Anarchismo insurrezionale: differenze tra le versioni

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Per quanto talvolta le azioni insurrezionali non si propongano il raggiungimento di specifici obiettivi di tipo sociale e/o politico, si può azzardare, per quanto possa apparire arbitrario, una definizione dell'atto insurrezionale in funzione degli scopi che si propone.
Per quanto talvolta le azioni insurrezionali non si propongano il raggiungimento di specifici obiettivi di tipo sociale e/o politico, si può azzardare, per quanto possa apparire arbitrario, una definizione dell'atto insurrezionale in funzione degli scopi che si propone.
*'''[[propaganda col fatto|Insurrezione come mezzo di propaganda]]''': si tratta di [[azione diretta|azioni dirette]] con le quali si intende comunicare idee e pensieri attraverso soprattutto un “fatto” (un attentato, un 'azione di [[sabotaggio]] e addirittura un omicidio). Sono così definibili anche tutte quelle [[azione diretta|azioni dirette]] volte anche a vendicare un'azione repressiva delle [[autorità]], anche nella segreta speranza di dar inizio ad una [[rivolta]] generale (ad esempio [[Gaetano Bresci]], che colpì a morte il re Umberto I soprattutto come vendetta della strage dei moti di Milano del [[1898]] ma anche come atto propedeutico alla [[rivoluzione]]).
*'''[[propaganda col fatto|Insurrezione come mezzo di propaganda]]''': si tratta di [[azione diretta|azioni dirette]] con le quali si intende comunicare idee e pensieri attraverso soprattutto un “fatto” (un attentato, un 'azione di [[sabotaggio]] e addirittura un omicidio). Sono così definibili anche tutte quelle [[azione diretta|azioni dirette]] volte anche a vendicare un'azione repressiva delle [[autorità]], anche nella segreta speranza di dar inizio ad una [[rivolta]] generale (ad esempio [[Gaetano Bresci]], che colpì a morte il re Umberto I soprattutto come vendetta della strage dei moti di Milano del [[1898]] ma anche come atto propedeutico alla [[rivoluzione]]).
*'''Insurrezione per difendere le masse dai regimi autoritari''': come esempi si possono citare le azioni individuali di [[Marinus van der Lubbe]] (attentato contro il [[nazismo|regime nazista]]), [[Gino Lucetti]] e [[Violet Gibson]] (attentati contro Mussolini) e lo spagnolo [[El Quico]] (azioni contro il [[franchismo]]), ma anche quelle maggiormente legate alle organizzazioni di massa come i [[Los Solidarios]], che nella Spagna pre-rivoluzionaria difendeva il sindacato [[CNT spagnola|CNT]] dai ''pistoleros'' al servizio del padronato e dello [[Stato]], l'[[Organización Popular Revolucionaria-33]] in [[Uruguay]], a difesa degli scioperi e delle lotte contro la dittatura e neofascista del periodo [[1971]]-[[1976]], [[Resistencia Libertaria]], che in [[Argentina]] si opponeva con le armi alla dittatura militare che organizzò il colpo di stato nel [[1976]], il [[Movimiento Ibérico Libertario]] che agiva clandestinamente in [[Spagna]] contro la dittatura di [[Franco]] ([[1971]]-[[1974]]).
*'''Insurrezione per difendere le masse dai regimi autoritari''': come esempi si possono citare le azioni individuali di [[Marinus van der Lubbe]] (attentato contro il [[nazismo|regime nazista]]), [[Gino Lucetti]] e [[Violet Gibson]] (attentati contro Mussolini) e lo spagnolo [[El Quico]] (azioni contro il [[franchismo]]), ma anche quelle maggiormente legate alle organizzazioni di massa come i [[Los Solidarios]], che nella Spagna pre-[[rivoluzionaria]] difendeva il sindacato [[CNT spagnola|CNT]] dai ''pistoleros'' al servizio del padronato e dello [[Stato]], l'[[Organización Popular Revolucionaria-33]] in [[Uruguay]], a difesa degli scioperi e delle lotte contro la dittatura e neofascista del periodo [[1971]]-[[1976]], [[Resistencia Libertaria]], che in [[Argentina]] si opponeva con le armi alla dittatura militare che organizzò il colpo di stato nel [[1976]], il [[Movimiento Ibérico Libertario]] che agiva clandestinamente in [[Spagna]] contro la dittatura di [[Franco]] ([[1971]]-[[1974]]).
*'''Insurrezione "vera e propria"''': si tratta di azioni organizzate strategicamente con l'obiettivo di liberare uno spazio fisico, più o meno grande, dal dominio imposto da un'[[autorità]] postasi a capo delle élite al potere e costruire in seguito una società libertaria organizzata dal basso e senza [[gerarchia|gerarchie]]: esempi ne sono l'[[insurrezione rivoluzionaria di Bologna (1874)]] e la [[Banda del Matese]] ([[1877]]). È evidente che l'insurrezione è, di fatto, anche un'azione di "[[propaganda col fatto|propaganda]]".
*'''Insurrezione "vera e propria"''': si tratta di azioni organizzate strategicamente con l'obiettivo di liberare uno spazio fisico, più o meno grande, dal dominio imposto da un'[[autorità]] postasi a capo delle élite al potere e costruire in seguito una società libertaria organizzata dal basso e senza [[gerarchia|gerarchie]]: esempi ne sono l'[[insurrezione rivoluzionaria di Bologna (1874)]] e la [[Banda del Matese]] ([[1877]]). È evidente che l'insurrezione è, di fatto, anche un'azione di "[[propaganda col fatto|propaganda]]".


