Errico Malatesta: differenze tra le versioni

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[[File:Banda del Matese.png|thumb|300px|L'arresto della [[banda del Matese]], nell'aprile 1877]]
[[File:Banda del Matese.png|thumb|300px|L'arresto della [[banda del Matese]], nell'aprile 1877]]
Il [[5 settembre]] [[1872]] giunse in [[Svizzera]] per partecipare al [[Internazionale antiautoritaria|Congresso di Saint-Imier]]; in quell'occasione divenne amico di [[Michail Bakunin]]. Sul periodo bakunista scriverà in seguito:
Il [[5 settembre]] [[1872]] giunse in [[Svizzera]] per partecipare al [[Internazionale antiautoritaria|Congresso di Saint-Imier]]; in quell'occasione divenne amico di [[Michail Bakunin]]. Sul periodo bakunista scriverà in seguito:
: «Noi vogliamo, per un'azione cosciente, imprimere al movimento operaio la direzione che ci sembra migliore, contro coloro che credono al miracolo dell'automatismo e alle virtù delle masse operaie... Noi che nell'Internazionale veniamo chiamati bakunisti, ed eravamo membri dell'Alleanza, critichiamo fortemente contro Marx e i marxisti perché cercarono di far trionfare nell'internazionale il loro programma specifico; ma a parte la qualità dei mezzi adoperati sui quali ora è inutile insistere, noi facciamo come loro, vale a dire che cerchiamo di servirci dell'Internazionale per raggiungere i nostri obiettivi di parte.» (''[[Volontà]]'', 1914)
: «Noi vogliamo, per un'azione cosciente, imprimere al movimento operaio la direzione che ci sembra migliore, contro coloro che credono al miracolo dell'automatismo e alle virtù delle masse operaie... Noi che nell'Internazionale veniamo chiamati bakunisti, ed eravamo membri dell'Alleanza, critichiamo fortemente contro Marx e i marxisti perché cercarono di far trionfare nell'internazionale il loro programma specifico; ma a parte la qualità dei mezzi adoperati sui quali ora è inutile insistere, noi facciamo come loro, vale a dire che cerchiamo di servirci dell'Internazionale per raggiungere i nostri obiettivi di parte» («Volontà», [[1914]]).


Dopo il congresso iniziò un periodo di intensa attività sovversiva: nel [[1873]] fu arrestato a Bologna; nel [[1874]] partecipò con un piccolo gruppo ad un fallito tentativo di [[insurrezione rivoluzionaria di Bologna (1874)|insurrezione a Bologna]]; venne arrestato poco dopo a Pesaro. Il processo conseguente si risolse con l'assoluzione di tutti gli imputati, risultando in una notevole popolarità per gli insorti e per Malatesta in particolare. Nel [[1875]] visitò [[Bakunin]] a Lugano. Poco dopo tentò di partire in [[Bosnia-Erzegovina]] per riunirsi ai rivoluzionari serbi ribellatisi al potere ottomano; il [[19 ottobre]] [[1875]] Malatesta si iscrisse alla [[massoneria]] nel tentativo di diffondere l'ideale [[socialismo|socialista]] tra gli iscritti; il suo rapporto con la massoneria fu piuttosto tormentato, e si interruppe definitivamente il [[18 marzo]] [[1876]], quando, indignato dalla decisione della sua "loggia" di organizzare un ricevimento d'onore per Giovanni Nicotera, eletto poco prima ministro dell'interno, decise di abbandonarla definitivamente.
Dopo il congresso iniziò un periodo di intensa attività sovversiva: nel [[1873]] fu arrestato a Bologna; nel [[1874]] partecipò con un piccolo gruppo ad un fallito tentativo di [[insurrezione rivoluzionaria di Bologna (1874)|insurrezione a Bologna]]; venne arrestato poco dopo a Pesaro. Il processo conseguente si risolse con l'assoluzione di tutti gli imputati, risultando in una notevole popolarità per gli insorti e per Malatesta in particolare. Nel [[1875]] visitò [[Bakunin]] a Lugano. Poco dopo tentò di partire in [[Bosnia-Erzegovina]] per riunirsi ai rivoluzionari serbi ribellatisi al potere ottomano; il [[19 ottobre]] [[1875]] Malatesta si iscrisse alla [[massoneria]] nel tentativo di diffondere l'ideale [[socialismo|socialista]] tra gli iscritti; il suo rapporto con la massoneria fu piuttosto tormentato, e si interruppe definitivamente il [[18 marzo]] [[1876]], quando, indignato dalla decisione della sua "loggia" di organizzare un ricevimento d'onore per Giovanni Nicotera, eletto poco prima ministro dell'interno, decise di abbandonarla definitivamente.
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===Partenza dall'Italia===
===Partenza dall'Italia===
[[File:Malatesta1.jpg|miniatura|200px|Malatesta negli anni della svolta di [[Andrea Costa]], [[1883]]-[[1885]].]]
[[File:Malatesta1.jpg|miniatura|200px|Malatesta negli anni della svolta di [[Andrea Costa]], [[1883]]-[[1885]].]]
Nel [[1878]] iniziò per Malatesta un intenso periodo di peregrinazioni: dopo un breve periodo in [[Egitto]], si recò in Siria ed in [[Romania]] prima di fermarsi a Ginevra, dove conobbe [[Élisée Reclus]] e [[Pëtr Kropotkin]], del quale divenne grande amico e che coadiuvò nell'uscita dei primi numeri de «[[Le Révolté]]»; in [[Svizzera]] frequentò l'ambiente dei fuorusciti italiani ([[Vito Solieri]], [[Luigi Mercatalli]], [[Sebastiano Casadio]], [[Francesco Ginnasi]] e [[Alfonso Danesi]]), autori del volantino ''Ad Umberto Re d'Italia nel giorno della sua nascita'', un elogio a [[Giovanni Passannante]], che minacciava l'ordine sociale e lo stesso re Umberto se [[Giovanni Passannante|Passannante]] fosse stato giustiziato. Il volantino provocherà un decreto di espulsione dalla [[Svizzera]] (decreto federale [[29 aprile]] [[1879]]), che sarà messo in pratica dopo il suo arresto a Lugano ([[21 febbraio]] [[1881]]).  
Nel [[1878]] iniziò per Malatesta un intenso periodo di peregrinazioni: dopo un breve periodo in Egitto, si recò in Siria ed in [[Romania]] prima di fermarsi a Ginevra, dove conobbe [[Élisée Reclus]] e [[Pëtr Kropotkin]], del quale divenne grande amico e che coadiuvò nell'uscita dei primi numeri de «[[Le Révolté]]»; in [[Svizzera]] frequentò l'ambiente dei fuorusciti italiani ([[Vito Solieri]], [[Luigi Mercatalli]], [[Sebastiano Casadio]], [[Francesco Ginnasi]] e [[Alfonso Danesi]]), autori del volantino «Ad Umberto Re d'Italia nel giorno della sua nascita» <ref>Secondo Rosita Boschetti l'autore del testo del volantino potrebbe essere [[Giovanni Pascoli]] (R. Boschetti, «L'anarchico gentile», Il Ponte Vecchio, Cesena, 2022, p. 81 ss.).</ref>, un elogio a [[Giovanni Passannante]] che minacciava l'ordine sociale e lo stesso re Umberto se [[Giovanni Passannante|Passannante]] fosse stato giustiziato. Il volantino provocherà un decreto di espulsione dalla [[Svizzera]] (decreto federale [[29 aprile]] [[1879]]), che sarà messo in pratica dopo il suo arresto a Lugano ([[21 febbraio]] [[1881]]).  


