad incutere al [[capitalismo]] inglese <ref>[http://www.comidad.org/documenti/006documenti.html Luddismo incompreso e calunniato]</ref>, il governo abrogò la ''Combination Acts'' e nel [[1833]] [[Robert Owen]] potè dare vita al ''Grand National Consolidated Trade Unions''<ref>[http://www.nationalarchives.gov.uk/pathways/citizenship/struggle_democracy/trade_unionism.htm Trade Unionism]</ref>, tuttavia il diritto di associazione sarà riconosciuto pienamente solo con le leggi del [[1871]]-[[1875|75]] (rese definitive nel [[1906]] dal ''Trade Disputes Act'').[[Image:Proudhon4.jpg|right|thumb|300px|[[Pierre-Joseph Proudhon]], padre dell'[[anarchismo]]. Il pensiero anarchico, soprattutto nelle sue correnti "socialiste", si è sempre schierato in favore della classe operaia, proponendo contro il [[capitalismo]] mezzi e fini rivoluzionari.]] Sciolta d'[[autorità]] l'organizzazione [[Robert Owen|oweniana]], nel [[1838]] si sviluppò un nuovo movimento a base politico-rivendicativa che assunse il nome di ''[[Cartismo]]'' e diede vita a varie forme di protesta di massa. Il movimento operaio inglese cominciò quindi a porsi anche obiettivi politici (per esempio il suffragio universale) e non solo economici. Gli [[sciopero|scioperi]] di massa del [[1842]] indussero il Parlamento inglese a varare prima una serie di leggi sulle miniere e poi, [[1847|cinque anni dopo]], a fissare la giornata lavorativa a dieci ore. Con lo scoppio della rivoluzione europea del [[1848]], il movimento operaio inglese divenne un punto di riferimento per tutti gli operai europei, sia per le rivendicazioni economiche che per quelle politiche, quantunque gli inglesi non si ponevano obiettivi - economici, sociali e politici - rivoluzionari, che invece presero piede in altri paesi d'Europa, in particolare in [[Francia]]. Il movimento operaio e [[socialista]] inglese si distinguerà anche in futuro dagli altri per il suo carattere riformista e sostanzialmente [[pacifismo|pacifista]].




In [[Francia]] il movimento operaio diede i primi segni di vita subito dopo la [[rivoluzione francese]], alla fine del settecento, anche se fu immediatamente illegalizato dalla legge Chapelier (1791) <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Isaac_Ren%C3%A9_Guy_Le_Chapelier#La_legge_Le_Chapelier La legge Le Chapelier]</ref>. Immediatamente il movimento francese assunse una forte connotazione politica rivoluzionaria, che sfociò nella [[Babeuf#La_congiura_degli_Uguali|Congiura degli eguali]] ([[1795]]-[[1796|96]]), una cospirazione di [[Gracchus Babeuf]] che sarà duramente [[repressione|repressa]] perché mirava ristabilire la Costituzione dell'anno prima e ad instaurare il [[comunismo]] economico. Dopo la restaurazione, il movimento operaio francese ebbe un periodo di stasi ma a partire dagli anni '30 riprese vigore, ispirata dallo studio di [[Louis Blanc]] ''L'Organizzazione del lavoro'' <ref>''L'Organisation du travail'', 1839</ref>, dalle insurrezioni di [[Blanqui]] (il fallito tentativo insurrezionale del maggio del [[1839]] gli costò la condanna a morte, dalla quale poi fu graziato) e da altre riflessioni politiche annoverabili tra il [[socialismo utopistico]] ([[Charles Fourier]] e [[Saint-Simon|H. de Saint-Simon]]). Non da meno fu lo straordinario e proficuo lavoro teorico di [[Pierre-Joseph Proudhon]], padre dell'[[anarchismo]] moderno, con il quale influenzò e condizionò anche il movimento operaio, sia francese che europeo, conferendogli carattere radicalmente [[anti-capitalismo|anti-capitalista]] e [[autorità |antiautoritario]]. [[Image:Black flag waving.png|thumb|left|Su alcuni drappi neri gli operai lionesi ([[rivolta dei Canuts|canuts]] scrissero il loro proclama di lotta: «Vivere lavorando o morire combattendo»]]Già nel novembre [[1831]] e aprile [[1834]] gli operai francesi impiegati nell'industria della seta (''canuts'') diedero prova di radicalità, rivoltandosi violentemente contro lo sfruttamento del lavoro imposto dai loro datori di lavoro ([[rivolta dei Canuts]]), esattamente come avevano fatto i [[luddismo|luddisti]] inglesi qualche decennio prima. In seguito gli operai francesi parteciparono alla [[rivoluzione del 1848]], che comportò la caduta della monarchia e l'avvento della ''Seconda Repubblica'', del cui [[governo]] fece parte, tra gli altri, [[Louis Blanc]], il poeta Lamartine e l'operaio '''Alexandre Martin''' detto Albert. Furono attuate una serie di riforme sociali di ispirazione socialista: fu proclamata la liberazione degli schiavi nelle colonie, la giornata lavorativa fu ridotta a dieci ore e furono introdotti gli ''ateliers nationaux'' («opifici nazionali»). La fine del governo socialista e la [[repressione]] dei moti operai e popolari conseguenti, gettò la classe operaia francese in una profondissima crisi, che portò alla sua quasi totale emarginazione rispetto al regime bonapartista e ad un arretramento generale delle condizioni di vita delle [[classismo|classi sociali]] più sfruttate.
In [[Francia]] il movimento operaio diede i primi segni di vita subito dopo la [[rivoluzione francese]], alla fine del settecento, anche se fu immediatamente illegalizato dalla legge Chapelier (1791) <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Isaac_Ren%C3%A9_Guy_Le_Chapelier#La_legge_Le_Chapelier La legge Le Chapelier]</ref>. Immediatamente il movimento francese assunse una forte connotazione politica rivoluzionaria, che sfociò nella [[Babeuf#La_congiura_degli_Uguali|Congiura degli eguali]] ([[1795]]-[[1796|96]]), una cospirazione di [[Gracchus Babeuf]] che sarà duramente [[repressione|repressa]] perché mirava ristabilire la Costituzione dell'anno prima e ad instaurare il [[comunismo]] economico. Dopo la restaurazione, il movimento operaio francese ebbe un periodo di stasi ma a partire dagli anni '30 riprese vigore, ispirata dallo studio di [[Louis Blanc]] ''L'Organizzazione del lavoro'' <ref>''L'Organisation du travail'', 1839</ref>, dalle insurrezioni di [[Blanqui]] (il fallito tentativo insurrezionale del maggio del [[1839]] gli costò la condanna a morte, dalla quale poi fu graziato) e da altre riflessioni politiche annoverabili tra il [[socialismo utopistico]] ([[Charles Fourier]] e [[Saint-Simon|H. de Saint-Simon]]). Non da meno fu lo straordinario e proficuo lavoro teorico di [[Pierre-Joseph Proudhon]], padre dell'[[anarchismo]] moderno, con il quale influenzò e condizionò anche il movimento operaio, sia francese che europeo, conferendogli carattere radicalmente [[anti-capitalismo|anti-capitalista]] e [[autorità |antiautoritario]]. [[Image:Black flag waving.png|thumb|left|Su alcuni drappi neri gli operai lionesi ([[rivolta dei Canuts|canuts]]) scrissero il loro proclama di lotta: «Vivere lavorando o morire combattendo»]]Già nel novembre [[1831]] e aprile [[1834]] gli operai francesi impiegati nell'industria della seta (''canuts'') diedero prova di radicalità, rivoltandosi violentemente contro lo sfruttamento del lavoro imposto dai loro datori di lavoro ([[rivolta dei Canuts]]), esattamente come avevano fatto i [[luddismo|luddisti]] inglesi qualche decennio prima. In seguito gli operai francesi parteciparono alla [[rivoluzione del 1848]], che comportò la caduta della monarchia e l'avvento della ''Seconda Repubblica'', del cui [[governo]] fece parte, tra gli altri, [[Louis Blanc]], il poeta Lamartine e l'operaio '''Alexandre Martin''' detto Albert. Furono attuate una serie di riforme sociali di ispirazione socialista: fu proclamata la liberazione degli schiavi nelle colonie, la giornata lavorativa fu ridotta a dieci ore e furono introdotti gli ''ateliers nationaux'' («opifici nazionali»). La fine del governo [[socialista]] e la [[repressione]] dei moti operai e popolari conseguenti, gettò la classe operaia francese in una profondissima crisi, che portò alla sua quasi totale emarginazione rispetto al regime bonapartista e ad un arretramento generale delle condizioni di vita delle [[classismo|classi sociali]] più sfruttate.


