Scritti vari di E. Malatesta: differenze tra le versioni

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Sostituzione testo - "[à][\s][.]" con "à."
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È risaputo che i socialisti in lotta con i repubblicani e coi democratici, hanno sostenuto per molti anni, e molti di essi sostengono tuttavia, che le forme politiche sono di nessun valore, che tanto vale la monarchia quanto la repubblica, e che le libertà  sancite dagli Statuti sono una lustra, perchè chi è povero è schiavo.
È risaputo che i socialisti in lotta con i repubblicani e coi democratici, hanno sostenuto per molti anni, e molti di essi sostengono tuttavia, che le forme politiche sono di nessun valore, che tanto vale la monarchia quanto la repubblica, e che le libertà  sancite dagli Statuti sono una lustra, perchè chi è povero è schiavo.
La questione sociale - si è detto - è tutta nella dipendenza economica degli operai dai padroni: scalziamo questa e la libertà  verrà  da sè.
La questione sociale - si è detto - è tutta nella dipendenza economica degli operai dai padroni: scalziamo questa e la libertà  verrà  da sè.
Questa è una grande verità . Le libertà  politiche sono, ma chi pon mano ad esse? Chi può esercitarle davvero sotto il regime attuale? Non può essere politicamente libero il popolo che è economicamente schiavo. Ma, se le libertà  politiche e costituzionali hanno minor valore che generalmente non si creda, non segue che esse non servano affatto. Servono tantochè il governo ce le strappa, con intendimento di ritardare l'emancipazione della classe operaia.
Questa è una grande verità. Le libertà  politiche sono, ma chi pon mano ad esse? Chi può esercitarle davvero sotto il regime attuale? Non può essere politicamente libero il popolo che è economicamente schiavo. Ma, se le libertà  politiche e costituzionali hanno minor valore che generalmente non si creda, non segue che esse non servano affatto. Servono tantochè il governo ce le strappa, con intendimento di ritardare l'emancipazione della classe operaia.
Dunque esse hanno un valore innegabile. Ma queste libertà  non consistono semplicemente nel diritto di voto e nell'uso che se ne può fare.
Dunque esse hanno un valore innegabile. Ma queste libertà  non consistono semplicemente nel diritto di voto e nell'uso che se ne può fare.
Sono anche i diritti di riunione e di associazione, l'inviolabilità  personale e del domicilio; il diritto di non essere punito o perseguitato per semplice sospetto (come avviene nei casi d'ammonizione e del domicilio coatto); ecc. ecc.
Sono anche i diritti di riunione e di associazione, l'inviolabilità  personale e del domicilio; il diritto di non essere punito o perseguitato per semplice sospetto (come avviene nei casi d'ammonizione e del domicilio coatto); ecc. ecc.
E queste libertà  si difendono non solo in Parlamento (il Parlamento, disse una volta il Lemoine, somiglia a un certo giocattolo da bambini, che fa molto strepito senza alcun frutto), ma si difendono sopratutto fuori del Parlamento, lottando ogni qualvolta il potere esecutivo commette un arbitrio o una prepotenza contro una classe di cittadini od anche contro un solo individuo, siccome usa in altri paesi, dove anche senza tenere rappresentanti al Parlamento, il popolo sa imporre al governo il rispetto delle sue libertà .
E queste libertà  si difendono non solo in Parlamento (il Parlamento, disse una volta il Lemoine, somiglia a un certo giocattolo da bambini, che fa molto strepito senza alcun frutto), ma si difendono sopratutto fuori del Parlamento, lottando ogni qualvolta il potere esecutivo commette un arbitrio o una prepotenza contro una classe di cittadini od anche contro un solo individuo, siccome usa in altri paesi, dove anche senza tenere rappresentanti al Parlamento, il popolo sa imporre al governo il rispetto delle sue libertà.
Con questo non voglio dire che la lotta per la libertà  - e fino a un certo punto anche quella per il socialismo - non si possa e debba fare anche durante le elezioni e nel Parlamento.
Con questo non voglio dire che la lotta per la libertà  - e fino a un certo punto anche quella per il socialismo - non si possa e debba fare anche durante le elezioni e nel Parlamento.
Io credo che noi combattendo a oltranza, come abbiamo fatto, il parlamentarismo, ci si sia data la zappa sui piedi: perchè abbiamo contribuito a creare quest'orribile indifferenza del pubblico per il sistema parlamentare non solo, ma anche per le libertà  costituzionali, sì che il governo ha potuto impunemente violarle, senza che un grido solo di protesta siasi levato dai figli di coloro che dettero la vita per conquistarle.
Io credo che noi combattendo a oltranza, come abbiamo fatto, il parlamentarismo, ci si sia data la zappa sui piedi: perchè abbiamo contribuito a creare quest'orribile indifferenza del pubblico per il sistema parlamentare non solo, ma anche per le libertà  costituzionali, sì che il governo ha potuto impunemente violarle, senza che un grido solo di protesta siasi levato dai figli di coloro che dettero la vita per conquistarle.
Il parlamentarismo non è la fenice dei sistemi politici: tutt'altro! Ma per pessimo che sia, è sempre migliore dell'assolutismo, al quale noi a grandi passi ci incamminiamo.
Il parlamentarismo non è la fenice dei sistemi politici: tutt'altro! Ma per pessimo che sia, è sempre migliore dell'assolutismo, al quale noi a grandi passi ci incamminiamo.
Dunque, oggi come oggi, al partito socialista (nel quale comprendo anche gli anarchici non individualisti) incombe la difesa della libertà .
Dunque, oggi come oggi, al partito socialista (nel quale comprendo anche gli anarchici non individualisti) incombe la difesa della libertà.
Questa lotta, secondo me, deve essere combattuta su tutti i terreni - compreso quello delle elezioni - ma non su quello esclusivamente.
Questa lotta, secondo me, deve essere combattuta su tutti i terreni - compreso quello delle elezioni - ma non su quello esclusivamente.
I socialisti anarchici non hanno bisogno di candidati propri: essi non aspirano al potere e non sanno che farsene. Ma essi devono protestare contro la reazione governativa, prendendo parte all'agitazione elettorale, e va da sè che fra un candidato crispino o rudiniano o zanardelliano, disposto a votare stati di assedio, leggi eccezionali, eleggibilità  di candidati politici - e magari massacri di moltitudini affamate - e un socialista o repubblicano sincero, sarebbe follia preferire il primo.
I socialisti anarchici non hanno bisogno di candidati propri: essi non aspirano al potere e non sanno che farsene. Ma essi devono protestare contro la reazione governativa, prendendo parte all'agitazione elettorale, e va da sè che fra un candidato crispino o rudiniano o zanardelliano, disposto a votare stati di assedio, leggi eccezionali, eleggibilità  di candidati politici - e magari massacri di moltitudini affamate - e un socialista o repubblicano sincero, sarebbe follia preferire il primo.
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In Germania, in Francia, nel Belgio l'interesse elettorale ha spinto i socialisti a consacrare una parte delle loro forze alla propaganda nelle campagne, per guadagnare i contadini alla causa del socialismo. Basterebbe questo fatto a giustificare la tattica elettorale; perchè chi è che non vegga che senza il concorso dei contadini una rivoluzione socialista non è possibile, e pure scoppiando, terminerebbe in un disastro.
In Germania, in Francia, nel Belgio l'interesse elettorale ha spinto i socialisti a consacrare una parte delle loro forze alla propaganda nelle campagne, per guadagnare i contadini alla causa del socialismo. Basterebbe questo fatto a giustificare la tattica elettorale; perchè chi è che non vegga che senza il concorso dei contadini una rivoluzione socialista non è possibile, e pure scoppiando, terminerebbe in un disastro.
Io non sono profeta, ma ho predetto ai miei amici astensionisti che (dove non ricorrano al ripiego del candidato protesta) essi non faranno neppure la propaganda astensionista.
Io non sono profeta, ma ho predetto ai miei amici astensionisti che (dove non ricorrano al ripiego del candidato protesta) essi non faranno neppure la propaganda astensionista.
Le elezioni si faranno, tutti i partiti si affermeranno: di voi e dei vostri principi e degli interessi che vi stanno a cuore, non si parlerà . Sarete dimenticati.
Le elezioni si faranno, tutti i partiti si affermeranno: di voi e dei vostri principi e degli interessi che vi stanno a cuore, non si parlerà. Sarete dimenticati.
E lo ripeto, e i fatti mi daranno ragione. L'astensione ha la sua logica. Dal momento che le elezioni non servono, tanto vale starsene a casa. D'altronde, la gente è poco disposta ad ascoltare predicozzi; e durante l'agitazione elettorale non si appassiona che per quei principi che prendono corpo e persona, che diventano, per cosi dire, candidati.
E lo ripeto, e i fatti mi daranno ragione. L'astensione ha la sua logica. Dal momento che le elezioni non servono, tanto vale starsene a casa. D'altronde, la gente è poco disposta ad ascoltare predicozzi; e durante l'agitazione elettorale non si appassiona che per quei principi che prendono corpo e persona, che diventano, per cosi dire, candidati.
Se volete dunque che si discuta di anarchia - ho detto e ripeto ai miei amici - dovete schierarvi pro o contro qualcuno. A questa condizione la vostra parola sarà  ascoltata; la vostra opinione rispettata, condivisa o combattuta, ad ogni modo discussa; la vostra amicizia ricercata e la vostra inimicizia temuta.
Se volete dunque che si discuta di anarchia - ho detto e ripeto ai miei amici - dovete schierarvi pro o contro qualcuno. A questa condizione la vostra parola sarà  ascoltata; la vostra opinione rispettata, condivisa o combattuta, ad ogni modo discussa; la vostra amicizia ricercata e la vostra inimicizia temuta.
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Egli col suo temperamento di uomo attivo si deciderà  certamente, e noi crediamo, e ce ne addoloriamo davvero, che si deciderà  col buttare a mare ogni reminiscenza anarchica e diventare un semplice parlamentarista. Già  non mancano i sintomi che preannunziano la sua decisione definitiva.
Egli col suo temperamento di uomo attivo si deciderà  certamente, e noi crediamo, e ce ne addoloriamo davvero, che si deciderà  col buttare a mare ogni reminiscenza anarchica e diventare un semplice parlamentarista. Già  non mancano i sintomi che preannunziano la sua decisione definitiva.
