A Batalha: differenze tra le versioni

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[[File:A Batalha.JPG|thumb|300px|left|Primo numero del giornale dopo la fine della dittatura.]]
[[File:A Batalha.JPG|thumb|300px|left|Primo numero del giornale dopo la fine della dittatura.]]
[[File:Emidio Santana.jpg|thumb|200px|[[Emídio Santana]] con una copia di ''A Batalha''.]]
[[File:Emidio Santana.jpg|thumb|200px|[[Emídio Santana]] con una copia di ''A Batalha''.]]
Il giornale ''A Batalha'' è stato uno storico giornale [[anarco-sindacalista]] portoghese fondato nel [[1919]] come organo della [[CGT portoghese]]. Dopo la dittatura riprese le pubblicazioni, assumendo attualmente la denominazione di «giornale di espressione anarchica».
Il giornale '''''A Batalha'''' è stato uno storico giornale [[anarco-sindacalista]] portoghese fondato nel [[1919]] come organo della [[CGT portoghese]]. Dopo la dittatura riprese le pubblicazioni, assumendo la denominazione di «'''giornale di espressione anarchica'''».


== Storia ==
== Storia ==
Il [[23 febbraio]] [[1919]] nasce in Portogallo il quotidiano anarco-sindacalista ''A Batalha'', organo della [[CGT portoghese|CGT]]. Divenne il secondo quotidiano del paese, con una tiratura di 25 000 esemplari. Il suo primo redattore fu [[Alexandre Vieira]], ma altri collaboratori rilevanti furono: [[Pinto Quartim]], [[Julião Quintinha]], [[Mário Domingos]], [[Ferreira de Castro]] e [[Roberto Nobre]]. Pubblicava anche una rivista grafica quindicinale intitolata ''A Renovação'' col sottotitolo «nuovi orizzonti sociali».
Il [[23 febbraio]] [[1919]] nacque in Portogallo il quotidiano [[anarco-sindacalista]] ''A Batalha'', organo della [[CGT portoghese|CGT]]. Diventò il secondo quotidiano del paese, con una tiratura di 25.000 esemplari. Il suo primo redattore fu [[Alexandre Vieira]], ma altri collaboratori rilevanti furono: [[Pinto Quartim]], [[Julião Quintinha]], [[Mário Domingos]], [[Ferreira de Castro]] e [[Roberto Nobre]]. Pubblicava anche una rivista grafica quindicinale intitolata ''A Renovação'' col sottotitolo «nuovi orizzonti sociali».


Durante la prima repubblica ricevette numerosi attacchi, sino al colpo di stato del [[28 maggio]] [[1926]], quando pubblicare giornali radicali come ''A batalha'' diventò praticamente impossibile. L'ultimo numero fu pubblicato il [[26 maggio]] [[1927]].
Durante la prima Repubblica ricevette numerosi attacchi, sino al colpo di stato del [[28 maggio]] [[1926]], quando pubblicare giornali radicali come ''A batalha'' diventò praticamente impossibile. L'ultimo numero fu pubblicato il [[26 maggio]] [[1927]].


Il giornale ricomparve diverse volte, la prima dal settembre [[1930]] al novembre dello stesso anno, prima di venir chiuso nuovamente; poi dal [[1934]] al [[1937]] e dal [[1940]] al [[1950]], seppur con varie vicissitudini legata a diversi momenti repressivi imposti dalle [[autorità]] militari.
Il giornale ricomparve diverse volte, la prima dal settembre [[1930]] al novembre dello stesso anno, prima di venir chiuso nuovamente; poi dal [[1934]] al [[1937]] e dal [[1940]] al [[1950]], seppur con varie vicissitudini legate a diversi momenti repressivi imposti dalle [[autorità]] militari.


Dopo il [[25 aprile]] [[1974]] (fine della dittatura e ritorno del paese alla [[democrazia]]), "A Batalha" ricomparve nelle edicole il [[21 settembre]] con il sottotiolo di vecchio organo della CGT. Diretto dallo storico [[Emídio Santana]], il giornale apparteneva alla proprietà della ''Cooperativa Editora A Batalha'' con sede Rua Angelina Vidal, n.º 17, a Lisbona. Dopo la caduta del fascismo, A Batalha riappare «a rioccupare la sua missione essenziale: dare espressione e forza all'organizzazione sindacale dei lavoratori, per chiarire compito urgente di ristrutturazione e, soprattutto, nella speranza della sua autonomia per l'eventuale risoluzione di qualsiasi problema o partito, espressione genuina dei diritti e delle capacità dei lavoratori.» <ref>[http://archive.is/bHzBh A BATALHA]</ref>
Dopo il [[25 aprile]] [[1974]] (fine della dittatura e ritorno del paese alla [[democrazia]]), ''A Batalha'' ricomparve nelle edicole il [[21 settembre]] con il sottotiolo di vecchio organo della [[CGT portoghese|CGT]]. Diretto dallo storico [[Emídio Santana]], il giornale apparteneva alla proprietà della ''Cooperativa Editora A Batalha'' con sede Rua Angelina Vidal, 17, a Lisbona. Dopo la caduta del fascismo, ''A Batalha'' riapparve «a rioccupare la sua missione essenziale: dare espressione e forza all'organizzazione [[sindacale]] dei lavoratori, per chiarire compito urgente di ristrutturazione e, soprattutto, nella speranza della sua autonomia per l'eventuale risoluzione di qualsiasi problema o partito, espressione genuina dei diritti e delle capacità dei lavoratori». <ref>[http://archive.is/bHzBh ''A BATALHA'']</ref>


== Note ==
== Note ==