Dante Carnesecchi: differenze tra le versioni

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'''Dante Carnesecchi''' (Vezzano Ligure, [[12 marzo]] [[1892]] - La Spezia [[27 marzo]] [[1921]]) è stato un anarchico italiano e [[anarco-futurismo|anarco-futurista]] assassinato in un agguato poliziesco. Alla sua epoca fu un personaggio quasi leggendario, bollato come malfattore solamente per aver semplicemente vissuto la sua breve esistenza come tutti avrebbero il diritto di fare: dignitosamente e seguendo le proprie inclinazioni individuali.
'''Dante Carnesecchi''' (Vezzano Ligure, [[12 marzo]] [[1892]] - La Spezia [[27 marzo]] [[1921]]) è stato un anarchico italiano e [[anarco-futurismo|anarco-futurista]] assassinato in un agguato poliziesco. Alla sua epoca fu un personaggio quasi leggendario, bollato come malfattore solamente per aver semplicemente vissuto la sua breve esistenza come tutti avrebbero il diritto di fare: dignitosamente e seguendo le proprie inclinazioni individuali.


==Biografia==
==Biografia==
Nativo di Arcola (SP), è personaggio di rilievo nel movimento anarchico spezzino: uomo audacissimo, il più temibile sovversivo di un gruppo, di cui fanno parte [[Abele Ricieri Ferrari]] ("[[Renzo Novatore]]"), [[Tintino Persio Rasi]] ("[[Auro D'Arcola]]") e [[Sante Pollastro]]. Accusato di aver partecipato all'assalto della Polveriera di Vallegrande il [[4 giugno]] [[1920]], Carnesecchi viene tratto in arresto nel settembre successivo, dopo l'occupazione delle fabbriche. Il giornale "[[Il Libertario]]" di La Spezia racconta che la stampa conservatrice sta facendo «'''un gran can can per l'arresto del terribile pregiudicato Carnesecchi''', sul quale pendevano 4 mandati di cattura, che fu uno degli assalitori della Polveriera e che aveva la casa piena d'armi d'ogni genere. E se non ridi, di che rider suoli? Il Carnesecchi non è mai stato ricercato, tanto vero che tutti lo hanno veduto fino al giorno dei suo arresto passeggiare tranquillamente in città e dintorni e perfino in Pretura ed in Tribunale. E nientemeno aveva 4 mandati di cattura! O perché non lo hanno preso prima? Mistero!». <ref>Biblioteca [[Franco Serantini]], ''Dizionario biografico degli anarchici italiani'', Volume primo alle pagine 326 e 327, voce curata da (Fausto Bucci - R. Bugiani - M. Lenzerini)</ref>
Nativo di Arcola (SP), è personaggio di rilievo nel movimento anarchico spezzino: uomo audacissimo, il più temibile sovversivo di un gruppo, di cui fanno parte [[Abele Ricieri Ferrari]] ("[[Renzo Novatore]]"), [[Tintino Persio Rasi]] ("[[Auro D'Arcola]]") e [[Sante Pollastro]]. Accusato di aver partecipato all'assalto della Polveriera di Vallegrande il [[4 giugno]] [[1920]], Carnesecchi viene tratto in arresto nel settembre successivo, dopo l'occupazione delle fabbriche. Il giornale "[[Il Libertario]]" della Spezia racconta che la stampa conservatrice sta facendo «'''un gran can can per l'arresto del terribile pregiudicato Carnesecchi''', sul quale pendevano 4 mandati di cattura, che fu uno degli assalitori della Polveriera e che aveva la casa piena d'armi d'ogni genere. E se non ridi, di che rider suoli? Il Carnesecchi non è mai stato ricercato, tanto vero che tutti lo hanno veduto fino al giorno dei suo arresto passeggiare tranquillamente in città e dintorni e perfino in Pretura ed in Tribunale. E nientemeno aveva 4 mandati di cattura! O perché non lo hanno preso prima? Mistero!». <ref name="BFS">F. Bucci, R. Bugiani, M. Lenzerini, [https://www.bfscollezionidigitali.org/entita/13292 ''Dante Carnesecchi''] ''Dizionario biografico degli anarchici italiani'', Tomo I, Pisa, BFS, 2003, pp. 325-326</ref>


=== L'adolescenza e le prime esperienze anarchiche ===
=== L'adolescenza e le prime esperienze anarchiche ===
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Ma dov'era stato Dante fino a quel momento? È un mistero irrisolto. È assai probabile che abbia partecipato alle rivolte del Colorado.<br />
Ma dov'era stato Dante fino a quel momento? È un mistero irrisolto. È assai probabile che abbia partecipato alle rivolte del Colorado.<br />
La sua ritrosia a parlare di se stesso non ci lascia memoria (ricordando l'articolo ''I nostri caduti: Dante Carnesecchi'': «... Gran parte delle sue gesta rimarranno per sempre ignorate, poiché, fu solo a compierle e ne portò il segreto alla tomba».) <ref>Un esperienza cosi intensa e drammatica giustificherebbe la fredda determinazione dimostrata in seguito in ogni sua azione.</ref>  
La sua ritrosia a parlare di stesso non ci lascia memoria (ricordando l'articolo ''I nostri caduti: Dante Carnesecchi'': «... Gran parte delle sue gesta rimarranno per sempre ignorate, poiché, fu solo a compierle e ne portò il segreto alla tomba».) <ref>Un esperienza cosi intensa e drammatica giustificherebbe la fredda determinazione dimostrata in seguito in ogni sua azione.</ref>  


Intanto, nelle miniere intorno a Pueblo, proprio in quel periodo scoppia una grande rivolta con [[sciopero|scioperi]] e scontri a fuoco tra minatori (molti ispanici e italiani) e vigilantes, affiancati dalla Guardia Nazionale, al servizio del padronato.  
Intanto, nelle miniere intorno a Pueblo, proprio in quel periodo scoppia una grande rivolta con [[sciopero|scioperi]] e scontri a fuoco tra minatori (molti ispanici e italiani) e vigilantes, affiancati dalla Guardia Nazionale, al servizio del padronato.  
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===Il rientro in Italia===
===Il rientro in Italia===
 