Nella sua prima lettera al Messaggero la lotta parlamentare era un semplice episodio di scarsa importanza. Nella sua seconda le associazioni di resistenza, le cooperative ed il resto riescono a male e non si può far altro che andare al parlamento. Nella sua prima lettera gli anarchici dovevano mandare gli altri al parlamento, ma non andarci loro; nell'articolo sull'Avanti! già  si dice che i deputati possono fare tante belle cose che sarebbe veramente un tradimento il rifiutarci a fare anche noi la nostra parte. E poi si parla di farsi arrestare col popolo. Come perdere la bella occasione di sacrificarsi per il popolo?
Nella sua prima lettera al Messaggero la lotta parlamentare era un semplice episodio di scarsa importanza. Nella sua seconda le associazioni di resistenza, le cooperative ed il resto riescono a male e non si può far altro che andare al parlamento. Nella sua prima lettera gli anarchici dovevano mandare gli altri al parlamento, ma non andarci loro; nell'articolo sull'Avanti! già  si dice che i deputati possono fare tante belle cose che sarebbe veramente un tradimento il rifiutarci a fare anche noi la nostra parte. E poi si parla di farsi arrestare col popolo. Come perdere la bella occasione di sacrificarsi per il popolo?
Merlino, ne siamo convinti perchè lo conosciamo, è sincero quando dice di non volere andare al parlamento. Ma la logica della posizione sarà  più forte di lui, ed egli al parlamento ci andrà ... se vorranno mandarcelo.
Merlino, ne siamo convinti perchè lo conosciamo, è sincero quando dice di non volere andare al parlamento. Ma la logica della posizione sarà  più forte di lui, ed egli al parlamento ci andrà... se vorranno mandarcelo.
Tutta la forza dell'argomentazione di Merlino consiste in un equivoco. Egli pone in contrapposto da una parte la lotta elettorale e dall'altra l'inerzia, l'indifferenza e l'acquiescenza supina alle prepotenze del governo e dei padroni; ed è chiaro che il vantaggio resta alla lotta elettorale.
Tutta la forza dell'argomentazione di Merlino consiste in un equivoco. Egli pone in contrapposto da una parte la lotta elettorale e dall'altra l'inerzia, l'indifferenza e l'acquiescenza supina alle prepotenze del governo e dei padroni; ed è chiaro che il vantaggio resta alla lotta elettorale.
A questa stregua sarebbe facile il dimostrare che è una buona cosa andare a messa ed aspettare ogni bene dalla divina provvidenza, poichè l'uomo che crede nell'efficacia della preghiera è sempre superiore all'idiota che nulla desidera, nulla spera e nulla teme.
A questa stregua sarebbe facile il dimostrare che è una buona cosa andare a messa ed aspettare ogni bene dalla divina provvidenza, poichè l'uomo che crede nell'efficacia della preghiera è sempre superiore all'idiota che nulla desidera, nulla spera e nulla teme.
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Merlino dice che Malatesta ha scritto che il despotismo è da preferire all'ibrido sistema attuale. Se la memoria non ci falla, scrisse Malatesta che al parlamentarismo accettato e vantato è da preferirsi il despotismo subito per forza e coll'animo intento alla rivolta. È una cosa ben differente, ed in quella differenza sta la ragione della nostra tattica. Se il governo riducesse l'Italia allo stato politico della Russia, noi non dovremmo riprincipiare la lotta per il costituzionalismo, perchè sappiamo già  quanto valgono le costituzioni e troveremmo modo di lottare per i nostri ideali anche senza quelle larve di libertà  che servono piuttosto ad illudere le masse che a favorirne il progresso.
Merlino dice che Malatesta ha scritto che il despotismo è da preferire all'ibrido sistema attuale. Se la memoria non ci falla, scrisse Malatesta che al parlamentarismo accettato e vantato è da preferirsi il despotismo subito per forza e coll'animo intento alla rivolta. È una cosa ben differente, ed in quella differenza sta la ragione della nostra tattica. Se il governo riducesse l'Italia allo stato politico della Russia, noi non dovremmo riprincipiare la lotta per il costituzionalismo, perchè sappiamo già  quanto valgono le costituzioni e troveremmo modo di lottare per i nostri ideali anche senza quelle larve di libertà  che servono piuttosto ad illudere le masse che a favorirne il progresso.
I socialisti parlamentari invece, imperniando tutta la loro attività  intorno alla lotta elettorale, si condannano ad un lavoro di Sisifo; ed ogni volta che al governo piace di menomare le libertà  politiche e le garanzie costituzionali, essi debbono mettere da parte il programma socialista e ridiventare costituzionalisti. A prova "La lega della libertà " dei tempi crispini, in cui Turati, Cavallotti e Di Rudinì eran diventati commilitoni e fratelli.
I socialisti parlamentari invece, imperniando tutta la loro attività  intorno alla lotta elettorale, si condannano ad un lavoro di Sisifo; ed ogni volta che al governo piace di menomare le libertà  politiche e le garanzie costituzionali, essi debbono mettere da parte il programma socialista e ridiventare costituzionalisti. A prova "La lega della libertà " dei tempi crispini, in cui Turati, Cavallotti e Di Rudinì eran diventati commilitoni e fratelli.
D'altronde il fatto è questo; se nel paese v'è coscienza e forza di resistenza, se vi sono partiti extracostituzionali che minacciano lo Stato, allora il governo rispetta lo Statuto, allarga il suffragio, concede libertà, tanto per aprire delle valvole di sicurezza alla crescente pressione; ed in Parlamento i deputati borghesi tuonano contro i ministri, tanto per farsi popolari. Se invece il governo vede che i partiti popolari fondano le loro speranze sull'azione parlamentare e che la cosa che più gli dà  noia sono i deputati socialisti, allora respinge il suffragio, tien chiuso il parlamento, viola lo Statuto; e se i deputati hanno il nerbo, cosa rara, di resistere più che per burla, vanno in prigione malgrado il medaglino e l'immunità .
D'altronde il fatto è questo; se nel paese v'è coscienza e forza di resistenza, se vi sono partiti extracostituzionali che minacciano lo Stato, allora il governo rispetta lo Statuto, allarga il suffragio, concede libertà, tanto per aprire delle valvole di sicurezza alla crescente pressione; ed in Parlamento i deputati borghesi tuonano contro i ministri, tanto per farsi popolari. Se invece il governo vede che i partiti popolari fondano le loro speranze sull'azione parlamentare e che la cosa che più gli dà  noia sono i deputati socialisti, allora respinge il suffragio, tien chiuso il parlamento, viola lo Statuto; e se i deputati hanno il nerbo, cosa rara, di resistere più che per burla, vanno in prigione malgrado il medaglino e l'immunità.
Quando Merlino poi dice che gli astensionisti sono dei dottrinari e si compiace a mettere in bocca loro una serie di ragionamenti che mena fuori di ogni vita reale ed al più completo quietismo, allora Merlino è... men che sincero.
Quando Merlino poi dice che gli astensionisti sono dei dottrinari e si compiace a mettere in bocca loro una serie di ragionamenti che mena fuori di ogni vita reale ed al più completo quietismo, allora Merlino è... men che sincero.
Vi sono è vero degli anarchici che si curano poco della praticabilità  delle loro idee e limitano il loro compito alla predica di nozioni astratte, che essi credono il vero assoluto... se vero oggi, o vero tra mille anni non importa.
Vi sono è vero degli anarchici che si curano poco della praticabilità  delle loro idee e limitano il loro compito alla predica di nozioni astratte, che essi credono il vero assoluto... se vero oggi, o vero tra mille anni non importa.
Ma Merlino sa che quella tendenza non è quella di tutti gli anarchici, che di essa in Italia appena se ne ritroverebbe la traccia e che, anche all'estero, essa in fondo non è rappresentata che da poche personalità .
Ma Merlino sa che quella tendenza non è quella di tutti gli anarchici, che di essa in Italia appena se ne ritroverebbe la traccia e che, anche all'estero, essa in fondo non è rappresentata che da poche personalità.
Servirsi dell'esistenza di una tale tendenza per attribuirla a tutti gli anarchici e darsi così l'aria di aver ragione, può essere un abile espediente di polemica, ma non è degno di chi cerca e vuol propagare la verità .
Servirsi dell'esistenza di una tale tendenza per attribuirla a tutti gli anarchici e darsi così l'aria di aver ragione, può essere un abile espediente di polemica, ma non è degno di chi cerca e vuol propagare la verità.
Quella tendenza quietista, per il fatto ch'essa aveva trovato simpatia in qualche uomo d'ingegno e di fama, è stata certamente una fra le cause che avevano arrestato lo sviluppo del movimento anarchico. Merlino, e noi, e tanti altri abbiamo combattuto quella tendenza; e se egli avesse continuato per la strada di prima, continuerebbe ad averci a compagno. Ma Merlino, proprio quando gli anarchici accennano ad uscire dalla crisi ed a ripigliare un lavoro fecondo, rinnega tutto ciò che egli stesso aveva detto; e, senza accampare una sola ragione nuova che non fosse stata già  le mille volte detta dai legalitari e da lui stesso confutata, vorrebbe che noi lo seguissimo.
Quella tendenza quietista, per il fatto ch'essa aveva trovato simpatia in qualche uomo d'ingegno e di fama, è stata certamente una fra le cause che avevano arrestato lo sviluppo del movimento anarchico. Merlino, e noi, e tanti altri abbiamo combattuto quella tendenza; e se egli avesse continuato per la strada di prima, continuerebbe ad averci a compagno. Ma Merlino, proprio quando gli anarchici accennano ad uscire dalla crisi ed a ripigliare un lavoro fecondo, rinnega tutto ciò che egli stesso aveva detto; e, senza accampare una sola ragione nuova che non fosse stata già  le mille volte detta dai legalitari e da lui stesso confutata, vorrebbe che noi lo seguissimo.
Oggi le critiche ch'egli può fare degli errori in cui son caduti gli anarchici non hanno più efficacia. Non sono più le osservazioni di un commilitone fatte negli interessi della causa comune ma gli attacchi di un avversario, che rischiano di non essere presi in considerazione, perchè ritenuti sospetti.
Oggi le critiche ch'egli può fare degli errori in cui son caduti gli anarchici non hanno più efficacia. Non sono più le osservazioni di un commilitone fatte negli interessi della causa comune ma gli attacchi di un avversario, che rischiano di non essere presi in considerazione, perchè ritenuti sospetti.
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Merlino dice senza dubbio molte cose giustissime e che diciamo anche noi; ma nell'affermare delle idee generali, sulle necessità  della vita sociale, perde di vista, a parer nostro, la differenza tra autoritarismo ed anarchismo e le ragioni della differenza. Così che tutto il suo argomentare potrebbe servire benissimo per sostenere la necessità  di un governo, e quindi l'impossibilità  dell'anarchia.
