Lev Tolstoj: differenze tra le versioni

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===La crisi spirituale: l'anarchismo cristiano===
===La crisi spirituale: l'anarchismo cristiano===
[[File:Leo-Tolstoy.jpg|thumb|200px|Ritratto di [[Clifford Harper]].]]
Alla fine degli anni '70, cominciano in Tolstoj a manifestarsi i primi sintomi della sua crisi spirituale: studia i Vangeli canonici, scrive saggi religiosi e polemici contro la [[Chiesa]] Ortodossa. Questo tormento lo porterà a pubblicare diverse opere a carattere morale e religioso: ''Confessione'' ([[1882]]), ''[[Qual è la mia fede]]'' ([[1888]]), ''[[I Vangeli]]'' ([[1890]]), ''[[La Chiesa e lo Stato]]'' ([[1891]]), ''[[Il regno di Dio è in noi]]'' ([[1894]]).
Alla fine degli anni '70, cominciano in Tolstoj a manifestarsi i primi sintomi della sua crisi spirituale: studia i Vangeli canonici, scrive saggi religiosi e polemici contro la [[Chiesa]] Ortodossa. Questo tormento lo porterà a pubblicare diverse opere a carattere morale e religioso: ''Confessione'' ([[1882]]), ''[[Qual è la mia fede]]'' ([[1888]]), ''[[I Vangeli]]'' ([[1890]]), ''[[La Chiesa e lo Stato]]'' ([[1891]]), ''[[Il regno di Dio è in noi]]'' ([[1894]]).
Nei primi anni '80 comincia a lavorare la terra perché vuol vivere come i suoi contadini, rinuncia almeno formalmente ai privilegi dell'agiatezza, un fatto che porterà alla nascita di interminabili conflitti familiari: la moglie riteneva folli le idee di Lev, mentre i figli si divisero: le figlie simpatizzeranno per le idee del padre, mentre i figli maschi difendevano la madre. <ref>AA.VV., ''I giganti. Lev Tolstoj'', Mondadori, 1970, pp. 11-19.</ref> Tolstoj in questa fase abbraccia totalmente l'idea [[Nonviolenza|non violenta]], diviene [[vegetariano|vegetariano]] (per compassione verso gli animali), si convince che il mondo non possa che cambiare pacificamente e solo attraverso il lavoro manuale ed individuale. Prende inoltre la decisione definitiva di rimanere per sempre a Jàsnaja Poljàna e dichiara: «Ho completamente rotto con la vita del mio ambiente».  
Nei primi anni '80 comincia a lavorare la terra perché vuol vivere come i suoi contadini, rinuncia almeno formalmente ai privilegi dell'agiatezza, un fatto che porterà alla nascita di interminabili conflitti familiari: la moglie riteneva folli le idee di Lev, mentre i figli si divisero: le figlie simpatizzeranno per le idee del padre, mentre i figli maschi difendevano la madre. <ref>AA.VV., ''I giganti. Lev Tolstoj'', Mondadori, 1970, pp. 11-19.</ref> Tolstoj in questa fase abbraccia totalmente l'idea [[Nonviolenza|non violenta]], diviene [[vegetariano|vegetariano]] (per compassione verso gli animali), si convince che il mondo non possa che cambiare pacificamente e solo attraverso il lavoro manuale ed individuale. Prende inoltre la decisione definitiva di rimanere per sempre a Jàsnaja Poljàna e dichiara: «Ho completamente rotto con la vita del mio ambiente».  