Dopo l'ingresso dell'Italia nella Grande Guerra (maggio 2015), Dante viene richiamato alle armi nel giugno [[1915]]. È sicuramente contrario al conflitto, ma rientra in [[Italia]] nell'ottobre-novembre dello stesso anno portando con sé due oggetti emblema del suo pensiero: un modernissimo fucile automatico ed una chitarra <ref>Come una sorta di novello ''[[Joe Hill]]'' italiano, che Dante potrebbe aver conosciuto negli [[USA]]. Non era comunque propriamente nella norma che un emigrante tornasse dagli U.S.A. con un fucile automatico</ref>. Nel novembre [[1915]] si presenta al distretto reduce dall'estero ed è inviato immediatamente al fronte. Ma Dante non ha alcuna intenzione di partecipare a questo macello ed è per questo che simula a più riprese attacchi epilettici, riuscendo incredibilmente a farsi riformare. Il [[29 aprile]] [[1916]] viene congedato dal'Ospedale militare di Ravenna.  
Dopo l'ingresso dell'Italia nella grande guerra (maggio 2015), Dante viene richiamato alle armi nel giugno [[1915]]. È sicuramente contrario al conflitto, ma rientra in [[Italia]] nell'ottobre-novembre dello stesso anno portando con sé due oggetti emblema del suo pensiero: un modernissimo fucile automatico ed una chitarra <ref>Come una sorta di novello ''[[Joe Hill]]'' italiano, che Dante potrebbe aver conosciuto negli [[USA]]. Non era comunque propriamente nella norma che un emigrante tornasse dagli U.S.A. con un fucile automatico</ref>. Nel novembre [[1915]] si presenta al distretto reduce dall'estero ed è inviato immediatamente al fronte. Ma Dante non ha alcuna intenzione di partecipare a questo macello ed è per questo che simula a più riprese attacchi epilettici, riuscendo incredibilmente a farsi riformare. Il [[29 aprile]] [[1916]] viene congedato dal'Ospedale militare di Ravenna.  


La Spezia, città in cui da ora in poi ruoterà la vita di Dante Carnesecchi, all'inizio del secolo era una delle più importanti roccaforti militari. Caratterizzata dalla presenza dell'Arsenale militare e di alcune delle più importanti industrie belliche italiane, era circondata da una serie di forti e polveriere che ne dominavano il golfo.
La Spezia, città in cui da ora in poi ruoterà la vita di Dante Carnesecchi, all'inizio del secolo era una delle più importanti roccaforti militari. Caratterizzata dalla presenza dell'Arsenale militare e di alcune delle più importanti industrie belliche italiane, era circondata da una serie di forti e polveriere che ne dominavano il golfo.


Dante inizia a lavorare nella Vickers Terni, una fabbrica che durante la guerra produceva armi da guerra, ma i cui operai era di predominanza anarchica. Nell'ottobre del [[1917]] lo scoppio della [[rivoluzione russa|rivoluzione bolscevica in Russia]] suscita emozioni e speranze anche tra i proletari in Italia. Speranze che si accentueranno nel novembre del [[1918]], al momento della fine della grande guerra. In quel momento nella classe operaia comincia per davvero a serpeggiare l'idea che occorra fare come in [[Russia]] ed effettivamente a molti la [[rivoluzione]] appare un frutto maturo che aspetta solo di esser colto.
Dante inizia a lavorare nella Vickers Terni, una fabbrica che durante la guerra produceva armi da guerra, ma i cui operai era di predominanza anarchica. Nell'ottobre del [[1917]] lo scoppio della [[rivoluzione russa|rivoluzione bolscevica in Russia]] suscita emozioni e speranze anche tra i proletari in Italia. Speranze che si accentueranno nel novembre del [[1918]], al momento della fine della Grande Guerra. In quel momento nella classe operaia comincia per davvero a serpeggiare l'idea che occorra fare come in [[Russia]] ed effettivamente a molti la [[rivoluzione]] appare un frutto maturo che aspetta solo di esser colto.


===Anno 1919: moti operai ed un tragico comizio a Santo Stefano Magra ===
===Anno 1919: moti operai ed un tragico comizio a Santo Stefano Magra ===
 
Nel [[1919]] Dante nasconde nei suoi boschi [[Renzo Novatore]], ricercato per diserzione dalle [[autorità]] italiane, e sempre nello stesso anno partecipa in prima linea ai moti operai alla Spezia e ai disordini contro il carovita.<br />
Nel [[1919]] Dante nasconde nei suoi boschi [[Renzo Novatore]], ricercato per diserzione dalle [[autorità]] italiane, e sempre nello stesso anno partecipa in prima linea ai moti operai a La Spezia e ai disordini contro il carovita.<br />
Il [[13 giugno]] il suo nome compare per la prima volta nelle cronache giudiziarie: a Santo Stefano Magra gli anarchici locali chiamano i compagni spezzini per tenere un comizio rivoluzionario, si presentano Dante Carnesecchi, Tintino Rasi ([[Auro D'Arcola]]), [[Luigi Picchioni]] e [[Pasquale Bellotti]].<br />
Il [[13 giugno]] il suo nome compare per la prima volta nelle cronache giudiziarie: a Santo Stefano Magra gli anarchici locali chiamano i compagni spezzini per tenere un comizio rivoluzionario, si presentano Dante Carnesecchi, Tintino Rasi ([[Auro D'Arcola]]), [[Luigi Picchioni]] e [[Pasquale Bellotti]].<br />
Il maresciallo dei carabinieri vieta il comizio, ma Carnesecchi ha una reazione violentissima, così riportata negli atti processuali:
Il maresciallo dei carabinieri vieta il comizio, ma Carnesecchi ha una reazione violentissima, così riportata negli atti processuali:
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I quattro anarchici fuggono e l'anarchico, sfuggito alla cattura, si dà alla latitanza.
I quattro anarchici fuggono e l'anarchico, sfuggito alla cattura, si dà alla latitanza.
Da allora in poi gli avvenimenti si susseguono in una sequenza frenetica e il suo nome compare sempre più spesso nei ritagli dei giornali, sebbene nel gennaio [[1920]] venga assolto totalmente dall'accusa di omicidio.
Da allora in poi gli avvenimenti si susseguono in una sequenza frenetica e il suo nome compare sempre più spesso nei ritagli dei giornali, sebbene nel gennaio [[1920]] venga assolto totalmente dall'accusa di omicidio.
[[Image:Novatore.jpg|left\t|thumb|[[Renzo Novatore]], amico di Dante Carnesecchi]]
[[Image:Novatore.jpg|200px|thumb|[[Renzo Novatore]], amico di Dante Carnesecchi]]


