Giuseppe Ciancabilla: differenze tra le versioni
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===Dal socialismo all'anarchismo=== | ===Dal socialismo all'anarchismo=== | ||
Nell'ottobre del [[1897]], in veste di redattore dell'«Avanti!», Ciancabilla incontra [[Errico Malatesta]] per intervistarlo sullo stato di salute del [[Storia del movimento libertario in Italia|movimento anarchico italiano]] dopo la diserzione di [[Francesco Saverio Merlino]].<br /> | Nell'ottobre del [[1897]], in veste di redattore dell'«Avanti!», Ciancabilla incontra [[Errico Malatesta]] per intervistarlo sullo stato di salute del [[Storia del movimento libertario in Italia|movimento anarchico italiano]] dopo la diserzione di [[Francesco Saverio Merlino]].<br /> | ||
Propria la discussione che si svilupperò in seguito fu uno dei motivi che convincono Ciancabilla a lasciare il partito e ad abbracciare l'[[anarchismo]]. In questa periodo conosce anche l'allora socialista [[Nella Giacomelli]], incontro che sarà | Propria la discussione che si svilupperò in seguito fu uno dei motivi che convincono Ciancabilla a lasciare il partito e ad abbracciare l'[[anarchismo]]. In questa periodo conosce anche l'allora socialista [[Nella Giacomelli]], incontro che sarà probabilmente determinante per la "conversione" della stessa all'[[anarchismo]]. | ||
Il [[4 novembre]] del [[1897]], «[[L'Agitazione]]» ([[stampa anarchica|giornale]] fondato da [[Malatesta]]) pubblicava la ''Dichiarazione'' di adesione al movimento socialista-anarchico di Ciancabilla, che oramai era riparato a Zurigo. Infatti la sua definitiva adesione al movimento anarchico lo costringe a fuggire dall'[[Italia]] per non incorrere nelle "grinfie" della [[giustizia]] italiana (l'appartenenza all'[[anarchismo]] costava la galera o i domiciliari).<br /> Ciancabilla, insieme alla fidanzata [[Ersilia Cavedagni]], si trasferisce in [[Svizzera]], poi a Bruxelles ed infine in [[Francia]], dove collabora con il giornale di [[Jean Grave]] ''[[Les Temps Noveaux]]''. Alcuni suoi articoli circa la situazione del movimento anarchico italiano, in particolare dopo i [[moti di Milano (1898)| moti di Milano del 1898]], determinano l'espulsione dalla [[Francia]] e il suo ritorno in [[Svizzera]], dove insieme a [[Ersilia Grandi]] e [[Felice Vezzani]] collabora a ''L'Agitatore'' di Neuchatel. | Il [[4 novembre]] del [[1897]], «[[L'Agitazione]]» ([[stampa anarchica|giornale]] fondato da [[Malatesta]]) pubblicava la ''Dichiarazione'' di adesione al movimento socialista-anarchico di Ciancabilla, che oramai era riparato a Zurigo. Infatti la sua definitiva adesione al movimento anarchico lo costringe a fuggire dall'[[Italia]] per non incorrere nelle "grinfie" della [[giustizia]] italiana (l'appartenenza all'[[anarchismo]] costava la galera o i domiciliari).<br /> Ciancabilla, insieme alla fidanzata [[Ersilia Cavedagni]], si trasferisce in [[Svizzera]], poi a Bruxelles ed infine in [[Francia]], dove collabora con il giornale di [[Jean Grave]] ''[[Les Temps Noveaux]]''. Alcuni suoi articoli circa la situazione del movimento anarchico italiano, in particolare dopo i [[moti di Milano (1898)| moti di Milano del 1898]], determinano l'espulsione dalla [[Francia]] e il suo ritorno in [[Svizzera]], dove insieme a [[Ersilia Grandi]] e [[Felice Vezzani]] collabora a ''L'Agitatore'' di Neuchatel. | ||
