Libertà di stampa: differenze tra le versioni

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La '''libertà di stampa''' è un diritto che ogni [[Stato]] di diritto generalmente dichiara di garantire sia agli organi d'informazione (giornali, radio, televisioni, provider Internet) sia ai cittadini ed alle loro associazioni, per assicurare l'esistenza di una "stampa libera" e della cosiddetta libertà di parola.  
La '''libertà di stampa''' è un diritto che ogni [[Stato]] di diritto generalmente dichiara di garantire sia agli organi d'informazione (giornali, radio, televisioni, provider Internet) sia ai cittadini ed alle loro associazioni, per assicurare l'esistenza di una "stampa libera" e della cosiddetta libertà di parola.  


== Principi base e criteri d'analisi ==
== Una finta libertà ==
La libertà di stampa è un diritto che lo [[Stato]] riconosce alle persone perché possano esprimere tramite i loro scritti o in qualsiasi altro modo le proprie opinioni o la propria creatività.
[[File:Fam Agnelli.jpg|miniatura|350px|Una foto che ritrae una gaia famiglia Agnelli, proprietaria di ''la Repubblica'', ''l'Espresso'', ''La Stampa'', ''Il Secolo XIX'', giornali locali e radio. <ref>[https://www.open.online/2019/11/30/confermato-gli-agnelli-si-terranno-tutto-repubblica-espresso-stampa-secolo-xix-giornali-locali-e-radio/ Confermato, gli Agnelli si terranno tutto: Repubblica, Espresso, Stampa, Secolo XIX, giornali locali e radio]</ref>]]
L'origine di questa libertà può trovarsi nella '''''Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo''''' (approvata il [[10 dicembre]] [[1948]] dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite), che afferma (art. 19):
La libertà di stampa è un diritto che lo [[Stato]] sostiene di garantire alle persone perché possano esprimere tramite i loro scritti o in qualsiasi altro modo le proprie opinioni o la propria creatività.
«Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere».


Questa filosofia viene abitualmente accompagnata da una [[legislazione]] che assicuri vari gradi di libertà di [[ricerca scientifica]] (nota come '''libertà scientifica'''), pubblicazione, stampa ed editoria che si spingono così lontano come permette l'intreccio di queste leggi con il sistema legale del paese, basato in genere sulla [[costituzione]] come fonte primigenia del diritto. Il concetto di [[libertà di parola]] viene spesso garantito dalle stesse leggi che proteggono la ''libertà di stampa'', dando in questo modo gli stessi diritti ai media informativi ed ai singoli individui.
L'origine normativa di questa libertà può trovarsi nella '''''Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo''''' (approvata il [[10 dicembre]] [[1948]] dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite), che afferma (art. 19):
:«Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere».


Oltre all'ambito legale che tuteli questi diritti, alcune [[organizzazioni non governative]] applicano ulteriori criteri per giudicare il livello della libertà di stampa nel mondo. Ad esempio [[Reporters Sans Frontieres]] considera anche il numero di giornalisti uccisi, espulsi o molestati in qualche modo, e l'esistenza di un [[monopolio di stato]] nella [[TV]] e [[radio]], e registra anche la possibile esistenza di casi di censura ed auto-censura nei media, per giungere ad una valutazione dell'indipendenza complessiva dei media nei vari paesi e delle difficoltà che i giornalisti stranieri possono affrontare. Allo stesso modo la [[Freedom House]] studia l'ambiente politico ed economico generale di ogni nazione per aiutare a determinare se esistono rapporti di dipendenza tra i giornalisti ed i potentati economici che limitino in pratica il livello di libertà di stampa che dovrebbe esistere in teoria (basandosi soltanto sulle leggi e sulla costituzione). Dunque il concetto di '''indipendenza della stampa''' è strettamente legato al concetto di libertà di stampa.
Poiché '''la libertà in oggetto, anche negli [[Stati]] cosidetti [[democratici]] e per quanto costituzionalmente garantita, viene poi di fatto limitata (se non stritolata) non solo per via burocratica e legislativa, ma anche politica ed economica''', alcune organizzazioni non governative applicano dei criteri non meramente giuridici per giudicare il livello della libertà di stampa nel mondo. Ad esempio, ''Reporters Sans Frontieres'' considera anche il numero di giornalisti uccisi, espulsi o molestati in qualche modo, l'esistenza di un monopolio di [[Stato]] nella TV e nella radio, nonché la possibile esistenza di casi di censura ed auto-censura nei [[media]], per giungere ad una valutazione dell'indipendenza complessiva dei [[media]] nei vari paesi e delle difficoltà che i giornalisti possono affrontare (nel [[2016]], su un totale di 180 paesi, l'[[Italia]] si trovava al 77° posto, fanalino di coda dell'UE, seguita soltanto da [[Cipro]], [[Grecia]] e [[Bulgaria]] <ref>[https://www.lastampa.it/esteri/2016/04/20/news/liberta-di-stampa-l-italia-crolla-ora-e-al-77-posto-1.35015159 Libertà di stampa, l'Italia crolla: ora è al 77° posto]</ref>). Allo stesso modo, la ''Freedom House'' studia l'ambiente politico ed economico generale di ogni nazione per aiutare a determinare se esistono rapporti di dipendenza tra i giornalisti ed i potentati economici che limitino in pratica il livello di quella libertà di stampa tanto apprezzata dalle costituzioni.  