Si spostò successivamente in [[Belgio]], quindi nel [[1881]] raggiunse Londra, dove organizzò insieme a [[Kropotkin]] il [[Congresso Internazionale Socialista Rivoluzionario]].
Si spostò successivamente in [[Belgio]], quindi nel [[1881]] raggiunse Londra, dove organizzò insieme a [[Kropotkin]] il [[Congresso Internazionale Socialista Rivoluzionario]].


Nel [[1882]], venuto a conoscenza della rivolta di Arabi Pasha, tornò in [[Egitto]] nel tentativo di trasformare il moto [[nazionalismo|nazionalista]] in rivolta sociale (in appoggio degli antibritannici guidati da Orabi Pascià). Venne arrestato dai soldati inglesi l'anno successivo, quindi tornò in Italia clandestinamente, sbarcando a Livorno. Poco tempo dopo venne arrestato per cospirazione insieme all'amico [[Francesco Saverio Merlino]] ed altri rivoluzionari. Approfittando della [[libertà]] provvisoria si recò a Firenze, dove iniziò la pubblicazione de «[[La Questione Sociale (Firenze)|La Questione Sociale]]» (primo numero il [[22 dicembre]] [[1883]]) in cui trovò per la prima volta pubblicazione ''[[Fra contadini: dialogo sull'anarchia (di Errico Malatesta)|Fra contadini]]'', uno dei suoi trattati più noti.
Nel [[1882]], venuto a conoscenza della rivolta di Arabi Pasha, tornò in Egitto nel tentativo di trasformare il moto [[nazionalismo|nazionalista]] in rivolta sociale (in appoggio degli antibritannici guidati da Orabi Pascià). Venne arrestato dai soldati inglesi l'anno successivo, quindi tornò in Italia clandestinamente, sbarcando a Livorno. Poco tempo dopo venne arrestato per cospirazione insieme all'amico [[Francesco Saverio Merlino]] ed altri rivoluzionari. Approfittando della [[libertà]] provvisoria si recò a Firenze, dove iniziò la pubblicazione de «[[La Questione Sociale (Firenze)|La Questione Sociale]]» (primo numero il [[22 dicembre]] [[1883]]) in cui trovò per la prima volta pubblicazione «[[Fra contadini: dialogo sull'anarchia (di Errico Malatesta)|Fra contadini]]», uno dei suoi trattati più noti.


Nonostante avesse subito una condanna a tre anni di reclusione, nel [[1884]] si recò a Napoli insieme a tanti altri compagni anarchici ([[Galileo Palla]], [[Francesco Pezzi]], [[Luisa Minguzzi]]...) per prestare soccorso alla popolazione colpita da un'epidemia di colera, quindi partì per l'America Latina per sfuggire alla cattura.
Nonostante avesse subito una condanna a tre anni di reclusione, nel [[1884]] si recò a Napoli insieme a tanti altri compagni anarchici (tra cui [[Galileo Palla]], [[Francesco Pezzi]] e [[Luisa Minguzzi]]) per prestare soccorso alla popolazione colpita da un'epidemia di colera, quindi partì per l'America Latina per sfuggire alla cattura.


===Esule in Argentina===
===Esule in Argentina===
Malatesta ebbe notevole influenza nello sviluppo del [[anarchismo argentino|movimento anarchico argentino]]: secondo lo storico [[Osvaldo Bayer]], l'importanza di Malatesta si è evidenziata nel suo [[internazionalismo]], la sua volontà di organizzare i lavoratori e gli sfruttati, in antitesi all'[[anarco-individualismo|individualismo]] e all'[[anarco-comunismo]] [[determinismo|determinista]] di [[Kropotkin]]. <ref>[[Osvaldo Bayer]], ''La influencia de la inmigración italiana en el movimiento obrero argentino'', en ''Los anarquistas expropiadores y otros ensayos.'' Booklet, Buenos Aires, 2008</ref>
Malatesta ebbe notevole influenza nello sviluppo del [[anarchismo argentino|movimento anarchico argentino]]: secondo lo storico [[Osvaldo Bayer]], l'importanza di Malatesta si è evidenziata nel suo [[internazionalismo]], la sua volontà di organizzare i lavoratori e gli sfruttati, in antitesi all'[[anarco-individualismo|individualismo]] e all'[[anarco-comunismo]] [[determinismo|determinista]] di [[Kropotkin]]. <ref>[[Osvaldo Bayer]], ''La influencia de la inmigración italiana en el movimiento obrero argentino'', en ''Los anarquistas expropiadores y otros ensayos.'' Booklet, Buenos Aires, 2008</ref>