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Le prime insurrezioni storiche in cui sono riscontrabili tracce dei germi dell'antiautoritarismo rivoltoso affine all'[[anarchismo]] si possono trovare in alcune correnti della [[rivoluzione francese]] ([[1789]]), nella [[luddismo|rivolta luddista]] ([[1811]]-[[1812|12]]), nell'insurrezione popolare del [[1830]] ([[27 luglio|27]]-[[28 luglio|28]]-[[29 luglio]]) contro Carlo X di Francia, nell'insurrezione operaia francese del [[1848]] (alla quale parteciparono gli anarchici [[Corderoy]] e [[Joseph Déjacque|Déjacque]]) e nel Risorgimento italiano (vedi, ad esempio, la spedizione di [[Carlo Pisacane|Pisacane]] a Sapri). Talvolta queste rivolte avevano un carattere patriottico, tuttavia non mancavano coloro che vedevano nella guerra nazionale un modo per portare avanti istanze di natura più specificamente economico-sociale.
Le prime insurrezioni storiche in cui sono riscontrabili tracce dei germi dell'antiautoritarismo rivoltoso affine all'[[anarchismo]] si possono trovare in alcune correnti della [[rivoluzione francese]] ([[1789]]), nella [[luddismo|rivolta luddista]] ([[1811]]-[[1812|12]]), nell'insurrezione popolare del [[1830]] ([[27 luglio|27]]-[[28 luglio|28]]-[[29 luglio]]) contro Carlo X di Francia, nell'insurrezione operaia francese del [[1848]] (alla quale parteciparono gli anarchici [[Corderoy]] e [[Joseph Déjacque|Déjacque]]) e nel Risorgimento italiano (vedi, ad esempio, la spedizione di [[Carlo Pisacane|Pisacane]] a Sapri). Talvolta queste rivolte avevano un carattere patriottico, tuttavia non mancavano coloro che vedevano nella guerra nazionale un modo per portare avanti istanze di natura più specificamente economico-sociale.


