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== Biografia == | == Biografia == | ||
'''Luigi Bertoni''' nasce a Milano il [[16 febbraio]] 1872 da Giuseppe e Carolina Dominioni. La madre è lombarda mentre il padre è originario del Canton Ticino, ed è proprietario di una drogheria. Nell'ambiente mazziniano e repubblicano del padre, il giovane Luigi avrà l'occasione di leggere opuscoli di propaganda socialista e anarchica, quest'ultima inviata da suo cugino [[Mosè Bertoni]] (Mosè dopo aver conosciuto [[Élisée Reclus]] e [[Kropotkin]], parte nel [[1884]] dal Ticino per l'[[Argentina]] con moglie, figli, la madre e un gruppo di compaesani, intenzionato a fondare una [[Colonie libertarie|colonia anarchica]] ma poi direttosi in [[Paraguay]]). Nel [[1880]] la famiglia si trasferisce a Como, città in cui Bertoni inizia a 13 anni l'apprendistato di tipografo ed è membro del sindacato. Dopo poco più di un anno viene licenziato «per essersi sfacciatamente rifiutato di lavorare qualche ora in più dell'ordinario anche dietro pagamento». A 14 anni trova lavoro a Mendrisio, in Canton Ticino, facendosi passare come operaio tipografo. | '''Luigi Bertoni''' nasce a Milano il [[16 febbraio]] 1872 da Giuseppe e Carolina Dominioni. La madre è lombarda mentre il padre è originario del Canton Ticino, ed è proprietario di una drogheria. Nell'ambiente mazziniano e repubblicano del padre, il giovane Luigi avrà l'occasione di leggere opuscoli di propaganda [[socialista]] e anarchica, quest'ultima inviata da suo cugino [[Mosè Bertoni]] (Mosè dopo aver conosciuto [[Élisée Reclus]] e [[Kropotkin]], parte nel [[1884]] dal Ticino per l'[[Argentina]] con moglie, figli, la madre e un gruppo di compaesani, intenzionato a fondare una [[Colonie libertarie|colonia anarchica]] ma poi direttosi in [[Paraguay]]). Nel [[1880]] la famiglia si trasferisce a Como, città in cui Bertoni inizia a 13 anni l'apprendistato di tipografo ed è membro del sindacato. Dopo poco più di un anno viene licenziato «per essersi sfacciatamente rifiutato di lavorare qualche ora in più dell'ordinario anche dietro pagamento». A 14 anni trova lavoro a Mendrisio, in Canton Ticino, facendosi passare come operaio tipografo. | ||
=== Il liberalismo === | === Il liberalismo === | ||
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=== La scoperta dell'anarchia=== | === La scoperta dell'anarchia=== | ||
Respinto il [[liberalismo]] radicale e oramai divenuto anarchico, è redattore dal [[1896]] de «L'Emigrante Ticinese Illustrato», pubblicato a Berna e poi a Ginevra, in cui afferma che i sindacati devono opporsi decisamente alla produzione e alla mediazione dello [[Stato]], «un'istituzione barbara che deve cadere per essere sostituita dalle associazioni costituite dal libero accordo». Vi sono due partiti in contrapposizione «il partito di coloro che vogliono lo sviluppo progressivo e il partito di quanti ne chiedono invece la soppressione e l'adattamento dell'individuo a una società senza autorità». Bisogna rompere completamente con il passato «non dobbiamo più partecipare a nessuna festa, a nessuna commemorazione della classe dominante, dividerci completamente da lei per schierarci contro». Coerentemente, nel [[1895]] rifiuterà il posto di direttore della tipografia cantonale ticinese, offerta dai liberali oramai al potere. Nel [[1898]] è segnalato per la prima volta dalla Polizia politica al Pubblico ministero della Confederazione per aver proposto, nel Sindacato tipografi ginevrino, la partecipazione al [[1 maggio|1° Maggio]]. L'anno dopo è corresponsabile con altri due cittadini elvetici [[Emile Held]] e [[Carlo Frigerio]], di una pubblicazione «L'Almanacco socialista anarchico», in cui tra l'altro, sono invitate tutte le forse