Si stabilì a Buenos Aires insieme ad altri anarchici italiani ([[Galileo Palla]], [[Francesco Nata]], [[Luisa Minguzzi]] e [[Francesco Pezzi]]...), dove entrò in contatto con il [[Circolo Comunista Anárquico]] e riprese la pubblicazione - in lingua italiana - de «[[La Questione Sociale (settimanale di Buenos Aires)|La Questione Sociale]]». A Rosario, il gruppo ''El Miserable'' divenne più incisivo a livello sociale dopo aver incontrato Errico Malatesta; in molte città venivano per lui organizzate diverse conferenze, alle quali partecipava sempre entusiasticamente.
Si stabilì a Buenos Aires insieme ad altri anarchici italiani (tra cui [[Galileo Palla]], [[Francesco Nata]], [[Luisa Minguzzi]] e [[Francesco Pezzi]]), dove entrò in contatto con il [[Circolo Comunista Anárquico]] e riprese la pubblicazione - in lingua italiana - de «[[La Questione Sociale (settimanale di Buenos Aires)|La Questione Sociale]]». A Rosario, il gruppo ''El Miserable'' divenne più incisivo a livello sociale dopo aver incontrato Errico Malatesta; in molte città venivano per lui organizzate diverse conferenze, alle quali partecipava sempre entusiasticamente.


Nel [[1886]], con lo scopo di reperire fondi per il movimento, tentò l'esperienza, rivelatasi poi disastrosa, del cercatore d'oro in Patagonia; nel [[1887]] contribuì alla nascita del primo [[sindacalismo|sindacato]] argentino, il "Sindacato dei fornai" (''Sociedad  Cosmopolita de Resistencia y Colocación de Obreros Panaderos''), del quale scrisse lo statuto e che servirà da modello per altri gruppi anarchici. Il primo successo dei panificatori nel [[1888]] fu un successo per l'[[anarchismo]], che di fatto portò all'"esplosione" del movimento e alla sua rapida diffusione in tutto il paese. <ref>[[Osvaldo Bayer]], ''La influencia de la inmigración italiana en el movimiento obrero argentino'', en ''Los anarquistas expropiadores y otros ensayos.'' Booklet, Buenos Aires, 2008, pp. 130-131</ref>
Nel [[1886]], con lo scopo di reperire fondi per il movimento, tentò l'esperienza, rivelatasi poi disastrosa, del cercatore d'oro in Patagonia; nel [[1887]] contribuì alla nascita del primo [[sindacalismo|sindacato]] argentino, il "Sindacato dei fornai" (''Sociedad  Cosmopolita de Resistencia y Colocación de Obreros Panaderos''), del quale scrisse lo statuto e che servirà da modello per altri gruppi anarchici. Il primo successo dei panificatori nel [[1888]] fu un successo per l'[[anarchismo]], che di fatto portò all'"esplosione" del movimento e alla sua rapida diffusione in tutto il paese. <ref>[[Osvaldo Bayer]], ''La influencia de la inmigración italiana en el movimiento obrero argentino'', en ''Los anarquistas expropiadores y otros ensayos.'' Booklet, Buenos Aires, 2008, pp. 130-131</ref>
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===Ritorno in Europa===
===Ritorno in Europa===
[[File:Malatesta2.jpg|miniatura|150px|left|Malatesta a Paterson ([[USA]]) nel [[1900]].]]
[[File:Malatesta2.jpg|miniatura|150px|left|Malatesta a Paterson ([[USA]]) nel [[1900]].]]
Si stabilì in un primo momento a Nizza, dove pubblicò il quotidiano clandestino «[[L'avvenire]]». La [[polizia]] francese si mise presto sulle sue tracce, costringendolo a rifugiarsi di nuovo a Londra.
Si stabilì in un primo momento a Nizza, dove pubblicò il quotidiano clandestino «[[L'Avvenire]]». La [[polizia]] francese si mise presto sulle sue tracce, costringendolo a rifugiarsi di nuovo a Londra.


Tra il [[1891]] ed il [[1892]] tenne una serie di comizi in [[Spagna]] insieme all'amico [[Pedro Esteve]], partecipando anche ad una rivolta popolare a [[Jerez de la Frontera]]. Ricercato dalla polizia, tornò ancora a Londra, dove nel [[1896]] assistette al [[Congresso Socialista Internazionale]].
Tra il [[1891]] ed il [[1892]] tenne una serie di comizi in [[Spagna]] insieme all'amico [[Pedro Esteve]], partecipando anche ad una rivolta popolare a [[Jerez de la Frontera]]. Ricercato dalla polizia, tornò ancora a Londra, dove nel [[1896]] assistette al [[Congresso Socialista Internazionale]].


Nel [[1897]] viaggiò clandestinamente fino ad Ancona, dove contribuì alla fondazione de «[[L'agitazione]]». L'anno successivo, in occasione dello scoppio dei "moti del pane" nella città, venne arrestato e condannato a sette mesi di reclusione. Non appena ebbe scontato la pena subì un'altra condanna a cinque anni di domicilio coatto da scontare ad Ustica e Lampedusa, dalla quale evase nel [[1899]] per recarsi in Tunisia. Nel [[1900]], dopo due brevi parentesi a New York e a Cuba, si stabilì a Londra, dove sarebbe rimasto per dodici anni con l'eccezione di un viaggio ad Amsterdam nel [[1907]] durante il quale partecipò al [[Congresso di Amsterdam (1907)|Congresso Anarchico Internazionale]].
Nel [[1897]] viaggiò clandestinamente fino ad Ancona, dove contribuì alla fondazione de «[[L'Agitazione]]». L'anno successivo, in occasione dello scoppio dei "moti del pane" nella città, venne arrestato e condannato a sette mesi di reclusione. Non appena ebbe scontato la pena subì un'altra condanna a cinque anni di domicilio coatto da scontare ad Ustica e Lampedusa, dalla quale evase nel [[1899]] per recarsi in Tunisia. Nel [[1900]], dopo due brevi parentesi a New York e a Cuba, si stabilì a Londra, dove sarebbe rimasto per dodici anni con l'eccezione di un viaggio ad Amsterdam nel [[1907]] durante il quale partecipò al [[Congresso di Amsterdam (1907)|Congresso Anarchico Internazionale]].