Merlino dice senza dubbio molte cose giustissime e che diciamo anche noi; ma nell'affermare delle idee generali, sulle necessità  della vita sociale, perde di vista, a parer nostro, la differenza tra autoritarismo ed anarchismo e le ragioni della differenza. Così che tutto il suo argomentare potrebbe servire benissimo per sostenere la necessità  di un governo, e quindi l'impossibilità  dell'anarchia.
Stabiliamo subito quali sono i punti in cui siamo d'accordo, acciò nè il Merlino nè altri, cui piaccia polemizzare con noi, perda il tempo a combattere in noi idee che non sono nostre, e riesca così a sfondare delle porte aperte.
Stabiliamo subito quali sono i punti in cui siamo d'accordo, acciò nè il Merlino nè altri, cui piaccia polemizzare con noi, perda il tempo a combattere in noi idee che non sono nostre, e riesca così a sfondare delle porte aperte.
Noi pensiamo che in molti casi la minoranza anche se convinta di aver ragione, deve cedere alla maggioranza, perchè altrimenti non vi sarebbe vita sociale possibile - e fuori della società  è impossibile ogni vita umana. E sappiamo benissimo che le cose in cui non si può raggiungere l'unanimità  ed in cui è necessario che la minoranza ceda non sono le cose di poco momento; ma anche, e specialmente, quelle di importanza vitale per l'economia della collettività .
Noi pensiamo che in molti casi la minoranza anche se convinta di aver ragione, deve cedere alla maggioranza, perchè altrimenti non vi sarebbe vita sociale possibile - e fuori della società  è impossibile ogni vita umana. E sappiamo benissimo che le cose in cui non si può raggiungere l'unanimità  ed in cui è necessario che la minoranza ceda non sono le cose di poco momento; ma anche, e specialmente, quelle di importanza vitale per l'economia della collettività.
Noi non crediamo nel diritto divino delle maggioranze, ma nemmeno crediamo che le minoranze rappresentino, sempre, la ragione ed il progresso. Galileo aveva ragione contro tutti i suoi contemporanei; ma vi sono oggi ancora alcuni che sostengono che la terra è piatta e che il sole le gira intorno, e nessuno vorrà  dire che hanno ragione perchè son diventati minoranza. Del resto, se è vero che i rivoluzionari sono sempre una minoranza, sono anche sempre in minoranza gli sfruttatori ed i birri.
Noi non crediamo nel diritto divino delle maggioranze, ma nemmeno crediamo che le minoranze rappresentino, sempre, la ragione ed il progresso. Galileo aveva ragione contro tutti i suoi contemporanei; ma vi sono oggi ancora alcuni che sostengono che la terra è piatta e che il sole le gira intorno, e nessuno vorrà  dire che hanno ragione perchè son diventati minoranza. Del resto, se è vero che i rivoluzionari sono sempre una minoranza, sono anche sempre in minoranza gli sfruttatori ed i birri.
Così pure noi siamo d'accordo col Merlino nell'ammettere che è impossibile che ogni uomo faccia tutto da sè, e che, se anche fosse possibile, ciò sarebbe sommamente svantaggioso per tutti. Quindi ammettiamo la divisione del lavoro sociale, la delegazione delle funzioni e la rappresentanza delle opinioni e degli interessi propri affidata ad altri.
Così pure noi siamo d'accordo col Merlino nell'ammettere che è impossibile che ogni uomo faccia tutto da sè, e che, se anche fosse possibile, ciò sarebbe sommamente svantaggioso per tutti. Quindi ammettiamo la divisione del lavoro sociale, la delegazione delle funzioni e la rappresentanza delle opinioni e degli interessi propri affidata ad altri.
E soprattutto respingiamo come falsa e perniciosa ogni idea di armonia provvidenziale e di ordine naturale nella società, poichè crediamo che la società  umana e l'uomo sociale esso stesso siano il prodotto di una lotta lunga e faticosa contro la natura, e che se l'uomo cessasse dall'esercitare la sua volontà  cosciente e si abbandonasse alla natura, ricadrebbe presto nella animalità  e nella lotta brutale.
E soprattutto respingiamo come falsa e perniciosa ogni idea di armonia provvidenziale e di ordine naturale nella società, poichè crediamo che la società  umana e l'uomo sociale esso stesso siano il prodotto di una lotta lunga e faticosa contro la natura, e che se l'uomo cessasse dall'esercitare la sua volontà  cosciente e si abbandonasse alla natura, ricadrebbe presto nella animalità  e nella lotta brutale.
Ma - e qui è la ragione per cui siamo anarchici - noi vogliamo che le minoranze cedano volontariamente quando così la richieda la necessità  ed il sentimento della solidarietà . Vogliamo che la divisione del lavoro sociale non divida gli uomini in classi e faccia gli uni direttori e capi, esenti da ogni lavoro ingrato, e condanni gli altri ad esser le bestie da soma della società . Vogliamo che delegando ad altri una funzione, cioè incaricando altri di un dato lavoro, gli uomini non rinunzino alla propria sovranità, e che, ove occorra un rappresentante, questi sia il portaparola dei suoi mandanti o l'esecutore delle loro volontà, e non già  colui che fa la legge e la fa accettare per forza, e crediamo che ogni organizzazione sociale non fondata sulla libera e cosciente volontà  dei suoi membri conduce all'oppressione ed allo sfruttamento della massa da parte di una piccola minoranza.
Ma - e qui è la ragione per cui siamo anarchici - noi vogliamo che le minoranze cedano volontariamente quando così la richieda la necessità  ed il sentimento della solidarietà. Vogliamo che la divisione del lavoro sociale non divida gli uomini in classi e faccia gli uni direttori e capi, esenti da ogni lavoro ingrato, e condanni gli altri ad esser le bestie da soma della società. Vogliamo che delegando ad altri una funzione, cioè incaricando altri di un dato lavoro, gli uomini non rinunzino alla propria sovranità, e che, ove occorra un rappresentante, questi sia il portaparola dei suoi mandanti o l'esecutore delle loro volontà, e non già  colui che fa la legge e la fa accettare per forza, e crediamo che ogni organizzazione sociale non fondata sulla libera e cosciente volontà  dei suoi membri conduce all'oppressione ed allo sfruttamento della massa da parte di una piccola minoranza.
Ogni società  autoritaria si mantiene per coazione. La società  anarchica deve essere fondata sul libero accordo: in essa bisogna che gli uomini sentano vivamente ed accettino spontaneamente i doveri della vita sociale, e si sforzino di organizzare gl'interessi discordanti e di eliminare ogni motivo di lotta intestina; o almeno che, se conflitti si producono, essi non siano mai di tale importanza da provocare la costituzione di un potere moderatore, che col pretesto di garantire la giustizia a tutti, ridurrebbe tutti in servitù.
Ogni società  autoritaria si mantiene per coazione. La società  anarchica deve essere fondata sul libero accordo: in essa bisogna che gli uomini sentano vivamente ed accettino spontaneamente i doveri della vita sociale, e si sforzino di organizzare gl'interessi discordanti e di eliminare ogni motivo di lotta intestina; o almeno che, se conflitti si producono, essi non siano mai di tale importanza da provocare la costituzione di un potere moderatore, che col pretesto di garantire la giustizia a tutti, ridurrebbe tutti in servitù.
Ma se la minoranza non vuol cedere? dice Merlino. E se la maggioranza vuol abusare della sua forza? domandiamo noi.
Ma se la minoranza non vuol cedere? dice Merlino. E se la maggioranza vuol abusare della sua forza? domandiamo noi.
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Preparare queste forme, e farle prevalere alla forma autoritaria attuale o ad altre simili è appunto il compito dei socialisti anarchici. Ma questo compito non lo eseguiranno se essi diranno: l'anarchia non è possibile che allorquando la società  non avrà  più bisogno di garantirsi dal delitto - perchè non si commetteranno più delitti.
Preparare queste forme, e farle prevalere alla forma autoritaria attuale o ad altre simili è appunto il compito dei socialisti anarchici. Ma questo compito non lo eseguiranno se essi diranno: l'anarchia non è possibile che allorquando la società  non avrà  più bisogno di garantirsi dal delitto - perchè non si commetteranno più delitti.
Nelle relazioni fra popoli voi dite: - gli Stati oggi fanno pace e guerre, osservano certe norme di giustizia nei loro rapporti (diritto delle genti, ecc.) senza un governo, un Parlamento, una polizia internazionale. E come non vi accorgete che il Governo dei Governi c'è, ed è di quella Potenza o di quelle Potenze che hanno il maggior numero di cannoni ed il maggior numero di uomini per caricarli e difenderli? E come non v'accorgete che i rapporti attuali fra popoli sono embrionali, i trattati di commercio, le convenzioni postali, sanitarie, monetarie, ed il cosiddetto diritto delle genti, accennando a relazioni che tendono a divenire permanenti e regolari, sono le prime linee di un'organizzazione degl'interessi internazionali, che si andrà  sempre più sviluppando dopo che gli Stati attuali avranno cessato di esistere?
Nelle relazioni fra popoli voi dite: - gli Stati oggi fanno pace e guerre, osservano certe norme di giustizia nei loro rapporti (diritto delle genti, ecc.) senza un governo, un Parlamento, una polizia internazionale. E come non vi accorgete che il Governo dei Governi c'è, ed è di quella Potenza o di quelle Potenze che hanno il maggior numero di cannoni ed il maggior numero di uomini per caricarli e difenderli? E come non v'accorgete che i rapporti attuali fra popoli sono embrionali, i trattati di commercio, le convenzioni postali, sanitarie, monetarie, ed il cosiddetto diritto delle genti, accennando a relazioni che tendono a divenire permanenti e regolari, sono le prime linee di un'organizzazione degl'interessi internazionali, che si andrà  sempre più sviluppando dopo che gli Stati attuali avranno cessato di esistere?
Noi dobbiamo adoperarci perchè questa organizzazione sia fatta in forma federativa e libertaria; non negarne la necessità  e l'utilità . A me pare francamente che voi rimaniate a mezza via tra l'individualismo e il socialismo.
Noi dobbiamo adoperarci perchè questa organizzazione sia fatta in forma federativa e libertaria; non negarne la necessità  e l'utilità. A me pare francamente che voi rimaniate a mezza via tra l'individualismo e il socialismo.
Ed ora lasciatemi tornare dalla questione di principii a quella di tattica.
Ed ora lasciatemi tornare dalla questione di principii a quella di tattica.
Nell'articolo di fondo del numero 3 voi vi occupate delle recenti elezioni e dite:
Nell'articolo di fondo del numero 3 voi vi occupate delle recenti elezioni e dite:
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Noi non facciamo dell'anarchia un eden ideale, che per essere troppo bello, si debba poi rimandare alle calende greche.
