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– Ragazzo mio quelli che dicono così finiscono quasi sempre o in carcere o all'ospedale. L'uomo, per tua regola, nasca ricco o povero, è obbligato in questo mondo a far qualcosa, a occuparsi, a lavorare. Guai a lasciarsi prendere dall'ozio! L'ozio è una bruttissima malattia e bisogna guarirla subito, fin da ragazzi: se no, quando siamo grandi, non si guarisce più.]] | – Ragazzo mio quelli che dicono così finiscono quasi sempre o in carcere o all'ospedale. L'uomo, per tua regola, nasca ricco o povero, è obbligato in questo mondo a far qualcosa, a occuparsi, a lavorare. Guai a lasciarsi prendere dall'ozio! L'ozio è una bruttissima malattia e bisogna guarirla subito, fin da ragazzi: se no, quando siamo grandi, non si guarisce più.]] | ||
Il [[movimento anarchico]] si è sovente battuto per migliorare le condizioni dei lavoratori ed ha assunto una posizione che è stata definita "nella storia, ma contro la storia". | Il [[movimento anarchico]] si è sovente battuto per migliorare le condizioni dei lavoratori ed ha assunto una posizione che è stata definita "nella storia, ma contro la storia". Per Carmelo Bene, invece, la [[libertà]] non è occupazione sul lavoro, bensì affrancamento dal lavoro (già nel [[1953]] [[Guy Debord]] aveva tracciato su un muro della Rue de Seine lo slogan "Ne travaillez jamais"). Al tempo stesso la visione [[anarchica]] [[beniana]] non si pone nella storia, ma al di fuori di essa. Seguono un paio di esempi significativi. | ||
:«In quanto [[anarchico]], io rimango fuori dalla tradizione, meglio ancora: fuori dalla storia. Io contesto la storia, la rifiuto. Anzi, ho una profonda nostalgia per la storia che non è stata fatta. Per esempio, se Marco Antonio avesse vinto la battaglia di Azio, nessuno può mettere in dubbio che la storia avrebbe avuto un corso diverso. Ebbene io sono per i corsi che non ci sono stati e per la gente che ha sempre perduto, per quella fetta di umanità che ha sempre subito la storia, senza mai farla» (''Carmelo Bene arriva e dice che non recita!'', ''Corriere della Sera'', [[20 marzo]] [[1974]]). | :«In quanto [[anarchico]], io rimango fuori dalla tradizione, meglio ancora: fuori dalla storia. Io contesto la storia, la rifiuto. Anzi, ho una profonda nostalgia per la storia che non è stata fatta. Per esempio, se Marco Antonio avesse vinto la battaglia di Azio, nessuno può mettere in dubbio che la storia avrebbe avuto un corso diverso. Ebbene io sono per i corsi che non ci sono stati e per la gente che ha sempre perduto, per quella fetta di umanità che ha sempre subito la storia, senza mai farla» (''Carmelo Bene arriva e dice che non recita!'', ''Corriere della Sera'', [[20 marzo]] [[1974]]). | ||
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{{Biblioteca/Titolo 2|nome=[[Franz Kafka]]||autore=Franz Kafka|altro=}} | {{Biblioteca/Titolo 2|nome=[[Franz Kafka]]||autore=Franz Kafka|altro=}} | ||
[[Image:Kafka2.gif|right|thumb|230px|[[Franz Kafka]] (Praga [[3 luglio]] [[1883]] - Kierling presso Vienna [[3 giugno]] [[1924]]) è stato uno scrittore boemo di lingua tedesca, considerato uno dei maggiori del XX secolo, nonché un simpatizzante dell'[[anarchismo]] in età giovanile e un autore profondamente influenzato dalle istanze più autenticamente [[libertarie]] in campo etico e filosofico.]] | [[Image:Kafka2.gif|right|thumb|230px|[[Franz Kafka]] (Praga [[3 luglio]] [[1883]] - Kierling presso Vienna [[3 giugno]] [[1924]]) è stato uno scrittore boemo di lingua tedesca, considerato uno dei maggiori del XX secolo, nonché un simpatizzante dell'[[anarchismo]] in età giovanile e un autore profondamente influenzato dalle istanze più autenticamente [[libertarie]] in campo etico e filosofico.]] | ||
'''''Davanti alla legge''''' (''Vor dem Gesetz'') è una storia contenuta nel romanzo ''Il Processo'' (''Der Prozess''): vi si racconta di un uomo che attende per tutta la vita davanti alla porta aperta della Legge, il cui ingresso gli è vietato dal guardiano con le parole «non ora», che lasciano intravedere un consenso futuro. Quando l'uomo giunge alal fine della sua resistenza e della sua vita, il guardiano gli rivela che quella porta era aperta solo per lui, e la richiude. Secondo alcuni interpreti, l'uomo si è fatto intimidire: non è la forza che gli impedisce di entrare, ma la paura, la mancanza di fiducia in se stesso, la falsa obbedienza all'[[autorità]], la sottomissione passiva. «È perduto perché non osa mettere la propria legge personale al di sopra dei tabù collettivi, la cui tirannia è rappresentata dal guardiano». | '''''Davanti alla legge''''' (''Vor dem Gesetz'') è una storia contenuta nel romanzo ''Il Processo'' (''Der Prozess''): vi si racconta di un uomo che attende per tutta la vita davanti alla porta aperta della Legge, il cui ingresso gli è vietato dal guardiano con le parole «non ora», che lasciano intravedere un consenso futuro. Quando l'uomo giunge alal fine della sua resistenza e della sua vita, il guardiano gli rivela che quella porta era aperta solo per lui, e la richiude. Secondo alcuni interpreti, l'uomo si è fatto intimidire: non è la forza che gli impedisce di entrare, ma la paura, la mancanza di fiducia in se stesso, la falsa obbedienza all'[[autorità]], la sottomissione passiva. «È perduto perché non osa mettere la propria legge personale al di sopra dei tabù collettivi, la cui tirannia è rappresentata dal guardiano». La ragione profonda per la quale l'uomo non varca la barriera verso la Legge e verso la vita è la paura, l'esitazione, la mancanza di ardimento. Il timore di colui che implora il diritto di entrare è ciò che dà al guardiano la forza di sbarragli la strada. La naturale conseguenza di questa sottomissione passiva è la schiavitù volontaria, motore della [[gerarchia]], tema che [[Kafka]] aveva certamente trovato nell'opera di uno scrittore che adorava: [[Fëdor Dostoevskij]]. | ||
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