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=== Rivolte popolari === | === Rivolte popolari === | ||
Il [[19 dicembre|19]] e [[20 dicembre]] del [[2001]] il popolo argentino fu protagonista di due giornate di conflitto: il [[19 dicembre]], in un contesto di diffusa protesta, centinaia di persone saccheggiarono negozi e supermercati, generando scontri con la polizia che provocarono 4 morti. De la Rua, in consultazione con i comandanti militari, dichiarò lo stato d'assedio e sospese le garanzie costituzionali per un mese. | Il [[19 dicembre|19]] e [[20 dicembre]] del [[2001]] il popolo argentino fu protagonista di due giornate di conflitto: il [[19 dicembre]], in un contesto di diffusa protesta, centinaia di persone saccheggiarono negozi e supermercati, generando scontri con la polizia che provocarono 4 morti. De la Rua, in consultazione con i comandanti militari, dichiarò lo stato d'assedio e sospese le garanzie costituzionali per un mese. | ||
Non appena il presidente annunciò alla televisione nazionale il decreto, immediatamente e spontaneamente una enorme manifestazione si ritrovò nelle principali vie di Buenos Aires, spingendosi fin sotto la casa presidenziale. Le proteste continuarono per tutta la mattina presto del [[20 dicembre]], e furono duramente [[repressione|represse]] dalla [[polizia]] federale. La situazione nel paese era incontrollabile e dopo trentotto morti e le dimissioni di Domingo Cavallo, anche il presidente il presidente Fernando de la Rúa si vide obbligato non solo a rinunciare alla sua poltrona, ma anche a fuggire dalla Casa Rosada in elicottero. | Non appena il presidente annunciò alla televisione nazionale il decreto, immediatamente e spontaneamente una enorme manifestazione si ritrovò nelle principali vie di Buenos Aires, spingendosi fin sotto la casa presidenziale. Le proteste continuarono per tutta la mattina presto del [[20 dicembre]], e furono duramente [[repressione|represse]] dalla [[polizia]] federale. La situazione nel paese era incontrollabile e dopo trentotto morti e le dimissioni di Domingo Cavallo, anche il presidente il presidente Fernando de la Rúa si vide obbligato non solo a rinunciare alla sua poltrona, ma anche a fuggire dalla Casa Rosada in elicottero. | ||
La crisi istituzionale e economica che sopraggiunse causò lo sviluppo in una gran quantità di quartieri delle più im portanti città argentine di spazi di [[autogestione]] e di pratiche assembleari fondate sulla [[democrazia diretta]]. La rivolta popolare, nota come '''''Cacerolazo'''''<ref>Il termine spagnolo indica una forma di manifestazione pacifica e rumorosa, in spazi privati o pubblici, in cui l'espressione pubblica di protesta, o dissenso, si realizza attraverso il rumore ottenuto percuotendo coralmente degli oggetti adatti allo scopo, come casseruole (da cui il nome), tegami, pentole, coperchi, mestoli, e altri utensili simili. | La crisi istituzionale e economica che sopraggiunse causò lo sviluppo in una gran quantità di quartieri delle più im portanti città argentine di spazi di [[autogestione]] e di pratiche assembleari fondate sulla [[democrazia diretta]]. La rivolta popolare, nota come '''''Cacerolazo'''''<ref>Il termine spagnolo indica una forma di manifestazione pacifica e rumorosa, in spazi privati o pubblici, in cui l'espressione pubblica di protesta, o dissenso, si realizza attraverso il rumore ottenuto percuotendo coralmente degli oggetti adatti allo scopo, come casseruole (da cui il nome), tegami, pentole, coperchi, mestoli, e altri utensili simili.</ref>, fu non solo violentemente critica nei confronti del sistema economico-sociale vigente, ma anche costruttiva giacchè ci fu il tentativo di recuperare valori comuni di [[solidarietà]] umana e l'esercizio di una [[democrazia]] orizzontale. | ||
Le assemblee di quartiere dimostrarono la fattibilità di una nuova forma di azione politica, dove la gente imparava a non delegare le proprie istanze ai partiti o alle istituzioni, sviluppando rapporti mutualistici con altre persone e senza che alcuno primeggiasse autoritariamente. | Le assemblee di quartiere dimostrarono la fattibilità di una nuova forma di azione politica, dove la gente imparava a non delegare le proprie istanze ai partiti o alle istituzioni, sviluppando rapporti mutualistici con altre persone e senza che alcuno primeggiasse autoritariamente. | ||
=== Cooperative ed autogestione === | === Cooperative ed autogestione === | ||
Si svilupparono progetti di occupazione di fabbriche e di [[autogestione]] delle stesse, tra cui quello della fabbrica di ceramiche Zanon FaSinpat, allora destinata alla chiusura, e ancora oggi esemplarmente autogestita dagli operai nonostante i vari tentativi di sgombero da parte delle forze dell'ordine (l'esproprio e l'[[autogestione]] sono stati riconosciuti anche legalmente) <ref name="operai">[http://archive.is/F6UgJ Quando la crisi si trasforma in opportunità] [http://mauvanpelt.blogspot.com/2009/05/zanon-la-fabbrica-e-dei-lavoratori.html Zanon, la fabbrica è dei lavoratori]</ref>. Altri esempi di autogestione furono quelli dell'hotel a quattro stelle Bauen, la fabbrica di abbigliamento Brukman, la stamperia Chilavert ecc. | Si svilupparono progetti di occupazione di fabbriche e di [[autogestione]] delle stesse, tra cui quello della fabbrica di ceramiche Zanon FaSinpat, allora destinata alla chiusura, e ancora oggi esemplarmente autogestita dagli operai nonostante i vari tentativi di sgombero da parte delle forze dell'ordine (l'esproprio e l'[[autogestione]] sono stati riconosciuti anche legalmente) <ref name="operai">[http://archive.is/F6UgJ Quando la crisi si trasforma in opportunità] [http://mauvanpelt.blogspot.com/2009/05/zanon-la-fabbrica-e-dei-lavoratori.html Zanon, la fabbrica è dei lavoratori]</ref>. Altri esempi di autogestione furono quelli dell'hotel a quattro stelle Bauen, la fabbrica di abbigliamento Brukman, la stamperia Chilavert ecc. | ||
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==Voci correlate== | ==Voci correlate== | ||
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