Antonin Artaud: differenze tra le versioni

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:«Nulla è gratuito nella magnificenza d'Eliogabalo, né in questa meravigliosa aspirazione al disordine che non è se non l'appplicazione di un'idea metafisica e superiore dell'ordine, cioè dell'unità».
:«Nulla è gratuito nella magnificenza d'Eliogabalo, né in questa meravigliosa aspirazione al disordine che non è se non l'appplicazione di un'idea metafisica e superiore dell'ordine, cioè dell'unità».


:«L'anarchico dice: Né Dio, né padrone, me soltanto. Eiogabalo, una volta sul trono, non accetta alcuna legge; ed è il padrone. La sua legge personale sarà dunque la legge di tutti. Impone la prorpia tirannia. Ogni tiranno non è in fondo che un anarchico che la perso la corona e che mette il mondo al proprio passo. Ma ci è tuttavia un'altra idea nell'anarchia di Eliogabalo. Credendosi dio, identificandosi con il proprio dio, non commette mai l'errore di inventare una legge umana, un'assurda e insensata legge umana, per mezzo della quale lui, dio, dovrebbe parlare. [...] eliogabalo, giunto a Roma, caccia dal Senato gli uomini e pone le donne al loro posto. Per i Romani questa è anarchia, ma per la religione dei mestrui, che ha fondata la propria tria, e per Eliogabalo che l'applica, non vi è in questo che un ristabilire l'equilibrio, un ritorno ragionato alla legge, poiché è alla donna, la nata prima, la prima giunta nell'ordine cosmico che tocca fare le leggi».
:''«L'anarchico dice: Né Dio, né padrone, me soltanto. Eiogabalo, una volta sul trono, non accetta alcuna legge; ed è il padrone. La sua legge personale sarà dunque la legge di tutti. Impone la prorpia tirannia. Ogni tiranno non è in fondo che un anarchico che la perso la corona e che mette il mondo al proprio passo. Ma ci è tuttavia un'altra idea nell'anarchia di Eliogabalo. Credendosi dio, identificandosi con il proprio dio, non commette mai l'errore di inventare una legge umana, un'assurda e insensata legge umana, per mezzo della quale lui, dio, dovrebbe parlare. [...] eliogabalo, giunto a Roma, caccia dal Senato gli uomini e pone le donne al loro posto. Per i Romani questa è anarchia, ma per la religione dei mestrui, che ha fondata la propria tria, e per Eliogabalo che l'applica, non vi è in questo che un ristabilire l'equilibrio, un ritorno ragionato alla legge, poiché è alla donna, la nata prima, la prima giunta nell'ordine cosmico che tocca fare le leggi»''.


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