I tragici fatti del [[1898]] in Sicilia e a Milano, mettono in crisi la sua fiducia "nelle masse", che egli giudicava «prive di capacità | I tragici fatti del [[1898]] in Sicilia e a Milano, mettono in crisi la sua fiducia "nelle masse", che egli giudicava «prive di capacità rivoluzionarie», convincendosi che solo con l'"[[anarco-individualismo|atto individuale]]" fosse possibile battere il nemico di classe, ovvero la borghesia. Per concretizzare subito queste sue nuove convinzioni, verso la fine del [[1898]] aveva raggiunto Milano deciso ad uccidere il "macellaio dei lavoratori", il generale [[Bava Beccaris]], che però non sarà mai attuato. | ||
Espulso dalla [[Svizzera]] per un suo articolo in difesa di [[Luigi Luccheni]], dopo un breve periodo in Gran Bretagna, decide di emigrare in America, insieme alla sua [[Ersilia Cavedagni|Ersilia]], per continuare fra gli immigrati la sua battaglia politica. | Espulso dalla [[Svizzera]] per un suo articolo in difesa di [[Luigi Luccheni]], dopo un breve periodo in Gran Bretagna, decide di emigrare in America, insieme alla sua [[Ersilia Cavedagni|Ersilia]], per continuare fra gli immigrati la sua battaglia politica. | ||
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Ciancabilla si trasferisce negli Stati Uniti nel 1898 e si stabilì a [[Paterson]], New Jersey, una grande roccaforte dell'anarchismo italiano. Qui diresse la ''[[La Questione Sociale]]'' ([[1895]]-[[1908]]), entrando però ben presto in conflitto con la redazione del giornale a causa della maturazione in lui di nuove idee in antitesi a quelle [[Malatesta|malatestiane]]. Dopo l'arrivo di [[Malatesta]] in America, divenendo direttore del giornale, lo costringe a trasferirsi a West Hoboken dove fonda il giornale «[[L'Aurora]]» ([[1899]]-[[1901]]) in cui pubblica e diffonde articoli di [[Jean Grave]] e [[Kropotkin]]. | Ciancabilla si trasferisce negli Stati Uniti nel 1898 e si stabilì a [[Paterson]], New Jersey, una grande roccaforte dell'anarchismo italiano. Qui diresse la ''[[La Questione Sociale]]'' ([[1895]]-[[1908]]), entrando però ben presto in conflitto con la redazione del giornale a causa della maturazione in lui di nuove idee in antitesi a quelle [[Malatesta|malatestiane]]. Dopo l'arrivo di [[Malatesta]] in America, divenendo direttore del giornale, lo costringe a trasferirsi a West Hoboken dove fonda il giornale «[[L'Aurora]]» ([[1899]]-[[1901]]) in cui pubblica e diffonde articoli di [[Jean Grave]] e [[Kropotkin]]. | ||
Proprio a questo periodo risale la polemica tra [[Malatesta]] e Ciancabilla (vedi capitolo seguente) e il suo avvicinamento al [[Kropotkin|pensiero kropotkiniano]], di cui sarà | Proprio a questo periodo risale la polemica tra [[Malatesta]] e Ciancabilla (vedi capitolo seguente) e il suo avvicinamento al [[Kropotkin|pensiero kropotkiniano]], di cui sarà un grande propagandatore grazie alla prima traduzione italiana del classico ''[[La conquista del pane]]''. Ciancabilla si fa propugnatore di un'idea [[comunismo-anarchico|comunista-anarchica]] anti-organizzatrice fondata sui [[gruppi d'affinità]], quella che poi negli [[USA]] sarà particolarmente diffusa da [[Luigi Galleani]] e dal gruppo di ''[[Cronaca Sovversiva]]'': | ||
: «Non vogliamo programmi tattici, e di conseguenza non vogliamo organizzazione. Dopo aver stabilito il fine, l'obiettivo a cui teniamo, lasciamo ogni anarchico liberi di scegliere i mezzi che il suo istinto, la sua educazione, il suo temperamento, il suo spirito combattivo gli suggeriscono quello che meglio crede. Noi non formiamo programmi fissi e non formiamo piccole o grandi partiti. Ma ci raggruppiamo insieme spontaneamente, e non con criteri permanenti, secondo affinità | : «Non vogliamo programmi tattici, e di conseguenza non vogliamo organizzazione. Dopo aver stabilito il fine, l'obiettivo a cui teniamo, lasciamo ogni anarchico liberi di scegliere i mezzi che il suo