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Presentandosi candidato alla presidenza della Repubblica come capo del « Partito dell'Ordine », ebbe facile partita contro Cavaignac. Dalla sua aveva un nome prestigioso, il consenso dei contadini, le divisioni tra la borghesia e l'odio degli operai contro il generale massacratore. In fretta, il neo-presidente si guadagnò l'appoggio dei cattolici mandando a Roma le truppe repubblicane a massacrare i mazziniani per rimettere sul trono il papa-re e facendo approvare, il [[15 marzo]] [[1850]], la legge Falloux, che metteva l'insegnamento pubblico sotto il controllo della Chiesa. | Presentandosi candidato alla presidenza della Repubblica come capo del « Partito dell'Ordine », ebbe facile partita contro Cavaignac. Dalla sua aveva un nome prestigioso, il consenso dei contadini, le divisioni tra la borghesia e l'odio degli operai contro il generale massacratore. In fretta, il neo-presidente si guadagnò l'appoggio dei cattolici mandando a Roma le truppe repubblicane a massacrare i mazziniani per rimettere sul trono il papa-re e facendo approvare, il [[15 marzo]] [[1850]], la legge Falloux, che metteva l'insegnamento pubblico sotto il controllo della Chiesa. | ||
Il clero, riconoscente, ricambiò il favore che Bonaparte si attendeva: continuare a predicare ai poveri la rassegnazione e la pace sociale. Così, per esempio, il vescovo di Nîmes Claude-Henri Plantier poteva esaltare agli occhi degli operai la presunta « intelligente e cristiana generosità » degli industriali, « vostri capi, o meglio vostri padri. Essi vi danno il lavoro e, insieme, i princìpi. A loro non basta offrirvi il pane della terra, ma vogliono anche facilitarvi la conquista del cielo. Che questo beneficio vi renda sensibili e riconoscenti ! ».<ref>Citato in Jean-Baptiste Duroselle, ''Les débuts du catholicisme sociale en France'', Paris, Presses Universitaires de France, 1951, p. 655.</ref> | Il clero, riconoscente, ricambiò il favore che Bonaparte si attendeva: continuare a predicare ai poveri la rassegnazione e la pace sociale. Così, per esempio, il vescovo di Nîmes Claude-Henri Plantier poteva esaltare agli occhi degli operai la presunta « intelligente e cristiana generosità » degli industriali, « vostri capi, o meglio vostri padri. Essi vi danno il lavoro e, insieme, i princìpi. A loro non basta offrirvi il pane della terra, ma vogliono anche facilitarvi la conquista del cielo. Che questo beneficio vi renda sensibili e riconoscenti! ».<ref>Citato in Jean-Baptiste Duroselle, ''Les débuts du catholicisme sociale en France'', Paris, Presses Universitaires de France, 1951, p. 655.</ref> | ||
A quel punto, il colpo di Stato del [[2 dicembre]] [[1851]], ulteriore imitazione delle imprese parentali, fu una semplice operazione: grazie all'appoggio dell'esercito e al modico prezzo di qualche migliaio di morti e di 10.000 deportazioni, « Napoleone il Piccolo »<ref>''Napoléon le Petit'' è l'appellativo dato a Napoleone III da Victor Hugo nell'omonimo ''pamphlet'' scritto a Bruxelles nell'agosto del 1852, dopo l'espulsione dello scrittore dalla Francia decretata in gennaio.</ref> iniziava la sua ventennale dittatura camuffata sotto il pomposo manto di « imperatore dei francesi ». | A quel punto, il colpo di Stato del [[2 dicembre]] [[1851]], ulteriore imitazione delle imprese parentali, fu una semplice operazione: grazie all'appoggio dell'esercito e al modico prezzo di qualche migliaio di morti e di 10.000 deportazioni, « Napoleone il Piccolo »<ref>''Napoléon le Petit'' è l'appellativo dato a Napoleone III da Victor Hugo nell'omonimo ''pamphlet'' scritto a Bruxelles nell'agosto del 1852, dopo l'espulsione dello scrittore dalla Francia decretata in gennaio.</ref> iniziava la sua ventennale dittatura camuffata sotto il pomposo manto di « imperatore dei francesi ». | ||
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Il poeta [[Arthur Rimbaud]], che forse era a Parigi in quei giorni, ha lasciato nella poesia ''Les mains de Jeanne-Marie'' un ritratto della donna parigina del 1871:<ref>Jeanne-Marie a des mains fortes, / Mains sombres que l'été tanna, / Mains pâles comme des mains mortes. [...] Elles ont pâli, merveilleuses, / Au grand soleil d'amour chargé, / Sur le bronze des mitrailleuses / À travers Paris insurgé !</ref> | Il poeta [[Arthur Rimbaud]], che forse era a Parigi in quei giorni, ha lasciato nella poesia ''Les mains de Jeanne-Marie'' un ritratto della donna parigina del 1871:<ref>Jeanne-Marie a des mains fortes, / Mains sombres que l'été tanna, / Mains pâles comme des mains mortes. [...] Elles ont pâli, merveilleuses, / Au grand soleil d'amour chargé, / Sur le bronze des mitrailleuses / À travers Paris insurgé !</ref> | ||
:« Jeanne-Marie ha mani forti,<br>Mani scure conciate dall'estate,<br>Pallide mani come mani morte.<br>[...]<br>Son diventate pallide, meravigliose,<br>Al grande sole carico d'amore,<br>Sopra il bronzo delle mitragliere<br>Attraverso Parigi insorta ! » | :« Jeanne-Marie ha mani forti,<br>Mani scure conciate dall'estate,<br>Pallide mani come mani morte.<br>[...]<br>Son diventate pallide, meravigliose,<br>Al grande sole carico d'amore,<br>Sopra il bronzo delle mitragliere<br>Attraverso Parigi insorta! » | ||
Altre donne particolarmente attive nei giorni della Comune furono [[Aglaé Jarry]], [[Victorine Rouchy]], [[Marguerite Gainder Lachaise]], [[Eulalie Papavoine]], [[Madame David]], [[Marguerite Diblanc]], [[Elisabeth Retiffe]], [[Léontine Sueten]], [[Joséphine Marchais]], [[Adèle Chignon]]. | Altre donne particolarmente attive nei giorni della Comune furono [[Aglaé Jarry]], [[Victorine Rouchy]], [[Marguerite Gainder Lachaise]], [[Eulalie Papavoine]], [[Madame David]], [[Marguerite Diblanc]], [[Elisabeth Retiffe]], [[Léontine Sueten]], [[Joséphine Marchais]], [[Adèle Chignon]]. |