Amedeo Bertolo: differenze tra le versioni

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Tuttavia gli anni '60 non sono solo attentati, depistaggi, farse processuali e «stragi di Stato». Sono anche gli anni di una rinnovata creatività libertaria che presto sfocerà nel [[1968]]. Non a caso è proprio alla metà di quel decennio che i giovani anarchici europei decidono di inventare un simbolo in sintonia con il nuovo immaginario anarchico  – la [[A cerchiata]] – che negli anni successivi conquista i muri di tutto il mondo grazie alla sua iconografia essenziale. Se l'ideazione avviene a Parigi (il simbolo è presentato per la prima volta da [[Tomás Ibáñez]] sul bollettino «[[Jeunes Libertaires]]»), il «lancio grafico» viene fatto a Milano, dove Amedeo Bertolo la incide a mano – con l'aiuto di un bicchiere capovolto – sulla matrice dei primi ciclostilati prodotti dalla [[Gioventù Libertaria]]. Ed è sempre questo gruppo che negli stessi anni apre il primo [[Circolo Wilhelm Reich]], ovviamente focalizzato sulla rivoluzione sessuale, e convoca a Milano il «provotariato» libertario internazionale, decidendo di sperimentare una versione di «rito ambrosiano» delle provocazioni culturali realizzate dal movimento [[Provos]] olandese.
Tuttavia gli anni '60 non sono solo attentati, depistaggi, farse processuali e «stragi di Stato». Sono anche gli anni di una rinnovata creatività libertaria che presto sfocerà nel [[1968]]. Non a caso è proprio alla metà di quel decennio che i giovani anarchici europei decidono di inventare un simbolo in sintonia con il nuovo immaginario anarchico  – la [[A cerchiata]] – che negli anni successivi conquista i muri di tutto il mondo grazie alla sua iconografia essenziale. Se l'ideazione avviene a Parigi (il simbolo è presentato per la prima volta da [[Tomás Ibáñez]] sul bollettino «[[Jeunes Libertaires]]»), il «lancio grafico» viene fatto a Milano, dove Amedeo Bertolo la incide a mano – con l'aiuto di un bicchiere capovolto – sulla matrice dei primi ciclostilati prodotti dalla [[Gioventù Libertaria]]. Ed è sempre questo gruppo che negli stessi anni apre il primo [[Circolo Wilhelm Reich]], ovviamente focalizzato sulla rivoluzione sessuale, e convoca a Milano il «provotariato» libertario internazionale, decidendo di sperimentare una versione di «rito ambrosiano» delle provocazioni culturali realizzate dal movimento [[Provos]] olandese.


Accanto all'attività militante si va via via affiancando un'attività editoriale dapprima collaterale e poi con il tempo prioritaria. Se negli anni '60 escono solo i tre smilzi numeri di «[[Materialismo e Libertà]]», nel [[1971]] Bertolo fonda, insieme ad altri, il mensile «[[A rivista anarchica]]». I soldi per dar vita a quella che sarà – ancor oggi – la testata anarchica più venduta di quei decenni provengono in effetti da un altro progetto: sono le sottoscrizioni raccolte per fondare una comune anarchica nella campagna senese. Ma dato che quel progetto stenta a prendere il via, schiacciato com'è dai tumultuosi eventi che seguono il biennio [[1968]]-[[1969]], gli stessi sottoscrittori decidono di dirottare i fondi verso una rivista «di lotta e di riflessione» più in sintonia con i tempi. Inventandosi giornalista e grafico, Amedeo si occupa del mensile sino al [[1974]], per passare poi la mano agli altri redattori e iniziare a collaborare con altre due testate: il trimestrale internazionale «[[Interrogations]]» (che esce dal [[1974]] al [[1979]]) e la rivista di approfondimento teorico «[[Volontà]]» (alla cui redazione partecipa dal [[1980]] alla chiusura della testata nel [[1996]]).
Accanto all'attività militante si va via via affiancando un'attività editoriale dapprima collaterale e poi con il tempo prioritaria. Se negli anni '60 escono solo i tre smilzi numeri di «[[Materialismo e Libertà]]», nel [[1971]] Bertolo fonda, insieme ad altri, il mensile «[[A rivista anarchica]]». I soldi per dar vita a quella che sarà la testata anarchica più venduta di quei decenni provengono in effetti da un altro progetto: sono le sottoscrizioni raccolte per fondare una comune anarchica nella campagna senese. Ma dato che quel progetto stenta a prendere il via, schiacciato com'è dai tumultuosi eventi che seguono il biennio [[1968]]-[[1969]], gli stessi sottoscrittori decidono di dirottare i fondi verso una rivista «di lotta e di riflessione» più in sintonia con i tempi. Inventandosi giornalista e grafico, Amedeo si occupa del mensile sino al [[1974]], per passare poi la mano agli altri redattori e iniziare a collaborare con altre due testate: il trimestrale internazionale «[[Interrogations]]» (che esce dal [[1974]] al [[1979]]) e la rivista di approfondimento teorico «[[Volontà]]» (alla cui redazione partecipa dal [[1980]] alla chiusura della testata nel [[1996]]).


Parallelamente, con il [[Centri studi libertari Giuseppe Pinelli]], fondato a Milano nel [[1976]] e tuttora attivo, organizza e partecipa a decine di convegni, seminari, tavole rotonde, conferenze, dibattiti, la maggior parte in [[Italia]] ma alcuni anche all'estero, in uno sforzo continuo di mettere tra loro in relazione le riflessioni e le sperimentazioni libertarie che fioriscono in tutto il mondo e nei campi più diversi. Un percorso che ha il suo picco nel [[1984]] – con l'incontro internazionale anarchico «Venezia '84», al quale partecipano migliaia di persone provenienti da oltre trenta paesi – ma che di certo non si ferma lì proseguendo sino ai nostri giorni.
Parallelamente, con il [[Centri studi libertari Giuseppe Pinelli]], fondato a Milano nel [[1976]] e tuttora attivo, organizza e partecipa a decine di convegni, seminari, tavole rotonde, conferenze, dibattiti, la maggior parte in [[Italia]] ma alcuni anche all'estero, in uno sforzo continuo di mettere tra loro in relazione le riflessioni e le sperimentazioni libertarie che fioriscono in tutto il mondo e nei campi più diversi. Un percorso che ha il suo picco nel [[1984]] – con l'incontro internazionale anarchico «Venezia '84», al quale partecipano migliaia di persone provenienti da oltre trenta paesi – ma che di certo non si ferma lì proseguendo sino ai nostri giorni.
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