Come riportato, il movimento operaio ha quindi le sue origini principalmente in [[Gran Bretagna]], paese in cui scoppiò la [[rivoluzione industriale]], ma anche nella vicina [[Francia]]. Nello stesso periodo che il movimento operaio inglese e francese si andava a formare, gli altri paesi d'Europa vivevano in condizioni di arretratezza industriale, quindi gli operai erano ridotti numericamente ai minimi termini. L'[[Italia]] pre-unitaria non aveva un grande apparato industriale, anche se in Campania era attiva sin dal [[1832]] il ''Real Opificio Borbonico di Pietrarsa'', un efficiente fabbrica del settore ferroviario, tuttavia nel [[1848]] in Piemonte nacquero le prime [[società di mutuo soccorso]] ed entità associative operaie, che dopo il [[1859]] si estesero nelle altre regioni. Sarebbe però azzardato parlare di movimento operaio italiano, che invece cominciò a consolidarsi solo dopo l'unità d'[[Italia]] (1861) con la progressiva sostituzione dell'industria all'artigianato e grazie anche alla propaganda dell'anarchico [[Michail Bakunin]]. Le prime agitazioni operaie si ebbero nell'estate del [[1863]] proprio nella fabbrica di Pietralsa, poiché la nuova proprietà aveva dato vita a una serie impressionante di licenziamenti. Alle proteste operaie le istituzioni risposero con violente cariche delle forze di [[polizia]] ([[6 agosto]] [[1863]]) che causarono almeno quattro morti: Luigi Fabbricini, Aniello Marino, Domenico Del Grosso e Aniello Olivieri. <ref>[https://angeloxg1.wordpress.com/tag/sciopero/ 6 Agosto 1863: i Bersaglieri sparano sui lavoratori]</ref><br />
Come riportato, il movimento operaio ha quindi le sue origini principalmente in [[Gran Bretagna]], paese in cui scoppiò la [[rivoluzione industriale]], ma anche nella vicina [[Francia]]. Nello stesso periodo che il movimento operaio inglese e francese si andava a formare, gli altri paesi d'Europa vivevano in condizioni di arretratezza industriale, quindi gli operai erano ridotti numericamente ai minimi termini. L'[[Italia]] pre-unitaria non aveva un grande apparato industriale, anche se in Campania era attiva sin dal [[1832]] il ''Real Opificio Borbonico di Pietrarsa'', un efficiente fabbrica del settore ferroviario, tuttavia nel [[1848]] in Piemonte nacquero le prime [[società di mutuo soccorso]] ed entità associative operaie, che dopo il [[1859]] si estesero nelle altre regioni. Sarebbe però azzardato parlare di movimento operaio italiano, che invece cominciò a consolidarsi solo dopo l'unità d'[[Italia]] (1861) con la progressiva sostituzione dell'industria all'artigianato e grazie anche alla propaganda dell'anarchico [[Michail Bakunin]]. Le prime agitazioni operaie si ebbero nell'estate del [[1863]] proprio nella fabbrica di Pietralsa, poiché la nuova proprietà aveva dato vita a una serie impressionante di licenziamenti. Alle proteste operaie le istituzioni risposero con violente cariche delle forze di [[polizia]] ([[6 agosto]] [[1863]]) che causarono almeno quattro morti: Luigi Fabbricini, Aniello Marino, Domenico Del Grosso e Aniello Olivieri. <ref>[https://angeloxg1.wordpress.com/tag/sciopero/ 6 Agosto 1863: i Bersaglieri sparano sui lavoratori]</ref><br />
Negli stati germanici solo nel [[1844]] scoppiarono le prime lotte dei lavoratori della Slesia, alle quali il governo reagì nel [[1845]] con la promulgazione di una legge che vietava le associazioni e gli [[scioperi|scioperi]]. Tuttavia, furono proprio due tedeschi, [[Marx]] ed [[Engels]], a dare un grande contributo alla politicizzazione del movimento operaio in senso [[comunista]] ed internazionalista.
Negli stati germanici solo nel [[1844]] scoppiarono le prime lotte dei lavoratori della Slesia, alle quali il governo reagì nel [[1845]] con la promulgazione di una legge che vietava le associazioni e gli [[scioperi|scioperi]]. Tuttavia, furono proprio due tedeschi, [[Marx]] ed [[Engels]], a dare un grande contributo alla politicizzazione del movimento operaio in senso [[comunista]] ed internazionalista.


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{{vedi|Prima Internazionale}}
{{vedi|Prima Internazionale}}
Grazie allo sviluppo del [[socialismo scientifico]], dottrina elaborata da [[Karl Marx]] e [[Friedrich Engels]], e alla diffusione dell'[[anarchismo]], soprattutto per merito dell'azione propagandatrice di [[Michail Bakunin]], gli operai e le classi meno abbienti abbandonarono le [[nazionalismo|divisioni nazionalistiche]] per abbracciare l'ideale [[internazionalismo|internazionalista]], che sfociò nella nascita della [[Prima Internazionale]] o [[Associazione Internazionale dei Lavoratori]] (A.I.L.). Nell'atto di fondazione si legge:
Grazie allo sviluppo del [[socialismo scientifico]], dottrina elaborata da [[Karl Marx]] e [[Friedrich Engels]], e alla diffusione dell'[[anarchismo]], soprattutto per merito dell'azione propagandatrice di [[Michail Bakunin]], gli operai e le classi meno abbienti abbandonarono le [[nazionalismo|divisioni nazionalistiche]] per abbracciare l'ideale [[internazionalismo|internazionalista]], che sfociò nella nascita della [[Prima Internazionale]] o [[Associazione Internazionale dei Lavoratori]] (A.I.L.). Nell'atto di fondazione si legge:
:«Considerando che l'emancipazione della classe operaia deve essere l'opera degli operai medesimi: che gli sforzi degli operaia per conquistare la loro emancipazione non debbono tendere a fondare nuovi privilegi, ma a stabilire diritti e doveri uguali per tutti e ad annientare la dominazione d'ogni classe; che la dipendenza economica dell'operaio dai possessori dei mezzi di lavoro, cioè delle fonti della sua vita, costituisce la causa prima di ogni servitù sociale, morale politica; che tutti gli sforzi per raggiungere questo grande fine sono finora falliti per la mancanza di solidarietà tra le molteplici categorie di operai in ogni paese e per l'assenza di una unione fraterna tra le classi operaie di diversi paesi...per queste considerazioni è stata fondata l'Associazione Internazionale dei lavoratori.»
:«Considerando che l'emancipazione della classe operaia deve essere l'opera degli operai medesimi: che gli sforzi degli operaia per conquistare la loro emancipazione non debbono tendere a fondare nuovi privilegi, ma a stabilire diritti e doveri uguali per tutti e ad annientare la dominazione d'ogni classe; che la dipendenza economica dell'operaio dai possessori dei mezzi di lavoro, cioè delle fonti della sua vita, costituisce la causa prima di ogni servitù sociale, morale politica; che tutti gli sforzi per raggiungere questo grande fine sono finora falliti per la mancanza di solidarietà tra le molteplici categorie di operai in ogni paese e per l'assenza di una unione fraterna tra le classi operaie di diversi paesi...per queste considerazioni è stata fondata l'Associazione Internazionale dei lavoratori.»


