Anarchici e Resistenza: differenze tra le versioni

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[[File:Anarchici_e_Resistenza.jpg|thumb|right|200px|Manifesto che ricorda il ruolo avuto dagli anarchici prima, durante e dopo la resistenza antifascista.]]
[[File:Anarchici_e_Resistenza.jpg|thumb|right|200px|Manifesto che ricorda il ruolo avuto dagli anarchici prima, durante e dopo la resistenza [[antifascista]].]]
La storiografia comune sia per motivi di difficoltà di documentazione sia per motivi politici è stata per tempo assai carente sull'argomento, a parte autori come il genovese [[Gaetano Perillo]] storico, comunista, partigiano e comandante degli [[Arditi del Popolo]] a Genova a suo tempo.
La storiografia comune sia per motivi di difficoltà di documentazione sia per motivi politici è stata per tempo assai carente sull'argomento, a parte autori come il genovese [[Gaetano Perillo]] storico, comunista, partigiano e comandante degli [[Arditi del Popolo]] a Genova a suo tempo.


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I partigiani jugoslavi lentamente si amalgameranno con gli antifascisti italiani in quanto estremamente diffidenti proprio perché gli [[anarchia|anarchici]] sono italiani e perciò appartenenti al popolo degli invasori della loro terra, ma pian piano la caparbietà nel convincimento da parte degli [[anarchia|anarchici]] vincerà la loro diffidenza.
I partigiani jugoslavi lentamente si amalgameranno con gli antifascisti italiani in quanto estremamente diffidenti proprio perché gli [[anarchia|anarchici]] sono italiani e perciò appartenenti al popolo degli invasori della loro terra, ma pian piano la caparbietà nel convincimento da parte degli [[anarchia|anarchici]] vincerà la loro diffidenza.


Il metodo tipico di intimidazione per imporre la disciplina voluta dagli aguzzini del campo son raffiche di mitragliatrice a salve contro i rivoltosi, ma capito, da parte dei rivoltosi, che sono a salve tale metodo lascia alla fin fine il tempo che trova. Il solo sistema è trasferire il combattivo gruppo di [[Alfonso Failla]] ad Arezzo che però è di nuovo in mano ai nazifascisti, o sta per caderci a breve termine; ciò significa portarli a farli fucilare senza il minimo dubbio. [[Alfonso Failla]] fa notare questo al responsabile del campo. Ma l'ordine non cambia e viene approntato il trasporto. L'alpino tenente Rouep è l'ufficiale accompagnatore, il graduato è ancora fascista e lo chiarisce nelle discussioni con gli [[anarchia|anarchici]], ma è assai diverso umanamente parlando, da Panzacchi, non gli va per nulla che Failla ed il suo gruppo finisca in mano ai nazifascisti, per cui a pochi chilometri da Arezzo, blocca il trasferimento consegna l'elenco dei tradotti ad [[Alfonso Failla]] e [[Mario Perelli]] <ref> Fra i [http://www.ecn.org/ponte/documenti/ares.php comandanti] delle [[Brigate Bruzzi e Errico Malatesta]] di Milano, forti di circa 1300 uomini</ref> e li rimette in [[libertà]]. Fra le altre anarchiche, di cui non si hanno notizie sicure, al campo di Renicci fu inviata pure l'anarchica Lucia Minon <ref>Da [[ANPI]] le [https://web.archive.org/web/20090813185641/http://www.anpi.it/ts/1927.htm sentenze] del Tribunale Speciale</ref> moglie di Alpinolo Bucciarelli <ref>''La Spagna brucia'', Giacomo Calandrone, Editori Riuniti; ''Col freddo nel cuore: uomini e donne nell'emigrazione antifascista'' di Patrizia Gabrielli, Donzelli</ref>, anche lui [[anarchia|anarchico]].