===Il periodo di Londra===
===Il periodo di Londra===
[[File:Malatesta3.jpg|miniatura|300px|Malatesta a Londra nel 1912 durante il processo Belelli.]]
[[File:Malatesta3.jpg|miniatura|300px|Malatesta a Londra nel [[1912]] durante il processo Belelli.]]
Durante il soggiorno nella capitale inglese, Malatesta si guadagnò da vivere come elettricista e meccanico; in questo periodo si registrò un certo indebolimento della sua attività sovversiva, a fronte di una continua attività propagandistica. Molto presto si guadagnò la stima dei lavoratori inglesi, che sollevarono imponenti manifestazioni di protesta nelle innumerevoli occasioni in cui Malatesta finì in guai giudiziari. In tal senso è emblematico l'episodio del [[20 maggio]] [[1912]], quando la corte di Bow Street lo condannò a tre mesi di reclusione a seguito di una denuncia per diffamazione da parte della spia italiana Ennio Belelli. La condanna venne accompagnata da un decreto d'espulsione che dovette essere annullato in seguito alla manifestazione popolare del [[12 giugno]] dello stesso anno.
Durante il soggiorno nella capitale inglese, Malatesta si guadagnò da vivere come elettricista e meccanico; in questo periodo si registrò un certo indebolimento della sua attività sovversiva, a fronte di una continua attività propagandistica. Molto presto si guadagnò la stima dei lavoratori inglesi, che sollevarono imponenti manifestazioni di protesta nelle innumerevoli occasioni in cui Malatesta finì in guai giudiziari. In tal senso è emblematico l'episodio del [[20 maggio]] [[1912]], quando la corte di Bow Street lo condannò a tre mesi di reclusione a seguito di una denuncia per diffamazione da parte della spia italiana Ennio Belelli. La condanna venne accompagnata da un decreto d'espulsione che dovette essere annullato in seguito alla manifestazione popolare del [[12 giugno]] dello stesso anno.


Lasciò l'Inghilterra nel [[1913]] per tornare in Italia, dove iniziò la pubblicazione del settimanale «[[Volontà]]». Nel [[1914]] partecipò alla [[settimana rossa]]; ricercato di nuovo dalla polizia, fu costretto all'ennesimo ritorno nella capitale inglese.
Lasciò l'Inghilterra nel [[1913]] per tornare in Italia, dove iniziò la pubblicazione del settimanale «[[Volontà]]». Nel [[1914]] partecipò alla [[settimana rossa]]; ricercato di nuovo dalla polizia, fu costretto all'ennesimo ritorno nella capitale inglese.


Alla vigilia della Prima guerra mondiale si separò dolorosamente dall'amico Kropotkin, dopo un aspro dibattito riguardo l'atteggiamento che gli [[anarchici]] avrebbero dovuto tenere a proposito de "L'Intesa" e degli interventisti, nel quale Malatesta sostenne gli ideali dell'[[antimilitarismo]] e dell'[[internazionalismo]]. Questo atteggiamento fu riscontrabile ancora in maniere evidente nel [[1916]], attraverso la sua aspra risposta al "[[Manifesto dei Sedici]]" pubblicata in aprile su «[[Freedom (rivista)|Freedom]]».
Alla vigilia della Prima guerra mondiale si separò dolorosamente dall'amico [[Kropotkin]], dopo un aspro dibattito riguardo l'atteggiamento che gli [[anarchici]] avrebbero dovuto tenere a proposito de "L'Intesa" e degli interventisti, nel quale Malatesta sostenne gli ideali dell'[[antimilitarismo]] e dell'[[internazionalismo]]. Questo atteggiamento fu riscontrabile ancora in maniere evidente nel [[1916]], attraverso la sua aspra risposta al "[[Manifesto dei Sedici]]" pubblicata in aprile su «[[Freedom (rivista)|Freedom]]».


===Ritorno in Italia===
===Ritorno in Italia===
[[Image:UN1.jpg|thumb|200px|left|Prima pagina del primo numero di ''[[Umanità Nova]]'' del [[26 febbraio|26]]-[[27 febbraio]] [[1920]], storico [[stampa anarchica|giornale]] fondato da Errico Malatesta.]]  
[[Image:UN1.jpg|thumb|200px|left|Prima pagina del primo numero di «[[Umanità Nova]]» del [[26 febbraio|26]]-[[27 febbraio]] [[1920]], storico [[stampa anarchica|giornale]] fondato da Errico Malatesta.]]  
Nel [[1919]], dopo molti vani tentativi, Malatesta ottenne il passaporto dal console italiano a Londra, quindi si imbarcò per Taranto il [[24 dicembre]] dello stesso anno. In [[Italia]] godette subito di un'enorme popolarità, di cui si avvantaggiò con un'intensa attività propagandistica e sovversiva che lo rese uno dei principali protagonisti del [[consigli ed occupazioni di fabbrica in Italia (1919-20) |biennio rosso]].
Nel [[1919]], dopo molti vani tentativi, Malatesta ottenne il passaporto dal console italiano a Londra, quindi si imbarcò per Taranto il [[24 dicembre]] dello stesso anno. In [[Italia]] godette subito di un'enorme popolarità, di cui si avvantaggiò con un'intensa attività propagandistica e sovversiva che lo rese uno dei principali protagonisti del [[consigli ed occupazioni di fabbrica in Italia (1919-20) |biennio rosso]].