Noi non facciamo dell'anarchia un eden ideale, che per essere troppo bello, si debba poi rimandare alle calende greche.
Gli uomini sono troppo imperfetti, troppo abituati a rivaleggiarsi ed odiarsi tra loro, troppo abbrutiti dalle sofferenze, troppo corrotti dall'autorità, perchè un cambiamento di sistema sociale possa, dall'oggi al domani, trasformarli tutti in esseri idealmente buoni ed intelligenti. Ma quale che sia l'estensione degli effetti che si possono sperare dal cambiamento, il sistema bisogna cambiarlo, e per cambiarlo bisogna che si realizzino le condizioni indispensabili al detto cambiamento.
Gli uomini sono troppo imperfetti, troppo abituati a rivaleggiarsi ed odiarsi tra loro, troppo abbrutiti dalle sofferenze, troppo corrotti dall'autorità, perchè un cambiamento di sistema sociale possa, dall'oggi al domani, trasformarli tutti in esseri idealmente buoni ed intelligenti. Ma quale che sia l'estensione degli effetti che si possono sperare dal cambiamento, il sistema bisogna cambiarlo, e per cambiarlo bisogna che si realizzino le condizioni indispensabili al detto cambiamento.
Noi crediamo che l'anarchia prossimamente attuabile, perchè crediamo che le condizioni necessarie alla sua esistenza vi siano già  negl'istinti sociali degli uomini moderni, tanto che essi mantengono come che sia in vita la società, malgrado la continua azione dissolvente, antisociale, del governo e della proprietà . E crediamo che rimedio e baluardo contro le cattive tendenze di alcuni e contro i pericoli d'interessi e di gusti di altri non sia un governo qualsiasi, il quale essendo composto di uomini non può che far pendere la bilancia dalla parte degli interessi e dei gusti di chi sta al governo - ma la libertà  la quale, quando ha a base l'uguaglianza di condizioni, è la grande armonizzatrice dei rapporti umani.
Noi crediamo che l'anarchia prossimamente attuabile, perchè crediamo che le condizioni necessarie alla sua esistenza vi siano già  negl'istinti sociali degli uomini moderni, tanto che essi mantengono come che sia in vita la società, malgrado la continua azione dissolvente, antisociale, del governo e della proprietà. E crediamo che rimedio e baluardo contro le cattive tendenze di alcuni e contro i pericoli d'interessi e di gusti di altri non sia un governo qualsiasi, il quale essendo composto di uomini non può che far pendere la bilancia dalla parte degli interessi e dei gusti di chi sta al governo - ma la libertà  la quale, quando ha a base l'uguaglianza di condizioni, è la grande armonizzatrice dei rapporti umani.
Noi non aspettiamo per volere attuata l'anarchia che il delitto, o la possibilità  del delitto, sia sparita dai fenomeni sociali; ma non vogliamo la polizia, perchè crediamo che essa, mentre è impotente a prevenire il delitto, o ripararne le conseguenze, è poi per se stessa fonte di mille mali e pericolo costante per la società; e se per difendersi vi fosse bisogno di armarsi, vogliamo essere armati tutti e non già  costituire in mezzo a noi un corpo di pretoriani. Noi ci ricordiamo troppo della favola del cavallo che si fece mettere il morso e montare in groppa l'uomo per meglio dar la caccia al cervo - e Merlino sa bene che menzogna sia "il controllo dei cittadini", quando i controllati sono quelli che hanno in mano la forza!
Noi non aspettiamo per volere attuata l'anarchia che il delitto, o la possibilità  del delitto, sia sparita dai fenomeni sociali; ma non vogliamo la polizia, perchè crediamo che essa, mentre è impotente a prevenire il delitto, o ripararne le conseguenze, è poi per se stessa fonte di mille mali e pericolo costante per la società; e se per difendersi vi fosse bisogno di armarsi, vogliamo essere armati tutti e non già  costituire in mezzo a noi un corpo di pretoriani. Noi ci ricordiamo troppo della favola del cavallo che si fece mettere il morso e montare in groppa l'uomo per meglio dar la caccia al cervo - e Merlino sa bene che menzogna sia "il controllo dei cittadini", quando i controllati sono quelli che hanno in mano la forza!
Inesatto pure è Merlino quando si serve del nostro esempio del "Concerto europeo". Noi non abbiam detto che nei rapporti attuali tra gli Stati vi sia eguaglianza e giustizia, nè abbiam negato la necessità  di una organizzazione, federativa e libertaria, degl'interessi internazionali. Noi abbiam detto solamente che alla prepotenza ed all'ingiustizia che prevalgono oggi nei rapporti tra gli Stati, non sarebbe rimedio un Governo ed un Parlamento internazionale. La Grecia subisce oggi la posizione delle Grandi Potenze, e vi resiste: se essa avesse un rappresentante in un Parlamento internazionale e si fosse impegnata a rispettare le risoluzioni della maggioranza di detto Parlamento, essa subirebbe un'eguale e maggiore prepotenza e non avrebbe il diritto di resistervi.  
Inesatto pure è Merlino quando si serve del nostro esempio del "Concerto europeo". Noi non abbiam detto che nei rapporti attuali tra gli Stati vi sia eguaglianza e giustizia, nè abbiam negato la necessità  di una organizzazione, federativa e libertaria, degl'interessi internazionali. Noi abbiam detto solamente che alla prepotenza ed all'ingiustizia che prevalgono oggi nei rapporti tra gli Stati, non sarebbe rimedio un Governo ed un Parlamento internazionale. La Grecia subisce oggi la posizione delle Grandi Potenze, e vi resiste: se essa avesse un rappresentante in un Parlamento internazionale e si fosse impegnata a rispettare le risoluzioni della maggioranza di detto Parlamento, essa subirebbe un'eguale e maggiore prepotenza e non avrebbe il diritto di resistervi.  
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"La difesa sociale (scrivete voi) dev'esser la cura di tutta la società; e se per difendersi vi fosse bisogno di armarsi, vogliamo essere armati tutti."
"La difesa sociale (scrivete voi) dev'esser la cura di tutta la società; e se per difendersi vi fosse bisogno di armarsi, vogliamo essere armati tutti."
"Così ragionando, l'amministrazione della pubblica ricchezza dev'essere la cura di tutta la società; e se per amministrarla vi fosse bisogno di far progetti, compilare statistiche, studiare scienze tecniche - ebbene quelle cose vogliamo farle tutti.
"Così ragionando, l'amministrazione della pubblica ricchezza dev'essere la cura di tutta la società; e se per amministrarla vi fosse bisogno di far progetti, compilare statistiche, studiare scienze tecniche - ebbene quelle cose vogliamo farle tutti.
"L'educazione e l'istruzione dei fanciulli dev'essere la cura di tutta la società . Chi non sa quanto sia pericoloso confidare a pochi individui la cura di educare la nuova generazione? Dunque facciamoci tutti professori.
"L'educazione e l'istruzione dei fanciulli dev'essere la cura di tutta la società. Chi non sa quanto sia pericoloso confidare a pochi individui la cura di educare la nuova generazione? Dunque facciamoci tutti professori.
"E via di questo passo, si nega il principio della divisione del lavoro, si arriva al concetto Kropotkiniano, che il popolo in massa distribuirà  le case, i viveri, il lavoro, farà  tutto".
"E via di questo passo, si nega il principio della divisione del lavoro, si arriva al concetto Kropotkiniano, che il popolo in massa distribuirà  le case, i viveri, il lavoro, farà  tutto".
Se noi dicessimo che Merlino per confutarci ci affibbia delle idee che egli dovrebbe sapere non essere le nostre, egli se ne offenderebbe - e noi non vogliamo offenderlo.
Se noi dicessimo che Merlino per confutarci ci affibbia delle idee che egli dovrebbe sapere non essere le nostre, egli se ne offenderebbe - e noi non vogliamo offenderlo.
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"L'essenza della democrazia sta nell'assenza di una tale coalizione, e nella ricerca delle forme di amministrazione che lasciano il meno possibile all'arbitrio degli amministratori. In questo senso non v'è differenza sostanziale tra democrazia e anarchia. Governo del popolo - niente oligarchia - significa in sostanza non governo. Il governo di tutti in generale (democrazia) equivale al governo di nessuno in particolare (anarchia)".
"L'essenza della democrazia sta nell'assenza di una tale coalizione, e nella ricerca delle forme di amministrazione che lasciano il meno possibile all'arbitrio degli amministratori. In questo senso non v'è differenza sostanziale tra democrazia e anarchia. Governo del popolo - niente oligarchia - significa in sostanza non governo. Il governo di tutti in generale (democrazia) equivale al governo di nessuno in particolare (anarchia)".
Ancora una volta Merlino è fuori della questione.
Ancora una volta Merlino è fuori della questione.
Il modo di organizzare od amministrare gl'interessi collettivi è questione importantissima e troppo trascurata, come giustamente osserva il Merlino, dai socialisti di tutte le scuole. Ma se s'intende paragonare le soluzioni dei democratici a quelle degli anarchici, in vista di una possibile conciliazione, bisogna rimontare alla differenza sostanziale che divide le due scuole, e non già  fermarsi a discutere sul valore relativo dei vari sistemi rappresentativi, del referendum, del diritto d'iniziativa, del governo diretto, del centralismo, del federalismo, ecc. E la differenza sostanziale è questa: autorità  o libertà, coazione o consenso, obbligatorietà  o (ci si perdonino i neologismi) volontarietà . È su questa questione fondamentale del supremo principio regolatore dei rapporti interumani che bisogna intendersi, o almeno discutere, tra democratici e anarchici; poichè, se non vi è intesa su di essa, non vi può essere intesa sulle questioni speciali di organizzazione, e quand'anche si arrivasse ad un accordo a parole, come quello a cui arriverebbe Merlino, si scoprirebbe presto che l'accordo s'è fatto adoperando le stesse parole in sensi diversi.
Il modo di organizzare od amministrare gl'interessi collettivi è questione importantissima e troppo trascurata, come giustamente osserva il Merlino, dai socialisti di tutte le scuole. Ma se s'intende paragonare le soluzioni dei democratici a quelle degli anarchici, in vista di una possibile conciliazione, bisogna rimontare alla differenza sostanziale che divide le due scuole, e non già  fermarsi a discutere sul valore relativo dei vari sistemi rappresentativi, del referendum, del diritto d'iniziativa, del governo diretto, del centralismo, del federalismo, ecc. E la differenza sostanziale è questa: autorità  o libertà, coazione o consenso, obbligatorietà  o (ci si perdonino i neologismi) volontarietà. È su questa questione fondamentale del supremo principio regolatore dei rapporti interumani che bisogna intendersi, o almeno discutere, tra democratici e anarchici; poichè, se non vi è intesa su di essa, non vi può essere intesa sulle questioni speciali di organizzazione, e quand'anche si arrivasse ad un accordo a parole, come quello a cui arriverebbe Merlino, si scoprirebbe presto che l'accordo s'è fatto adoperando le stesse parole in sensi diversi.