All'Internazionale aderirono inizialmente tutte le correnti della Sinistra europea, da [[Karl Marx]] agli anarchici e fino a [[Giuseppe Mazzini]]. L'Associazione diventò fuorilegge, dal [[1871]], in [[Francia]], [[Spagna]], [[Germania]], [[Austria]]-[[Ungheria]] e [[Danimarca]], ma si sviluppò, nonostante la [[repressione]], in [[Spagna]], [[Italia]], [[Belgio]]. Dopo la fuoriuscita di Mazzini dall'[[AIT]], <ref>[http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=mazzini%20esce%20dall%27internazionale&source=web&cd=14&ved=0CDMQFjADOAo&url=http%3A%2F%2Fwww.liberliber.it%2Fmediateca%2Flibri%2Fm%2Fmazzini%2Fmazzini_e_l_internazionale%2Fpdf%2Fmazzini_mazzini_e.pdf&ei=dtB3UNrjFYbO4QSgqICYBA&usg=AFQjCNGcB-OfSyZrehja8IPMHnaXsz7iOA&cad=rja Mazzini e l'Internazionale]</ref> a causa della sua propensione [[nazionalismo|nazionalistica]], le divisioni ideologiche si incentrarono tra [[marxismo|marxisti]] e [[anarchia|anarchici]] e comportarono nel [[1876]] lo scioglimento della [[Prima Internazionale]], anche se già nel [[1872]] l'esperienza internazionalista era sostanzialmente terminata con la sua divisione in due rami:
All'Internazionale aderirono inizialmente tutte le correnti della Sinistra europea, da [[Karl Marx]] agli anarchici e fino a [[Giuseppe Mazzini]]. L'Associazione diventò fuorilegge, dal [[1871]], in [[Francia]], [[Spagna]], [[Germania]], [[Austria]]-[[Ungheria]] e [[Danimarca]], ma si sviluppò, nonostante la [[repressione]], in [[Spagna]], [[Italia]], [[Belgio]]. Dopo la fuoriuscita di Mazzini dall'[[AIT]], <ref>[http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=mazzini%20esce%20dall%27internazionale&source=web&cd=14&ved=0CDMQFjADOAo&url=http%3A%2F%2Fwww.liberliber.it%2Fmediateca%2Flibri%2Fm%2Fmazzini%2Fmazzini_e_l_internazionale%2Fpdf%2Fmazzini_mazzini_e.pdf&ei=dtB3UNrjFYbO4QSgqICYBA&usg=AFQjCNGcB-OfSyZrehja8IPMHnaXsz7iOA&cad=rja Mazzini e l'Internazionale]</ref> a causa della sua propensione [[nazionalismo|nazionalistica]], le divisioni ideologiche si incentrarono tra [[marxismo|marxisti]] e [[anarchia|anarchici]] e comportarono nel [[1876]] lo scioglimento della [[Prima Internazionale]], anche se già nel [[1872]] l'esperienza [[internazionalista]] era sostanzialmente terminata con la sua divisione in due rami:
* L''''[[Internazionale antiautoritaria|Internazionale di Saint-Imier]], o internazionale antiautoritaria''', ispirata dagli anarchici [[Michail Bakunin]] e [[James Guillaume]];  
* L''''[[Internazionale antiautoritaria|Internazionale di Saint-Imier]], o internazionale antiautoritaria''', ispirata dagli anarchici [[Michail Bakunin]] e [[James Guillaume]];  
*L''''[[Associazione Internazionale dei Lavoratori]]''' [[marxista]], che in seguito sposterà poco la sede del Consiglio generale da l'Aia a New York.
*L''''[[Associazione Internazionale dei Lavoratori]]''' [[marxista]], che in seguito sposterà poco la sede del Consiglio generale da l'Aia a New York.


Nonostante le divisioni interne, la [[Prima Internazionale]] è ritenuta l'ispiratrice della [[la Comune di Parigi (1871)|Comune di Parigi]] nata [[18 marzo]] [[1871]].
Nonostante le divisioni interne, la [[Prima Internazionale]] è ritenuta l'ispiratrice della [[la Comune di Parigi (1871)|Comune di Parigi]] nata [[18 marzo]] [[1871]].
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=== Dalla Comune di Parigi alla Prima guerra mondiale ===
=== Dalla Comune di Parigi alla Prima guerra mondiale ===
[[Image:HaymarketMartyrs.jpg|left|150 px|thumb|Manifesto dei sette anarchici ed operai condannati a morte (due saranno graziati nel [[1893]]) per i fatti di [[Haymarket Square]]. Un ottavo imputato, Oscar Neebe, qui non rappresentato, fu condannato a 15 anni di [[carcere]].]]
[[Image:HaymarketMartyrs.jpg|left|150 px|thumb|Manifesto dei sette anarchici ed operai condannati a morte (due saranno graziati nel [[1893]]) per i fatti di [[Haymarket Square]]. Un ottavo imputato, Oscar Neebe, qui non rappresentato, fu condannato a 15 anni di [[carcere]].]]
I conflitti della [[I Internazionale]] non impedirono ai lavoratori di Parigi di insorgere contro il potere borghese, sconfiggerlo e dare vita alla [[Comune di Parigi|Comune]] con il proclama del [[18 marzo]] [[1871]]. Ispirati dal [[marxismo]] e dall'[[anarchismo]], i comunardi promulgarono norme a [[socialismo|carattere socialista]] e [[proletariato|proletario]] (abolizione dell'[[esercito]], eleggibilità e revocabilità dei deputati, esproprio dei beni ecclesiastici, assegnazione agli operai delle fabbriche abbandonate, ecc.) che spaventarono non poco la borghesia francese ed europea, non a caso unitesi per organizzare la sanguinosa [[repressione]] della [[Comune di Parigi|Comune]] ([[21 maggio|21]]-[[28 maggio]] [[1871]]):
I conflitti della [[I Internazionale]] non impedirono ai lavoratori di Parigi di insorgere contro il potere borghese, sconfiggerlo e dare vita alla [[Comune di Parigi|Comune]] con il proclama del [[18 marzo]] [[1871]]. Ispirati dal [[marxismo]] e dall'[[anarchismo]], i [[comunardi]] promulgarono norme a [[socialismo|carattere socialista]] e [[proletariato|proletario]] (abolizione dell'[[esercito]], eleggibilità e revocabilità dei deputati, esproprio dei beni ecclesiastici, assegnazione agli operai delle fabbriche abbandonate ecc.) che spaventarono non poco la borghesia francese ed europea, non a caso unitesi per organizzare la sanguinosa [[repressione]] della [[Comune di Parigi|Comune]] ([[21 maggio|21]]-[[28 maggio]] [[1871]]):
:::« Parigi operaia, con la sua Comune, sarà celebrata in eterno come l'araldo glorioso di una nuova società. I suoi martiri hanno per urna il grande cuore della classe operaia. I suoi sterminatori, la storia li ha già inchiodati a quella gogna eterna dalla quale non riusciranno a riscattarli tutte le preghiere dei loro preti ». ([[Karl Marx]], ''La guerra civile in Francia'', Londra, 30 maggio 1871)
:::« Parigi operaia, con la sua Comune, sarà celebrata in eterno come l'araldo glorioso di una nuova società. I suoi martiri hanno per urna il grande cuore della classe operaia. I suoi sterminatori, la storia li ha già inchiodati a quella gogna eterna dalla quale non riusciranno a riscattarli tutte le preghiere dei loro preti ». ([[Karl Marx]], ''La guerra civile in Francia'', Londra, 30 maggio 1871)
[[File:Fabian tortoise.jpg|right|380 px|thumb|Il simbolo del [[fabianesimo]], un movimento socialista inglese a cui inizialmente aderirono anche gli anarchici]]
[[File:Fabian tortoise.jpg|right|380 px|thumb|Il simbolo del [[fabianesimo]], un movimento [[socialista]] inglese a cui inizialmente aderirono anche gli anarchici]]