L'insurrezionalismo si legò all'[[anarchismo]] grazie al lavoro teorico e pratico dell'anarchico russo [[Michail Bakunin]], che dedicò tutta la sua vita all'organizzazione e attuazione della [[rivoluzione sociale]]. Il suo operato ebbe anche risultati concreti, seppur generalmente effimeri: per esempio, nel settembre [[1870]], in seguito agli eventi della guerra contro la Prussia, a [[la comune di Lione|Lione]] esplose una rivolta antiautoritaria, a cui in seguito darà il suo contributo anche lo stesso [[Bakunin]], allorché alcuni rivoluzionari a lui ispirati affissero il [[26 settembre]] un manifesto in cui proclamavano «la decadenza dello [[Stato]], della burocrazia e dei tribunali; sospensione del pagamento delle imposte, delle ipoteche e delle proprietà private; formazione in tutti i comuni dei comitati di salute analoghi a quelli di Lione; riunione di una convenzione nazionale incaricata di bloccare l'invasione».  
L'insurrezionalismo si legò all'[[anarchismo]] grazie al lavoro teorico e pratico dell'anarchico russo [[Michail Bakunin]], che dedicò tutta la sua vita all'organizzazione e attuazione della [[rivoluzione sociale]]. Il suo operato ebbe anche risultati concreti, seppur generalmente effimeri: per esempio, nel settembre [[1870]], in seguito agli eventi della guerra contro la Prussia, a [[la comune di Lione|Lione]] esplose una rivolta antiautoritaria, a cui in seguito darà il suo contributo anche lo stesso [[Bakunin]], allorché alcuni [[rivoluzionari]] a lui ispirati affissero il [[26 settembre]] un manifesto in cui proclamavano «la decadenza dello [[Stato]], della burocrazia e dei tribunali; sospensione del pagamento delle imposte, delle ipoteche e delle proprietà private; formazione in tutti i comuni dei comitati di salute analoghi a quelli di Lione; riunione di una convenzione nazionale incaricata di bloccare l'invasione».  
[[File:Vaillant_attentat.jpg|250 px|thumb|Rappresentazione dell'attentato compiuto da [[Auguste Vaillant]] alla camera dei deputati francese ([[1893]]).]]  
[[File:Vaillant_attentat.jpg|250 px|thumb|Rappresentazione dell'attentato compiuto da [[Auguste Vaillant]] alla camera dei deputati francese ([[1893]]).]]  
Il [[28 settembre]] gli insorti lionesi misero le [[autorità]] locali alla porta, ma un pò troppo d'indecisionismo impedì il successo dell'insurrezione, che tuttavia qualche tempo dopo fu ripetuta a Parigi, quando il [[18 marzo]] [[1871]] i proletari insorsero per dar vita alla [[la Comune di Parigi (1871)|Comune]] e alla sperimentazione, seppur per un breve periodo, di nuove idee e pratiche libertarie.
Il [[28 settembre]] gli insorti lionesi misero le [[autorità]] locali alla porta, ma un pò troppo d'indecisionismo impedì il successo dell'insurrezione, che tuttavia qualche tempo dopo fu ripetuta a Parigi, quando il [[18 marzo]] [[1871]] i proletari insorsero per dar vita alla [[la Comune di Parigi (1871)|Comune]] e alla sperimentazione, seppur per un breve periodo, di nuove idee e pratiche libertarie.
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=== Insurrezionalismo per la [[rivoluzione sociale]] ===
=== Insurrezionalismo per la [[rivoluzione sociale]] ===
I primi moti rivoluzionari a carattere sociale si ebbero durante il Risorgimento, un processo storico sicuramente a carattere nazionale ma contenente anche rivendicazioni di carattere sociale, come esplicitamente rivendicato da [[Carlo Pisacane]] nella sua spedizione a Sapri:
I primi moti [[rivoluzionari]] a carattere sociale si ebbero durante il Risorgimento, un processo storico sicuramente a carattere nazionale ma contenente anche rivendicazioni di carattere sociale, come esplicitamente rivendicato da [[Carlo Pisacane]] nella sua spedizione a Sapri:
:«Le cospirazioni, i complotti, i tentativi d'insurrezione, sono a mio avviso la serie dei fatti attraverso ai quali l'[[Italia]] va alla sua meta (l'Unità). L'intervento delle baionette a Milano ha prodotto una propaganda ben più efficace che non mille volumi di scritti di dottrinari, che sono la vera peste della nostra patria e di tutto il mondo. V'hanno taluni che dicono la rivoluzione debba essere fatta dal paese. Questo è incontrastabile. Ma il paese si compone d'individui; e se tutti aspettassero tranquillamente il giorno della rivoluzione senza prepararla col mezzo della cospirazione, giammai la rivoluzione scoppierebbe» ([[Carlo Pisacane]],  [https://www.reteccp.org/biblioteca/disponibili/demos/demoesocial/garibaldi/pisacane/testamentopisacane.pdf ''Il Testamento'']).
:«Le cospirazioni, i complotti, i tentativi d'insurrezione, sono a mio avviso la serie dei fatti attraverso ai quali l'[[Italia]] va alla sua meta (l'Unità). L'intervento delle baionette a Milano ha prodotto una propaganda ben più efficace che non mille volumi di scritti di dottrinari, che sono la vera peste della nostra patria e di tutto il mondo. V'hanno taluni che dicono la [[rivoluzione]] debba essere fatta dal paese. Questo è incontrastabile. Ma il paese si compone d'individui; e se tutti aspettassero tranquillamente il giorno della [[rivoluzione]] senza prepararla col mezzo della cospirazione, giammai la [[rivoluzione]] scoppierebbe» ([[Carlo Pisacane]],  [https://www.reteccp.org/biblioteca/disponibili/demos/demoesocial/garibaldi/pisacane/testamentopisacane.pdf ''Il Testamento'']).