Scendiamo alla pratica. Supposto che domani il popolo fosse padrone di sè (non si allarmi il Fisco, poichè si tratta di semplici supposizioni) dovrà  esso nominare un potere costituente, che decreterà  una nuova costituzione, che farà  la legge, che organizzerà  la nuova società ? Oppure la nuova organizzazione sociale dovrà  sorgere, dal basso all'alto, per opera di tutti gli uomini di buona volontà, senza che a nessun o sia dato il diritto di comandare e d'imporre? In altri termini, per servirci della frase consacrata, bisogna conquistare, oppure abolire i pubblici poteri?
Scendiamo alla pratica. Supposto che domani il popolo fosse padrone di sè (non si allarmi il Fisco, poichè si tratta di semplici supposizioni) dovrà  esso nominare un potere costituente, che decreterà  una nuova costituzione, che farà  la legge, che organizzerà  la nuova società ? Oppure la nuova organizzazione sociale dovrà  sorgere, dal basso all'alto, per opera di tutti gli uomini di buona volontà, senza che a nessun o sia dato il diritto di comandare e d'imporre? In altri termini, per servirci della frase consacrata, bisogna conquistare, oppure abolire i pubblici poteri?
Si può parteggiare per l'uno o l'altro metodo, si può anche cercare qualche cosa d'intermedio, come pare desidererebbe Merlino, ma non si può, quando ci cerca di arrivare ad una conciliazione tra democratici ed anarchici, tacere quello che è il loro dissenso fondamentale.
Si può parteggiare per l'uno o l'altro metodo, si può anche cercare qualche cosa d'intermedio, come pare desidererebbe Merlino, ma non si può, quando ci cerca di arrivare ad una conciliazione tra democratici ed anarchici, tacere quello che è il loro dissenso fondamentale.
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Ora, che esista o no il partito Anarchico, o qualsiasi altro partito, a me pare debba interessarci mediocremente.
Ora, che esista o no il partito Anarchico, o qualsiasi altro partito, a me pare debba interessarci mediocremente.
Tutto ciò che noi abbiamo il diritto e il dovere di desiderare è che quella parte di vero, che c'è nelle nostre dottrine, si faccia strada fra le moltitudini, e primieramente tra quelli che sono più vicini a noi, i socialisti militanti. Se domani i socialisti-democratici accettassero la parte giusta delle nostre idee, noi potremmo anche rassegnarci a morire come partito. Avremmo compiuta la nostra missione.
Tutto ciò che noi abbiamo il diritto e il dovere di desiderare è che quella parte di vero, che c'è nelle nostre dottrine, si faccia strada fra le moltitudini, e primieramente tra quelli che sono più vicini a noi, i socialisti militanti. Se domani i socialisti-democratici accettassero la parte giusta delle nostre idee, noi potremmo anche rassegnarci a morire come partito. Avremmo compiuta la nostra missione.
Al postutto, i partiti non sono destinati a durare eternamente; pur troppo hanno una vita breve e precaria, servono ad affermare e divulgare certe idee, e per lo più scompaiono o si trasformano prima che quelle si attuino. Nel caso nostro, piuttosto che avere un partito che tira il socialismo da una parte, e un altro che lo tira dall'altra, facendolo a brani, esagerando entrambi e combattendosi talvolta ingiustamente, io preferirei un partito solo che rimanesse nella verità . Nè mi preoccupa quello che voi dite. Se domani i socialisti-democratici, andando al potere volessero imporsi e tiranneggiare, là, dentro il partito socialista, non fuori voi dovreste combatterli. In tal modo avreste fatto meglio che prepararvi a combattere la tirannia socialista, l'avreste prevenuta e impedita. A me insomma non garba che noi regoliamo il nostro modo di pensare e la nostra propaganda in opposizione a quello che pensano o dicono - o diranno e faranno - i socialisti-democratici; mi parrebbe di fare come quei due individui che camminassero a braccetto, e di cui l'uno zoppicasse da una gamba e l'altro credesse, per fargli equilibrio, di dover zoppicare dall'altra. Lasciamo questi giuochi di equilibrio e andiamo diritti, perdio, alla nostra mèta.
Al postutto, i partiti non sono destinati a durare eternamente; pur troppo hanno una vita breve e precaria, servono ad affermare e divulgare certe idee, e per lo più scompaiono o si trasformano prima che quelle si attuino. Nel caso nostro, piuttosto che avere un partito che tira il socialismo da una parte, e un altro che lo tira dall'altra, facendolo a brani, esagerando entrambi e combattendosi talvolta ingiustamente, io preferirei un partito solo che rimanesse nella verità. Nè mi preoccupa quello che voi dite. Se domani i socialisti-democratici, andando al potere volessero imporsi e tiranneggiare, là, dentro il partito socialista, non fuori voi dovreste combatterli. In tal modo avreste fatto meglio che prepararvi a combattere la tirannia socialista, l'avreste prevenuta e impedita. A me insomma non garba che noi regoliamo il nostro modo di pensare e la nostra propaganda in opposizione a quello che pensano o dicono - o diranno e faranno - i socialisti-democratici; mi parrebbe di fare come quei due individui che camminassero a braccetto, e di cui l'uno zoppicasse da una gamba e l'altro credesse, per fargli equilibrio, di dover zoppicare dall'altra. Lasciamo questi giuochi di equilibrio e andiamo diritti, perdio, alla nostra mèta.
Dunque esaminiamo la questione della conciliazione fra collettivismo, comunismo, democrazia socialista ed anarchismo, senza il partito preso di non riescirvi.
Dunque esaminiamo la questione della conciliazione fra collettivismo, comunismo, democrazia socialista ed anarchismo, senza il partito preso di non riescirvi.
Voi dite che la "sintesi e conciliazione tra comunismo e collettivismo, per gli anarchici si può dire un fatto compiuto", tanto vero che essi si chiamano oggi, in gran parte, anarchici-socialisti. Dunque siamo d'accordo.
Voi dite che la "sintesi e conciliazione tra comunismo e collettivismo, per gli anarchici si può dire un fatto compiuto", tanto vero che essi si chiamano oggi, in gran parte, anarchici-socialisti. Dunque siamo d'accordo.
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Io sostenevo - e qui veramente si trattava di conciliare il socialismo democratico e l'anarchico - che insomma la libertà  non può mai essere illimitata, e che un'organizzazione degli interessi collettivi ci vuole, e che in quest'organizzazione è insita sempre una certa coazione; che bisogna fare in modo che la coazione sia minima e l'organizzazione sia la più libertaria e decentrata possibile, e che i socialisti-democratici in ciò sono d'accordo con noi; quindi una vera opposizione d'idee tra essi e noi non c'è, ma dobbiamo studiare insieme i modi pratici di conciliare gl'interessi generali e indivisibili della collettività  con la libertà  dell'individuo. Il referendum, il sindacato pubblico e la revocabilità  degli amministratori, ecc. possono essere un modo di tenere gli amministratori soggetti agli amministrati, impedendo la formazione di un potere governante: studiamo dunque queste modalità  e attuiamo, per così dire, l'anarchia per mezzo della democrazia.
Io sostenevo - e qui veramente si trattava di conciliare il socialismo democratico e l'anarchico - che insomma la libertà  non può mai essere illimitata, e che un'organizzazione degli interessi collettivi ci vuole, e che in quest'organizzazione è insita sempre una certa coazione; che bisogna fare in modo che la coazione sia minima e l'organizzazione sia la più libertaria e decentrata possibile, e che i socialisti-democratici in ciò sono d'accordo con noi; quindi una vera opposizione d'idee tra essi e noi non c'è, ma dobbiamo studiare insieme i modi pratici di conciliare gl'interessi generali e indivisibili della collettività  con la libertà  dell'individuo. Il referendum, il sindacato pubblico e la revocabilità  degli amministratori, ecc. possono essere un modo di tenere gli amministratori soggetti agli amministrati, impedendo la formazione di un potere governante: studiamo dunque queste modalità  e attuiamo, per così dire, l'anarchia per mezzo della democrazia.
Voi anche questa volta non negate che la questione della modalità  dell'organizzazione degl'interessi collettivi è importantissima e merita di essere approfondita; ma ad un tratto rivive in voi il vecchio Adamo, - l'anarchico che cerca a tutti i costi il socialista-autoritario da combattere - e voi dite che "bisogna rimontare alla differenza sostanziale che divide le due scuole... e questa è: autorità  o libertà, coazione o consenso, obbligatorietà  o volontarietà ".
Voi anche questa volta non negate che la questione della modalità  dell'organizzazione degl'interessi collettivi è importantissima e merita di essere approfondita; ma ad un tratto rivive in voi il vecchio Adamo, - l'anarchico che cerca a tutti i costi il socialista-autoritario da combattere - e voi dite che "bisogna rimontare alla differenza sostanziale che divide le due scuole... e questa è: autorità  o libertà, coazione o consenso, obbligatorietà  o volontarietà ".
Ora io torno a quello che dissi altra volta, in certe cose d'interesse comune e indivisibile l'obbligatorietà  è inevitabile. Volontarietà, libertà, consenso, sono principii incompleti, che non ci possono dare da sè soli, nè ora, nè per molti secoli avvenire, tutta l'organizzazione sociale. D'altra parte non è esatto che i socialisti-democratici siano fautori di autorità, di coazione, di obbligatorietà  su tutta la linea, che non riconoscano il gran valore del principio di libertà . - Non è dunque vero che voi rappresentiate un principio e i socialisti-democratici rappresentino il principio opposto: voi tutta la libertà, essi tutta l'autorità . La questione è di più e di meno, o piuttosto dei modi di applicazione; ed ecco perchè io vorrei tirarvi giù dalle empiree sfere dei principii astratti ed indurvi a discutere le modalità  dell'organizzazione sociale, sicuro come sono che su questo terreno tutti i socialisti tacitamente s'intenderebbero. Ma voi ricalcitrate, perchè, come ho detto fin da principio ritenete che la vostra missione è di combattere la futura tirannia socialistica, invece di prevenirla.