=== I media come il "quarto stato" del governo ===
Dunque, il concetto di '''libertà di stampa''' è strettamente legato al quello di '''indipendenza della stampa''': '''senza indipendenza non c'è libertà'''.
La nozione della stampa come la quarta branca del governo viene a volte utilizzate per confrontare i media con i tre rami del governo democratico accuratamente teorizzati da [[Montesquieu]], in particolare una aggiunta ai rami legislativo, esecutivo e giudiziario. Si cita spesso [[Edmund Burke]] che avrebbe detto: "Tre Stati nel Parlamento; ma laggiù nella galleria dei giornalisti, risiede un [[Quarto Stato]] molto più importante rispetto a tutti gli altri".


Lo sviluppo della tradizione dei "''media occidentali''" segue parallelamente lo sviluppo della [[democrazia]] in Europa e negli Stati Uniti. A livello [[ideologico]], i primi fautori della libertà di stampa furono i pensatori [[liberali]] del [[XVII]] e [[XIX secolo]]. Essi sviluppano le loro idee in contrapposizione alla tradizione [[monarchica]] in generale e ad il [[diritto divino dei re]] in particolare. Questi teorici liberali sostengono che la libertà di espressione era un diritto richiesto dagli individui e che si basava sulla [[legge naturale]]. Dunque, la libertà di stampa era parte integrale dei [[diritti individuali]] promossi dall'ideologia [[liberale]] (vedere sotto la sezione della ''Storia'').
=== I [[media]] come il "quarto Stato" del governo ===
{{approff|Media}}
La nozione della stampa come la quarta branca del governo viene a volte utilizzata per confrontare i [[media]] con i tre rami del governo [[democratico]] accuratamente teorizzati da Montesquieu, in particolare una aggiunta ai rami legislativo, esecutivo e giudiziario. Si cita spesso Edmund Burke, che avrebbe detto: «Tre [[Stati]] nel Parlamento; ma laggiù nella galleria dei giornalisti, risiede un quarto [[Stato]] molto più importante rispetto a tutti gli altri».


La libertà di stampa è un necessità per ogni società democratica. Altre correnti di pensiero successivamente presentarono argomentazioni a favore della libertà di stampa senza dover per forza basarsi sulla controversa questione della "''legge naturale''"; ad esempio, la libertà di espressione cominciò ad essere ritenuta come una componente essenziale del "''[[contratto sociale]]''" (L'accordo basico tra le strutture di uno stato ed i suoi popoli riguardo i diritti ed i doveri che il governo ed ogni parte della società doveva concedere ed accettare rispetto alle altre).
=== La denuncia sociale di [[Noam Chomsky]] ===
[[File:Noam chomsky.jpg|miniatura|200px|[[Noam Chomsky]]]]
[[Noam Chomsky]] ha duramente denunciato la strumentalizzazione della totalità dei mezzi d'informazione statunitensi da parte delle potenti lobby economiche esistenti in [[USA]], ma detta strumentalizzazione è presente anche nel resto del mondo.