Nel novembre [[1876]] [[Francesco Natta]] ed altri operaisti organizzarono il Primo Congresso Operaio italiano, ma in quell'epoca il movimento operaio dovette fronteggiare i durissimi provvedimenti [[repressione|repressivi]] che la maggior parte dei paesi promulgarono nel timore che l'esperienza comunarda potesse propagandarsi. In [[Russia]], per esempio, l'[[Unione degli operai della Russia meridionale]], fondata in diverse occasioni da rivoluzionari populisti russi, subì diverse persecuzioni e molti operai e militanti furono arrestati.
Nel novembre [[1876]] [[Francesco Natta]] ed altri operaisti organizzarono il Primo Congresso Operaio italiano, ma in quell'epoca il movimento operaio dovette fronteggiare i durissimi provvedimenti [[repressione|repressivi]] che la maggior parte dei paesi promulgarono nel timore che l'esperienza [[comunarda]] potesse propagandarsi. In [[Russia]], per esempio, l'[[Unione degli operai della Russia meridionale]], fondata in diverse occasioni da rivoluzionari populisti russi, subì diverse persecuzioni e molti operai e militanti furono arrestati.


Per lungo tempo il movimento ebbe difficoltà a riprendersi, tuttavia alla fine nel [[1889]] fu sancita la nascita della [[II Internazionale]]. Costituita da partiti socialdemocratici (gli anarchici, esclusi dalla [[Prima Internazionale|Prima]], avevano dato origine all'[[Internazionale antiautoritaria]] nel [[1872]]), rimase attiva fino al [[1914]], anno dello scoppio della prima guerra mondiale. Durante quest'arco di tempo presero forma in Europa, [[USA]] e [[Sud America]] <ref> In SudAmerica (soprattutto Argentina e Brasile) la nascita del movimento operaio è legata all'emigrazione di anarchici e socialisti avvenuta nell'ultimo ventennio del XIX secolo. </ref> numerosissime associazioni operaie, alcune dalla vita effimera e altre più durature perché meglio strutturate sul territorio; alcune si distinsero per il carattere prettamente riformista <ref>In [[Gran Bretagna]], paese dalla tradizione riformista, nel [[1884]] nacque la Federazione socialdemocratica e la ''[[Fabian society]]''. Al fabianesimo aderirono anche anarchici come Charlotte Wilson, prima che questa fondasse il [[Circolo degli Anarchici Britannici]]; il ''General labour unions'' fu fondato nel 1889; l'''Independent labour party'' nel [[1893]]</ref> e altre per le tendenze rivoluzionarie, ispirate soprattutto ai principi [[marxismo|marxisti]] <ref>In Francia, tra il [[1876]] e il [[1879]], il marxista [[Jules Guesde]] costituì la ''Fédération du parti des travailleurs socialistes''; in [[Russia]] nel [[1898]] nacque il Partito operaio socialdemocratico russo; in Germani nel [[1875]] si costituì quello che fu lungamente, sino al [[1914]], il più importante partito operaio d'Europa: ''Sozialdemokratische Partei Deutschlands''. </ref> e a quelli [[anarchismo|anarchici]] <ref>In Spagna il movimento operaio (''movimiento obrero'') seguì inizialmente le tendenze anarchiche e diedero vita alla ''Federación obrera'', 1881; in [[Francia]] gli anarchici [[Fernand Pelloutier]] e [[Émile Pouget]] proposero l'[[azione diretta]], il [[sabotaggio]] e lo [[sciopero]] quali mezzi da utilizzare contro il padronato e per le proprie rivendicazioni;)</ref>. In particolare in [[Francia]] i [[anarchia| dettami anarchici]] plasmarono una forma di [[sindacalismo]] molto radicale, imperniata sull'[[azione diretta]], il [[sabotaggio]] e lo [[sciopero generale]], al cui interno si svilupparono correnti [[anarco-sindacalismo|anarco-sindacaliste]] e [[sindacalismo rivoluzionario|sindacaliste rivoluzionarie]]. La ''Fédération nationale des Syndicats'' (1886) e la [[Fédération des Bourses du travail]] (1892) sono le organizzazioni nelle quali prevalsero i rivoluzionarî partigiani dell'[[azione diretta]] e di altre forme d'azione rivoluzionaria; fino alla prima guerra mondiale la ''[[Confédération générale du travail]]'' (1902) si trovò divisa fra socialdemocratici riformisti e [[sindacalismo rivoluzionario|sindacalisti rivoluzionarî]] ispirati da Sorel. Le idee [[anarco-sindacalismo|anarco-sindacaliste]] e [[sindacalismo rivoluzionario|rivoluzionarie]] portarono al celebre [[Congresso di Amiens]] del [[1906]], in cui gli intervenuti dibatterono intorno al [[sindacalismo]] ed alla fine stilarono un documento denominato [[Congresso_di_Amiens#Il_testo_della_Carta_di_Amiens|Carta di Amiens]]. Pochi anni dopo ([[1910]]), in [[Spagna]], si costituì quello che diventerà il più importante sindacato anarco-sindacalista della storia: la [[Confederación Nacional del Trabajo]].
Per lungo tempo il movimento ebbe difficoltà a riprendersi, tuttavia alla fine nel [[1889]] fu sancita la nascita della [[II Internazionale]]. Costituita da partiti socialdemocratici (gli anarchici, esclusi dalla [[Prima Internazionale|Prima]], avevano dato origine all'[[Internazionale antiautoritaria]] nel [[1872]]), rimase attiva fino al [[1914]], anno dello scoppio della Prima guerra mondiale. Durante quest'arco di tempo presero forma in Europa, [[USA]] e [[Sud America]] <ref> In Sud America (soprattutto Argentina e Brasile) la nascita del movimento operaio è legata all'emigrazione di anarchici e socialisti avvenuta nell'ultimo ventennio del XIX secolo. </ref> numerosissime associazioni operaie, alcune dalla vita effimera e altre più durature perché meglio strutturate sul territorio; alcune si distinsero per il carattere prettamente riformista <ref>In [[Gran Bretagna]], paese dalla tradizione riformista, nel [[1884]] nacque la Federazione socialdemocratica e la ''[[Fabian society]]''. Al fabianesimo aderirono anche anarchici come Charlotte Wilson, prima che questa fondasse il [[Circolo degli Anarchici Britannici]]; il ''General labour unions'' fu fondato nel 1889; l'''Independent labour party'' nel [[1893]]</ref> e altre per le tendenze rivoluzionarie, ispirate soprattutto ai principi [[marxismo|marxisti]] <ref>In Francia, tra il [[1876]] e il [[1879]], il marxista [[Jules Guesde]] costituì la ''Fédération du parti des travailleurs socialistes''; in [[Russia]] nel [[1898]] nacque il Partito operaio socialdemocratico russo; in Germani nel [[1875]] si costituì quello che fu lungamente, sino al [[1914]], il più importante partito operaio d'Europa: ''Sozialdemokratische Partei Deutschlands''. </ref> e a quelli [[anarchismo|anarchici]] <ref>In Spagna il movimento operaio (''movimiento obrero'') seguì inizialmente le tendenze anarchiche e diedero vita alla ''Federación obrera'', 1881; in [[Francia]] gli anarchici [[Fernand Pelloutier]] e [[Émile Pouget]] proposero l'[[azione diretta]], il [[sabotaggio]] e lo [[sciopero]] quali mezzi da utilizzare contro il padronato e per le proprie rivendicazioni;)</ref>. In particolare in [[Francia]] i [[anarchia| dettami anarchici]] plasmarono una forma di [[sindacalismo]] molto radicale, imperniata sull'[[azione diretta]], il [[sabotaggio]] e lo [[sciopero generale]], al cui interno si svilupparono correnti [[anarco-sindacalismo|anarco-sindacaliste]] e [[sindacalismo rivoluzionario|sindacaliste rivoluzionarie]]. La ''Fédération nationale des Syndicats'' (1886) e la [[Fédération des Bourses du travail]] (1892) sono le organizzazioni nelle quali prevalsero i rivoluzionarî partigiani dell'[[azione diretta]] e di altre forme d'azione rivoluzionaria; fino alla Prima guerra mondiale la ''[[Confédération générale du travail]]'' (1902) si trovò divisa fra socialdemocratici riformisti e [[sindacalismo rivoluzionario|sindacalisti rivoluzionarî]] ispirati da Sorel. Le idee [[anarco-sindacalismo|anarco-sindacaliste]] e [[sindacalismo rivoluzionario|rivoluzionarie]] portarono al celebre [[Congresso di Amiens]] del [[1906]], in cui gli intervenuti dibatterono intorno al [[sindacalismo]] ed alla fine stilarono un documento denominato [[Congresso_di_Amiens#Il_testo_della_Carta_di_Amiens|Carta di Amiens]]. Pochi anni dopo ([[1910]]), in [[Spagna]], si costituì quello che diventerà il più importante sindacato anarco-sindacalista della storia: la [[Confederación Nacional del Trabajo]].


