Banda del Matese: differenze tra le versioni

Jump to navigation Jump to search
m (Sostituzione testo - " [[" con " [[")
m (Sostituzione testo - " d" con " d")
Riga 20: Riga 20:
La '''Banda del Matese''' aveva in [[Carlo Cafiero]], [[Errico Malatesta]], [[Francesco Pezzi]], [[Napoleone Papini]] e [[Cesare Ceccarelli]] gli elementi di maggior spicco. Con loro vi erano studenti, contadini, calzolai, muratori, ecc. provenienti dia più disparati luoghi. Tutti furono addestrati dal russo [[Sergio Kravcinskij]].  
La '''Banda del Matese''' aveva in [[Carlo Cafiero]], [[Errico Malatesta]], [[Francesco Pezzi]], [[Napoleone Papini]] e [[Cesare Ceccarelli]] gli elementi di maggior spicco. Con loro vi erano studenti, contadini, calzolai, muratori, ecc. provenienti dia più disparati luoghi. Tutti furono addestrati dal russo [[Sergio Kravcinskij]].  


Nel marzo del [[1877]] "la banda" ritenne fosse giunto il momento di agire, ma il clima rigido di quell'anno consigliò loro di spostare l'azione di qualche settimana.
Nel marzo del [[1877]] "la banda" ritenne fosse giunto il momento di agire, ma il clima rigido di quell'anno consigliò loro di spostare l'azione di qualche settimana.
Quando le condizioni climatiche divennero più accettabili, i [[rivoluzione|rivoluzionari]] decisero di ritrovarsi in un piccolo paesello, a San Lupo (Benevento).
Quando le condizioni climatiche divennero più accettabili, i [[rivoluzione|rivoluzionari]] decisero di ritrovarsi in un piccolo paesello, a San Lupo (Benevento).


Riga 37: Riga 37:
Dopo l'arresto, i componenti della banda incarcerati a S. Maria Capua Vetere. Inizialmente l'intenzione era quella di far giudicare gli insorti da un tribunale di guerra, il che avrebbe significato la condanna a morte per fucilazione. Per fortuna ciò non accadde ed invece furono giudicati da un tribunale civile. Decisiva fu l'intercessione della figlia di [[Carlo Pisacane]], [[Silvia Pisacane|Silvia]], che era stata adottata del Ministro degli Interni Nicotera e che probabilmente aveva avuto contatti con gli [[AIT|internazionalisti]] napoletani. Era stato l'avvocato [[Carlo Gambuzzi]], già  amico di [[Bakunin]], a chiederle aiuto «e tanto scongiurò la giovane perché intercedesse presso il padre adottivo, in nome dell'affinità  d'idee dell'analogia dei casi che legavano al ricordo del Pisacane la banda del Matese che Silvia riuscì a strappare al Nicotera la revoca della primitiva decisione. La minaccia del giudizio sommario era scongiurata».
Dopo l'arresto, i componenti della banda incarcerati a S. Maria Capua Vetere. Inizialmente l'intenzione era quella di far giudicare gli insorti da un tribunale di guerra, il che avrebbe significato la condanna a morte per fucilazione. Per fortuna ciò non accadde ed invece furono giudicati da un tribunale civile. Decisiva fu l'intercessione della figlia di [[Carlo Pisacane]], [[Silvia Pisacane|Silvia]], che era stata adottata del Ministro degli Interni Nicotera e che probabilmente aveva avuto contatti con gli [[AIT|internazionalisti]] napoletani. Era stato l'avvocato [[Carlo Gambuzzi]], già  amico di [[Bakunin]], a chiederle aiuto «e tanto scongiurò la giovane perché intercedesse presso il padre adottivo, in nome dell'affinità  d'idee dell'analogia dei casi che legavano al ricordo del Pisacane la banda del Matese che Silvia riuscì a strappare al Nicotera la revoca della primitiva decisione. La minaccia del giudizio sommario era scongiurata».


Il processo contro la banda del Matese, difesa tra gli altri anche dal giovanissimo [[Francesco Saverio Merlino]], iniziò il [[14 agosto]] [[1878]] e si concluse il [[25 agosto|25]] dello stesso mese. La sentenza dichiarò innocenti i ventisei anarchici imputati della morte di un carabiniere, attribuita invece a causa sopravvenuta. Al termine della lettura nella sala scoppiò un caloroso battimano.  
Il processo contro la banda del Matese, difesa tra gli altri anche dal giovanissimo [[Francesco Saverio Merlino]], iniziò il [[14 agosto]] [[1878]] e si concluse il [[25 agosto|25]] dello stesso mese. La sentenza dichiarò innocenti i ventisei anarchici imputati della morte di un carabiniere, attribuita invece a causa sopravvenuta. Al termine della lettura nella sala scoppiò un caloroso battimano.  


Mentre i carabinieri li traducevano in [[carcere]] per l'espletamento delle pratiche di liberazione, una folla di circa duemila persone acclamò gli insorti, dimostrando loro grande simpatia.
Mentre i carabinieri li traducevano in [[carcere]] per l'espletamento delle pratiche di liberazione, una folla di circa duemila persone acclamò gli insorti, dimostrando loro grande simpatia.