===L'assalto alla polveriera===
===L'assalto alla polveriera===
 
Ritrovata la piena [[libertà]], Dante Carnesecchi continua la sua attività di ribelle antiautoritario alla Spezia, una città che a causa del contesto sociale fortemente condizionato dal ribellismo anarchico e dall'insofferenza all'autoritarismo delle truppe di mare potrebbe esplodere da un momento all'altro in una grande rivolta.
Ritrovata la piena [[libertà]], Dante Carnesecchi continua la sua attività di ribelle antiautoritario a La Spezia, una città che a causa del contesto sociale fortemente condizionato dal ribellismo anarchico e dall'insofferenza all'autoritarismo delle truppe di mare potrebbe esplodere da un momento all'altro in una grande rivolta.


In questo contesto l'assalto alla polveriera di Vallegrande del [[4 giugno]] [[1920]] fa probabilmente parte di un piano anarchico molto più vasto. Dante Carnesecchi dà il suo contributo a quello che è un vero e proprio [[anarchismo insurrezionale|atto insurrezionale]], che avrebbe potuto anche sfociare in una [[rivoluzione]] e la cui portata ancora oggi non è stata appieno compresa dagli storici del mondo accademico. (Probabilmente essi ritengono e ritennero che non esistessero le premesse per un atto rivoluzionario di ampie proporzioni. Si potrebbe obiettare sostenendo che molte rivoluzioni esplosero senza che ci fossero apparentemente sufficienti premesse per poter riuscire).
In questo contesto l'assalto alla polveriera di Vallegrande del [[4 giugno]] [[1920]] fa probabilmente parte di un piano anarchico molto più vasto. Dante Carnesecchi dà il suo contributo a quello che è un vero e proprio [[anarchismo insurrezionale|atto insurrezionale]], che avrebbe potuto anche sfociare in una [[rivoluzione]] e la cui portata ancora oggi non è stata appieno compresa dagli storici del mondo accademico. (Probabilmente essi ritengono e ritennero che non esistessero le premesse per un atto rivoluzionario di ampie proporzioni. Si potrebbe obiettare sostenendo che molte rivoluzioni esplosero senza che ci fossero apparentemente sufficienti premesse per poter riuscire).
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Rimesso in [[libertà]], dopo sei mesi di [[carcere]] preventivo, per mancanza di qualunque indizio, l'anarchico è vittima di un agguato ordito da sette carabinieri, ben noti in zona per aver provocato e arrestato altri sovversivi. «Si trattava - scriverà [[Auro D'Arcola]] - di una caserma speciale, fuori classe, a cui erano stati chiamati, mediante concorso volontario, una dozzina di militi scelti tra i più brutali e i più sanguinari dell'arma».
Rimesso in [[libertà]], dopo sei mesi di [[carcere]] preventivo, per mancanza di qualunque indizio, l'anarchico è vittima di un agguato ordito da sette carabinieri, ben noti in zona per aver provocato e arrestato altri sovversivi. «Si trattava - scriverà [[Auro D'Arcola]] - di una caserma speciale, fuori classe, a cui erano stati chiamati, mediante concorso volontario, una dozzina di militi scelti tra i più brutali e i più sanguinari dell'arma».


'''Dante Carnesecchi viene assassinato a Termo d'Arcola la sera del [[27 marzo]] [[1921]], a pochi passi da casa sua.''' Secondo la versione delle “forze dell'ordine” egli aveva cercato di aggredire dei carabinieri, provocando la conseguente reazione degli stessi, ma tale versione [https://www.anarcopedia.org/index.php/Dante_Carnesecchi#Il_rilascio.2C_la_premeditazione_e_la_raccapricciante_morte sarà smentita in seguito dalla madre] di Dante e dai suoi amici e compagni.
'''Dante Carnesecchi viene assassinato a Termo d'Arcola la sera del [[27 marzo]] [[1921]], a pochi passi da casa sua.''' Secondo la versione delle “forze dell'ordine” egli aveva cercato di aggredire dei carabinieri, provocando la conseguente reazione degli stessi, ma tale versione sarà [[Dante_Carnesecchi#Il_rilascio.2C_la_premeditazione_e_la_raccapricciante_morte|smentita]] in seguito dalla madre di Dante e dai suoi amici e compagni.


'''Di Dante Carnesecchi a La Spezia attualmente non esiste più né la tomba né il ricordo delle sue gesta e del suo pensiero.'''
'''Di Dante Carnesecchi alla Spezia attualmente non esiste più né la tomba né il ricordo delle sue gesta e del suo pensiero.'''


== Scritti e testimonianze del periodo==
== Scritti e testimonianze del periodo==
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*'''Scritto estratto dal sito dell'Arma dei Carabinieri''':
*'''Scritto estratto dal sito dell'Arma dei Carabinieri''':