Negli [[Stati Uniti]] il movimento operaio ebbe inizialmente carattere riformista, imperniata sulle organizzazioni sindacali di mestiere, come per esempio i ''[[Knights of labour]]'' (fondati nel [[1863]]) e la ''National labor union'' (1866), ma assunse poi caratteristiche un pò più radicali quando nacque l'''American Federation of Labour'', che però non avendo programmi politici e sociali non si poneva obiettivi al di là di quelli sindacali. Da questa, dopo la separazione dei minatori, si costituì l'''American labour union of the West'', di matrice socialista, che furono il primo nucleo dell'''[[Industrial Workers of the World]]'' (IWW), nato nel [[1905]] sotto le influenze degli anarchici e dei [[sindacalismo rivoluzionario|sindacalisti rivoluzionari]]. L'IWW durante la Prima guerra mondiale, a causa della sua posizione [[antimilitarismo|antimilitarista]], subì una durissima [[repressione]]. Negli anni '80 del XIX secolo, gli operai e i lavoratori americani lottarono strenuamente in favore delle 8 ore lavorative e di migliori condizioni salariali. Per questo furono vittime della [[violenza]] padronale e istituzionale, che sfociò in numerosi massacri operai e in diverse condanne carcerarie degli attivisti sindacali. [[Image:1ermai1890.jpg|200px|left|thumb|[[sciopero|Sciopero]] del [[1 maggio]] [[1890]], Place de la Concorde, Parigi]]Il culmine fu raggiunto dopo i [[Haymarket Square|drammatici fatti di Chicago]] del maggio [[1886]], che comportarono la condanna a morte per sette sindacalisti ([[August Spies]], [[Samuel Fielden]], [[Adolph Fischer]], [[George Engel]], [[Michael Schwab]], [[Louis Lingg]], [[Albert Parsons]]). <ref>La sentenza fu eseguita l'[[11 novembre]] [[1887]], ma solo per quattro di loro: [[Samuel Fielden]] e [[Michael Schwab]] furono infatti graziati a causa della domanda inoltrata al governatore, mentre [[Louis Lingg]] si suicidò in cella il giorno prima dell'esecuzione</ref> accusati di aver premeditato una rivolta contro le forze di [[polizia]].
Negli [[Stati Uniti]] il movimento operaio ebbe inizialmente carattere riformista, imperniata sulle organizzazioni sindacali di mestiere, come per esempio i ''[[Knights of labour]]'' (fondati nel [[1863]]) e la ''National labor union'' (1866), ma assunse poi caratteristiche un pò più radicali quando nacque l'''American Federation of Labour'', che però non avendo programmi politici e sociali non si poneva obiettivi al di là di quelli sindacali. Da questa, dopo la separazione dei minatori, si costituì l'''American labour union of the West'', di matrice socialista, che furono il primo nucleo dell'''[[Industrial Workers of the World]]'' (IWW), nato nel [[1905]] sotto le influenze degli anarchici e dei [[sindacalismo rivoluzionario|sindacalisti rivoluzionari]]. L'IWW durante la Prima guerra mondiale, a causa della sua posizione [[antimilitarismo|antimilitarista]], subì una durissima [[repressione]]. Negli anni '80 del XIX secolo, gli operai e i lavoratori americani lottarono strenuamente in favore delle 8 ore lavorative e di migliori condizioni salariali. Per questo furono vittime della [[violenza]] padronale e istituzionale, che sfociò in numerosi massacri operai e in diverse condanne carcerarie degli attivisti sindacali. [[Image:1ermai1890.jpg|200px|left|thumb|[[sciopero|Sciopero]] del [[1 maggio]] [[1890]], Place de la Concorde, Parigi]]Il culmine fu raggiunto dopo i [[Haymarket Square|drammatici fatti di Chicago]] del maggio [[1886]], che comportarono la condanna a morte per sette sindacalisti ([[August Spies]], [[Samuel Fielden]], [[Adolph Fischer]], [[George Engel]], [[Michael Schwab]], [[Louis Lingg]], [[Albert Parsons]]). <ref>La sentenza fu eseguita l'[[11 novembre]] [[1887]], ma solo per quattro di loro: [[Samuel Fielden]] e [[Michael Schwab]] furono infatti graziati a causa della domanda inoltrata al governatore, mentre [[Louis Lingg]] si suicidò in cella il giorno prima dell'esecuzione</ref> accusati di aver premeditato una rivolta contro le forze di [[polizia]].