repubblicane italiane a unirsi per abbattere la monarchia (articolo di [[Errico Malatesta]]). Il Governo elevetico, su pressioni di quello italiano, invia i tre autori davanti al tribunale, poi è costretto ad assolverli. Gli anarchici – in particolare gli immigrati italiani in [[Svizzera]] – esultano: finalmente sarà loro possibile agire alla luce del sole con il sostegno dei compagni svizzeri. | Respinto il [[liberalismo]] radicale e oramai divenuto anarchico, è redattore dal [[1896]] de «L'Emigrante Ticinese Illustrato», pubblicato a Berna e poi a Ginevra, in cui afferma che i sindacati devono opporsi decisamente alla produzione e alla mediazione dello [[Stato]], «un'istituzione barbara che deve cadere per essere sostituita dalle associazioni costituite dal libero accordo». Vi sono due partiti in contrapposizione «il partito di coloro che vogliono lo sviluppo progressivo e il partito di quanti ne chiedono invece la soppressione e l'adattamento dell'individuo a una società senza autorità». Bisogna rompere completamente con il passato «non dobbiamo più partecipare a nessuna festa, a nessuna commemorazione della classe dominante, dividerci completamente da lei per schierarci contro». Coerentemente, nel [[1895]] rifiuterà il posto di direttore della tipografia cantonale ticinese, offerta dai liberali oramai al potere. Nel [[1898]] è segnalato per la prima volta dalla Polizia politica al Pubblico ministero della Confederazione per aver proposto, nel Sindacato tipografi ginevrino, la partecipazione al [[1 maggio|1° Maggio]]. L'anno dopo è corresponsabile con altri due cittadini elvetici [[Emile Held]] e [[Carlo Frigerio]], di una pubblicazione «L'Almanacco [[socialista]] anarchico», in cui tra l'altro, sono invitate tutte le forse repubblicane italiane a unirsi per abbattere la monarchia (articolo di [[Errico Malatesta]]). Il Governo elevetico, su pressioni di quello italiano, invia i tre autori davanti al tribunale, poi è costretto ad assolverli. Gli anarchici – in particolare gli immigrati italiani in [[Svizzera]] – esultano: finalmente sarà loro possibile agire alla luce del sole con il sostegno dei compagni svizzeri. | ||
=== L'attività propagandistica === | === L'attività propagandistica === | ||
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Nel luglio [[1900]] nasce a Ginevra il bimensile «[[Il Risveglio Anarchico]]», redatto inizialmente da esuli, poi da immigrati, che si rivolge alla numerosa immigrazione italiana, e «Le Réveil socialiste anarchiste», con la collaborazione di alcuni anziani di anarchici romandi. Il redattore responsabile dei due periodici, veri e propri organi ufficiali dell'[[anarchismo]] in [[Svizzera]], è proprio Bertoni, che inizialmente si avvale della collaborazione di varie personalità: Barchiesi, [[Mario Bassadinna]], [[Vivaldo Lacchini]], [[Nino Samara]], [[Felice Mezzani]] (dalla [[Francia]]), ecc. Il [[stampa anarchica|periodico bilingue]], inizialmente quindicinale, dal [[1905]] al [[1908]] diviene settimanale, poi ancora bisettimanale fino al [[1910]], anno in cui si trasforma poi in due quindicinali distinti (4000 copie di tiratura). Nel tempo assumerà varie denominazioni, fino al 1925 quando diviene definitivamente [[Le Révéil Anarchiste|Il Risveglio anarchico\ Le Révéil anarchiste]] (dal [[1940]] al [[1946]] usciranno clandestinamente in formato opuscolo). All'attività editoriale dei due periodici, Bertoni affianca una casa editrice, le ''edizioni Risveglio/éditions du Réveil'', che pubblicheranno una cinquantina di libri e opuscoli. Infine, negli anni Venti e Trenta, per il [[1 maggio|1° maggio]], esce sempre da Bertoni «[[Il Ticino Libertario]]», con la collaborazione degli anarchici ticinesi. | Nel luglio [[1900]] nasce a