Ora io torno a quello che dissi altra volta, in certe cose d'interesse comune e indivisibile l'obbligatorietà  è inevitabile. Volontarietà, libertà, consenso, sono principii incompleti, che non ci possono dare da sè soli, nè ora, nè per molti secoli avvenire, tutta l'organizzazione sociale. D'altra parte non è esatto che i socialisti-democratici siano fautori di autorità, di coazione, di obbligatorietà  su tutta la linea, che non riconoscano il gran valore del principio di libertà. - Non è dunque vero che voi rappresentiate un principio e i socialisti-democratici rappresentino il principio opposto: voi tutta la libertà, essi tutta l'autorità. La questione è di più e di meno, o piuttosto dei modi di applicazione; ed ecco perchè io vorrei tirarvi giù dalle empiree sfere dei principii astratti ed indurvi a discutere le modalità  dell'organizzazione sociale, sicuro come sono che su questo terreno tutti i socialisti tacitamente s'intenderebbero. Ma voi ricalcitrate, perchè, come ho detto fin da principio ritenete che la vostra missione è di combattere la futura tirannia socialistica, invece di prevenirla.
Voi dite: supposto che il popolo domani abbia il sopravvento sul governo, i socialisti-democratici vorranno fargli nominare un potere costituente che farà  la legge e organizzerà  le cose a suo talento. Noi, socialisti-anarchici, dovremo, potendo, impedire tutto ciò e far sorgere la nuova organizzazione sociale "dal basso all'alto per opera di tutti gli uomini di buona volontà ".
Voi dite: supposto che il popolo domani abbia il sopravvento sul governo, i socialisti-democratici vorranno fargli nominare un potere costituente che farà  la legge e organizzerà  le cose a suo talento. Noi, socialisti-anarchici, dovremo, potendo, impedire tutto ciò e far sorgere la nuova organizzazione sociale "dal basso all'alto per opera di tutti gli uomini di buona volontà ".
Ma anche per il periodo rivoluzionario vale la regola che ci vuole un'organizzazione, il più possibile libertaria, a base di volontà  popolare, ma pur capace di dar corpo e vita all'ammasso informe di volontà, d'interessi e di desideri che si agiteranno sopratutto in tale momento. Un potere costituente dispotico non solo provocherebbe discordie e reazioni, ma neppure riuscirebbe ad organizzare la vasta e complicata economia sociale. Ma tanto meno vi riuscirebbe il popolo in massa, adunato casualmente nei clubs e per le strade.
Ma anche per il periodo rivoluzionario vale la regola che ci vuole un'organizzazione, il più possibile libertaria, a base di volontà  popolare, ma pur capace di dar corpo e vita all'ammasso informe di volontà, d'interessi e di desideri che si agiteranno sopratutto in tale momento. Un potere costituente dispotico non solo provocherebbe discordie e reazioni, ma neppure riuscirebbe ad organizzare la vasta e complicata economia sociale. Ma tanto meno vi riuscirebbe il popolo in massa, adunato casualmente nei clubs e per le strade.
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Così egli dice che "i socialisti democratici hanno il torto di accreditare il sospetto che essi vogliono nè più nè meno che un grande Stato", ecc.. Ma è proprio soltanto un sospetto? Noi ameremmo sentirlo dire dai socialisti democratici autentici.
Così egli dice che "i socialisti democratici hanno il torto di accreditare il sospetto che essi vogliono nè più nè meno che un grande Stato", ecc.. Ma è proprio soltanto un sospetto? Noi ameremmo sentirlo dire dai socialisti democratici autentici.
È così pure, egli dice che noi non rappresentiamo il principio di libertà, perchè egli (Merlino) crede che "volontarietà, libertà, consenso sono principii incompleti che non ci possono dare da sè soli, nè ora nè per molti secoli avvenire, tutta l'organizzazione sociale". Fino a che egli dice che noi ci sbagliamo, sta bene; ma dire che noi non pensiamo in quel dato modo, che noi non rappresentiamo le idee che difendiamo, perchè egli le crede sbagliate, è di una logica singolare. Il fatto è che noi crediamo appunto che tutta l'organizzazione possa e debba - ora, non tra molti secoli - uscire dalla libertà, e che quindi la differenza tra noi ed i democratici resta intera, fino a quando Merlino non ci abbia persuasi che abbiamo torto, e fatto abbandonare il programma anarchico. Per ora la differenza diminuisce solo fra Merlino ed i democratici, a misura che aumenta fra Merlino e noi.
È così pure, egli dice che noi non rappresentiamo il principio di libertà, perchè egli (Merlino) crede che "volontarietà, libertà, consenso sono principii incompleti che non ci possono dare da sè soli, nè ora nè per molti secoli avvenire, tutta l'organizzazione sociale". Fino a che egli dice che noi ci sbagliamo, sta bene; ma dire che noi non pensiamo in quel dato modo, che noi non rappresentiamo le idee che difendiamo, perchè egli le crede sbagliate, è di una logica singolare. Il fatto è che noi crediamo appunto che tutta l'organizzazione possa e debba - ora, non tra molti secoli - uscire dalla libertà, e che quindi la differenza tra noi ed i democratici resta intera, fino a quando Merlino non ci abbia persuasi che abbiamo torto, e fatto abbandonare il programma anarchico. Per ora la differenza diminuisce solo fra Merlino ed i democratici, a misura che aumenta fra Merlino e noi.
Bisogna che gl'interessi collettivi indivisibili siano collettivamente amministrati: siamo d'accordo. La questione sta nel modo come quest'amministrazione può esser condotta senza ledere il diritto eguale di ciascuno, e senza servire di pretesto e di occasione per costituire un potere che imponga a tutti la propria volontà . Per i democratici è la legge, fatta dai deputati eletti a suffragio universale, quella che deve provvedere alla necessaria amministrazione degl'interessi collettivi; per noi è il libero patto tra gl'interessati, o, all'occasione, la libera acquiescenza alle iniziative che i fatti mostrano utili a tutti. Noi non solo non vogliamo, ma non crediamo possibile un metodo di ricostruzione sociale intermedio, che non sia nè l'azione libera delle associazioni che si vanno man mano accordando e federando, nè l'azione dittatoriale di un governo forte.
Bisogna che gl'interessi collettivi indivisibili siano collettivamente amministrati: siamo d'accordo. La questione sta nel modo come quest'amministrazione può esser condotta senza ledere il diritto eguale di ciascuno, e senza servire di pretesto e di occasione per costituire un potere che imponga a tutti la propria volontà. Per i democratici è la legge, fatta dai deputati eletti a suffragio universale, quella che deve provvedere alla necessaria amministrazione degl'interessi collettivi; per noi è il libero patto tra gl'interessati, o, all'occasione, la libera acquiescenza alle iniziative che i fatti mostrano utili a tutti. Noi non solo non vogliamo, ma non crediamo possibile un metodo di ricostruzione sociale intermedio, che non sia nè l'azione libera delle associazioni che si vanno man mano accordando e federando, nè l'azione dittatoriale di un governo forte.
Ma Merlino c'invita a scendere dalle "empiree sfere dei principii astratti" e discutere le modalità  della organizzazione sociale. Noi non domandiamo di meglio, e perciò volevamo cominciare dall'assodare quale deve essere praticamente il punto di partenza della nuova organizzazione: l'elezione di una Costituente, o la negazione di ogni potere costituente delegato? La "conquista dei pubblici poteri", o la loro abolizione?
Ma Merlino c'invita a scendere dalle "empiree sfere dei principii astratti" e discutere le modalità  della organizzazione sociale. Noi non domandiamo di meglio, e perciò volevamo cominciare dall'assodare quale deve essere praticamente il punto di partenza della nuova organizzazione: l'elezione di una Costituente, o la negazione di ogni potere costituente delegato? La "conquista dei pubblici poteri", o la loro abolizione?
I socialisti democratici mirano ad un futuro Parlamento, o ad una futura dittatura, che abolisca le leggi esistenti e ne faccia delle nuove; - e perciò sono logici quando abituano la gente a considerare il voto come un mezzo onnipotente di emancipazione. Noi invece miriamo all'abolizione dei Parlamenti e di ogni altra specie di potere legislativo, e perciò vogliamo, per gli scopi attuali e per i futuri, che il popolo si rifiuti di nominare e di riconoscere dei legislatori. Se Merlino riesce a metterci d'accordo avrà  fatto una fatica d'Ercole... ma noi crediamo ch'egli perda il tempo.
I socialisti democratici mirano ad un futuro Parlamento, o ad una futura dittatura, che abolisca le leggi esistenti e ne faccia delle nuove; - e perciò sono logici quando abituano la gente a considerare il voto come un mezzo onnipotente di emancipazione. Noi invece miriamo all'abolizione dei Parlamenti e di ogni altra specie di potere legislativo, e perciò vogliamo, per gli scopi attuali e per i futuri, che il popolo si rifiuti di nominare e di riconoscere dei legislatori. Se Merlino riesce a metterci d'accordo avrà  fatto una fatica d'Ercole... ma noi crediamo ch'egli perda il tempo.
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Del resto, il miglior mezzo di salvarsi dal pericolo di un ritorno al passato è, ed è stato ognora, quello di rendere l'avvenire sempre più minaccioso per i conservatori e pei reazionari.
Del resto, il miglior mezzo di salvarsi dal pericolo di un ritorno al passato è, ed è stato ognora, quello di rendere l'avvenire sempre più minaccioso per i conservatori e pei reazionari.
Se in Italia non vi fossero repubblicani, socialisti ed anarchici, un colpo di stato avrebbe già  spazzato via questo servitorame di deputati, per quanto piccolo sia l'incomodo che dà  ai ministri; ed i clericali sarebbero ben altrimenti audaci se l'esistenza dei partiti avanzati non facesse temer loro che un'ondata popolare spazzerebbe via, con le altre cose, anche tutta la melma vaticanesca. Non esisterebbero monarchie costituzionali, se i re non avessero avuto paura della repubblica; in Francia non vi sarebbe la repubblica, se la Comune di Parigi non avesse dato da pensare ai partigiani della restaurazione; e se mai in Italia si farà  la repubblica sarà  quando la minaccia crescente del socialismo e dell'anarchismo indurrà  la borghesia a tentare quell'ultimo mezzo per illudere e frenare il popolo.