In [[Italia]] invece, dopo il Risorgimento, e le prime [[società di mutuo soccorso]], si ebbe in Sicilia una diffusione del [[fasci siciliani|movimento dei fasci siciliani]] ([[1893]]-[[1894|94]]), che fece particolare presa soprattutto tra operai, braccianti, piccoli contadini e minatori (zolfatari); nel nord della penisola si ebbe una lenta ma graduale diffusione di leghe operaie e contadine e di Camere del lavoro <ref>La prima Camera del lavoro vide la luce a Milano nel [[1891]] per opera di Osvaldo Gnocchi-Viani.</ref>, più volte vittime di persecuzioni e repressioni, ma che sempre rinascevano più combattive di prima. Il diritto allo [[sciopero]] fu riconosciuto nel [[1901]] dopo i fatti di Genova (1901) <ref>[http://www.firenze.cgil.it/memoria/scioperogenerale.htm Un secolo in sciopero (Il Manifesto 11/4/2002)]</ref> ed in seguito si registrarono numerose manifestazioni di quel tipo, come lo [[sciopero di Buggerru (1904)]].
In [[Italia]] invece, dopo il Risorgimento, e le prime [[società di mutuo soccorso]], si ebbe in Sicilia una diffusione del [[fasci siciliani|movimento dei fasci siciliani]] ([[1893]]-[[1894|94]]), che fece particolare presa soprattutto tra operai, braccianti, piccoli contadini e minatori (zolfatari); nel nord della penisola si ebbe una lenta ma graduale diffusione di leghe operaie e contadine e di Camere del lavoro <ref>La prima Camera del lavoro vide la luce a Milano nel [[1891]] per opera di Osvaldo Gnocchi-Viani.</ref>, più volte vittime di persecuzioni e repressioni, ma che sempre rinascevano più combattive di prima. Il diritto allo [[sciopero]] fu riconosciuto nel [[1901]] dopo i fatti di Genova (1901) <ref>[http://archive.is/bpDa1 Un secolo in sciopero (Il Manifesto 11/4/2002)]</ref> ed in seguito si registrarono numerose manifestazioni di quel tipo, come lo [[sciopero di Buggerru (1904)]].
Intanto nel [[1882]] si era costituito a Milano il [[Partito Operaio Italiano]] ([[17 maggio]] [[1882]]), dalla forte influenza anarchica, che in seguito si trasformò [[Partito dei Lavoratori Italiani]]. Tutte queste associazioni, movimenti e partiti portarono poi alla formazione dei sindacati classici, come la Confederazione generale del lavoro (CGL, 1906) o l'[[Unione Sindacale Italiana]] (sindacato rivoluzionario nato nel [[1912]]). Poco prima della "Grande Guerra" e durante la stessa, la classe operaia partecipò attivamente alle [[antimilitarismo|lotte antimilitariste]] (es. [[Moti operai antimilitaristici a Torino (agosto 1917)|Moti operai antimilitaristici di Torino del 1917]]), quantunque la diffusione del [[nazionalismo]], anche tra le classi più sfruttate, tese ad indebolire e condizionare le attività politiche e sociali dei lavoratori italiani e non.
Intanto nel [[1882]] si era costituito a Milano il [[Partito Operaio Italiano]] ([[17 maggio]] [[1882]]), dalla forte influenza anarchica, che in seguito si trasformò [[Partito dei Lavoratori Italiani]]. Tutte queste associazioni, movimenti e partiti portarono poi alla formazione dei sindacati classici, come la Confederazione generale del lavoro (CGL, 1906) o l'[[Unione Sindacale Italiana]] (sindacato rivoluzionario nato nel [[1912]]). Poco prima della "Grande Guerra" e durante la stessa, la classe operaia partecipò attivamente alle [[antimilitarismo|lotte antimilitariste]] (es. [[Moti operai antimilitaristici a Torino (agosto 1917)|Moti operai antimilitaristici di Torino del 1917]]), quantunque la diffusione del [[nazionalismo]], anche tra le classi più sfruttate, tese ad indebolire e condizionare le attività politiche e sociali dei lavoratori italiani e non.


I filoni principali del movimento operaio italiano sino a questo momento sono tre:
I filoni principali del movimento operaio italiano sino a questo momento sono tre:
*[[marxista]]: suddiviso in massimilisti e riformisti.
*[[marxista]]: suddiviso in massimilisti e riformisti.
*[[anarchico]]: di ipirazione [[Bakunin|bakunista]] e [[anarco-sindacalista]].
*[[anarchico]]: di ipirazione [[Bakunin|bakunista]] e [[anarco-sindacalista]].
*[[Chiesa|cattolico]]: iniziato dall'Opera dei congressi e dei comitati cattolici (1874) e meglio strutturato con l'enciclica ''Rerum novarum'' di Leone XIII del [[1891]], che definiva gli orientamenti programmatici della [[Chiesa]] in ambito sociale. Il filone cattolico portava avanti l'idea di una conciliazione tra [[capitale]] e [[lavoro]] tesa a salvaguardare il principio della [[proprietà privata]].
*[[Chiesa|cattolico]]: iniziato dall'Opera dei congressi e dei comitati cattolici (1874) e meglio strutturato con l'enciclica ''Rerum novarum'' di Leone XIII del [[1891]], che definiva gli orientamenti programmatici della [[Chiesa]] in ambito sociale. Il filone cattolico portava avanti l'idea di una conciliazione tra [[capitale]] e [[lavoro]] tesa a salvaguardare il principio della [[proprietà privata]].


===Il biennio rosso e gli anni bui del fascismo ===
===Il biennio rosso e gli anni bui del fascismo ===
{{approff|Consigli ed occupazioni di fabbrica in Italia (1919-20)|Fascismo}}
{{approff|Consigli ed occupazioni di fabbrica in Italia (1919-20)|Fascismo}}
Il primo dopo guerra fu caratterizzato da una profonda confusione e da forti difficoltà organizzative, soprattutto nei paesi che più di tutti erano stati coinvolti nella guerra. In [[Italia]], durante il biennio [[1919]]-[[1920]] ([[biennio rosso]]) le leghe contadine rosse (socialiste) e bianche (cattoliche) organizzarono le lotte per l'occupazione delle terre, che però nel giro di poco tempo furono soffocate dagli agrari. Nel frattempo gli operai del nord, influenzati dal [[anarchia|pensiero anarchico]] e da quello [[marxista]], avevano dato inizio alle [[Consigli ed occupazioni di fabbrica in Italia (1919-20)|occupazioni delle fabbriche]] e alla nascita dei [[consiliarismo|consigli di fabbrica]], ma anche questa protesta fallì. Le sconfitte del movimento operaio acuirono i contrasti fra massimalisti e riformisti, che di fatto portarono ad un generale indebolimento del fronte proletario e alla nascita del regime reazionario [[fascismo|fascista]]. Mussolini fu appoggiato dalla [[borghesia]] e dall'aristocrazia italiana, timorosa che la penisola potesse esser contagiata da quanto stava accadendo in [[Russia]] con la [[rivoluzione russa|rivoluzione bolscevica]]. Timori peraltro non infondati visto quanto accaduto non solo in [[Italia]] durante il già citato [[biennio rosso]], ma anche in [[Germania]] (Rivoluzione tedesca spartachista del 1918, [[Repubblica dei Consigli di Baviera]]) e [[Ungheria]] ([[Repubblica sovietica ungherese]] del [[1919]]).
Il primo dopoguerra fu caratterizzato da una profonda confusione e da forti difficoltà organizzative, soprattutto nei paesi che più di tutti erano stati coinvolti nella guerra. In [[Italia]], durante il biennio [[1919]]-[[1920]] ([[biennio rosso]]) le leghe contadine rosse (socialiste) e bianche (cattoliche) organizzarono le lotte per l'occupazione delle terre, che però nel giro di poco tempo furono soffocate dagli agrari. Nel frattempo gli operai del nord, influenzati dal [[anarchia|pensiero anarchico]] e da quello [[marxista]], avevano dato inizio alle [[Consigli ed occupazioni di fabbrica in Italia (1919-20)|occupazioni delle fabbriche]] e alla nascita dei [[consiliarismo|consigli di fabbrica]], ma anche questa protesta fallì. Le sconfitte del movimento operaio acuirono i contrasti fra massimalisti e riformisti, che di fatto portarono ad un generale indebolimento del fronte proletario e alla nascita del regime reazionario [[fascismo|fascista]]. Mussolini fu appoggiato dalla [[borghesia]] e dall'aristocrazia italiana, timorosa che la penisola potesse esser contagiata da quanto stava accadendo in [[Russia]] con la [[rivoluzione russa|rivoluzione bolscevica]]. Timori peraltro non infondati visto quanto accaduto non solo in [[Italia]] durante il già citato [[biennio rosso]], ma anche in [[Germania]] (Rivoluzione tedesca spartachista del 1918, [[Repubblica dei Consigli di Baviera]]) e [[Ungheria]] ([[Repubblica sovietica ungherese]] del [[1919]]).