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Il [[25 marzo]] [[1921]] fu finalmente processato insieme a [[Armando Borghi|Borghi]] e [[Corrado Quaglino|Quaglino]] (oltre ad altre decine di imputati) ed assolto da ogni accusa. [[Armando Borghi|Borghi]], [[Malatesta]] e [[Corrado Quaglino|Quaglino]] furono nuovamente rinviati a gudizio per istigazioni sovversive, insieme a [[Dante Pagliai]], accusato di essere il gerente di «[[Umanità Nova]]», del quale erano stati incriminati ben 43 articoli. [[Malatesta]] e [[Armando Borghi|Borghi]] restarono in [[carcere]] in attesa del nuovo giudizio ([[Dante Pagliai]] rimase a piede libero, [[Corrado Quaglino|Quaglino]] fu scarcerato). I due nel luglio del [[1921]] furono assolti da ogni accusa e poterono ritornare definitivamente in [[libertà]].  
Il [[25 marzo]] [[1921]] fu finalmente processato insieme a [[Armando Borghi|Borghi]] e [[Corrado Quaglino|Quaglino]] (oltre ad altre decine di imputati) ed assolto da ogni accusa. [[Armando Borghi|Borghi]], [[Malatesta]] e [[Corrado Quaglino|Quaglino]] furono nuovamente rinviati a gudizio per istigazioni sovversive, insieme a [[Dante Pagliai]], accusato di essere il gerente di «[[Umanità Nova]]», del quale erano stati incriminati ben 43 articoli. [[Malatesta]] e [[Armando Borghi|Borghi]] restarono in [[carcere]] in attesa del nuovo giudizio ([[Dante Pagliai]] rimase a piede libero, [[Corrado Quaglino|Quaglino]] fu scarcerato). I due nel luglio del [[1921]] furono assolti da ogni accusa e poterono ritornare definitivamente in [[libertà]].  


Malatesta sempre condannò risolutamente il gesto ma mai gli autori, che anzi definì «compagni nostri, buoni compagni nostri, pronti sempre al sacrificio per il bene degli altri»; gente che «nel compiere il loro tragico ed infausto gesto intendevano fare opera di sacrificio e di devozione.».
Malatesta sempre condannò risolutamente il gesto ma mai gli autori, che anzi definì «compagni nostri, buoni compagni nostri, pronti sempre al sacrificio per il bene degli altri»; gente che «nel compiere il loro tragico ed infausto gesto intendevano fare opera di sacrificio e di devozione».
:«... Quegli uomini hanno ucciso e straziato degli incolpevoli in nome della nostra idea, in nome del nostro e del loro sogno d'amore. I dinamitardi del “Diana” furono travolti da una nobile passione, ed ogni uomo dovrebbe arrestarsi innanzi a loro pensando alle devastazioni che una passione, anche sublime, può produrre nel cervello umano... » <ref>[http://stragedistato.wordpress.com/tag/errico-malatesta/ L'opinione di Malatesta].</ref>
:«... Quegli uomini hanno ucciso e straziato degli incolpevoli in nome della nostra idea, in nome del nostro e del loro sogno d'amore. I dinamitardi del “Diana” furono travolti da una nobile passione, ed ogni uomo dovrebbe arrestarsi innanzi a loro pensando alle devastazioni che una passione, anche sublime, può produrre nel cervello umano... ». <ref>[http://stragedistato.wordpress.com/tag/errico-malatesta/ L'opinione di Malatesta].</ref>


Più avanti, sulle pagine di «[[Umanità Nova]]», pubblicò un articolo, intitolato ''Guerra civile'':
Più avanti, sulle pagine di «[[Umanità Nova]]», pubblicò un articolo, intitolato «Guerra civile»:


: «... Qualunque sia la barbarie degli altri, spetta a noi anarchici, a noi tutti uomini di progresso, il mantenere la lotta nei limiti dell'umanità, vale a dire non fare mai, in materia di violenza, più di quello che è strettamente necessario per difendere la nostra libertà e per assicurare la vittoria della causa nostra, che è la causa del bene di tutti... » («[[Umanità Nova]]», [[8 settembre]] [[1921]]).
: «... Qualunque sia la barbarie degli altri, spetta a noi anarchici, a noi tutti uomini di progresso, il mantenere la lotta nei limiti dell'umanità, vale a dire non fare mai, in materia di violenza, più di quello che è strettamente necessario per difendere la nostra libertà e per assicurare la vittoria della causa nostra, che è la causa del bene di tutti... » («[[Umanità Nova]]», [[8 settembre]] [[1921]]).
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===Il fascismo e la fine dell'attività sovversiva===
===Il fascismo e la fine dell'attività sovversiva===
[[File:Malatesta Melli.jpg|miniatura|250px|left|Malatesta con Elena Melli e sua figlia Gemma.]]
[[File:Malatesta Melli.jpg|miniatura|250px|left|Malatesta con Elena Melli e sua figlia Gemma.]]
[[File:Pensiero_e_volonta.jpg|150px|thumb|''[[Pensiero e Volontà]]'']]
[[File:Pensiero_e_volonta.jpg|150px|thumb|«[[Pensiero e Volontà]]»]]
Lo stesso anno Malatesta e gli altri imputati (tra cui [[Nella Giacomelli]]) vennero liberati; continuò la direzione di «[[Umanità Nova]]» fino al [[1922]], anno in cui i fascisti presero il potere e chiusero il giornale, che sarebbe stato riaperto nel [[1945]] sotto forma di settimanale. In quello stesso anno Malatesta, sfuggendo al [[fascismo|controllo fascista]], si recò clandestinamente in [[Svizzera]] per assistere al cinquantenario del [[Internazionale antiautoritaria|Congresso di Saint-Imier]], quindi si trasferì definitivamente a Roma con la compagna Elena Melli e sua figlia Gemma.
Lo stesso anno Malatesta e gli altri imputati (tra cui [[Nella Giacomelli]]) vennero liberati; continuò la direzione di «[[Umanità Nova]]» fino al [[1922]], anno in cui i [[fascisti]] presero il potere e chiusero il giornale, che sarebbe stato riaperto nel [[1945]] sotto forma di settimanale. In quello stesso anno Malatesta, sfuggendo al [[fascismo|controllo fascista]], si recò clandestinamente in [[Svizzera]] per assistere al cinquantenario del [[Internazionale antiautoritaria|Congresso di Saint-Imier]], quindi si trasferì definitivamente a Roma con la compagna Elena Melli e sua figlia Gemma.


