Inno dell'Internazionale

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L'Inno dell'Internazionale, o Inno della pace o Internazionale del lavoro o La Marsigliese dei lavoratori (1874-1875) è un inno anarchico (sull'aria della Marsigliese) con testo di Stanislao Alberici Giannini.

Su leviamo alta la fronte o curvati dal lavoro già sul culmine del monte splende il sol dell'avvenir.

I superbi eroi dell'oro i pastori d'ogni greggia sia nel tempio o nella reggia fa quell'astro impallidir.

Pace pace al tugurio del povero guerra guerra ai palagi e alle chiese non sia scampo all'odiato borghese che alla fame agli stracci insultò.

I signori ci han rubato il sudor dei nostri padri le sorelle ci han stuprato ogni gioia ci rapir.

Ma un sol grido: morte ai ladri sia dal campo all'officina non più leggi di rapina non più l'onta del servir.

Pace pace al tugurio del povero guerra guerra ai palagi e alle chiese non sia scampo all'odiato borghese che alla fame agli stracci insultò.

Sotto vel di patrio amore gittan l'odio tra fratelli ma dovunque è un oppressore un fratello oppresso sta.

Nostro è il mondo e di novelli a noi sacri un patto adduce e quel patto e vita e luce fratellanza e libertà.

Pace pace al tugurio del povero guerra guerra ai palagi e alle chiese non sia scampo all'odiato borghese che alla fame agli stracci insultò.

O giustizia nostra speme il tuo regno affretta affretta è da secoli che geme la percossa umanità.

Ma nel dì della vendetta questa plebe ognor tradita come belva inferocita da ogni lato insorgerà.

Pace pace al tugurio del povero guerra guerra ai palagi e alle chiese non sia scampo all'odiato borghese che alla fame agli stracci insultò.