Ginevra il bimensile «[[Il Risveglio Anarchico]]», redatto inizialmente da esuli, poi da immigrati, che si rivolge alla numerosa immigrazione italiana, e «Le Réveil socialiste anarchiste», con la collaborazione di alcuni anziani di anarchici romandi. Il redattore responsabile dei due periodici, veri e propri organi ufficiali dell'[[anarchismo]] in [[Svizzera]], è proprio Bertoni, che inizialmente si avvale della collaborazione di varie personalità: Barchiesi, [[Mario Bassadinna]], [[Vivaldo Lacchini]], [[Nino Samara]], [[Felice Mezzani]] (dalla [[Francia]]), ecc. Il [[stampa anarchica|periodico bilingue]], inizialmente quindicinale, dal [[1905]] al [[1908]] diviene settimanale, poi ancora bisettimanale fino al [[1910]], anno in cui si trasforma poi in due quindicinali distinti (4000 copie di tiratura). Nel tempo assumerà varie denominazioni, fino al 1925 quando diviene definitivamente [[Le Révéil Anarchiste|Il Risveglio anarchico\ Le Révéil anarchiste]] (dal [[1940]] al [[1946]] usciranno clandestinamente in formato opuscolo). All'attività editoriale dei due periodici, Bertoni affianca una casa editrice, le ''edizioni Risveglio/éditions du Réveil'', che pubblicheranno una cinquantina di libri e opuscoli. Infine, negli anni Venti e Trenta, per il [[1 maggio|1° maggio]], esce sempre da Bertoni «[[Il Ticino Libertario]]», con la collaborazione degli anarchici ticinesi. | ||
[[File:Le revéil anarchiste-il riveglio anarchico.jpg|thumb|300 px|Testata di «Le Revéil Anarchiste», giornale bilingue (francese e italiano) che usciva anche come «Il Risveglio Anarchico»]] | [[File:Le revéil anarchiste-il riveglio anarchico.jpg|thumb|300 px|Testata di «Le Revéil Anarchiste», giornale bilingue (francese e italiano) che usciva anche come «Il Risveglio Anarchico»]] | ||
Il periodico dà un forte impulso al movimento in [[Svizzera]], all'inizio del secolo in fase embrionale, e fin dal suo primo numero esplicita una vita dichiaratamente associazionista: «L'associazione è un fatto biologico, una necessità sociale», e nel contempo sindacalista «per spingere anche il sindacato sulla via rivoluzionaria, dobbiamo tutti entrare nei sindacati». Bertoni esercita una considerevole propaganda in tutta la Svizzera, grazie anche a numerose conferenze: un centinaio all'anno (con punte di 130-140) per circa 40 anni. Perciò vi sarà un notevole sviluppo dei gruppi anarchici: quelli di lingua italiana da una decina nel 1902 diventano una trentina nel [[1915]], mentre la [[Fédération communiste anarchiste de la Suisse romande]] annuncia dieci gruppi nel [[1907]]. Nel [[1901]] Bertoni si fa promotore del [[Groupe pour la défense de la liberté d'opinion]], costituito in un'assemblea alla presenza di 250 anarchici socialisti, [[Sindacalismo|sindacalisti]], che si preoccupa di raccogliere fondi e di informare il movimento operaio e l'opinione pubblica sui metodi antisociali e liberticidi della polizia svizzera, soprattutto nei confronti degli operai sia stranieri sia confederati. In quest'ambito si occupa pure dell'espulsione dal Canton Ticino dell'allora socialista [[Benito Mussolini]], in [[Svizzera]] dal [[1902]] al [[1904]], il quale, grato dell'aiuto, tradurrà gratuitamente dal francese un'opera importante di [[Kropotkin]], ''Le parole di un ribelle'', che verrà pubblicato dalle edizioni del Risveglio. Nel [[1912]] Mussolini ricorderà così Bertoni: «È la bestia nera della borghesia elvetica. L'ho conosciuto a Berna nel 1903. Alto, secco, naso prominente, lineamenti angolosi, sbarbato. Ha dell'asceta. Scrive e parla, con grande correttezza, l'italiano e il francese. La sua coltura storica e sociologica è vastissima. È una delle prime teste pensanti dell'anarchismo internazionale. Operaio. Lavora da tipografo otto ore al giorno e gli rimane il tempo necessario per scrivere un giornale e tenere tournées di propaganda. La sua attività è prodigiosa. Il gruppo editoriale le Réveil è opera sua [...]