Se in Italia non vi fossero repubblicani, socialisti ed anarchici, un colpo di stato avrebbe già  spazzato via questo servitorame di deputati, per quanto piccolo sia l'incomodo che dà  ai ministri; ed i clericali sarebbero ben altrimenti audaci se l'esistenza dei partiti avanzati non facesse temer loro che un'ondata popolare spazzerebbe via, con le altre cose, anche tutta la melma vaticanesca. Non esisterebbero monarchie costituzionali, se i re non avessero avuto paura della repubblica; in Francia non vi sarebbe la repubblica, se la Comune di Parigi non avesse dato da pensare ai partigiani della restaurazione; e se mai in Italia si farà  la repubblica sarà  quando la minaccia crescente del socialismo e dell'anarchismo indurrà  la borghesia a tentare quell'ultimo mezzo per illudere e frenare il popolo.
Ma tutto il detto è forse inutile per Merlino. Il “pericolo” reazionario è per lui semplicemente un'occasione ed un pretesto per difendere il parlamentarismo, non come un meno peggio, ma come un'istituzione necessaria della società .
Ma tutto il detto è forse inutile per Merlino. Il “pericolo” reazionario è per lui semplicemente un'occasione ed un pretesto per difendere il parlamentarismo, non come un meno peggio, ma come un'istituzione necessaria della società.
Egli conchiude infatti che “il sistema parlamentare è cattivo perchè è poco parlamentare... e che bisogna perfezionare il sistema, non distruggerlo”.
Egli conchiude infatti che “il sistema parlamentare è cattivo perchè è poco parlamentare... e che bisogna perfezionare il sistema, non distruggerlo”.
Questo ci porterebbe a far la critica del sistema parlamentare in sè e a dimostrare che i cattivi effetti che produce non dipendono da abusi ed errori accidentali, ma dalla natura stessa del sistema. Ma Merlino si contenta di affermare senza addurre ragioni, e a noi lo spazio non consente questa volta di tornare sulla questione, che abbiamo già  replicatamente trattata.
Questo ci porterebbe a far la critica del sistema parlamentare in sè e a dimostrare che i cattivi effetti che produce non dipendono da abusi ed errori accidentali, ma dalla natura stessa del sistema. Ma Merlino si contenta di affermare senza addurre ragioni, e a noi lo spazio non consente questa volta di tornare sulla questione, che abbiamo già  replicatamente trattata.
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Vi penseranno tutti? Ciascuno a modo suo? O non vi penserà  nessuno? O si incaricheranno alcuni di provvedere a questi pubblici servizi nel pubblico interesse? E saranno questi incaricati arbitri di agire a loro posta, o saranno sottoposti al volere della popolazione? E la popolazione avrà  un volere unico, o possono sorgere fra essa pareri diversi? E in questo caso si dovrà  scegliere fra l'uno e l'altro? E come? Si riunirà  il popolo in massa per deliberare su ciascuna questione che si presenti? Ovvero si riuniranno soltanto i rappresentanti o delegati dei vari gruppi?
Vi penseranno tutti? Ciascuno a modo suo? O non vi penserà  nessuno? O si incaricheranno alcuni di provvedere a questi pubblici servizi nel pubblico interesse? E saranno questi incaricati arbitri di agire a loro posta, o saranno sottoposti al volere della popolazione? E la popolazione avrà  un volere unico, o possono sorgere fra essa pareri diversi? E in questo caso si dovrà  scegliere fra l'uno e l'altro? E come? Si riunirà  il popolo in massa per deliberare su ciascuna questione che si presenti? Ovvero si riuniranno soltanto i rappresentanti o delegati dei vari gruppi?
Malatesta non è anarchico individualista o amorfista. Egli ammette la necessità  della rappresentanza e del voto di maggioranza in talune cose d'interesse comune indivisibile. Ora che cosa è questo se non il sistema parlamentare corretto e migliorato, non già  abolito?
Malatesta non è anarchico individualista o amorfista. Egli ammette la necessità  della rappresentanza e del voto di maggioranza in talune cose d'interesse comune indivisibile. Ora che cosa è questo se non il sistema parlamentare corretto e migliorato, non già  abolito?
Io ho un dubbio: che tutta questa guerra che si muove al parlamentarismo, sia fatta alla parola. In questo caso essa sarebbe lecita, se non fosse pericolosa. Cominciamo dal dire al popolo che si faccia vivo, che si serva dei diritti che ha (come del resto fa la Agitazione, meno non so perchè, per il diritto elettorale), che ne domandi altri, che lotti, che cominci... per finire dove e come meglio si potrà .
Io ho un dubbio: che tutta questa guerra che si muove al parlamentarismo, sia fatta alla parola. In questo caso essa sarebbe lecita, se non fosse pericolosa. Cominciamo dal dire al popolo che si faccia vivo, che si serva dei diritti che ha (come del resto fa la Agitazione, meno non so perchè, per il diritto elettorale), che ne domandi altri, che lotti, che cominci... per finire dove e come meglio si potrà.
        
        
=== MALATESTA, ANCORA DEL PARLAMENTARISMO ===
=== MALATESTA, ANCORA DEL PARLAMENTARISMO ===
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A parte quest'errore d'interpretazione, col quale mi si fa dare come un fatto quello che io dico che si deve fare, Merlino non risponde agli argomenti del mio articolo, ed io non ho che da rimandare i lettori a quell'articolo.
A parte quest'errore d'interpretazione, col quale mi si fa dare come un fatto quello che io dico che si deve fare, Merlino non risponde agli argomenti del mio articolo, ed io non ho che da rimandare i lettori a quell'articolo.
E invece egli insiste sulla necessità  di una forma di governo e di parlamento, perchè la società  possa vivere e funzionare. “Abolito il municipio, che è un piccolo governo”, egli dice, “chi penserà  alle strade, all'illuminazione, all'arginatura dei fiumi ed a tante altre opere d'interesse comune?”. “Vi penseranno tutti? Ciascuno a modo suo? O non vi penserà  nessuno? O s'incaricheranno alcuni di provvedere a questi pubblici servizi nel pubblico interesse? E saranno questi incaricati arbitri di agire a loro modo o saranno sottoposti al volere della popolazione? E la popolazione avrà  un volere unico o possono sorgere fra essa pareri diversi? Ed in questo caso si dovrà  scegliere tra l'uno e l'altro? E come? Si riunirà  il popolo in massa per deliberare su ciascuna questione che si presenti? Ovvero si riuniranno soltanto i rappresentanti o delegati di vari gruppi?”.
E invece egli insiste sulla necessità  di una forma di governo e di parlamento, perchè la società  possa vivere e funzionare. “Abolito il municipio, che è un piccolo governo”, egli dice, “chi penserà  alle strade, all'illuminazione, all'arginatura dei fiumi ed a tante altre opere d'interesse comune?”. “Vi penseranno tutti? Ciascuno a modo suo? O non vi penserà  nessuno? O s'incaricheranno alcuni di provvedere a questi pubblici servizi nel pubblico interesse? E saranno questi incaricati arbitri di agire a loro modo o saranno sottoposti al volere della popolazione? E la popolazione avrà  un volere unico o possono sorgere fra essa pareri diversi? Ed in questo caso si dovrà  scegliere tra l'uno e l'altro? E come? Si riunirà  il popolo in massa per deliberare su ciascuna questione che si presenti? Ovvero si riuniranno soltanto i rappresentanti o delegati di vari gruppi?”.
Ecco: io credo che gl'incaricati dei pubblici servizi saranno le associazioni di coloro che lavorano in ciascun servizio; che queste associazioni dovranno badare nello stesso tempo al benessere dei loro membri ed al comodo del pubblico, e che saranno impossibilitate a prevaricare dal controllo dell'opinione pubblica, dai legami di dipendenza reciproca colle altre associazioni e dal diritto di tutti ad entrare nelle singole associazioni ed usare dei mezzi di produzione che esse adoperano. Credo che non vi sarà  divisione fissa tra chi dirige e chi esegue, e che la direzione del lavoro spetterà  di diritto e di fatto ai lavoratori, i quali per ciascun lavoro si organizzeranno e si divideranno le funzioni nel modo che stimano migliore. Credo che dove v'è bisogno di delegare degl'individui per una data funzione, si darà  loro un mandato determinato, limitato, soggetto sempre al controllo ed all'approvazione del pubblico, e sopratutto che non si darà  mai loro una forza per obbligare la gente, e per compiere il loro mandato contro la volontà  di una frazione qualsiasi del pubblico: il diritto di adoperare la violenza, quando se ne presentasse la dura necessità, dovendo restare sempre a tutto il popolo e non mai esser delegato. Credo che quando sopra una cosa da fare si hanno pareri diversi, se è possibile e conveniente si farà  in modi diversi, e se ciò non è possibile o non è conveniente, si farà  come vuole la maggioranza, salvo tutte le garanzie possibili in favore della minoranza - garanzie che si darebbero sul serio, perchè, non avendo la maggioranza nè il diritto nè la forza di costringere la minoranza all'ubbidienza, bisognerà  bene che guadagni la sua acquiescenza a mezzo di condiscendenze e prove di buona volontà ...
Ecco: io credo che gl'incaricati dei pubblici servizi saranno le associazioni di coloro che lavorano in ciascun servizio; che queste associazioni dovranno badare nello stesso tempo al benessere dei loro membri ed al comodo del pubblico, e che saranno impossibilitate a prevaricare dal controllo dell'opinione pubblica, dai legami di dipendenza reciproca colle altre associazioni e dal diritto di tutti ad entrare nelle singole associazioni ed usare dei mezzi di produzione che esse adoperano. Credo che non vi sarà  divisione fissa tra chi dirige e chi esegue, e che la direzione del lavoro spetterà  di diritto e di fatto ai lavoratori, i quali per ciascun lavoro si organizzeranno e si divideranno le funzioni nel modo che stimano migliore. Credo che dove v'è bisogno di delegare degl'individui per una data funzione, si darà  loro un mandato determinato, limitato, soggetto sempre al controllo ed all'approvazione del pubblico, e sopratutto che non si darà  mai loro una forza per obbligare la gente, e per compiere il loro mandato contro la volontà  di una frazione qualsiasi del pubblico: il diritto di adoperare la violenza, quando se ne presentasse la dura necessità, dovendo restare sempre a tutto il popolo e non mai esser delegato. Credo che quando sopra una cosa da fare si hanno pareri diversi, se è possibile e conveniente si farà  in modi diversi, e se ciò non è possibile o non è conveniente, si farà  come vuole la maggioranza, salvo tutte le garanzie possibili in favore della minoranza - garanzie che si darebbero sul serio, perchè, non avendo la maggioranza nè il diritto nè la forza di costringere la minoranza all'ubbidienza, bisognerà  bene che guadagni la sua acquiescenza a mezzo di condiscendenze e prove di buona volontà...