«Il 4 giugno 1920 un gruppo di 60 facinorosi tenta un colpo di mano contro i forti e l'arsenale di La Spezia. La grande quantità di armi custodita rende la zona un bersaglio interessante per chiunque voglia fomentare i disordini. In silenzio e con la precisione di un buon reparto paramilitare, i 60 piombano sul corpo di guardia N della polveriera di Vallegrande. Le armi delle nove guardie passano di mano. Poco dopo viene neutralizzato il corpo di guardia G e la via è libera verso il recinto dei depositi con le sue tonnellate di armi e munizioni. Un giovane carabiniere emiliano, Leone Carmana, riesce invece a non perdere la testa. Fa sbarrare la porta d'accesso e si apposta con il suo fedele moschetto. Non c'è tempo per i consueti rituali ("Alto là, chi va là, fermo o sparo"): Carmana spiana con calma l'arma come se fosse al poligono ed infila una cartuccia dietro l'altra. A nulla vale il rabbioso fuoco degli assalitori, nemmeno una ferita al piede arresta il milite finché i rinforzi non chiudono la partita.» <ref>[http://archive.is/pIvzW Associazione Nazionale Carabinieri] </ref>
«Il 4 giugno 1920 un gruppo di 60 facinorosi tenta un colpo di mano contro i forti e l'arsenale della Spezia. La grande quantità di armi custodita rende la zona un bersaglio interessante per chiunque voglia fomentare i disordini. In silenzio e con la precisione di un buon reparto paramilitare, i 60 piombano sul corpo di guardia N della polveriera di Vallegrande. Le armi delle nove guardie passano di mano. Poco dopo viene neutralizzato il corpo di guardia G e la via è libera verso il recinto dei depositi con le sue tonnellate di armi e munizioni. Un giovane carabiniere emiliano, Leone Carmana, riesce invece a non perdere la testa. Fa sbarrare la porta d'accesso e si apposta con il suo fedele moschetto. Non c'è tempo per i consueti rituali ("Alto là, chi va là, fermo o sparo"): Carmana spiana con calma l'arma come se fosse al poligono ed infila una cartuccia dietro l'altra. A nulla vale il rabbioso fuoco degli assalitori, nemmeno una ferita al piede arresta il milite finché i rinforzi non chiudono la partita.» <ref>[http://archive.is/pIvzW Associazione Nazionale Carabinieri] </ref>


Mentre da un rapporto rilasciato a Migliarina [vicino a La Spezia], delle ore 5 del [[5 giugno]] [[1920]], da un maresciallo dell'arma dei carabinieri si estrae questo significativo stralcio:
Mentre da un rapporto rilasciato a Migliarina [vicino alla Spezia], delle ore 5 del [[5 giugno]] [[1920]], da un maresciallo dell'arma dei carabinieri si estrae questo significativo stralcio:


«Il predetto maresciallo di Fossamastra, che assicura la banda essere in maggioranza composta di abitanti del Limone e del Termo capitanata dal Carnesecchi e dal [[Renzo Novatore|Ferrari Abele]], che il detto graduato vide e non arrestò... ».  
«Il predetto maresciallo di Fossamastra, che assicura la banda essere in maggioranza composta di abitanti del Limone e del Termo capitanata dal Carnesecchi e dal [[Renzo Novatore|Ferrari Abele]], che il detto graduato vide e non arrestò... ».  
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Ben compreso della... necessità di sventare simili trame criminose dedicai tutta la mia attività a questo scopo. Con rapporto del 18 aprile io ebbi ad informare la S.V. d'un primo complotto organizzato dagli anarchici col supposto consenso parziale o colla tacita adesione delle truppe specialmente di mare. Si sperava allora sull'ammutinamento di un equipaggio di una nave ancorata in questo porto e sull'azione concomitante e violenta degli anarchici non solo del circondario ma anche della provincia vicina.  
Ben compreso della... necessità di sventare simili trame criminose dedicai tutta la mia attività a questo scopo. Con rapporto del 18 aprile io ebbi ad informare la S.V. d'un primo complotto organizzato dagli anarchici col supposto consenso parziale o colla tacita adesione delle truppe specialmente di mare. Si sperava allora sull'ammutinamento di un equipaggio di una nave ancorata in questo porto e sull'azione concomitante e violenta degli anarchici non solo del circondario ma anche della provincia vicina.  
Il complotto non poté avere per varie circostanze... <br />
Il complotto non poté avere per varie circostanze... <br />
Però fallito il colpo non desistettero gli organizzatori nei loro progetti d'[[azione diretta]]: che anzi in diverse riunioni ripresero le fila per un momento spezzate, e rinnovavano la fede di riuscire in un nuovo attentato che a breve scadenza si sarebbe deciso di eseguire. I disordini di Viareggio, poi quelli di Sarzana, l'agitazione stessa che si diffondeva a La Spezia sotto il pretesto del caro-viveri sembravano forse agli estremisti locali favorevoli all'attuazione dei loro propositi.<br />
Però fallito il colpo non desistettero gli organizzatori nei loro progetti d'[[azione diretta]]: che anzi in diverse riunioni ripresero le fila per un momento spezzate, e rinnovavano la fede di riuscire in un nuovo attentato che a breve scadenza si sarebbe deciso di eseguire. I disordini di Viareggio, poi quelli di Sarzana, l'agitazione stessa che si diffondeva alla Spezia sotto il pretesto del caro-viveri sembravano forse agli estremisti locali favorevoli all'attuazione dei loro propositi.<br />
Un'ultima visita fatta qui nella settimana scorsa da [[Errico Malatesta]], parve infondere vigore al proposito e senza dubbio sospinse all'azione che fu stabilita per i primi giorni del giugno corrente. Il piano, a quanto riferivano i confidenti, era basato sempre sull'appoggio del personale di marina ed aveva per fine di impadronirsi della polveriera e dei forti, dell'arsenale, degli stabilimenti industriali, dei punti principali della città e degli edifici pubblici.<br />
Un'ultima visita fatta qui nella settimana scorsa da [[Errico Malatesta]], parve infondere vigore al proposito e senza dubbio sospinse all'azione che fu stabilita per i primi giorni del giugno corrente. Il piano, a quanto riferivano i confidenti, era basato sempre sull'appoggio del personale di marina ed aveva per fine di impadronirsi della polveriera e dei forti, dell'arsenale, degli stabilimenti industriali, dei punti principali della città e degli edifici pubblici.<br />
Il piano doveva avere esecuzione in diverse parti contemporaneamente. Certo si trattava di un vasto disegno concepito follemente, senza alcuna visione pratica della sua difficile possibilità. La frase tipica con cui si vuole venisse deliberato: "Da cosa nasce cosa". Questa frase illumina le finalità del tentativo. Si faceva altresì molto affidamento nella partecipazione al movimento, una volta iniziato, della massa operaia, in ispecie in quella iscritta nell'unione sindacale. Se però il piano era troppo vasto ed audace per riuscire era tuttavia tale da destare le più serie preoccupazioni di fronte alle conseguenze gravissime che ne sarebbero scaturite se fosse stato anche in minima parte effettuato. Ed io non mancai di apprestare i mezzi di resistenza e fui ben sollecito di preavvisarne S. E. il Comandante in Capo della Piazza con ripetute e frequenti conferenze personali di cui l'ultima risale al pomeriggio di giovedì 3 corrente mese... <br />
Il piano doveva avere esecuzione in diverse parti contemporaneamente. Certo si trattava di un vasto disegno concepito follemente, senza alcuna visione pratica della sua difficile possibilità. La frase tipica con cui si vuole venisse deliberato: "Da cosa nasce cosa". Questa frase illumina le finalità del tentativo. Si faceva altresì molto affidamento nella partecipazione al movimento, una volta iniziato, della massa operaia, in ispecie in quella iscritta nell'unione sindacale. Se però il piano era troppo vasto ed audace per riuscire era tuttavia tale da destare le più serie preoccupazioni di fronte alle conseguenze gravissime che ne sarebbero scaturite se fosse stato anche in minima parte effettuato. Ed io non mancai di apprestare i mezzi di resistenza e fui ben sollecito di preavvisarne S. E. il Comandante in Capo della Piazza con ripetute e frequenti conferenze personali di cui l'ultima risale al pomeriggio di giovedì 3 corrente mese... <br />
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«Il pregiudicato Dante Carnesecchi, colpito di ben quattro mandati di cattura per omicidio nella persona di un carabiniere, per attentato alla polveriera di Vallegrande, per reati contro la proprietà, è stato assicurato alla giustizia in una brillante operazione dei reali Carabinieri al Termo d'Arcola.<br />
«Il pregiudicato Dante Carnesecchi, colpito di ben quattro mandati di cattura per omicidio nella persona di un carabiniere, per attentato alla polveriera di Vallegrande, per reati contro la proprietà, è stato assicurato alla giustizia in una brillante operazione dei reali Carabinieri al Termo d'Arcola.<br />
Al momento dell'arresto s'era nascosto in un armadio ed aveva accanto una rivoltella carica.
Al momento dell'arresto s'era nascosto in un armadio ed aveva accanto una rivoltella carica.
La sua casetta come quella di un brigante degli antichi tempi era un vero arsenale di rivoltelle e di fucili con parecchie riserve di polvere pirica... »
La sua casetta come quella di un brigante degli antichi tempi era un vero arsenale di rivoltelle e di fucili con parecchie riserve di polvere pirica... ».
*'''Articolo di [[Renzo Novatore]] da «[[Pasquale Binazzi|Il Libertario]]» del [[7 ottobre]] [[1920]]''':  
*'''Articolo di [[Renzo Novatore]] da «[[Pasquale Binazzi|Il Libertario]]» del [[7 ottobre]] [[1920]]''':  