. Odiatore del funzionalismo operaio, dei permanents, dei professionali, egli non ha mai voluto abbandonare la cassa del compositore. È uno spirito disinteressato». | Il periodico dà un forte impulso al movimento in [[Svizzera]], all'inizio del secolo in fase embrionale, e fin dal suo primo numero esplicita una vita dichiaratamente associazionista: «L'associazione è un fatto biologico, una necessità sociale», e nel contempo sindacalista «per spingere anche il sindacato sulla via rivoluzionaria, dobbiamo tutti entrare nei sindacati». Bertoni esercita una considerevole propaganda in tutta la Svizzera, grazie anche a numerose conferenze: un centinaio all'anno (con punte di 130-140) per circa 40 anni. Perciò vi sarà un notevole sviluppo dei gruppi anarchici: quelli di lingua italiana da una decina nel 1902 diventano una trentina nel [[1915]], mentre la [[Fédération communiste anarchiste de la Suisse romande]] annuncia dieci gruppi nel [[1907]]. Nel [[1901]] Bertoni si fa promotore del [[Groupe pour la défense de la liberté d'opinion]], costituito in un'assemblea alla presenza di 250 anarchici socialisti, [[Sindacalismo|sindacalisti]], che si preoccupa di raccogliere fondi e di informare il movimento operaio e l'opinione pubblica sui metodi antisociali e liberticidi della polizia svizzera, soprattutto nei confronti degli operai sia stranieri sia confederati. In quest'ambito si occupa pure dell'espulsione dal Canton Ticino dell'allora [[socialista]] [[Benito Mussolini]], in [[Svizzera]] dal [[1902]] al [[1904]], il quale, grato dell'aiuto, tradurrà gratuitamente dal francese un'opera importante di [[Kropotkin]], ''Le parole di un ribelle'', che verrà pubblicato dalle edizioni del Risveglio. Nel [[1912]] Mussolini ricorderà così Bertoni: «È la bestia nera della borghesia elvetica. L'ho conosciuto a Berna nel 1903. Alto, secco, naso prominente, lineamenti angolosi, sbarbato. Ha dell'asceta. Scrive e parla, con grande correttezza, l'italiano e il francese. La sua coltura storica e sociologica è vastissima. È una delle prime teste pensanti dell'anarchismo internazionale. Operaio. Lavora da tipografo otto ore al giorno e gli rimane il tempo necessario per scrivere un giornale e tenere tournées di propaganda. La sua attività è prodigiosa. Il gruppo editoriale le Réveil è opera sua [...]. Odiatore del funzionalismo operaio, dei permanents, dei professionali, egli non ha mai voluto abbandonare la cassa del compositore. È uno spirito disinteressato». | ||
Chiamato dai giornali borghesi “le gréviculteur”, cioè cultore di [[sciopero|scioperi]], è incarcerato più volte: nel [[1902]] accusato, in quanto membro del comitato di [[sciopero generale]] in [[Svizzera]] a Ginevra – grande movimento cui partecipano 15.000 – è condannato a un anno di detenzione. Ma la minaccia di un nuovo sciopero generale di protesta dei sindacati ginevrini previsto per il [[1 maggio]] [[1903]], costringendo il governo ginevrino a graziarlo (anche senza la sua richiesta), dopo 132 giorni di detenzione. | Chiamato dai giornali borghesi “le gréviculteur”, cioè cultore di [[sciopero|scioperi]], è incarcerato più volte: nel [[1902]] accusato, in quanto membro del comitato di [[sciopero generale]] in [[Svizzera]] a Ginevra – grande movimento cui partecipano 15.000 – è condannato a un anno di detenzione. Ma la minaccia di un nuovo sciopero generale di protesta dei sindacati ginevrini previsto per il [[1 maggio]] [[1903]], costringendo il governo ginevrino a graziarlo (anche senza la sua richiesta), dopo 132 giorni di detenzione. |