Nei primi anni del [[Fascismo|governo fascista]] riuscì, seppur nella clandestinità, a proseguire la sua attività di propaganda; dal [[1924]] al [[1926]], nonostante il rigido controllo della censura, pubblicò il quindicinale clandestino «[[Pensiero e Volontà]]». Ipotizzò, ma senza che poi l'idea si concretizzasse, la costituzione di un [[Fronte Unito Antifascista]] che riunisse tutte le diverse anime antifasciste italiane contro la barbarie del [[fascismo]]. Trovò la contrarietà di alcuni anarchici, come per esempio [[Armando Borghi]] che invece auspicava lo specifico sviluppo dell'[[antifascismo]] anarchico.  
Nei primi anni del [[Fascismo|governo fascista]] riuscì, seppur nella clandestinità, a proseguire la sua attività di propaganda; dal [[1924]] al [[1926]], nonostante il rigido controllo della censura, pubblicò il quindicinale clandestino «[[Pensiero e Volontà]]». Ipotizzò, ma senza che poi l'idea si concretizzasse, la costituzione di un [[Fronte Unito Antifascista]] che riunisse tutte le diverse anime [[antifasciste]] italiane contro la barbarie del [[fascismo]]. Trovò la contrarietà di alcuni anarchici, come per esempio [[Armando Borghi]] che invece auspicava lo specifico sviluppo dell'[[antifascismo]] anarchico.  


Negli anni successivi il [[Fascismo|regime fascista]] impose a Malatesta il continuo controllo a vista da parte di un gruppo di guardie, condannandolo in questo modo ad un sostanziale isolamento dal resto del mondo e dal movimento anarchico in particolare.  
Negli anni successivi il [[Fascismo|regime fascista]] impose a Malatesta il continuo controllo a vista da parte di un gruppo di guardie, condannandolo in questo modo ad un sostanziale isolamento dal resto del mondo e dal movimento anarchico in particolare.  
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===Violenza e non-violenza===
===Violenza e non-violenza===
[[File:Malatesta4.jpg|thumb|200px|left|Ritratto di [[Clifford Harper]].]]
[[File:Malatesta4.jpg|thumb|200px|left|Ritratto di [[Clifford Harper]].]]
La [[violenza]] di per sé è nemica della [[libertà]]. Essa è una triste necessità dell'[[anarchismo]], ma solo nella fase negativa della distruzione delle forme oppressive. Malatesta è contrario ad ogni terrore rivoluzionario, che conduce necessariamente alla dittatura, così come respinge l'idea [[comunista]] della [[dittatura del proletariato]] e giudica molto severamente i risultati della [[rivoluzione russa|rivoluzione bolscevica]], che ha fermato l'esperimento dei [[Soviet|soviet]] ed ha instaurato uno [[Stato]] autoritario. <ref>Nel [[1922]], alla Spezia, Malatesta conobbe Herman Sandomirsky, un anarchico russo alleato del bolscevismo, giunto in Italia come membro della delegazione russa al congresso di Genova, che sollecitava gli anarchici a schierarsi con la bandiera leninista. Rispondendo all'anarchico filobolscevico, Malatesta si pronunciò pubblicamente sui rapporti tra il movimento anarchico e la Rivoluzione russa. A Sandomirsky rimprovera di aver rinnegato l'ideale anarchico, per stare '''«con un governo, ed un governo che ha fucilato dei compagni nostri e ne tiene ancora tanti in prigione»''' («Anarchici e bolscevichi», «[[Umanità Nova]]», 16 maggio 1922). Alla fine, Malatesta arrivò a identificare la dittatura bolscevica, almeno sotto certi aspetti, con il fascismo tout court: '''«I bolscevichi''' [...] '''hanno il merito di essere franchi e sfacciati: tale e quale come i fascisti!»''' («In regime di dittatura proletaria», «[[Umanità Nova]]», 12 agosto 1922).<br>Nel [[1924]], alla morte di Lenin, Malatesta, componendo il necrologio del capo rivoluzionario scriveva le seguenti parole: '''«Lenin è morto. Noi possiamo avere per lui quella specie di ammirazione forzata che strappano alle folle gli uomini forti, anche se allucinati, anche se malvagi, che riescono a lasciare nella storia una traccia profonda del loro passaggio: Alessandro, Giulio Cesare, Loyola, Cromwell, Robespierre, Napoleone. Ma egli, sia pure colle migliori intenzioni, fu un tiranno, fu lo strangolatore della Rivoluzione russa, e noi che non potemmo amarlo vivo, non possiamo piangerlo morto. Lenin è morto. Viva la libertà!»''' («Lutto o festa?», «[[Pensiero e Volontà]]», n. 3, 10 febbraio 1924).</ref>
La [[violenza]] di per sé è nemica della [[libertà]]. Essa è una triste necessità dell'[[anarchismo]], ma solo nella fase negativa della distruzione delle forme oppressive. Malatesta è contrario ad ogni terrore rivoluzionario, che conduce necessariamente alla dittatura, così come respinge l'idea [[comunista]] della [[dittatura del proletariato]] e giudica molto severamente i risultati della [[rivoluzione russa|rivoluzione bolscevica]], che ha fermato l'esperimento dei [[Soviet|soviet]] ed ha instaurato uno [[Stato]] autoritario. <ref>Nel [[1922]], alla Spezia, Malatesta conobbe Herman Sandomirsky, un anarchico russo alleato del bolscevismo, giunto in Italia come membro della delegazione russa al congresso di Genova, che sollecitava gli anarchici a schierarsi con la bandiera leninista. Rispondendo all'anarchico filobolscevico, Malatesta si pronunciò pubblicamente sui rapporti tra il movimento anarchico e la Rivoluzione russa. A Sandomirsky rimprovera di aver rinnegato l'ideale anarchico, per stare '''«con un governo, ed un governo che ha fucilato dei compagni nostri e ne tiene ancora tanti in prigione»''' («Anarchici e bolscevichi», «[[Umanità Nova]]», 16 maggio 1922). Alla fine, Malatesta arrivò a identificare la dittatura bolscevica, almeno sotto certi aspetti, con il [[fascismo]] tout court: '''«I bolscevichi''' [...] '''hanno il merito di essere franchi e sfacciati: tale e quale come i fascisti!»''' («In regime di dittatura proletaria», «[[Umanità Nova]]», 12 agosto 1922).<br>Nel [[1924]], alla morte di Lenin, Malatesta, componendo il necrologio del capo rivoluzionario scriveva le seguenti parole: '''«Lenin è morto. Noi possiamo avere per lui quella specie di ammirazione forzata che strappano alle folle gli uomini forti, anche se allucinati, anche se malvagi, che riescono a lasciare nella storia una traccia profonda del loro passaggio: Alessandro, Giulio Cesare, Loyola, Cromwell, Robespierre, Napoleone. Ma egli, sia pure colle migliori intenzioni, fu un tiranno, fu lo strangolatore della Rivoluzione russa, e noi che non potemmo amarlo vivo, non possiamo piangerlo morto. Lenin è morto. Viva la libertà!»''' («Lutto o festa?», «[[Pensiero e Volontà]]», n. 3, 10 febbraio 1924).</ref>
:«Anarchia vuol dire non-violenza, non-dominio dell'uo­mo sull'uomo, non-imposizione per forza della volontà di uno o di più su quella di altri. È solo mediante l'armonizzazione degli interessi, me­diante la cooperazione volontaria, con l'amore, il rispetto, la reciproca tolleranza [...] che assicuri a tutti la massima libertà, il massimo sviluppo, il massimo benessere possibili.[...] Ma allora, si potrà domandare, perché nella lotta attua­le, contro le istituzioni politico-sociali, che giudicano op­pressive, gli anarchici hanno predicato e praticato, e predi­cano e praticano, quando possono, l'uso dei mezzi violenti che pur sono in evidente contraddizione coi fini loro? [...] la violenza anarchica è la sola che sia giustifica­bile, la sola che non sia criminale. Parlo naturalmente della violenza che ha davvero i carat­teri anarchici, e non di questo o quel fatto di violenza cieca e irragionevole che è stato attribuito agli anarchici [...] '''La vera violenza anarchica è quella che cessa dove cessa la necessità della difesa e della liberazione.''' Essa è tempe­rata dalla coscienza che gl'individui presi isolatamente so­no poco o punto responsabili della posizione che ha fatto loro l'eredità e l'ambiente; essa non è ispirata dall'odio ma dall'amore; ed è santa perché mira alla liberazione di tutti e non alla sostituzione del proprio dominio a quello degli altri.» (''[[Anarchia e violenza (di Errico Malatesta)|Anarchia e violenza]]'')
:«Anarchia vuol dire non-violenza, non-dominio dell'uo­mo sull'uomo, non-imposizione per forza della volontà di uno o di più su quella di altri. È solo mediante l'armonizzazione degli interessi, me­diante la cooperazione volontaria, con l'amore, il rispetto, la reciproca tolleranza [...] che assicuri a tutti la massima libertà, il massimo sviluppo, il massimo benessere possibili.[...] Ma allora, si potrà domandare, perché nella lotta attua­le, contro le istituzioni politico-sociali, che giudicano op­pressive, gli anarchici hanno predicato e praticato, e predi­cano e praticano, quando possono, l'uso dei mezzi violenti che pur sono in evidente contraddizione coi fini loro? [...] la violenza anarchica è la sola che sia giustifica­bile, la sola che non sia criminale. Parlo naturalmente della violenza che ha davvero i carat­teri anarchici, e non di questo o quel fatto di violenza cieca e irragionevole che è stato attribuito agli anarchici [...] '''La vera violenza anarchica è quella che cessa dove cessa la necessità della difesa e della liberazione.''' Essa è tempe­rata dalla coscienza che gl'individui presi isolatamente so­no poco o punto responsabili della posizione che ha fatto loro l'eredità e l'ambiente; essa non è ispirata dall'odio ma dall'amore; ed è santa perché mira alla liberazione di tutti e non alla sostituzione del proprio dominio a quello degli altri» («[[Anarchia e violenza (di Errico Malatesta)|Anarchia e violenza]]»).