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Parlarne troppo a lungo si corre sempre il rischio di guastarle. È un anarchico veramente individualista. Ecco tutto... Ora nel primo rastrellamento di delinquenti sociali fatto nei dintorni di Spezia, per ordine di Giolitti, Olivetti, e D'Aragona, è stato arrestato anche lui. "In una brillante operazione" fatta da cento e più carabinieri del re guidati da un loro ufficiale hanno invaso la sua casa e lo hanno catturato. La stampa merdosa della borghesia idiota e democratica, [[liberale]] e monarchica, ne ha dato l'annuncio trionfale ricamandolo di particolari talmente foschi da fare invidia ad uno di quei ripugnanti romanzi che solo quella carogna di Carolina Invernizio, buon' anima, sapeva scrivere. Naturalmente tutto ciò che si è scritto su di lui è falso come è falsa e bugiarda l'anima fangosa e putrida d'ogni miserabile giornalista venduto. Per amore della verità dobbiamo dire (a costo di disonorarlo) che non è pur vero che sia pregiudicato.<br />
Parlarne troppo a lungo si corre sempre il rischio di guastarle. È un anarchico veramente individualista. Ecco tutto... Ora nel primo rastrellamento di delinquenti sociali fatto nei dintorni di Spezia, per ordine di Giolitti, Olivetti, e D'Aragona, è stato arrestato anche lui. "In una brillante operazione" fatta da cento e più carabinieri del re guidati da un loro ufficiale hanno invaso la sua casa e lo hanno catturato. La stampa merdosa della borghesia idiota e democratica, [[liberale]] e monarchica, ne ha dato l'annuncio trionfale ricamandolo di particolari talmente foschi da fare invidia ad uno di quei ripugnanti romanzi che solo quella carogna di Carolina Invernizio, buon' anima, sapeva scrivere. Naturalmente tutto ciò che si è scritto su di lui è falso come è falsa e bugiarda l'anima fangosa e putrida d'ogni miserabile giornalista venduto. Per amore della verità dobbiamo dire (a costo di disonorarlo) che non è pur vero che sia pregiudicato.<br />
È giovane. Ama intensamente la libertà e la vita. Lo vogliamo fuori!<br />
È giovane. Ama intensamente la libertà e la vita. Lo vogliamo fuori!<br />
Anarchici individualisti A Noi!» <ref>Si noti come il saluto, popolarmente conosciuto come [[Fascismo|fascista]], fosse in realtà utilizzato prima di Mussolini dagli antiautoritari e antifascisti (frange della sinistra, [[formazioni di difesa proletaria|formazioni paramilitari antifasciste]] quali il Fronte Unito [[Arditi del Popolo]], [[Impresa di Fiume|legionari fiumani]], ecc.), scaturito casualmente dopo un assalto degli Arditi Assaltatori e pronunciato da un capitano di questi con il probabile intento di incoraggiare la sfida all'avversario.<br />
Anarchici individualisti A Noi!» <ref>Si noti come il saluto, popolarmente conosciuto come [[Fascismo|fascista]], fosse in realtà utilizzato prima di Mussolini dagli antiautoritari e antifascisti (frange della sinistra, [[formazioni di difesa proletaria|formazioni paramilitari antifasciste]] quali il Fronte Unito [[Arditi del Popolo]], [[Impresa di Fiume|legionari fiumani]] ecc.), scaturito casualmente dopo un assalto degli Arditi Assaltatori e pronunciato da un capitano di questi con il probabile intento di incoraggiare la sfida all'avversario.<br />
Quando il [[fascismo]] ebbe fra le mani il potere, il cosidetto duce si affrettò ad eliminare tale saluto, che poteva risultare troppo egualitario, e sostituirlo con un ben più "coerente": «Al duce», onde far ben comprendere che i più o meno reali proponimenti "di sinistra" del primo fascismo, erano definitivamente riposti.  </ref>
Quando il [[fascismo]] ebbe fra le mani il potere, il cosidetto duce si affrettò ad eliminare tale saluto, che poteva risultare troppo egualitario, e sostituirlo con un ben più "coerente": «Al duce», onde far ben comprendere che i più o meno reali proponimenti "di sinistra" del primo fascismo, erano definitivamente riposti.  </ref>