Il metodo tipico di intimidazione per imporre la disciplina voluta dagli aguzzini del campo son raffiche di mitragliatrice a salve contro i rivoltosi, ma capito, da parte dei rivoltosi, che sono a salve tale metodo lascia alla fin fine il tempo che trova. Il solo sistema è trasferire il combattivo gruppo di [[Alfonso Failla]] ad Arezzo che però è di nuovo in mano ai nazifascisti, o sta per caderci a breve termine; ciò significa portarli a farli fucilare senza il minimo dubbio. [[Alfonso Failla]] fa notare questo al responsabile del campo. Ma l'ordine non cambia e viene approntato il trasporto. L'alpino tenente Rouep è l'ufficiale accompagnatore, il graduato è ancora fascista e lo chiarisce nelle discussioni con gli [[anarchia|anarchici]], ma è assai diverso umanamente parlando, da Panzacchi, non gli va per nulla che Failla ed il suo gruppo finisca in mano ai nazifascisti, per cui a pochi chilometri da Arezzo, blocca il trasferimento consegna l'elenco dei tradotti ad [[Alfonso Failla]] e [[Mario Perelli]] <ref> Fra i [http://www.ecn.org/ponte/documenti/ares.php comandanti] delle [[Brigate Bruzzi e Errico Malatesta]] di Milano, forti di circa 1.300 uomini</ref> e li rimette in [[libertà]]. Fra le altre anarchiche, di cui non si hanno notizie sicure, al campo di Renicci fu inviata pure l'anarchica Lucia Minon <ref>Da [[ANPI]] le [https://web.archive.org/web/20090813185641/http://www.anpi.it/ts/1927.htm sentenze] del Tribunale Speciale</ref> moglie di Alpinolo Bucciarelli <ref>''La Spagna brucia'', Giacomo Calandrone, Editori Riuniti; ''Col freddo nel cuore: uomini e donne nell'emigrazione antifascista'' di Patrizia Gabrielli, Donzelli</ref>, anche lui [[anarchia|anarchico]].


=== I reduci di Renicci entrano nella Resistenza ===
=== I reduci di Renicci entrano nella Resistenza ===
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=== Gli avvenimenti successivi, alleanze e nemici degli anarchici nella Resistenza ===
=== Gli avvenimenti successivi, alleanze e nemici degli anarchici nella Resistenza ===
"[[Umanità Nova]]" soppresso dai fascisti rinasce a Firenze con una tiratura clandestina di 1800 copie che si avvicina alle 8000 nei successivi 2 anni. La prima testata dice "''Salute a Voi, o compagni d'Italia e di tutti i paesi; noi, dopo un lungo e forzato silenzio, riprendiamo con immutata fede il nostro posto di battaglia per la liberazione di tutti gli oppressi''".
"[[Umanità Nova]]" soppresso dai fascisti rinasce a Firenze con una tiratura clandestina di 1.800 copie che si avvicina alle 8000 nei successivi 2 anni. La prima testata dice "''Salute a Voi, o compagni d'Italia e di tutti i paesi; noi, dopo un lungo e forzato silenzio, riprendiamo con immutata fede il nostro posto di battaglia per la liberazione di tutti gli oppressi''".