===Il sindacalismo===
===Il sindacalismo===
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===Contro la democrazia parlamentare===
===Contro la democrazia parlamentare===
Poiché l'[[anarchia]] è fondata sull'[[etica]] (e su un'etica dell'intenzione, in termini weberiani), essa non può accettare la [[democrazia]] come male minore. Di qui le considerazioni critiche di coloro, tra cui anche i socialisti, che pensavano di potersi opporre al [[Fascismo|fascismo]] attraverso le elezioni e gli strumenti parlamentari "democratici". <ref>Si legga: [http://www.marxists.org/italiano/reference/malatesta/mussolini.htm ''Mussolini al potere''].</ref> Il sistema democratico ricorre all'[[autorità]] della maggioranza, quello anarchico alla intesa volontaria (benché in certi casi sia inevitabile ricorrere al voto). La volontà della maggioranza non può pretendere il possesso della verità assoluta, poiché tale verità non esiste. Il principio di [[libertà]] impedisce di riconoscere una sola verità: ognuno ha la propria verità, ed anche la propria anarchia. In società, tuttavia, la [[libertà]] non può essere assoluta, ma deve essere limitata dal principio della [[solidarietà]] e dell'amore verso gli altri.
Poiché l'[[anarchia]] è fondata sull'[[etica]] (e su un'etica dell'intenzione, in termini weberiani), essa non può accettare la [[democrazia]] come male minore. Di qui le considerazioni critiche di coloro, tra cui anche i socialisti, che pensavano di potersi opporre al [[fascismo]] attraverso le elezioni e gli strumenti parlamentari "democratici". <ref>Si legga: [http://www.marxists.org/italiano/reference/malatesta/mussolini.htm «Mussolini al potere»].</ref> Il sistema democratico ricorre all'[[autorità]] della maggioranza, quello anarchico alla intesa volontaria (benché in certi casi sia inevitabile ricorrere al voto). La volontà della maggioranza non può pretendere il possesso della verità assoluta, poiché tale verità non esiste. Il principio di [[libertà]] impedisce di riconoscere una sola verità: ognuno ha la propria verità, ed anche la propria anarchia. In società, tuttavia, la [[libertà]] non può essere assoluta, ma deve essere limitata dal principio della [[solidarietà]] e dell'amore verso gli altri.