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«... con tutto ciò egli era lo spauracchio, il babau, lo spettro incubante dell'autorità, solo perché era un anarchico ed una figura fisicamente atletica ed energica. Un insieme di ombre, di esagerazioni iperboliche, di vociferazioni fantastiche valse a creare nell'autorità uno stato d'animo tenebrosamente odioso da indurle, dopo esperita ogni altra via, alla soppressione del nostro amico.
«... con tutto ciò egli era lo spauracchio, il babau, lo spettro incubante dell'autorità, solo perché era un anarchico ed una figura fisicamente atletica ed energica. Un insieme di ombre, di esagerazioni iperboliche, di vociferazioni fantastiche valse a creare nell'autorità uno stato d'animo tenebrosamente odioso da indurle, dopo esperita ogni altra via, alla soppressione del nostro amico.
Mercoledi, quando il giornale andava in macchina, ebbero luogo i funerali del caro indimenticabile compagno nostro Dante Carnesecchi assassinato dai carabinieri della stazione del Limone. La questura fece del suo meglio per applicare l'ostruzionismo e la censura ai manifesti degli anarchici e della Camera del Lavoro Sindacale. Soltanto alle ore 14,30 poterono essere affissi, vale a dire soltanto due ore e mezzo prima dei funerali... Malgrado questi miserevoli espedienti migliaia di compagni e di lavoratori intervennero ai funerali che riuscirono seri, imponenti, commoventi. Il carro era coperto di corone e la bara era avvolta da un labaro rosso, su cui era scritto in nero: Giù le armi! Vi erano i vessilli degli [[anarchici]], dei [[comunisti]], dei [[socialisti]] e delle organizzazioni aderenti alla Camera Sindacale e a quella Confederale. Senza che nessuno l'avesse chiesto spontaneamente nell'ora dei funerali lungo il percorso del corteo, dall'Ospedale Civile per via Provinciale al Cimitero dei Boschetti, tutti i negozi in segno di lutto erano chiusi e tutti salutavano commossi la salma del compagno nostro. Quando il corteo giunse sullo spiazzale della camera mortuaria del Cimitero vi si erano già riversati tutti gli abitanti del Limone, Termo d'Arcola e paesi vicini, accorsi tutti ad attestare la stima e l'affetto al povero assassinato e la protesta contro i suoi assassini. Dissero commoventi ed inspirate parole per gli anarchici il compagno [[Pasquale Binazzi]] ed [[Ennio Mattias]] per la Camera Sindacale.»
Mercoledi, quando il giornale andava in macchina, ebbero luogo i funerali del caro indimenticabile compagno nostro Dante Carnesecchi assassinato dai carabinieri della stazione del Limone. La questura fece del suo meglio per applicare l'ostruzionismo e la censura ai manifesti degli anarchici e della Camera del Lavoro Sindacale. Soltanto alle ore 14,30 poterono essere affissi, vale a dire soltanto due ore e mezzo prima dei funerali... Malgrado questi miserevoli espedienti migliaia di compagni e di lavoratori intervennero ai funerali che riuscirono seri, imponenti, commoventi. Il carro era coperto di corone e la bara era avvolta da un labaro rosso, su cui era scritto in nero: Giù le armi! Vi erano i vessilli degli [[anarchici]], dei [[comunisti]], dei [[socialisti]] e delle organizzazioni aderenti alla Camera Sindacale e a quella Confederale. Senza che nessuno l'avesse chiesto spontaneamente nell'ora dei funerali lungo il percorso del corteo, dall'Ospedale Civile per via Provinciale al Cimitero dei Boschetti, tutti i negozi in segno di lutto erano chiusi e tutti salutavano commossi la salma del compagno nostro. Quando il corteo giunse sullo spiazzale della camera mortuaria del Cimitero vi si erano già riversati tutti gli abitanti del Limone, Termo d'Arcola e paesi vicini, accorsi tutti ad attestare la stima e l'affetto al povero assassinato e la protesta contro i suoi assassini. Dissero commoventi ed inspirate parole per gli anarchici il compagno [[Pasquale Binazzi]] ed [[Ennio Mattias]] per la Camera Sindacale».


* '''Articolo da «IL SECOLO XIX» del [[30 marzo]] [[1921]] intitolato ''Conflitto mortale con i carabinieri''''':  
* '''Articolo da «IL SECOLO XIX» del [[30 marzo]] [[1921]] intitolato ''Conflitto mortale con i carabinieri''''':  