istinto, la sua educazione, il suo temperamento, il suo spirito combattivo gli suggeriscono quello che meglio crede. Noi non formiamo programmi fissi e non formiamo piccole o grandi partiti. Ma ci raggruppiamo insieme spontaneamente, e non con criteri permanenti, secondo affinità momentanee e per uno scopo specifico e costantemente cambiamo questi gruppi non appena lo scopo per il quale ci eravamo associati cessa di essere, e quando altri obiettivi e necessità nascono e si sviluppano in noi ci spingono a cercare nuovi collaboratori, persone che nella circostanza specifica ragionano come noi... » (''Contro l'organizzazione'') | ||
L'ultimo periodo della sua vita lo svolge tra Chicago e San Francisco dove diresse la «[[Protesta Umana]]», conosce [[Gaetano Bresci]] e difende l'attentatore del presidente statunitense McKinley, l'anarchico polacco [[Leon Czolgosz]], che gli costa alcuni mesi in [[carcere]]. | L'ultimo periodo della sua vita lo svolge tra Chicago e San Francisco dove diresse la «[[Protesta Umana]]», conosce [[Gaetano Bresci]] e difende l'attentatore del presidente statunitense McKinley, l'anarchico polacco [[Leon Czolgosz]], che gli costa alcuni mesi in [[carcere]]. | ||
Giuseppe Ciancabilla muore il [[15 settembre]] [[1904]], a soli trentadue anni, nella città | Giuseppe Ciancabilla muore il [[15 settembre]] [[1904]], a soli trentadue anni, nella città di San Francisco. | ||
== Polemica con Malatesta == | == Polemica con Malatesta == | ||
Ciancabilla scriveva nel [[1899]], sul [[stampa anarchica|giornale]] «L'Aurora» stampato a West-Hoboken nel New Jersey, mentre '''infiammava la polemica sull'organizzazione''' che vedeva diviso il [[anarchismo|movimento anarchico]] tra i sostenitori della [[libertà]] individuale e assoluta, ed i malatestiani che svilupparono nel giornale «[[La Questione Sociale]]» la tesi della necessità | Ciancabilla scriveva nel [[1899]], sul [[stampa anarchica|giornale]] «L'Aurora» stampato a West-Hoboken nel New Jersey, mentre '''infiammava la polemica sull'organizzazione''' che vedeva diviso il [[anarchismo|movimento anarchico]] tra i sostenitori della [[libertà]] individuale e assoluta, ed i malatestiani che svilupparono nel giornale «[[La Questione Sociale]]» la tesi della necessità di una organizzazione del movimento, che possedesse, secondo [[Malatesta]], pur ripudiando la rigida [[gerarchia|struttura gerarchica]], quel minimo di organizzazione indispensabile per condurre avanti con continuità una determinata linea politica. | ||
In quegli anni, infatti, gli [[anarchia|anarchici]], a differenza dei [[socialisti]], non disponevano della minima organizzazione: non avevano una federazione, non avevano tessere, non riconoscevano capi e respingevano il parlamentarismo. | In quegli anni, infatti, gli [[anarchia|anarchici]], a differenza dei [[socialisti]], non disponevano della minima organizzazione: non avevano una federazione, non avevano tessere, non riconoscevano capi e respingevano il parlamentarismo. | ||
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'''[[Malatesta]]''', su «La Questione Sociale»: | '''[[Malatesta]]''', su «La Questione Sociale»: | ||
: « L'organizzazione - che poi non è altro che la pratica della cooperazione e della solidarietà | : « L'organizzazione - che poi non è altro che la pratica della cooperazione e della solidarietà - è condizione naturale, necessaria alla lotta di classe: è un fatto ineluttabile che si impone a tutti, tanto nella società umana in generale, quanto in qualsiasi gruppo di persone che hanno uno scopo comune da raggiungere. » | ||
'''Ciancabilla''': | '''Ciancabilla''': |