E poi credo, anzi son sicuro, che io non ho nè la capacità  nè la missione di fare il profeta. Io voglio combattere perchè il popolo si metta in condizione di fare come vuole: ed ho fiducia ch'esso, pur facendo mille spropositi e dovendo spesso ritornare sui suoi passi, e sperimentando contemporaneamente e successivamente mille forme diverse, preferirà  sempre quelle soluzioni che l'esperienza gli mostrerà  più facili e più vantaggiose.
E poi credo, anzi son sicuro, che io non ho nè la capacità  nè la missione di fare il profeta. Io voglio combattere perchè il popolo si metta in condizione di fare come vuole: ed ho fiducia ch'esso, pur facendo mille spropositi e dovendo spesso ritornare sui suoi passi, e sperimentando contemporaneamente e successivamente mille forme diverse, preferirà  sempre quelle soluzioni che l'esperienza gli mostrerà  più facili e più vantaggiose.
Merlino dubita che in fondo si tratti di una questione di parole. Egli si sarebbe accostato più alla verità  (forse gliel'ho avvertito altre volte) se avesse detto che è una questione di metodo.
Merlino dubita che in fondo si tratti di una questione di parole. Egli si sarebbe accostato più alla verità  (forse gliel'ho avvertito altre volte) se avesse detto che è una questione di metodo.
Quali saranno le forme sociali, dell'avvenire nessuno può precisare - e facilmente ci troveremmo d'accordo sui concetti generali che dovranno guidare una società  di liberi e di eguali... dopo che essa sarà  costituita. La questione è del modo come si può arrivare a costituirla. Gli autoritari vogliono imporre dall'alto, per mezzo di leggi, quello che essi credono bene. Gli anarchici invece vogliono, colla propaganda distruggere il principio d'autorità  nelle coscienze, e colla rivoluzione distruggere ogni forza organizzata che possa costringere gli uomini ad agire contrariamente alla loro volontà .
Quali saranno le forme sociali, dell'avvenire nessuno può precisare - e facilmente ci troveremmo d'accordo sui concetti generali che dovranno guidare una società  di liberi e di eguali... dopo che essa sarà  costituita. La questione è del modo come si può arrivare a costituirla. Gli autoritari vogliono imporre dall'alto, per mezzo di leggi, quello che essi credono bene. Gli anarchici invece vogliono, colla propaganda distruggere il principio d'autorità  nelle coscienze, e colla rivoluzione distruggere ogni forza organizzata che possa costringere gli uomini ad agire contrariamente alla loro volontà.
A proposito, vorrà  Merlino rispondere ad una domanda alla quale nessun socialista democratico ha voluto darmi una risposta esplicita? Io vorrei sapere, se, nell'opinione sua, quel tale governo o parlamento che egli crede necessario alla vita sociale, dovrà  avere a sua disposizione una forza armata.
A proposito, vorrà  Merlino rispondere ad una domanda alla quale nessun socialista democratico ha voluto darmi una risposta esplicita? Io vorrei sapere, se, nell'opinione sua, quel tale governo o parlamento che egli crede necessario alla vita sociale, dovrà  avere a sua disposizione una forza armata.
Nel caso che no, allora davvero che la differenza fra noi sarebbe poca cosa, poichè io sopporterei di buona grazia un governo... che non potrebbe obbligarmi a nulla.
Nel caso che no, allora davvero che la differenza fra noi sarebbe poca cosa, poichè io sopporterei di buona grazia un governo... che non potrebbe obbligarmi a nulla.
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“A proposito, vorrà  M. rispondere ad una dimanda, alla quale nessun socialista-democratico ha voluto darmi una risposta esplicita? Io vorrei sapere se, nell'opinione sua, quel tale governo o parlamento che egli crede necessario alla vita sociale, dovrà  avere a sua disposizione una forza armata”.
“A proposito, vorrà  M. rispondere ad una dimanda, alla quale nessun socialista-democratico ha voluto darmi una risposta esplicita? Io vorrei sapere se, nell'opinione sua, quel tale governo o parlamento che egli crede necessario alla vita sociale, dovrà  avere a sua disposizione una forza armata”.
Risponderò come rispose a me altra volta Malatesta.
Risponderò come rispose a me altra volta Malatesta.
Se la gente sarà  abbastanza ragionevole, non sarà  necessario usar la forza, se no, ci si ricorrerà . Beninteso l'uso della forza dovrà  esser riservato ai casi estremi e non dovrà  essere ad arbitrio di un Governo o di un Parlamento di adoperarla contro i cittadini recalcitranti ad un dato provvedimento, anzi non dovrà  essere adoperata contro i cittadini, come son oggi l'esercito e la polizia, ma solamente i cittadini stessi potranno essere chiamati in casi straordinari, come già  usa in Inghilterra e negli Stati Uniti. Insomma bisogna regolare l'uso della forza, limitarne i casi, toglierlo all'arbitrio di un'amministrazione o autorità  centrale qualsiasi: ma non si può escludere a priori la necessità  che la collettività  adoperi la forza contro l'individuo o contro la minoranza, nei casi in cui vi sia veramente conflitto di volontà  e d'interessi e la secessione non sia possibile e non riesca un compromesso. Cioè, si può a parole promettere l'Arcadia, l'Eldorado e la pace perpetua, ma si manterrebbe poi la promessa?
Se la gente sarà  abbastanza ragionevole, non sarà  necessario usar la forza, se no, ci si ricorrerà. Beninteso l'uso della forza dovrà  esser riservato ai casi estremi e non dovrà  essere ad arbitrio di un Governo o di un Parlamento di adoperarla contro i cittadini recalcitranti ad un dato provvedimento, anzi non dovrà  essere adoperata contro i cittadini, come son oggi l'esercito e la polizia, ma solamente i cittadini stessi potranno essere chiamati in casi straordinari, come già  usa in Inghilterra e negli Stati Uniti. Insomma bisogna regolare l'uso della forza, limitarne i casi, toglierlo all'arbitrio di un'amministrazione o autorità  centrale qualsiasi: ma non si può escludere a priori la necessità  che la collettività  adoperi la forza contro l'individuo o contro la minoranza, nei casi in cui vi sia veramente conflitto di volontà  e d'interessi e la secessione non sia possibile e non riesca un compromesso. Cioè, si può a parole promettere l'Arcadia, l'Eldorado e la pace perpetua, ma si manterrebbe poi la promessa?
Ecco come io rispondo a Malatesta, e a mia volta gli faccio una domanda:
Ecco come io rispondo a Malatesta, e a mia volta gli faccio una domanda:
Gl'individui useranno mai la forza l'uno contro l'altro? Se altri mi dà  uno schiaffo, devo reagire o presentargli l'altra guancia?
Gl'individui useranno mai la forza l'uno contro l'altro? Se altri mi dà  uno schiaffo, devo reagire o presentargli l'altra guancia?
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Merlino teme la guerra civile; ma che cosa è un regime autoritario se non uno stato di guerra, in cui una delle parti è stata vinta e si trova soggetta? Merlino dirà  che egli è libertario e non già  autoritario; ma se qualcuno, individuo o collettività, minoranza o maggioranza può imporre agli altri la propria volontà, la libertà  è una menzogna, o non esiste se non per chi dispone della forza.
Merlino teme la guerra civile; ma che cosa è un regime autoritario se non uno stato di guerra, in cui una delle parti è stata vinta e si trova soggetta? Merlino dirà  che egli è libertario e non già  autoritario; ma se qualcuno, individuo o collettività, minoranza o maggioranza può imporre agli altri la propria volontà, la libertà  è una menzogna, o non esiste se non per chi dispone della forza.
Io non ho mai detto che l'Anarchia, specie nei primi tempi sarà  l'Arcadia o l'Eldorado. Vi saranno purtroppo guai e difficoltà  inerenti all'imperfezione ed al disaccordo degli uomini; ma se v'è probabilità  che i mali siano minori che in qualsiasi regime autoritario, ciò mi basta per essere anarchico.
Io non ho mai detto che l'Anarchia, specie nei primi tempi sarà  l'Arcadia o l'Eldorado. Vi saranno purtroppo guai e difficoltà  inerenti all'imperfezione ed al disaccordo degli uomini; ma se v'è probabilità  che i mali siano minori che in qualsiasi regime autoritario, ciò mi basta per essere anarchico.
Il benessere e la libertà  di tutti, l'abolizione della tirannia e della schiavitù non si possono avere se non quando gli uomini si sforzino di armonizzare i loro interessi e si pieghino volontariamente alle necessità  sociali. Ed io credo che, abolita la proprietà  individuale ed il governo, distrutta cioè la possibilità  di sfruttare ed opprimere gli altri sotto l'egida delle leggi e della forza sociale, gli uomini avranno interesse, e quindi volontà, di accordarsi e risolvere i possibili conflitti pacificamente, senza ricorrere alla forza. Se ciò non fosse, evidentemente l'anarchia sarebbe impossibile; ma sarebbero anche impossibili la pace e la libertà .
Il benessere e la libertà  di tutti, l'abolizione della tirannia e della schiavitù non si possono avere se non quando gli uomini si sforzino di armonizzare i loro interessi e si pieghino volontariamente alle necessità  sociali. Ed io credo che, abolita la proprietà  individuale ed il governo, distrutta cioè la possibilità  di sfruttare ed opprimere gli altri sotto l'egida delle leggi e della forza sociale, gli uomini avranno interesse, e quindi volontà, di accordarsi e risolvere i possibili conflitti pacificamente, senza ricorrere alla forza. Se ciò non fosse, evidentemente l'anarchia sarebbe impossibile; ma sarebbero anche impossibili la pace e la libertà.
Merlino non è persuaso quando gli dico che contro il volere degli uomini l'anarchia non si fa. Ma sa egli concepire un regime che si regga senza e contro la volontà  degli uomini, o almeno di coloro tra gli uomini che pensano e vogliono? E conosce egli un regime che valga più di quel che valgono gli uomini che lo accettano?
Merlino non è persuaso quando gli dico che contro il volere degli uomini l'anarchia non si fa. Ma sa egli concepire un regime che si regga senza e contro la volontà  degli uomini, o almeno di coloro tra gli uomini che pensano e vogliono? E conosce egli un regime che valga più di quel che valgono gli uomini che lo accettano?
Tutto dipende dalla volontà  degli uomini. Cerchiamo dunque di educarli a volere la libertà  e la giustizia per tutti, e a cacciare dal loro spirito il pregiudizio della necessità  del gendarme.
Tutto dipende dalla volontà  degli uomini. Cerchiamo dunque di educarli a volere la libertà  e la giustizia per tutti, e a cacciare dal loro spirito il pregiudizio della necessità  del gendarme.
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