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In occasione dell'uccisione del re d'[[Italia]] Umberto I, per opera dell'anarchico [[Gaetano Bresci]], Tolstoj mostra tutta la sua arguzia e il suo coraggio non prostrandosi di fronte al povero “Re buono” (cosa che invece fecero Carducci, Pascoli, De Amicis e altri intellettuali). Nell'articolo ''[http://archive.is/GBtMx Non uccidere]'' scrive:  
In occasione dell'uccisione del re d'[[Italia]] Umberto I, per opera dell'anarchico [[Gaetano Bresci]], Tolstoj mostra tutta la sua arguzia e il suo coraggio non prostrandosi di fronte al povero “Re buono” (cosa che invece fecero Carducci, Pascoli, De Amicis e altri intellettuali). Nell'articolo ''[http://archive.is/GBtMx Non uccidere]'' scrive:  


: «L'attuale struttura della società alimenta l'egoismo della gente, pronta a vendere la propria [[libertà]] e il proprio onore per un piccolo vantaggio economico [...] Se Alessandro di Russia, se Umberto non hanno meritato la morte, assai meno l'hanno meritata le migliaia di caduti di Plevna o in terra d'Abissinia. Sono terribili tali uccisioni non per la loro crudeltà o ingiustizia ma per l'irragionevolezza di coloro che le compiono. Se gli uccisori di re sono spinti ad essere tali da un sentimento personale di indignazione suscitato dalle sofferenze del popolo in schiavitù di cui appaiono loro responsabili Alessandro, Carnot, Umberto o da un sentimento personale di offesa e vendetta, allora tali azioni per quanto ingiuste appaiono comprensibili; ma qual'è l'organizzazione di questi uomini, anarchici come si dice ora, che hanno affidato a Bresci la missione di uccidere e hanno minacciato altri imperatori, di che organizzazione si tratta se non riesce ad immaginare per migliorare la situazione della gente niente altro che l'assassinio di persone dalla cui eliminazione non si può ricavare più utilità che dal tagliare la testa al mostro delle fiabe cui al posto di quella tagliata ne cresceva subito una nuova? I re e gli imperatori hanno da tempo creato intorno a sé un' organizzazione pari a quella di un fucile a ripetizione: non appena parte un colpo, subito ne compare un altro al suo posto. Le roi est mart, vive le roi! Allora a che pro ucciderli?». <ref>Si veda [http://www.arivista.org/riviste/Arivista/297/38.htm ''Tolstoj, gli anarchici e la violenza''] di Piero Brunello.</ref>
: «L'attuale struttura della società alimenta l'egoismo della gente, pronta a vendere la propria [[libertà]] e il proprio onore per un piccolo vantaggio economico [...] Se Alessandro di Russia, se Umberto non hanno meritato la morte, assai meno l'hanno meritata le migliaia di caduti di Plevna o in terra d'Abissinia. Sono terribili tali uccisioni non per la loro crudeltà o ingiustizia ma per l'irragionevolezza di coloro che le compiono. Se gli uccisori di re sono spinti ad essere tali da un sentimento personale di indignazione suscitato dalle sofferenze del popolo in schiavitù di cui appaiono loro responsabili Alessandro, Carnot, Umberto o da un sentimento personale di offesa e vendetta, allora tali azioni per quanto ingiuste appaiono comprensibili; ma qual è l'organizzazione di questi uomini, anarchici come si dice ora, che hanno affidato a Bresci la missione di uccidere e hanno minacciato altri imperatori, di che organizzazione si tratta se non riesce ad immaginare per migliorare la situazione della gente niente altro che l'assassinio di persone dalla cui eliminazione non si può ricavare più utilità che dal tagliare la testa al mostro delle fiabe cui al posto di quella tagliata ne cresceva subito una nuova? I re e gli imperatori hanno da tempo creato intorno a sé un' organizzazione pari a quella di un fucile a ripetizione: non appena parte un colpo, subito ne compare un altro al suo posto. Le roi est mart, vive le roi! Allora a che pro ucciderli?». <ref>Si veda [http://www.arivista.org/riviste/Arivista/297/38.htm ''Tolstoj, gli anarchici e la violenza''] di Piero Brunello.</ref>


Il suo pensiero fortemente [[antimilitarismo | antimilitarista]] lo porta quindi a sostenere che «l'esempio della [[violenza]] viene dall'alto con le guerre, le parate, le rappresaglie, il culto dell'orrore e della gloria militare».
Il suo pensiero fortemente [[antimilitarismo | antimilitarista]] lo porta quindi a sostenere che «l'esempio della [[violenza]] viene dall'alto con le guerre, le parate, le rappresaglie, il culto dell'orrore e della gloria militare».