[[Image:Tessera Giuseppe Pinelli.jpg|thumb|300 px|Tessera del sedicenne [[Giuseppe Pinelli]] attestante l'appartenenza alle "[[Brigate Bruzzi e Malatesta]]"]]
[[Image:Tessera Giuseppe Pinelli.jpg|thumb|300 px|Tessera del sedicenne [[Giuseppe Pinelli]] attestante l'appartenenza alle "[[Brigate Bruzzi e Malatesta]]"]]
L'anno [[1944]] oltre a essere per gli anarchici l'anno dell'impegno partigiano, spesso in situazioni minoritarie e di debolezza locali, è l'anno in cui sovrapposta e compenetrata con la lotta antifascista (caratterizzata da intransigenza e negazione di possibile mediazione coi fascisti) la propaganda e la preparazione per l'insurrezione che porrà fine, secondo le loro speranze, oltre che al [[Fascismo|fascismo]] anche al [[capitalismo]]. Si tenta di coagulare attorno all'idea anarchica altri filoni quali quello azionista-repubblicano e [[liberalsocialista]], che già in [[Spagna]] aveva avuto forti convergenze con il pensiero degli anarchici, basta pensare al legame di [[Carlo Roselli]] con l'ala anarchica di Barcellona. Quindi si prova a condividere il programma minimo del [[1935]] la cui stesura è di [[Camillo Berneri]]. Nel contempo si cerca un avvicinamento ai social comunisti. In certe realtà la cosa ha successo: le [[Brigate Bruzzi e Malatesta]] con le [[Brigate Matteotti]], la collaborazione con [[Bandiera Rossa Roma]], e quindi con la correlata [[Banda del Gobbo]], nonché la stessa collaborazione con le Brigate di Giustizia e Libertà sempre a Roma, che sono al comando di [[Vincenzo Baldazzi]]. In alcune zone, vedi Genova ad esempio, vi è una stretta collaborazione fra anarchici e base del [[PCI]]. Il Fronte Unico dei Lavoratori proposto dagli anarchici tenta di incunearsi nelle diverse realtà della lotta armata antifascista non tralasciando mai la critica alla politica del [[CLN]]. A Milano si forma un'alleanza di breve durata con la frangia di comunisti dissidenti della ''Lega dei Consigli Rivoluzionari''. In questa situazione è conseguente che i nemici acerrimi del Fronte Unico dei Lavoratori sono gli Alleati, che in taluni casi non esitano a far fuori, o quantomeno vi è forte sospetto di ciò, capi partigiani anarchici di grandissima caratura quali [[Emilio Canzi]] e Forsinari, comandanti partigiani della zona piacentina che muoiono entrambi a causa di investimenti di jeep guidate da soldati alleati in situazioni e tempi diversi anche se assai vicini.
L'anno [[1944]] oltre a essere per gli anarchici l'anno dell'impegno partigiano, spesso in situazioni minoritarie e di debolezza locali, è l'anno in cui sovrapposta e compenetrata con la lotta antifascista (caratterizzata da intransigenza e negazione di possibile mediazione coi fascisti) la propaganda e la preparazione per l'insurrezione che porrà fine, secondo le loro speranze, oltre che al [[Fascismo|fascismo]] anche al [[capitalismo]]. Si tenta di coagulare attorno all'idea anarchica altri filoni quali quello azionista-repubblicano e [[liberalsocialista]], che già in [[Spagna]] aveva avuto forti convergenze con il pensiero degli anarchici, basta pensare al legame di [[Carlo Roselli]] con l'ala anarchica di Barcellona. Quindi si prova a condividere il programma minimo del [[1935]] la cui stesura è di [[Camillo Berneri]]. Nel contempo si cerca un avvicinamento ai social comunisti. In certe realtà la cosa ha successo: le [[Brigate Bruzzi e Malatesta]] con le [[Brigate Matteotti]], la collaborazione con [[Bandiera Rossa Roma]], e quindi con la correlata [[Banda del Gobbo]], nonché la stessa collaborazione con le Brigate di Giustizia e Libertà sempre a Roma, che sono al comando di [[Vincenzo Baldazzi]]. In alcune zone, vedi Genova ad esempio, vi è una stretta collaborazione fra anarchici e base del [[PCI]]. Il Fronte Unico dei Lavoratori proposto dagli anarchici tenta di incunearsi nelle diverse realtà della lotta armata antifascista non tralasciando mai la critica alla politica del [[CLN]]. A Milano si forma un'alleanza di breve durata con la frangia di comunisti dissidenti della ''Lega dei Consigli Rivoluzionari''. In questa situazione è conseguente che i nemici acerrimi del Fronte Unico dei Lavoratori sono gli Alleati, che in taluni casi non esitano a far fuori, o quantomeno vi è forte sospetto di ciò, capi partigiani anarchici di grandissima caratura quali [[Emilio Canzi]] e Forsinari, comandanti partigiani della zona piacentina che muoiono entrambi a causa di investimenti di jeep guidate da soldati alleati in situazioni e tempi diversi anche se assai vicini.
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