«Dante Carnesecchi di anni 29 noto anarchico, era da tempo ricercato dai carabinieri, quale sospetto colpevole della uccisione di un milite dell'arma. La notte scorsa i carabinieri lo trovarono al Termo d'Arcola insieme a due suoi compagni e lo fermarono. Il Carnesecchi estratto rapidamente il pugnale tentò di colpire e liberarsi: al suo tentativo rispose un colpo di rivoltella che lo ferì a morte. I suoi due compagni si dileguarono rapidamente nella oscurità inseguiti da altri colpi di rivoltella che pare abbiano raggiunto il segno e colpito uno dei fuggenti, perché sono state trovate sulla direzione della loro fuga, larghe tracce di sangue. Dal luogo del conflitto venne chiamata telefonicamente la P.A. che accorse rapida, come è consuetudine sua, e raccolse il Carnesecchi agonizzante. Infatti costui mentre la lettiga giunse all'ospedale spirò» <ref> Da "Dizionario biografico degli anarchici italiani ", Pisa, BFS (Biblioteca [[Franco Serantini]]), 2004 (volume primo, pag. 326 e 327: voce curata da Fausto Bucci - R. Bugiani - M. Lenzerini)</ref>" .
«Dante Carnesecchi di anni 29 noto anarchico, era da tempo ricercato dai carabinieri, quale sospetto colpevole della uccisione di un milite dell'arma. La notte scorsa i carabinieri lo trovarono al Termo d'Arcola insieme a due suoi compagni e lo fermarono. Il Carnesecchi estratto rapidamente il pugnale tentò di colpire e liberarsi: al suo tentativo rispose un colpo di rivoltella che lo ferì a morte. I suoi due compagni si dileguarono rapidamente nella oscurità inseguiti da altri colpi di rivoltella che pare abbiano raggiunto il segno e colpito uno dei fuggenti, perché sono state trovate sulla direzione della loro fuga, larghe tracce di sangue. Dal luogo del conflitto venne chiamata telefonicamente la P.A. che accorse rapida, come è consuetudine sua, e raccolse il Carnesecchi agonizzante. Infatti costui mentre la lettiga giunse all'ospedale spirò». <ref name="BFS"></ref>


*'''Testimonianza dei compagni e della madre:'''
*'''Testimonianza dei compagni e della madre:'''


Gli anarchici denunciano apertamente i militi e li accusano di avere «proditoriamente e selvaggiamente assassinato» il loro compagno di ideali: il [[27 marzo]] i carabinieri del "Limone" - '''racconta «[[Il Libertario]]»''' -: «sono sortiti dalla caserma come "cannibali ebbri ed armati", al comando di un "nefasto brigadiere", e si sono recati "al canto provocatore di "Bandiera rossa" ed altri inni sovversivi in ricerca della preda designata al Termo d'Arcola". Qui hanno schiamazzato, bevuto e costretto, con la violenza, la gente a rincasare, poi sono piombati su C., che usciva di casa con lo zio Azeglio e l'amico Franceschini portando con sé una chitarra, e hanno brutalmente colpito Azeglio con una frusta e sparato a Franceschini, senza ferirlo. Quanto a Carnesecchi, egli è stato schiaffeggiato dal brigadiere e investito dai militi con "una briaca, tempestosa sfuriata di nervate", prima di essere abbattuto da una fucilata alla schiena e colpito da numerose rivoltellate e pugnalate, mentre i carabinieri urlavano: "'''Vigliacco! Voglio spezzarti il cuore con una revolverata!'''" e il brigadiere ordinava: "'''Prendi il pugnale, spaccagli il cuore!'''".»
Gli anarchici denunciano apertamente i militi e li accusano di avere «proditoriamente e selvaggiamente assassinato» il loro compagno di ideali: il [[27 marzo]] i carabinieri del "Limone", '''racconta «[[Il Libertario]]»''', «sono sortiti dalla caserma come "cannibali ebbri ed armati", al comando di un "nefasto brigadiere", e si sono recati "al canto provocatore di ''Bandiera rossa'' ed altri inni sovversivi in ricerca della preda designata al Termo d'Arcola". Qui hanno schiamazzato, bevuto e costretto, con la violenza, la gente a rincasare, poi sono piombati su C., che usciva di casa con lo zio Azeglio e l'amico Franceschini portando con sé una chitarra, e hanno brutalmente colpito Azeglio con una frusta e sparato a Franceschini, senza ferirlo. Quanto a Carnesecchi, egli è stato schiaffeggiato dal brigadiere e investito dai militi con "una briaca, tempestosa sfuriata di nervate", prima di essere abbattuto da una fucilata alla schiena e colpito da numerose rivoltellate e pugnalate, mentre i carabinieri urlavano "'''Vigliacco! Voglio spezzarti il cuore con una revolverata!'''" e il brigadiere ordinava "'''Prendi il pugnale, spaccagli il cuore!'''"».


Il [[29 marzo]] [[1921]] la mamma di Carnesecchi smentisce la versione dell'accaduto, diffusa da "Il Tirreno" e da altri giornali conservatori, puntualizzando che il [[27 marzo]] i carabinieri hanno ingiunto al figlio e ai suoi due compagni di fermarsi e di alzare le braccia: «Mio figlio e gli altri obbedirono chiedendo a quei sette [...] chi fossero. Rispose il brigadiere qualificandosi e mio figlio declinò allora il suo nome. A questo punto il brigadiere, saputo che davanti aveva mio figlio, gli vibrò uno schiaffo e tutti i carabinieri incominciarono a colpire con nerbate e pugnalate i tre disgraziati, i quali tentarono di salvarsi con la fuga. Mio figlio venne travolto e gettato a terra dove fu colpito da vari colpi di rivoltella e dì fucile. [...] "È pure falso che mio figlio fosse colpito da mandato di cattura».
Il [[29 marzo]] [[1921]] la mamma di Carnesecchi smentisce la versione dell'accaduto, diffusa da "Il Tirreno" e da altri giornali conservatori, puntualizzando che il [[27 marzo]] i carabinieri hanno ingiunto al figlio e ai suoi due compagni di fermarsi e di alzare le braccia: «Mio figlio e gli altri obbedirono chiedendo a quei sette [...] chi fossero. Rispose il brigadiere qualificandosi e mio figlio declinò allora il suo nome. A questo punto il brigadiere, saputo che davanti aveva mio figlio, gli vibrò uno schiaffo e tutti i carabinieri incominciarono a colpire con nerbate e pugnalate i tre disgraziati, i quali tentarono di salvarsi con la fuga. Mio figlio venne travolto e gettato a terra dove fu colpito da vari colpi di rivoltella e dì fucile. [...] È pure falso che mio figlio fosse colpito da mandato di cattura».