== La Libertà di stampa in Italia ==
Grazie ad un minuzioso lavoro di studio e interpretazione di una immensa mole di ogni tipo di documenti, [[Chomsky]] è riuscito a smascherare numerosi casi di utilizzo fraudolento delle informazioni, nonché ad evidenziare la piattezza conformistica dei [[media]].
 
La '''libertà di stampa in Italia''' nasce progressivamente con la caduta del regime [[fascista]] di Benito Mussolini, verso la fine della dittatura del maresciallo Pietro Badoglio, nella primavera del [[1943]], e si diffonde per tutta l'[[Italia]] nei territori liberati durante la fine della seconda guerra mondiale. La libertà di stampa non esisteva affatto nelle zone controllate dai miliziani della Repubblica di Salò.
Il meccanismo attraverso cui si attua questo livellamento è costituito dalla "'''fissazione delle priorità'''": esiste un certo numero di mezzi di informazione che determinano una sorta di struttura prioritaria delle notizie, alla quale i [[media]] minori devono più o meno adattarsi a causa della scarsità delle risorse a disposizione. Le fonti primarie che fissano le priorità sono grandi società commerciali a redditività molto alta, nella grande maggioranza collegate a gruppi economici ancora più grandi. L'obiettivo è quello che [[Chomsky]] definisce come la "'''fabbrica del consenso'''", ossia un sistema di propaganda estremamente efficace per il controllo e la manipolazione dell'opinione pubblica: l'industria delle pubbliche relazioni cura le campagne elettorali, i social, il bombardamento e la manipolazione di informazioni, fabbricano consumatori della politica che compiranno azioni irrazionali e contro i loro stessi interessi, facendo gli interessi delle classi dominanti (''Manufacturing consent: the political economy of the mass media'' [[1988]], ''Understanding power: the indispensabile'' [[2002]], ''Le dieci leggi del potere'' [[2017]]).
 
== La libertà di stampa in Italia ==
{{approff|Censura fascista}}
[[Image:UN1.jpg|thumb|250px|Prima pagina del primo numero di ''[[Umanità Nova]]'' del [[26 febbraio|26]]-[[27 febbraio]] [[1920]]. La violenza squadrista costrinse alla chiusura del giornale nel dicembre del [[1922]].]]
La '''libertà di stampa in Italia''' nasce progressivamente con la caduta del regime [[fascista]] di Benito Mussolini, verso la fine della dittatura del maresciallo Pietro Badoglio, nella primavera del [[1943]], e si diffonde per tutta l'[[Italia]] nei territori liberati durante la fine della Seconda guerra mondiale. La libertà di stampa non esisteva affatto nelle zone controllate dai miliziani della Repubblica di Salò.


Con la liberazione di Roma nel [[1944]] da parte delle truppe angloamericane, esplodono una serie di fermenti politici che covavano sotto la cenere imposta dalla [[censura fascista]], ed ogni idea politica si esprime sotto forma di giornali stampati in fogli ciclostilati che vengono distribuiti o passati di mano in mano per le città e le campagne.
Con la liberazione di Roma nel [[1944]] da parte delle truppe angloamericane, esplodono una serie di fermenti politici che covavano sotto la cenere imposta dalla [[censura fascista]], ed ogni idea politica si esprime sotto forma di giornali stampati in fogli ciclostilati che vengono distribuiti o passati di mano in mano per le città e le campagne.


=== La libertà di stampa sancita dal art. 21 della Costituzione italiana ===
=== La "libertà di stampa" sancita dal art. 21 della Costituzione italiana ===
La Costituzione italiana nasce nel [[1947]], in un periodo di aperta dialettica e scontro tra gli schieramenti di destra e di sinistra, con la chiesa cattolica che esercita pressioni per salvaguardare la morale ed il buon costume, e residui delle forze di estrema destra che vogliono garantire l'accesso ai mezzi d'informazione anche alle minoranze più risicate.
La Costituzione italiana nasce nel [[1947]], in un periodo di aperta dialettica e scontro tra gli schieramenti di destra e di sinistra, con la chiesa cattolica che esercita pressioni per salvaguardare la morale ed il buon costume, e residui delle forze di estrema destra che vogliono garantire l'accesso ai mezzi d'informazione anche alle minoranze più risicate.