Una forte prerogativa rivoluzionaria la si ritrova anche in tutti quegli anarchici che subirono l'influenza del [[Bakunin]] durante il suo soggiorno [[Italia|italiano]] ([[1864]]-[[1867]]). Tra questi si può citare [[Andrea Costa]] (almeno sino a quando non si convertì al socialismo parlamentare), [[Carlo Cafiero]], [[Napoleone Papini]] e soprattutto [[Errico Malatesta]]. Quest'ultimo, che fu contemporaneamente ideologo e uomo d'azione, fu tra coloro che tentarono l'[[insurrezione rivoluzionaria di Bologna (1874)|insurrezione a Bologna (1874)]] e nel [[Banda del Matese|Matese (1877)]]. Le ragioni dell'azione furono ben spiegati dallo stesso [[Malatesta]]:
Una forte prerogativa [[rivoluzionaria]] la si ritrova anche in tutti quegli anarchici che subirono l'influenza del [[Bakunin]] durante il suo soggiorno [[Italia|italiano]] ([[1864]]-[[1867]]). Tra questi si può citare [[Andrea Costa]] (almeno sino a quando non si convertì al socialismo parlamentare), [[Carlo Cafiero]], [[Napoleone Papini]] e soprattutto [[Errico Malatesta]]. Quest'ultimo, che fu contemporaneamente ideologo e uomo d'azione, fu tra coloro che tentarono l'[[insurrezione rivoluzionaria di Bologna (1874)|insurrezione a Bologna (1874)]] e nel [[Banda del Matese|Matese (1877)]]. Le ragioni dell'azione furono ben spiegati dallo stesso [[Malatesta]]:


:«[...] noi vogliamo una rivoluzione profonda, che trasformi tutte le condizioni della vita, che metta tutto il popolo, cioè tutti gl'individui che formano il popolo, in grado di concorrere direttamente alla costituzione delle nuove forme di convivenza sociale, e perciò dall'insurrezione'' ''noi non ci aspettiamo, non possiamo aspettarci, l'attuazione immediata e generale delle nostre idee, ma solo la creazione di circostanze più favorevoli alla nostra propaganda ed alla nostra azione, il principio insomma della nostra Rivoluzione. E questo noi potremo conseguire, poiché, quando il'' ''governo attuale sarà abbattuto da una insurrezione [...] noi non prometteremo al popolo di fare il suo bene, ma lo spingeremo a farselo da sé stesso, a prendere possesso della ricchezza, a esercitare di fatto la libertà conquistata [...]» [[Image:Schirru.jpg|thumb|left|[[Michele Schirru]]]]([[Malatesta]], - [https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/m/malatesta/rivoluzione_e_lotta_quotidiana/pdf/malatesta_rivoluzione_e_lotta.pdf ''Rivoluzione e lotta quotidiana'']).
:«[...] noi vogliamo una [[rivoluzione]] profonda, che trasformi tutte le condizioni della vita, che metta tutto il popolo, cioè tutti gl'individui che formano il popolo, in grado di concorrere direttamente alla costituzione delle nuove forme di convivenza sociale, e perciò dall'insurrezione'' ''noi non ci aspettiamo, non possiamo aspettarci, l'attuazione immediata e generale delle nostre idee, ma solo la creazione di circostanze più favorevoli alla nostra propaganda ed alla nostra azione, il principio insomma della nostra [[Rivoluzione]]. E questo noi potremo conseguire, poiché, quando il'' ''governo attuale sarà abbattuto da una insurrezione [...] noi non prometteremo al popolo di fare il suo bene, ma lo spingeremo a farselo da sé stesso, a prendere possesso della ricchezza, a esercitare di fatto la libertà conquistata [...]» [[Image:Schirru.jpg|thumb|left|[[Michele Schirru]]]]([[Malatesta]], - [https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/m/malatesta/rivoluzione_e_lotta_quotidiana/pdf/malatesta_rivoluzione_e_lotta.pdf ''Rivoluzione e lotta quotidiana'']).