* '''Articolo pubblicato su «[[Gli Scamiciati]]» di Pegli il [[9 aprile]] [[1921]], (serie II, num.12, pag.2) intitolato ''Assassini!''''':
* '''Articolo pubblicato su «[[Gli Scamiciati]]» di Pegli il [[9 aprile]] [[1921]], (serie II, num.12, pag.2) intitolato ''Assassini!''''':
   
   
«La sera del 27 marzo, alla stazione di Termo d'Arcola, una squadra di carabinieri vestiti in borghese, usciti fuori dalla nuova caserma messa alla vicina Limone non sappiamo il perché... , <ref>Si adombra la premeditazione dell'omicidio, dimostrata dalla creazione di una nuova caserma vicina al luogo dove abitava il Carnesecchi, formata da militi particolarmente motivati in chiave repressiva.</ref> partirono in numero di dieci, bene armati di fucili americani e di pugnali, e bene innaffiati di vino, al canto di "Bandiera rossa" s'avviarono in cerca della vittima da tempo predestinata: Dante Carnesecchi, l'anarchico spauracchio, uscito da pochi giorni dalle carceri di Sarzana ove era stato parecchi mesi in attesa del processo che poi non venne... Egli stava in quell'ora, in casa sua, suonando la chitarra in compagnia di uno zio violoncellista. Accostatisi a casa sua i dieci manigoldi vi s'appiattarono e al momento opportuno, cioè quando il buon Dante uscito da casa sua s'accingeva ad accompagnare lo zio all'abitazione di lui, sbucarono fuori con i fucili spianati e perquisirono quelle loro due prede. Vistele disarmate incominciarono "la funzione". Terribili colpi di nervo colpirono il nostro compagno alla faccia; egli si difese come poté colla chitarra che teneva in mano, ma questa ben presto andò in frantumi ed egli con un gesto disperato (aveva la faccia letteralmente spaccata dai nervi ferrati) riuscì a divincolarsi e a fuggire. Non aveva fatto ancora dieci passi che una raffica di colpi l'atterrò. Appena a terra gli furono sopra e gli vibrarono trenta pugnalate. Poi col calcio dei fucili gli spaccarono la testa. L'assassinio fu compiuto con tanta malvagità e tanta brutalità impossibili a concepirsi. Lo derubarono di tutto e poscia minacciarono di morte (vigliacchi, ormai egli era già in agonia!) anche i militi della Pubblica Assistenza che andarono per portarlo via. Un milite piangente nel caricarlo sulla barella gli disse: "Coraggio Dante". Ed egli, col filo di voce che ancora gli rimaneva: "Sono episodi della vita... Non è niente... Datemi dell'acqua... Muoio". Il brigadiere sempre col pugnale in mano urlò infuriato: "Ah vigliacco! Vivi sempre. Sei più duro d'un bue". E gli sputò ancora addosso... »
«La sera del 27 marzo, alla stazione di Termo d'Arcola, una squadra di carabinieri vestiti in borghese, usciti fuori dalla nuova caserma messa alla vicina Limone non sappiamo il perché... <ref>Si adombra la premeditazione dell'omicidio, dimostrata dalla creazione di una nuova caserma vicina al luogo dove abitava il Carnesecchi, formata da militi particolarmente motivati in chiave repressiva.</ref> partirono in numero di dieci, bene armati di fucili americani e di pugnali, e bene innaffiati di vino, al canto di "Bandiera rossa" s'avviarono in cerca della vittima da tempo predestinata: Dante Carnesecchi, l'anarchico spauracchio, uscito da pochi giorni dalle carceri di Sarzana ove era stato parecchi mesi in attesa del processo che poi non venne... Egli stava in quell'ora, in casa sua, suonando la chitarra in compagnia di uno zio violoncellista. Accostatisi a casa sua i dieci manigoldi vi s'appiattarono e al momento opportuno, cioè quando il buon Dante uscito da casa sua s'accingeva ad accompagnare lo zio all'abitazione di lui, sbucarono fuori con i fucili spianati e perquisirono quelle loro due prede. Vistele disarmate incominciarono "la funzione". Terribili colpi di nervo colpirono il nostro compagno alla faccia; egli si difese come poté colla chitarra che teneva in mano, ma questa ben presto andò in frantumi ed egli con un gesto disperato (aveva la faccia letteralmente spaccata dai nervi ferrati) riuscì a divincolarsi e a fuggire. Non aveva fatto ancora dieci passi che una raffica di colpi l'atterrò. Appena a terra gli furono sopra e gli vibrarono trenta pugnalate. Poi col calcio dei fucili gli spaccarono la testa. L'assassinio fu compiuto con tanta malvagità e tanta brutalità impossibili a concepirsi. Lo derubarono di tutto e poscia minacciarono di morte (vigliacchi, ormai egli era già in agonia!) anche i militi della Pubblica Assistenza che andarono per portarlo via. Un milite piangente nel caricarlo sulla barella gli disse: "Coraggio Dante". Ed egli, col filo di voce che ancora gli rimaneva: "Sono episodi della vita... Non è niente... Datemi dell'acqua... Muoio". Il brigadiere sempre col pugnale in mano urlò infuriato: "Ah vigliacco! Vivi sempre. Sei più duro d'un bue". E gli sputò ancora addosso... ».


==Note==
==Note==
<references/>
<references/>
== Bibliografia ==
== Bibliografia ==
*''Dizionario biografico degli anarchici italiani'', Pisa, [[Biblioteca Franco Serantini]], 2004, Volume primo alle pagine 326 e 327: a cura di (F. Bucci- R. Bugiani - M. Lenzerini)
*F. Bucci, R. Bugiani, M. Lenzerini, [https://www.bfscollezionidigitali.org/entita/13292 ''Dante Carnesecchi''] ''Dizionario biografico degli anarchici italiani'', Tomo I, Pisa, BFS, 2003, pp. 325-326


== Voci correlate ==
== Voci correlate ==
*[[Renzo Novatore]]
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*[[futuristi di sinistra]]
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*[[Impresa di Fiume]]
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[[Categoria:Anarchici italiani|Carnesecchi, Dante]]
[[Categoria:Anarchici italiani|Carnesecchi, Dante]]
[[Categoria:Individualisti|Carnesecchi, Dante]]
[[Categoria:Individualisti|Carnesecchi, Dante]]
[[Categoria:Iconoclasti|Carnesecchi, Dante]]
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