[[File:Bela.Kun.Revolution.1919.jpg|thumb|250px|left|L'ungherese [[Béla Kun]] parla alla folla (1919)]]
[[File:Bela.Kun.Revolution.1919.jpg|thumb|250px|left|L'ungherese [[Béla Kun]] parla alla folla (1919)]]
Durante il ventennio [[fascista]], il movimento operaio e quello [[sindacalismo|sindacale]], rivoluzionario e riformista, fu di fatto spazzato via dalle continue [[violenza|violenze squadriste]]. La ''Carta del Lavoro'' del [[1927]] ([[Corporativismo fascista]]) fu il colpo di grazia della conflittualità tra capitale e lavoro, in quanto gli interessi dello [[Stato]] venivano teoricamente anteposti a quello di proprietari e lavoratori (in realtà interessi di [[Stato]] e capitale tendono a coincidere). La resistenza di frange del movimento operaio (è conosciuta l'autodifesa della Camera del lavoro di Civitavecchia nel 1921-22) alla strutturazione del [[fascismo]] nel paese fu di fatto vana. Tuttavia, di fronte alle prime crepe del [[fascismo|regime mussoliniano]], gli operai si attivarono in prima persona e gli [[sciopero|scioperi]] del marzo [[1943]] <ref>[http://www.pinerolo-cultura.sail.it/Appunti/scioperi-marzo-1943.htm Gli scioperi del marzo 1943]</ref>, ed in particolare quello del [[5 marzo]], furono un colpo quasi decisivo per il già traballante regime. Dopo la caduta del [[fascismo]] ([[25 luglio]]) e l'armistizio dell'[[8 settembre]], molti operai parteciparono alla resistenza contro il nazi-fascismo, altri boicottarono il regime attraverso l'organizzazione di portentosi scioperi, di cui quelli del marzo [[1944]] ([[1° marzo|1°]]-[[8 marzo]]), che coinvolsero tutto il nord Italia, segnarono una importante vittoria dei proletari [[antifascismo|antifascisti]] poiché riuscirono a bloccare la produzione bellica in tutta l'[[Italia]] settentrionale.
Durante il ventennio [[fascista]], il movimento operaio e quello [[sindacalismo|sindacale]], rivoluzionario e riformista, fu di fatto spazzato via dalle continue [[violenza|violenze squadriste]]. La ''Carta del Lavoro'' del [[1927]] ([[Corporativismo fascista]]) fu il colpo di grazia della conflittualità tra capitale e lavoro, in quanto gli interessi dello [[Stato]] venivano teoricamente anteposti a quello di proprietari e lavoratori (in realtà interessi di [[Stato]] e capitale tendono a coincidere). La resistenza di frange del movimento operaio (è conosciuta l'autodifesa della Camera del lavoro di Civitavecchia nel 1921-22) alla strutturazione del [[fascismo]] nel paese fu di fatto vana. Tuttavia, di fronte alle prime crepe del [[fascismo|regime mussoliniano]], gli operai si attivarono in prima persona e gli [[sciopero|scioperi]] del marzo [[1943]] <ref>[http://archive.is/E1x0V Gli scioperi del marzo 1943]</ref>, ed in particolare quello del [[5 marzo]], furono un colpo quasi decisivo per il già traballante regime. Dopo la caduta del [[fascismo]] ([[25 luglio]]) e l'armistizio dell'[[8 settembre]], molti operai parteciparono alla resistenza contro il nazi-fascismo, altri boicottarono il regime attraverso l'organizzazione di portentosi scioperi, di cui quelli del marzo [[1944]] ([[1° marzo|1°]]-[[8 marzo]]), che coinvolsero tutto il nord Italia, segnarono una importante vittoria dei proletari [[antifascismo|antifascisti]] poiché riuscirono a bloccare la produzione bellica in tutta l'[[Italia]] settentrionale.


Anche nella [[Nazismo|Germania nazista]] e nella [[Franchismo|Spagna franchista]] il movimento operaio fu ridotto ai minimi termini, quantunque le frange più combattive continuarono lungamente la loro strenua battaglia contro il [[totalitarismo]] <ref>Si veda il caso di [[Marinus van der Lubbe]]</ref>.
Anche nella [[Nazismo|Germania nazista]] e nella [[Franchismo|Spagna franchista]] il movimento operaio fu ridotto ai minimi termini, quantunque le frange più combattive continuarono lungamente la loro strenua battaglia contro il [[totalitarismo]] <ref>Si veda il caso di [[Marinus van der Lubbe]]</ref>.


I paesi a [[governo]] democratico che non avevano subito la tirannia nazi-fascista ne furono comunque condizionati e durante quegli anni il movimento operaio e sindacale, soprattutto a partire dagli anni Trenta, tese a relazionarsi con lo [[Stato]] attraverso rapporti sindacali che di fatto escludevano la conflittualità, anche perché in [[Gran Bretagna]] lo [[sciopero generale]] dei minatori del [[1926]] aveva dato al [[governo]] il pretesto per un ridimensionamento delle [[libertà]] sindacali (nel [[1927]] fu dichiarato illegale ogni sciopero non corporativo). Tali restrizioni si protrassero fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, durante la quale il movimento operaio inglese e il [[sindacato]] appoggiarono fedelmente il governo conservatore di Churchill. In [[Francia]] il movimento rimase inizialmente sotto la guida della [[CGT]], sempre ispirata dai principi dell'[[azione diretta]], ma dopo la scissione del [[1921]], la temporanea nascita della ''Confédération générale du travail unitaire'' (CGTU), di composizione operaia e di tendenza [[comunista]], e la successiva riunificazione (tra il [[1925]] e il [[1928]]), la CGT vide sostanziali modifiche nella sua composizione socio-professionale, che ora vedeva il predominio di dipendenti pubblici e di fatto orientò il sindacato verso una rapporto con [[Stato]] e capitale meno conflittuale e più concertativi. Questo modifiche culminarono nell'ingresso della [[CGT]] nel movimento che tra il [[1935]] e il [[1936]] portò al governo del cosiddetto Fronte popolare.
I paesi a [[governo]] democratico che non avevano subito la tirannia nazi-fascista ne furono comunque condizionati e durante quegli anni il movimento operaio e sindacale, soprattutto a partire dagli anni Trenta, tese a relazionarsi con lo [[Stato]] attraverso rapporti sindacali che di fatto escludevano la conflittualità, anche perché in [[Gran Bretagna]] lo [[sciopero generale]] dei minatori del [[1926]] aveva dato al [[governo]] il pretesto per un ridimensionamento delle [[libertà]] sindacali (nel [[1927]] fu dichiarato illegale ogni sciopero non corporativo). Tali restrizioni si protrassero fino allo scoppio della Seconda guerra mondiale, durante la quale il movimento operaio inglese e il [[sindacato]] appoggiarono fedelmente il governo conservatore di Churchill. In [[Francia]] il movimento rimase inizialmente sotto la guida della [[CGT]], sempre ispirata dai principi dell'[[azione diretta]], ma dopo la scissione del [[1921]], la temporanea nascita della ''Confédération générale du travail unitaire'' (CGTU), di composizione operaia e di tendenza [[comunista]], e la successiva riunificazione (tra il [[1925]] e il [[1928]]), la CGT vide sostanziali modifiche nella sua composizione socio-professionale, che ora vedeva il predominio di dipendenti pubblici e di fatto orientò il sindacato verso una rapporto con [[Stato]] e capitale meno conflittuale e più concertativi. Questo modifiche culminarono nell'ingresso della [[CGT]] nel movimento che tra il [[1935]] e il [[1936]] portò al governo del cosiddetto Fronte popolare.