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=== Motivazioni dei costituenti ===
=== Motivazioni dei costituenti ===
Il particolare momento in cui ha operato la Costituente, all'uscita da un ventennio in cui la libertà era stata postposta, ha spinto una larga maggioranza dei costituenti, con ampia intesa tra forze progressiste e moderate, ad individuare nella libertà di stampa uno dei cardini del nuovo stato democratico. Le uniche riserve sono state quelle di un controllo delle manifestazioni contrarie al buon costume.  
Il particolare momento in cui ha operato la Costituente, all'uscita da un ventennio in cui la libertà era stata postposta, ha spinto una larga maggioranza dei costituenti, con ampia intesa tra forze progressiste e moderate, ad individuare nella libertà di stampa uno dei cardini del nuovo [[Stato]] [[democratico]]. Le uniche riserve sono state quelle di un controllo delle manifestazioni contrarie al buon costume.  


La tendenza, però, prevalente è stata quella di considerare l'espressione in senso stretto come libertà di produrre, senza censura preventiva, solo testi a stampa.
La tendenza, però, prevalente è stata quella di considerare l'espressione in senso stretto come libertà di produrre, senza censura preventiva, solo testi a stampa.
=== La legge sulla stampa ===
La legge n. 47 del 1948 (legge sulla stampa, applicabile anche ai '''giornali online''', poiché è assimilati ai '''giornali cartacei tradizionali''') dispone tutta una serie di obblighi tesi, in definitiva, al '''controllo della stampa da parte dello [[Stato]]'''. Tra questi, risultano particolarmente significativi i seguenti:
* «Ogni stampato deve indicare il luogo e l'anno della pubblicazione, nonché il nome e il domicilio dello stampatore e, se esiste, dell'editore» ('''l'anonimato non è consentito, ogni opinione deve avere un volto e un indirizzo''').
* «Ogni giornale o altro periodico deve avere un direttore responsabile» ('''occorre una persona determinata cui addossare eventuali responsbilità, ma se la persona in questione è al servizio di partiti e/o multinazionali, non correrà rischi perché avrà dato un certo indirizzo politico-economico al giornale e riceverà adeguata protezione''').
* «Per poter pubblicare un giornale o altro periodico, il proprietario, se cittadino italiano residente in Italia, deve possedere gli altri requisiti per l'iscrizione nelle liste elettorali politiche» ('''se non si ha diritto di voto, non si ha diritto ad aprire un giornale''').
* '''Repressione della stampa non autorizzata e non controllata''', definita '''stampa clandestina''':
::«Nessun giornale o periodico può essere pubblicato se non sia stato registrato presso la cancelleria del tribunale, nella cui circoscrizione la pubblicazione deve effettuarsi. Chiunque intraprenda la pubblicazione di un giornale o altro periodico senza che sia stata eseguita la registrazione prescritta dall'art. 5, è punito con la reclusione fino a due anni o con la multa fino a lire 500.000. La stessa pena si applica a chiunque pubblica uno stampato non periodico, dal quale non risulti il nome dell'editore né quello dello stampatore o nel quale questi siano indicati in modo non conforme al vero».
== Note ==
<references/>


== Voci correlate ==  
== Voci correlate ==  
* [[Censura fascista]]
* [[Censura fascista]]
* [[Cospirazionismo]]
* [[Media]]
* [[Controinformazione]]


== Collegamenti esterni ==
== Collegamenti esterni ==
*[http://bibliotecaborghi.org/wp/wp-content/uploads/2015/12/Schirone_giornali_resistenza.pdf La stampa anarchica clandestina nella resistenza (1943-1945)], a cura di Franco Schirone


[[Categoria:Libertà]]
[[Categoria:Libertà]]
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