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{{Biblioteca/Titolo 2|nome= | {{Biblioteca/Titolo 2|nome=[[Carmelo Bene]]||autore=Carmelo Bene|altro=}} | ||
[[File:CB pinocchio.jpg|thumb|230px|right|[[Carmelo Bene]] in ''Pinocchio''. | |||
[[ | <br><br>– Ma io non voglio fare né arti né mestieri...<br> | ||
– Perché?<br> | |||
– Perché a lavorare mi par fatica.<br> | |||
– Ragazzo mio quelli che dicono così finiscono quasi sempre o in carcere o all'ospedale. L'uomo, per tua regola, nasca ricco o povero, è obbligato in questo mondo a far qualcosa, a occuparsi, a lavorare. Guai a lasciarsi prendere dall'ozio! L'ozio è una bruttissima malattia e bisogna guarirla subito, fin da ragazzi: se no, quando siamo grandi, non si guarisce più.]] | |||
[[ | Il [[movimento anarchico]] si è sovente battuto per migliorare le condizioni dei lavoratori ed ha assunto una posizione che è stata definita "nella storia, ma contro la storia". <ref>[[Giampietro Berti]], ''L'anarchismo: nella storia, ma contro la storia'', ''Interrogations'', n. 2, [[1975]], pp. 93-119.</ref> Per Carmelo Bene, invece, la [[libertà]] non è occupazione sul lavoro, bensì affrancamento dal lavoro <ref>[https://www.youtube.com/watch?v=QOYFBZJ-t3 ''La libertà è affrancamento dal lavoro''] (video).</ref> (già nel [[1953]] [[Guy Debord]] aveva tracciato su un muro della Rue de Seine lo slogan "Ne travaillez jamais" <ref>[https://francosenia.blogspot.com/2008/11/non-lavorate-mai.html ''Non lavorate mai!'']</ref>). Al tempo stesso la visione [[anarchica]] [[beniana]] non si pone nella storia, ma al di fuori di essa. Seguono un paio di esempi significativi. | ||
:«In quanto [[anarchico]], io rimango fuori dalla tradizione, meglio ancora: fuori dalla storia. Io contesto la storia, la rifiuto. Anzi, ho una profonda nostalgia per la storia che non è stata fatta. Per esempio, se Marco Antonio avesse vinto la battaglia di Azio, nessuno può mettere in dubbio che la storia avrebbe avuto un corso diverso. Ebbene io sono per i corsi che non ci sono stati e per la gente che ha sempre perduto, per quella fetta di umanità che ha sempre subito la storia, senza mai farla» (''Carmelo Bene arriva e dice che non recita!'', ''Corriere della Sera'', [[20 marzo]] [[1974]]). | |||
:«Al governo c'è una fondamentale mancanza di ingredienti erotici, ci sono delle perversioni senza portafoglio; senza sforzo mi sono sforzato sempre di rappresentare queste cose in un contesto [[anarchico]] squisitamente politico e quando l'operaio vede lo spettacolo deve dire: mi stanno defraudando di una mia carica vitale. Si potrebbe dire: forse domani se saremo [[liberi]] potremo occuparci di noi. Questo è pericoloso! Sputa sulla famiglia, sputa sulla [[patria]], su Dio, sulla madre, sui soldi, sull'anima, sulla [[religione]], su me stesso; i cosiddetti [[anarchici]] sapevano che migliorare il lavoro significava niente, una truffa - qualunque ideologia è una truffa come qualunque prospettiva di lavoro, se poi il lavoro lo vediamo anche in prospettiva... » (''Se il teatro è erotismo non si può dire che Bene'', Anna Maria Papi, ''Il Nuovo'', [[6 luglio]] [[1975]]). | |||
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