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Tolstoj non si è mai riconosciuto all'interno di nessun movimento anarchico e mai si è ai dichiarato tale (anche [[Max Stirner]] mai si dichiarò anarchico), tuttavia molti suoi principi hanno perfettamente collimato con quelli dell'[[anarchismo]] (seppur caratterizzandolo con le sue peculiarità religiose esclusive).  
Tolstoj non si è mai riconosciuto all'interno di nessun movimento anarchico e mai si è ai dichiarato tale (anche [[Max Stirner]] mai si dichiarò anarchico), tuttavia molti suoi principi hanno perfettamente collimato con quelli dell'[[anarchismo]] (seppur caratterizzandolo con le sue peculiarità religiose esclusive).  


'''La sua visione anarchico-religiosa è antidogmatica, fondata sulla ragione e contro ogni potere religioso e istituzionale''' (ogni [[autorità]] che si frappone tra l'individuo e Dio ostacolano la [[libertà]] dell'[[Individuo|individuo]]), divenendo il capostipite della corrente anarchica denominata "[[anarchismo cristiano]]", diffusasi in [[Russia]], verso la fine dell'ottocento, per merito dei suoi insegnamenti. <ref name="fiaccola">Si veda [https://archive.ph/0yLM ''Anarchismo religioso: Tolstoj''] (tratto da ''La fiaccola dell'anarchia'') e la voce sull'[[anarchismo cristiano]].</ref>
'''La sua visione anarchico-religiosa è antidogmatica, fondata sulla ragione e contro ogni potere religioso e istituzionale''' (ogni [[autorità]] che si frappone tra l'individuo e Dio ostacolano la [[libertà]] dell'[[Individuo|individuo]]), divenendo il capostipite della corrente anarchica denominata "[[anarchismo cristiano]]", diffusasi in [[Russia]], verso la fine dell'ottocento, per merito dei suoi insegnamenti. <ref name="fiaccola">Si veda [https://web.archive.org/web/20160407142144/http://www.libreriadiquartiere.it/ilbastoncinoverde/risposta_al_sinodo.html ''Anarchismo religioso: Tolstoj''] (tratto da ''La fiaccola dell'anarchia'') e la voce sull'[[anarchismo cristiano]].</ref>


Per mettere in atto la sua "verità ", Tolstoj ritenne di fondamentale importanze riformare la [[pedagogia]] secondo principi libertari. Sviluppò questo progetto in 2 fasi, dal [[1859]] alle prime settimane del [[1863]] (anche se in tutto il [[1860]] e parte del [[1861]] Tolstoj viaggiò per l'Europa alla ricerca di metodi pedagogici alternativi) e dal [[1871]] al [[1875]]: fondò la rivista prevalentemente pedagogica ''[[Jàsnaja Poljàna (rivista)|Jàsnaja Poljàna]]'', scrisse numerosi articoli e saggi, tra cui ''Osservazioni e materiali pedagogici'' ([[1860]]), C''hi ha bisogno di imparare da chi: i ragazzi contadini da noi, o noi dai ragazzi contadini?'' ([[1862]]), l'''Abbecedario'' ([[1871]]), ''Sull'istruzione pubblica'' ([[1874]]) e ''Grammatica per le scuole rurali'' ([[1874]]). Soprattutto però istituì nel [[1859]] la scuola libertaria di [[Jàsnaja Poljàna]] <ref name="jasnaja">Si veda [http://www.google.it/books?id=EILW92dYEbIC&pg=PA45&dq=bookchin#PPA72,M1 ''Jàsnaja Poljàna''] ed [http://www.arivista.org/?nr=304&pag=38.htm ''Educare alla libertà''] di Filippo Trasatti.</ref> (attiva sino all'inizio del [[1863]]) in cui venivano istruiti ed educati, secondo principi fortemente [[autorità |antiautoritari]] <ref name="cultura">[http://www.criticamente.com/cultura_arte/Tolstoj_Lev_-_Educazione_e_formazione_culturale.htm ''Educazione e formazione culturale''] di Lev Tolstoj.</ref>, i figli e le figlie dei contadini che lavoravano nelle sue [[La proprietà |proprietà]].
