Propaganda col fatto: differenze tra le versioni

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Nei [[1876]], nel congresso internazionale di Berna, [[Malatesta]] lanciò «la guerra continua alle istituzioni stabilite, ecco ciò che chiamiamo la rivoluzione in modo permanente!». Il [[9 giugno]] [[1877]], [[Andrea Costa]] animò a Genova una conferenza sulla « propaganda per il fatto ». [[Andrea Costa]] è considerato da [[James Guillaume]] come l'inventore di questo neologismo popolarizzato qualche settimana dopo da [[Paul Brousse]] in un articolo pubblicato nel [[Fédération Jurassienne|Bulletin de la Fédération jurassienne]].
Nei [[1876]], nel congresso internazionale di Berna, [[Malatesta]] lanciò «la guerra continua alle istituzioni stabilite, ecco ciò che chiamiamo la rivoluzione in modo permanente!». Il [[9 giugno]] [[1877]], [[Andrea Costa]] animò a Genova una conferenza sulla « propaganda per il fatto ». [[Andrea Costa]] è considerato da [[James Guillaume]] come l'inventore di questo neologismo popolarizzato qualche settimana dopo da [[Paul Brousse]] in un articolo pubblicato nel [[Fédération Jurassienne|Bulletin de la Fédération jurassienne]].


Dalla sua comparsa in [[Francia]], la stampa anarchica difese questa modalità  d'azione. La ''Révolution sociale'' inaugurò una rubrica di « Studi scientifici » sulla fabbricazione delle bombe. ''La Lutte'', ''Le Drapeau noir'', ''La Varlope'' e ''La Lutte sociale'' in seguito aprirono delle rubriche dai nomi evocatori come « Prodotti antiborghesi » o « Arsenale scientifico ». Quattro anni più tardi, il [[25 dicembre]] [[1880]], [[Kropotkin]] dichiarò in ''[[Le Révolté]]'' : «la rivolta permanente mediante la parola, lo scritto, il pugnale, il fucile, la dinamite (...), tutto è buono per noi quello che non è la legalità ».   
Dalla sua comparsa in [[Francia]], la stampa anarchica difese questa modalità  d'azione. La ''Révolution sociale'' inaugurò una rubrica di « Studi scientifici » sulla fabbricazione delle bombe. ''La Lutte'', ''Le Drapeau noir'', ''La Varlope'' e ''La Lutte sociale'' in seguito aprirono delle rubriche dai nomi evocatori come « Prodotti antiborghesi » o « Arsenale scientifico ». Quattro anni più tardi, il [[25 dicembre]] [[1880]], [[Kropotkin]] dichiarò in ''[[Le Révolté]]'': «la rivolta permanente mediante la parola, lo scritto, il pugnale, il fucile, la dinamite (...), tutto è buono per noi quello che non è la legalità ».   


Nel [[1881]], durante il congresso internazionale anarchico di Londra (dove erano presenti anche [[Louise Michel]] ed [[Emile Pouget]]), questa nuova strategia sarà  proclamata ed enunciata come «'''propaganda col fatto'''» (per aggiungersi agli scritti ed alle parole). Per molti di questi pensatori, in primis [[Kropotkin]], l'azione col fatto avrebbe scatenato una serie di eventi tra loro legati indissolubilmente ([[determinismo]]) che sarebbero sfociati nell'[[anarchia]].  
Nel [[1881]], durante il congresso internazionale anarchico di Londra (dove erano presenti anche [[Louise Michel]] ed [[Emile Pouget]]), questa nuova strategia sarà  proclamata ed enunciata come «'''propaganda col fatto'''» (per aggiungersi agli scritti ed alle parole). Per molti di questi pensatori, in primis [[Kropotkin]], l'azione col fatto avrebbe scatenato una serie di eventi tra loro legati indissolubilmente ([[determinismo]]) che sarebbero sfociati nell'[[anarchia]].  
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*[[17 novembre]] [[1878]]: [[Giovanni Passannante]], cuoco di 29 anni, tentò di accoltellare il re Umberto I a Napoli, che rimase leggermente ferito ad un braccio. Nella colluttazione si intromise anche il primo ministro Benedetto Cairoli, che subì un taglio non grave ad una coscia. Il gesto, più che un atto politico, era funzionale nel richiamare l'attenzione sulle miserrime ed ignorate condizioni sociali in cui versava il popolo italiano al tempo. L'anarchico venne prima condannato a morte e poi ad un ergastolo agghiacciante che lo rese insano di mente. Quello di Passannante fu il primo attacco ad un'alta carica dello stato dall'Unità  d'Italia, nonché il primo nella storia di Casa Savoia.  
*[[17 novembre]] [[1878]]: [[Giovanni Passannante]], cuoco di 29 anni, tentò di accoltellare il re Umberto I a Napoli, che rimase leggermente ferito ad un braccio. Nella colluttazione si intromise anche il primo ministro Benedetto Cairoli, che subì un taglio non grave ad una coscia. Il gesto, più che un atto politico, era funzionale nel richiamare l'attenzione sulle miserrime ed ignorate condizioni sociali in cui versava il popolo italiano al tempo. L'anarchico venne prima condannato a morte e poi ad un ergastolo agghiacciante che lo rese insano di mente. Quello di Passannante fu il primo attacco ad un'alta carica dello stato dall'Unità  d'Italia, nonché il primo nella storia di Casa Savoia.  
*[[5 marzo]] [[1886]]: [[Charles Gallo]], che allora aveva 27 anni, lanciò una bottiglia d'acido cianidrico nella Borsa di Parigi al grido di «Viva la rivoluzione sociale! Viva l'anarchia! Morte alla magistratura borghese! Viva la dinamite!». La "bomba" piuttosto che esplodere lasciò un odore nauseabondo, seminando il panico tra gli operatori. Charles allora tirò fuori la pistola e sparò cinque colpi senza uccidere nessuno.
*[[5 marzo]] [[1886]]: [[Charles Gallo]], che allora aveva 27 anni, lanciò una bottiglia d'acido cianidrico nella Borsa di Parigi al grido di «Viva la rivoluzione sociale! Viva l'anarchia! Morte alla magistratura borghese! Viva la dinamite!». La "bomba" piuttosto che esplodere lasciò un odore nauseabondo, seminando il panico tra gli operatori. Charles allora tirò fuori la pistola e sparò cinque colpi senza uccidere nessuno.
*[[9 dicembre]] [[1893]], in [[Francia]], [[Auguste Vaillant]] lanciò un piccolo ordigno esplosivo (riempito di chiodi) nella Camera dei Deputati, al grido di : «Morte alla borghesia! Lunga vita all'anarchia!». Un gesto simbolico, fatto per protestare contro la repressione degli anarchici, ordita dal capo del governo Jean Casimir-Perier, piuttosto che per uccidere (non ci fu alcuna vittima). Vaillant fu condannato ugualmente a morte e ghigliottinato il [[5 febbraio]] [[1894]].
*[[9 dicembre]] [[1893]], in [[Francia]], [[Auguste Vaillant]] lanciò un piccolo ordigno esplosivo (riempito di chiodi) nella Camera dei Deputati, al grido di: «Morte alla borghesia! Lunga vita all'anarchia!». Un gesto simbolico, fatto per protestare contro la repressione degli anarchici, ordita dal capo del governo Jean Casimir-Perier, piuttosto che per uccidere (non ci fu alcuna vittima). Vaillant fu condannato ugualmente a morte e ghigliottinato il [[5 febbraio]] [[1894]].


== Scritti ==
== Scritti ==