===Dal 1945 ai giorni nostri===
===Dal 1945 ai giorni nostri===


Nel secondo dopo-guerra il movimento operaio fu impegnato nella riorganizzazione delle proprie strutture, tuttavia negli anni '50 e nei primi anni '60 non si registrarono importanti episodi conflittuali giacché i lavoratori erano anche impegnati anima e corpo nella ricostruzione socio-economica dei paesi distrutti dalla guerra, ricevendone anche un effimero benessere (il cosiddetto miracolo economico). Nella stessa [[Germania]] federale del dopoguerra il ''Deutscher Gewerkschaftsbund'' (sindacato nato nel [[1949]]) fu uno dei fattori più importanti nella ricostruzione economica e politica del Paese. I sindacati più importanti non avanzavano più pretese rivoluzionarie, visto anche il definitivo rifiuto nel Congresso di Bad Godesberg del [[1959]] da parte della socialdemocrazia tedesca del [[marxismo]] e delle ideologie [[rivoluzione sociale| rivoluzionaria]]. In [[Italia]] la ripresa di un movimento operaio libero si concretizzò con la ricostituzione del sindacato unitario (1944) promosso dai tre grandi partiti di massa DC, PCI, PSI, ma che così come in [[Francia]] fu messo in crisi dall'inizio della Guerra fredda e dall'estromissione dalla coalizione di governo dei partiti filosovietici.  
Nel secondo dopoguerra il movimento operaio fu impegnato nella riorganizzazione delle proprie strutture, tuttavia negli anni '50 e nei primi anni '60 non si registrarono importanti episodi conflittuali giacché i lavoratori erano anche impegnati anima e corpo nella ricostruzione socio-economica dei paesi distrutti dalla guerra, ricevendone anche un effimero benessere (il cosiddetto miracolo economico). Nella stessa [[Germania]] federale del dopoguerra il ''Deutscher Gewerkschaftsbund'' (sindacato nato nel [[1949]]) fu uno dei fattori più importanti nella ricostruzione economica e politica del Paese. I sindacati più importanti non avanzavano più pretese rivoluzionarie, visto anche il definitivo rifiuto nel Congresso di Bad Godesberg del [[1959]] da parte della socialdemocrazia tedesca del [[marxismo]] e delle ideologie [[rivoluzione sociale| rivoluzionaria]]. In [[Italia]] la ripresa di un movimento operaio libero si concretizzò con la ricostituzione del sindacato unitario (1944) promosso dai tre grandi partiti di massa DC, PCI, PSI, ma che così come in [[Francia]] fu messo in crisi dall'inizio della Guerra fredda e dall'estromissione dalla coalizione di governo dei partiti filosovietici.  


Le lotte operaie ricominciarono alla fine degli anni '60, in particolare durante il biennio [[1968]]-[[1970|70]] quando operai e studenti in molti casi agirono unitariamente contro [[Stato]] e [[capitale]]. <ref>[[Maggio_1968#La_rivolta_studentesca|La rivolta studentesca]]</ref> In un volantino redatto dagli studenti di Torino si invitano gli operai ad unirsi a loro nella lotta:
Le lotte operaie ricominciarono alla fine degli anni '60, in particolare durante il biennio [[1968]]-[[1970|70]] quando operai e studenti in molti casi agirono unitariamente contro [[Stato]] e [[capitale]]. <ref>[[Maggio_1968#La_rivolta_studentesca|La rivolta studentesca]]</ref> In un volantino redatto dagli studenti di Torino si invitano gli operai ad unirsi a loro nella lotta:


: «Operai! L'autoritarismo e la discriminazione nelle scuole, lo sfruttamento nelle fabbriche, la divisione in classi della società hanno una sola radice: il sistema capitalista. La polizia, quando caccia gli studenti dalle scuole e quando viene davanti alle fabbriche per danneggiare gli scioperi, fa sempre la stessa cosa: difende gli interessi dei padroni. I padroni conservano il potere non solo comandando nelle fabbriche e sfruttando gli operai; conservano il potere anche attraverso una scuola in cui solo i ricchi possono andare avanti a prendersi i titoli di studio con cui diventeranno dirigenti. I figli di operai e dei contadini devono lavorare [...] Inoltre la scuola è fatta in modo da insegnare la logica egoistica dello sfruttamento [...] Questa è una scuola è una scuola di classe perché ci possono andare solo i ricchi e perché insegna una mentalità di classe.
: «Operai! L'autoritarismo e la discriminazione nelle scuole, lo sfruttamento nelle fabbriche, la divisione in classi della società hanno una sola radice: il sistema capitalista. La polizia, quando caccia gli studenti dalle scuole e quando viene davanti alle fabbriche per danneggiare gli scioperi, fa sempre la stessa cosa: difende gli interessi dei padroni. I padroni conservano il potere non solo comandando nelle fabbriche e sfruttando gli operai; conservano il potere anche attraverso una scuola in cui solo i ricchi possono andare avanti a prendersi i titoli di studio con cui diventeranno dirigenti. I figli di operai e dei contadini devono lavorare [...] Inoltre la scuola è fatta in modo da insegnare la logica egoistica dello sfruttamento [...] Questa è una scuola è una scuola di classe perché ci possono andare solo i ricchi e perché insegna una mentalità di classe.


:Gli studenti lottano: per una scuola aperta a tutti; per uno studio fondato sull'esperienza sociale e sul lavoro collettivo. Ma la scuola resterà di classe finché la società resterà fondata sullo sfruttamento e sulle classi [...] Per questo gli studenti si rivolgono oggi agli operai, che dal sistema capitalista sono più sfruttati, e che quindi hanno l'interesse a rovesciarlo. La lotta degli studenti e degli operai è unica: discutiamo insieme su questi problemi e organizziamoci assieme per essere più forti nella lotta e per ottenere ciò che vogliamo.»
:Gli studenti lottano: per una scuola aperta a tutti; per uno studio fondato sull'esperienza sociale e sul lavoro collettivo. Ma la scuola resterà di classe finché la società resterà fondata sullo sfruttamento e sulle classi [...] Per questo gli studenti si rivolgono oggi agli operai, che dal sistema capitalista sono più sfruttati, e che quindi hanno l'interesse a rovesciarlo. La lotta degli studenti e degli operai è unica: discutiamo insieme su questi problemi e organizziamoci assieme per essere più forti nella lotta e per ottenere ciò che vogliamo.»


In [[Italia]] queste lotte portarono quantomeno all'adozione dello Statuto dei lavoratori nel [[1970]] <ref>[http://www.altalex.com/index.php?idnot=39728 Statuto dei Lavoratori (1970)]</ref> e contribuirono comunque alla nascita di numerose organizzazioni operaiste dal carattere radicale, come per esempio [[Avanguardia Operaia]] (1968-1977), [[Potere Operaio]] (1969-1973), Movimento operai-studenti di Torino, [[Lotta Continua]] (nata nel 1969) e [[Autonomia Operaia]] (1973-1979). Organizzazioni simili si ebbero anche in altri paesi, dove ugualmente si registrò l'unione tra studenti e operai, come per esempio in [[Francia]], dove il [[3 maggio]] fu organizzata una portentosa manifestazione che vide marciare fianco a fianco [[movimento operaio|operai]] e studenti.  
In [[Italia]] queste lotte portarono quantomeno all'adozione dello Statuto dei lavoratori nel [[1970]] <ref>[http://www.altalex.com/index.php?idnot=39728 Statuto dei Lavoratori (1970)]</ref> e contribuirono comunque alla nascita di numerose organizzazioni operaiste dal carattere radicale, come per esempio [[Avanguardia Operaia]] (1968-1977), [[Potere Operaio]] (1969-1973), Movimento operai-studenti di Torino, [[Lotta Continua]] (nata nel 1969) e [[Autonomia Operaia]] (1973-1979). Organizzazioni simili si ebbero anche in altri paesi, dove ugualmente si registrò l'unione tra studenti e operai, come per esempio in [[Francia]], dove il [[3 maggio]] fu organizzata una portentosa manifestazione che vide marciare fianco a fianco [[movimento operaio|operai]] e studenti.  
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