=== Insurrezioni individuali ===
=== Insurrezioni individuali ===
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Più recentemente, hanno trovato nuova linfa con [[Alfredo Maria Bonanno]] le teorie sull'insurrezionalismo informale, fondato sulla ricerca di una conciliazione tra [[Correnti_anarchiche#Organizzatori_e_antiorganizzatori|organizzatori e antiorganizzatori]], proponendo come soluzione i «[[gruppi d'affinità]]», che sono un'aggregazione temporanea di singole individualità riunitesi per portare avanti un progetto avente obiettivi variegati e tendenzialmente limitati nel tempo.
Più recentemente, hanno trovato nuova linfa con [[Alfredo Maria Bonanno]] le teorie sull'insurrezionalismo informale, fondato sulla ricerca di una conciliazione tra [[Correnti_anarchiche#Organizzatori_e_antiorganizzatori|organizzatori e antiorganizzatori]], proponendo come soluzione i «[[gruppi d'affinità]]», che sono un'aggregazione temporanea di singole individualità riunitesi per portare avanti un progetto avente obiettivi variegati e tendenzialmente limitati nel tempo.


:«[...] Siamo rivoluzionari. Il mio scopo non è trovare lavoro alla gente, non me ne importa nulla. Io voglio lottare con chi cerca un lavoro perché lo voglio spingere a capire che è possibile, con certi mezzi, obbligare lo [[Stato]] a fare un passo indietro e continuare nell'attacco fino alla distruzione totale dello [[Stato]] [...] La nostra lotta armata si basa sui principi della semplicità, dell'[[azione diretta]], della riproducibilità, della polverizzazione, della generalizzazione dell'attacco [...] In quanto [[anarchici]], siamo per il massimo coinvolgimento possibile della gente nel processo di liberazione, che deve per forza essere fatto [[violento]]» ([[Alfredo Maria Bonanno]]).
:«[...] Siamo [[rivoluzionari]]. Il mio scopo non è trovare lavoro alla gente, non me ne importa nulla. Io voglio lottare con chi cerca un lavoro perché lo voglio spingere a capire che è possibile, con certi mezzi, obbligare lo [[Stato]] a fare un passo indietro e continuare nell'attacco fino alla distruzione totale dello [[Stato]] [...] La nostra lotta armata si basa sui principi della semplicità, dell'[[azione diretta]], della riproducibilità, della polverizzazione, della generalizzazione dell'attacco [...] In quanto [[anarchici]], siamo per il massimo coinvolgimento possibile della gente nel processo di liberazione, che deve per forza essere fatto [[violento]]» ([[Alfredo Maria Bonanno]]).


Parte del [[movimento anarchico]] non si riconosce del tutto nelle tesi di [[Alfredo Maria Bonanno|Bonanno]], in primis i militanti dell'[[anarchismo sociale]], tuttavia molte singole individualità e vari gruppi [[anarchici]] ne sono stati chiaramente influenzati. Tra il [[1976]] e il [[1980]] fu attivissimo [[Azione Rivoluzionaria]], un gruppo insurrezionalista a carattere informale che pur tuttavia accusò [[Alfredo Maria Bonanno|Bonanno]] di non essere in grado di portare avanti un progetto serio per la costruzione di una futura società libertaria.
Parte del [[movimento anarchico]] non si riconosce del tutto nelle tesi di [[Alfredo Maria Bonanno|Bonanno]], in primis i militanti dell'[[anarchismo sociale]], tuttavia molte singole individualità e vari gruppi [[anarchici]] ne sono stati chiaramente influenzati. Tra il [[1976]] e il [[1980]] fu attivissimo [[Azione Rivoluzionaria]], un gruppo insurrezionalista a carattere informale che pur tuttavia accusò [[Alfredo Maria Bonanno|Bonanno]] di non essere in grado di portare avanti un progetto serio per la costruzione di una futura società libertaria.
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==Considerazioni critiche==
==Considerazioni critiche==


