Domenico Zavattero: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
== Biografia ==


'''Domenico Zavattero''' nasce a San Remo il [[29 luglio]] [[1875]] da Giovanni e Antonia Bruno. Terminati gli studi elementari, il giovane Zavattero inizia ad interessarsi alle questioni sociali e politiche leggendo, da autodidatta, molti classici dell'[[anarchismo]] ([[Kropotkin]], [[Bakunin]]ecc.). Inizalmente però aderisce al [[socialismo]].  
'''Domenico Zavattero''' nasce a San Remo il [[29 luglio]] [[1875]] da Giovanni e Antonia Bruno. Terminati gli studi elementari, il giovane Zavattero inizia ad interessarsi alle questioni sociali e politiche leggendo, da autodidatta, molti classici dell'[[anarchismo]] ([[Kropotkin]], [[Bakunin]] ecc.). Inizalmente però aderisce al [[socialismo]].  


=== Dal socialismo all'anarchismo ===
=== Dal socialismo all'anarchismo ===
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===In esilio: Svizzera, Inghilterra ecc.===
===In esilio: Svizzera, Inghilterra ecc.===
L'ininterrotta serie di sequestri, arresti, condanne e la [[repressione]] seguita ai morti milanesi del [[moti del pane (1898)|maggio 1898]] lo spingono a lasciare Torino per dirigersi a Losanna. Nel luglio [[1898]], mentre si trova in compagnia di [[Pierre Gualducci]] (Galducci) e [[Giovanni Gino]] «al caffé [[socialista]] italiano, rue de la Madeleine» di Losanna, viene arrestato «per scandalo, minacceecc.» <ref>Rapporto della polizia locale del 24 luglio 1898</ref> ed espulso ad Evian due giorni dopo. Egli rimane comunque attivo nella [[Svizzera]] romanda. Infatti, a Neuchâtel, entra a far parte del gruppo di esuli che, con [[Giuseppe Ciancabilla]], [[Oreste Giuseppe Boffino]], [[Felice Vezzani]], [[Alfonso Donini]], [[Giuseppe Borello]] ed [[Ersilia Grandi Cavedagni]] (tipografia di Ferdinando Germani) danno nel luglio vita a «[[L'Agitatore]]», periodico comunista anarchico <ref>L'Agitatore, dal [[2 luglio]] [[1898]]-[[17 luglio]] [[1898]], 12 Numeri, 1500 copie</ref> rivolto ai rifugiati in [[Svizzera]]. Con [[Oreste Boffino]] (incisore) pubblica, sempre a Neuchâtel, il numero unico de «Il Profugo, scenette della vita d'esilio» (settembre [[1898]]).  
L'ininterrotta serie di sequestri, arresti, condanne e la [[repressione]] seguita ai morti milanesi del [[moti del pane (1898)|maggio 1898]] lo spingono a lasciare Torino per dirigersi a Losanna. Nel luglio [[1898]], mentre si trova in compagnia di [[Pierre Gualducci]] (Galducci) e [[Giovanni Gino]] «al caffé [[socialista]] italiano, rue de la Madeleine» di Losanna, viene arrestato «per scandalo, minacce ecc.» <ref>Rapporto della polizia locale del 24 luglio 1898</ref> ed espulso ad Evian due giorni dopo. Egli rimane comunque attivo nella [[Svizzera]] romanda. Infatti, a Neuchâtel, entra a far parte del gruppo di esuli che, con [[Giuseppe Ciancabilla]], [[Oreste Giuseppe Boffino]], [[Felice Vezzani]], [[Alfonso Donini]], [[Giuseppe Borello]] ed [[Ersilia Grandi Cavedagni]] (tipografia di Ferdinando Germani) danno nel luglio vita a «[[L'Agitatore]]», periodico comunista anarchico <ref>L'Agitatore, dal [[2 luglio]] [[1898]]-[[17 luglio]] [[1898]], 12 Numeri, 1.500 copie</ref> rivolto ai rifugiati in [[Svizzera]]. Con [[Oreste Boffino]] (incisore) pubblica, sempre a Neuchâtel, il numero unico de «Il Profugo, scenette della vita d'esilio» (settembre [[1898]]).  


Dopo essere stato espulso dalla [[Svizzera]] il [[27 luglio]] [[1898]], insieme ad altri italiani accusati impropriamente di complicità nell'uccisone di Elisabetta d'Austria da parte dell'anarchico [[Luigi Luccheni]], Zavattero ripara prima a Londra, poi Parigi (fino all'aprile del [[1899]] ospite di [[Ernesto Cantoni]]). Condannato altre due volte quando era assente dalla [[Svizzera]], invia a «[[La Questione Sociale (Paterson)|La Questione Sociale]]» di Paterson una lettera in cui invita gli anarchici a passare all'azione:
Dopo essere stato espulso dalla [[Svizzera]] il [[27 luglio]] [[1898]], insieme ad altri italiani accusati impropriamente di complicità nell'uccisone di Elisabetta d'Austria da parte dell'anarchico [[Luigi Luccheni]], Zavattero ripara prima a Londra, poi Parigi (fino all'aprile del [[1899]] ospite di [[Ernesto Cantoni]]). Condannato altre due volte quando era assente dalla [[Svizzera]], invia a «[[La Questione Sociale (Paterson)|La Questione Sociale]]» di Paterson una lettera in cui invita gli anarchici a passare all'azione:
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