===La rivoluzione e il comunismo anarchico===
===La rivoluzione e il comunismo anarchico===
Per Malatesta non è possibile compiere la [[rivoluzione]] perseguendo interessi economici, poiché l'interesse è sempre conservatore: solo l'ideale è rivoluzionario. Di qui la supremazia del politico – che persegue l'ideale universale – sull'economico, che persegue sempre fini riformisti e conservatori. Per questo anche i sindacati sono considerati riformisti, mai realmente rivoluzionari (anche per il loro carattere inevitabilmente corporativo).
Per Malatesta non è possibile compiere la [[rivoluzione]] perseguendo interessi economici, poiché l'interesse è sempre conservatore: solo l'ideale è rivoluzionario. Di qui la supremazia del politico – che persegue l'ideale universale – sull'economico, che persegue sempre fini riformisti e conservatori. Per questo anche i sindacati sono considerati riformisti, mai realmente rivoluzionari (anche per il loro carattere inevitabilmente corporativo).


La rivoluzione è attuabile volontaristicamente, attraverso l'[[insurrezionalismo|atto insurrezionale]] («La Federazione Italiana crede che il fatto insurrezionale, destinato ad affermare con delle azioni il principio socialista, sia il mezzo di propaganda più efficace ed il solo che, senza ingannare e corrompere le masse, possa penetrare nei più profondi strati sociali»: dichiarazione di [[Carlo Cafiero]] ed Errico Malatesta al Congresso di Berna dell'[[Internazionale antiautoritaria]], [[1876]]) ma senza trascurare la possibilità di raggiungere obiettivi parziali, purché finalizzati alla [[rivoluzione]]. Una teoria questa, chiamata [[gradualismo rivoluzionario]].
La rivoluzione è attuabile volontaristicamente, attraverso l'[[insurrezionalismo|atto insurrezionale]] («la Federazione Italiana crede che il fatto insurrezionale, destinato ad affermare con delle azioni il principio socialista, sia il mezzo di propaganda più efficace ed il solo che, senza ingannare e corrompere le masse, possa penetrare nei più profondi strati sociali»: dichiarazione di [[Carlo Cafiero]] ed Errico Malatesta al Congresso di Berna dell'[[Internazionale antiautoritaria]], [[1876]]) ma senza trascurare la possibilità di raggiungere obiettivi parziali, purché finalizzati alla [[rivoluzione]]. Una teoria questa, chiamata [[gradualismo rivoluzionario]].


L'organizzazione sociale preferibile ottenibile attraverso la [[rivoluzione sociale]] è quella [[anarco-comunismo|comunista]], ma deve trattarsi di un [[anarco-comunismo|comunismo]] non imposto, ma liberamente scelto e voluto. Il [[anarco-comunismo|comunismo-anarchico]] di Malatesta non è tanto una concezione economica, quanto un principio di giustizia sociale, una tensione meta-economica. I problemi economici vanno affrontati in modo empirico, scegliendo di volta in volta l'organizzazione economica in grado di adeguare gli ideali politici anarchici.
L'organizzazione sociale preferibile ottenibile attraverso la [[rivoluzione sociale]] è quella [[anarco-comunismo|comunista]], ma deve trattarsi di un [[anarco-comunismo|comunismo]] non imposto, ma liberamente scelto e voluto. Il [[anarco-comunismo|comunismo-anarchico]] di Malatesta non è tanto una concezione economica, quanto un principio di giustizia sociale, una tensione meta-economica. I problemi economici vanno affrontati in modo empirico, scegliendo di volta in volta l'organizzazione economica in grado di adeguare gli ideali politici anarchici.


La sua visione [[anarco-comunismo|anarco-comunista]] si oppone al [[piattaformismo]] di [[Nestor Makhno]], temendo che questo genere di organizzazione possa diventare una sorta di partito, con tanto di [[gerarchia]], [[autorità]] da rispettare e burocrazia. La paura è che il [[piattaformismo]] scada nel dirigismo. <ref>Si legga [http://www.fdca.it/storico/mal_rep2.htm ''Risposta a Nestor Makhno''].</ref> Malatesta però si oppone anche alla visione meccanicistico-scientifica di [[Kropotkin]], secondo cui si giungerebbe all'[[anarco-comunismo]] attraverso un processo scientifico in cui tanto la volontà quanto l'organizzazione risultano essere superflui, se non addirittura dannosi. <ref>[http://www.intratext.com/ixt/ITA2048/_P2.HTM ''Pietro Kropotkin. Ricordi e critiche di un vecchio amico''], in Studi Sociali, Montevideo, 15 aprile 1931</ref>
La sua visione [[anarco-comunismo|anarco-comunista]] si oppone al [[piattaformismo]] di [[Nestor Makhno]], temendo che questo genere di organizzazione possa diventare una sorta di partito, con tanto di [[gerarchia]], [[autorità]] da rispettare e burocrazia. La paura è che il [[piattaformismo]] scada nel dirigismo. <ref>Si legga [http://www.fdca.it/storico/mal_rep2.htm «Risposta a Nestor Makhno»].</ref> Malatesta però si oppone anche alla visione meccanicistico-scientifica di [[Kropotkin]], secondo cui si giungerebbe all'[[anarco-comunismo]] attraverso un processo scientifico in cui tanto la volontà quanto l'organizzazione risultano essere superflui, se non addirittura dannosi. <ref>[http://www.intratext.com/ixt/ITA2048/_P2.HTM «Pietro Kropotkin. Ricordi e critiche di un vecchio amico»], in Studi Sociali, Montevideo, 15 aprile 1931</ref>


==Note==
==Note==
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==Scritti==
==Scritti==
[[File:Vol mal.jpg|thumb|Malatesta e «Volontà», periodico da lui fondato.]]


===1897===
===1897===
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===1913===
===1913===
* ''Per la libertà'', in «Volontà», 27 settembre
* ''[[Per la libertà (di Errico Malatesta)|Per la libertà]]'', in «Volontà», 27 settembre
* ''Scienza e riforma sociale'', in «Volontà», 27 dicembre
* ''Scienza e riforma sociale'', in «Volontà», 27 dicembre


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