L'impianto teorico-pratico dell'insurrezionalismo non si fonda su alcun modello ideologico schematico in grado di preconizzare un'ipotetica società futura, né abbraccia dogmaticamente il lavoro di alcun teorico rivoluzionario; anche quando i seguaci di questa tendenza si ispirano a qualcuno, non si sentono comunque in dovere di appoggiarne necessariamente ogni sfumatura del pensiero.
L'impianto teorico-pratico dell'insurrezionalismo non si fonda su alcun modello ideologico schematico in grado di preconizzare un'ipotetica società futura, né abbraccia dogmaticamente il lavoro di alcun teorico [[rivoluzionario]]; anche quando i seguaci di questa tendenza si ispirano a qualcuno, non si sentono comunque in dovere di appoggiarne necessariamente ogni sfumatura del pensiero.


La mancanza di organizzazione e di strategie teorico-pratiche sono da sempre una delle maggiori critiche portate avanti da diversi [[anarchici]], specialmente quelli appartenenti alla tendenza [[anarco-comunismo|comunista]] del «[[piattaformismo]]». Questa, che si rifà alle tesi stesse di [[Bakunin]], è da sempre fortemente critica nei confronti dell'insurrezionalismo, accusato di portare avanti [[azione diretta|azioni dirette]] del tutto sganciate dal contesto sociale e dalle lotte delle [[organizzazione di massa|organizzazioni di massa]]. Per tanto, secondo i [[piattaformismo|piattaformisti]], con le loro pratiche gli insurrezionalisti avallano metodi di lotta del tutto inutili o addirittura dannosi per l'emancipazione degli sfruttati.
La mancanza di organizzazione e di strategie teorico-pratiche sono da sempre una delle maggiori critiche portate avanti da diversi [[anarchici]], specialmente quelli appartenenti alla tendenza [[anarco-comunismo|comunista]] del «[[piattaformismo]]». Questa, che si rifà alle tesi stesse di [[Bakunin]], è da sempre fortemente critica nei confronti dell'insurrezionalismo, accusato di portare avanti [[azione diretta|azioni dirette]] del tutto sganciate dal contesto sociale e dalle lotte delle [[organizzazione di massa|organizzazioni di massa]]. Per tanto, secondo i [[piattaformismo|piattaformisti]], con le loro pratiche gli insurrezionalisti avallano metodi di lotta del tutto inutili o addirittura dannosi per l'emancipazione degli sfruttati.
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==Note==
==Note==
<references/>
<references/>
== Bibliografia ==
== Bibliografia ==
*[[Azione Rivoluzionaria]]: ''[http://archivio.edizionianarchismo.net/library/azione-rivoluzionaria-contributi-alla-critica-armata-libertaria Contributi alla critica armata libertaria]'', Edizioni anarchismo, 2013
*[[Azione Rivoluzionaria]]: ''[http://archivio.edizionianarchismo.net/library/azione-rivoluzionaria-contributi-alla-critica-armata-libertaria Contributi alla critica armata libertaria]'', Edizioni anarchismo, 2013
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== Collegamenti esterni ==
== Collegamenti esterni ==
* [http://parolearmate.noblogs.org/ Parole armate]
* [http://parolearmate.noblogs.org/ Parole armate]
* [http://culmine.noblogs.org/ Culmine]
* [http://culmine.noblogs.org/ Culmine]
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* [http://iconoclasta.noblogs.org/ Iconoclasta]
* [http://iconoclasta.noblogs.org/ Iconoclasta]
* [http://www.edizionianarchismo.net/ Edizioni Anarchismo]
* [http://www.edizionianarchismo.net/ Edizioni Anarchismo]


[[Categoria:Anarchismo|Anarchismo insurrezionale]]
[[Categoria:Anarchismo|Anarchismo insurrezionale]]
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[[Categoria:Storia|Anarchismo insurrezionale]]
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