Per mettere in atto la sua "verità ", Tolstoj ritenne di fondamentale importanze riformare la [[pedagogia]] secondo principi libertari. Sviluppò questo progetto in 2 fasi, dal [[1859]] alle prime settimane del [[1863]] (anche se in tutto il [[1860]] e parte del [[1861]] Tolstoj viaggiò per l'Europa alla ricerca di metodi pedagogici alternativi) e dal [[1871]] al [[1875]]: fondò la rivista prevalentemente pedagogica ''[[Jàsnaja Poljàna (rivista)|Jàsnaja Poljàna]]'', scrisse numerosi articoli e saggi, tra cui ''Osservazioni e materiali pedagogici'' ([[1860]]), C''hi ha bisogno di imparare da chi: i ragazzi contadini da noi, o noi dai ragazzi contadini?'' ([[1862]]), l'''Abbecedario'' ([[1871]]), ''Sull'istruzione pubblica'' ([[1874]]) e ''Grammatica per le scuole rurali'' ([[1874]]). Soprattutto però istituì nel [[1859]] la scuola libertaria di [[Jàsnaja Poljàna]] <ref name="jasnaja">Si veda [http://www.google.it/books?id=EILW92dYEbIC&pg=PA45&dq=bookchin#PPA72,M1 ''Jàsnaja Poljàna''] ed [http://www.arivista.org/?nr=304&pag=38.htm ''Educare alla libertà''] di Filippo Trasatti.</ref> (attiva sino all'inizio del [[1863]]) in cui venivano istruiti ed educati, secondo principi fortemente [[autorità |antiautoritari]] <ref name="cultura">[http://www.criticamente.com/cultura_arte/Tolstoj_Lev_-_Educazione_e_formazione_culturale.htm ''Educazione e formazione culturale''] di Lev Tolstoj.</ref>, i figli e le figlie dei contadini che lavoravano nelle sue [[La proprietà |proprietà]].
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*[https://docplayer.it/180259464-Il-cristianesimo-anarchico-di-lev-tolstoj.html ''Il cristianesimo «anarchico» di Lev Tolstoj''] di Gabriele Repaci  
*[https://docplayer.it/180259464-Il-cristianesimo-anarchico-di-lev-tolstoj.html ''Il cristianesimo «anarchico» di Lev Tolstoj''] di Gabriele Repaci  
*[http://www.arivista.org/?nr=318&pag=36.htm ''Una rondine fa primavera. L'ultimo Tolstoj e il movimento anarchico italiano''] a cura delle Edizioni Spartaco  
*[http://www.arivista.org/?nr=318&pag=36.htm ''Una rondine fa primavera. L'ultimo Tolstoj e il movimento anarchico italiano''] a cura delle Edizioni Spartaco  
*[http://www.bibliotecaginobianco.it/flip/PEN/08/2400/?#4 ''Il pensiero anarchico in Leone Tolstoj''], di [[Luigi Fabbri]], da «[[Il Pensiero]]» - anno VIII - n. 24 - dicembre 1910
*[https://www.bibliotecaginobianco.it/flip/PEN/08/2400/?#4 ''Il pensiero anarchico in Leone Tolstoj''], di [[Luigi Fabbri]], da «[[Il Pensiero]]» - anno VIII - n. 24 - dicembre 1910
*[https://www.bibliotecaginobianco.it/flip/VOL/VOL06-1011/40/ ''Il pensiero di Tolstoi''] di Heiner Koechlin, da «[[Volontà]]» - anno VI - n. 10/11 - dicembre 1952
*[https://www.bibliotecaginobianco.it/flip/VOL/VOL06-1011/40/ ''Il pensiero di Tolstoi''] di Heiner Koechlin, da «[[Volontà]]» - anno VI - n. 10/11 - dicembre 1952


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