Pier Paolo Pasolini: differenze tra le versioni

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===Il movente dell'omicidio===
===Il movente dell'omicidio===
Nel [[1972]] Pasolini inizia a scrivere quello che può a tutti gli effetti essere considerato il suo vero “romanzo delle stragi”: ''Petrolio'', così si chiamerà il suo romanzo rimasto incompiuto e pubblicato postumo. E forse è proprio in ''Petrolio'' che si trova la chiave della morte del suo autore, legata a un altro mistero italiano: la “strana” morte di [[Enrico Mattei]]. Pasolini era venuto in possesso di informazioni scottanti, riguardanti il coinvolgimento di Eugenio Cefis nel caso Mattei.
Nel [[1972]] Pasolini inizia a scrivere quello che può a tutti gli effetti essere considerato il suo vero “romanzo delle stragi”: ''Petrolio'', così si chiamerà il suo romanzo rimasto incompiuto e pubblicato postumo. E forse è proprio in ''Petrolio'' che si trova la chiave della morte del suo autore, legata a un altro mistero italiano: la “strana” morte di Enrico Mattei. Pasolini era venuto in possesso di informazioni scottanti, riguardanti il coinvolgimento di Eugenio Cefis nel caso Mattei.
In ''Petrolio'' descrive la storia dell'Eni e in particolare quella del suo presidente Cefis. Lo fa con un espediente letterario: il personaggio inventato di Troya, ricalcato sulla figura di Cefis. Secondo il sostituto procuratore di Pavia, Vincenzo Calia, che ha indagato sul caso Mattei (depositando una sentenza di archiviazione nel [[2003]]), le carte di ''Petrolio'' appaiono come fonti credibili di una storia vera del potere economico-politico e dei suoi legami con le varie fasi dello stragismo italiano [[Fascismo|fascista]] e di [[Stato]]. Calia si spinse ad affermare che «l'esecuzione dell'attentato venne pianificata quando fu certo che Enrico Mattei non avrebbe lasciato spontaneamente la presidenza dell'ente petrolifero di [[Stato]]». Il che porterebbe a ritenere Eugenio Cefis come il probabile mandante. Probabilmente questa era una delle scomode verità di cui Pasolini era venuto a conoscenza.
In ''Petrolio'' descrive la storia dell'Eni e in particolare quella del suo presidente Cefis. Lo fa con un espediente letterario: il personaggio inventato di Troya, ricalcato sulla figura di Cefis. Secondo il sostituto procuratore di Pavia, Vincenzo Calia, che ha indagato sul caso Mattei (depositando una sentenza di archiviazione nel [[2003]]), le carte di ''Petrolio'' appaiono come fonti credibili di una storia vera del potere economico-politico e dei suoi legami con le varie fasi dello stragismo italiano [[Fascismo|fascista]] e di [[Stato]]. Calia si spinse ad affermare che «l'esecuzione dell'attentato venne pianificata quando fu certo che Enrico Mattei non avrebbe lasciato spontaneamente la presidenza dell'ente petrolifero di [[Stato]]». Il che porterebbe a ritenere Eugenio Cefis come il probabile mandante. Probabilmente questa era una delle scomode verità di cui Pasolini era venuto a conoscenza.


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