Olmo Losca: differenze tra le versioni

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=== L'adolescenza ===
=== L'adolescenza ===


Olmo Losca inizia a scrivere poesie dall'età di 14 anni. Inizialmente guardando i poeti francesi esistenzialisti (Rimbaud, Baudelaire, Verlaine), dove comincia a "destrutturare" i versi dei grandi poeti, in una sorta di adolescenziale gioco alla metrica. La sua età e la sua propensione-condizione di timidezza e introversione sociale lo spingono a crearsi un mondo parallelo fatto di solitudine, fantasia, versi e prosa a lui ancora incomprensibili e complicati. Inizia a leggere i grandi pensatori libertari (letture passate dal padre) dell'800 e del '900. Scrive poesie sociali (innamorato di [[Pietro Gori]] e [[Virgilia D'Andrea]]) brevissime e scarne. La poesia sociale come sguardo poetico-politico non lo abbandonerà più. Per un periodo vive con il padre in una casa occupata nella zona Brera di Milano, sucessivamente frequenta e abita in un centro sociale di Bologna e in uno di Genova. A 18 anni parte per un viaggio che lo porterà in giro per l'Europa per diverso tempo. I periodi spagnoli, tedeschi e di Parigi contribuiranno alla sua formazione artistico-poetica.  
Olmo Losca inizia a scrivere poesie dall'età di 14 anni. Inizialmente guarda ai poeti francesi esistenzialisti (Rimbaud, Baudelaire, Verlaine), dove comincia a -destrutturare- i versi dei grandi poeti, in una sorta di adolescenziale gioco alla metrica. La sua età e la sua propensione-condizione di timidezza e introversione sociale lo spingono a crearsi un mondo parallelo fatto di solitudine, fantasia, versi e prosa a lui ancora incomprensibili. Contemporaneamente alla stesura dei primi versi inizia a leggere anche i grandi pensatori libertari dell'800 e del '900. Fino ai vent'anni scrive poesie sociali (innamorato di [[Pietro Gori]] e [[Virgilia D'Andrea]]) brevissime e scarne, successivamente le allungherà articolando e approfondendo i versi. La poesia sociale come sguardo poetico-politico non lo abbandonerà più. Per un periodo vive con il padre in una casa occupata nella zona Brera di Milano poi si sposta e andrà ad abitare in un centro sociale di Bologna e in uno di Genova. A 18 anni parte per un viaggio che lo porterà in giro per l'Europa per diverso tempo. I periodi spagnoli, tedeschi e di Parigi contribuiranno alla sua formazione artistico-poetica.  


=== Il periodo milanese ===
=== Il periodo milanese ===


Rientrato in Italia, a Milano, inizia e conclude innumerevoli lavori per sostenersi. Consegna i giornali, lavora in piccole aziende pubblicitarie e, nei momenti di pausa, porta i volantini libertari inserendoli nelle caselle postali (una sorta di volantinaggio sui generis; invece che la pubblicità mette i volantini politici). Nel 1994 inizia una parentesi più lunga in una grande fabbrica di Milano (Pirelli), sostenendo i 3 turni per 5 anni. In quel periodo cambia tre case. Nel [[1997]] si allontana dalle grandi associazioni animaliste che seguiva fin dagli anni '80 (WWF, Greenpeace, LAV) e partecipa alle prime manifestazioni italiane anarco-animaliste formate da poche decine di persone che seguivano le orme di [[Barry Horne]] (l'[[antispecismo|antispecista]] anarchico inglese morto nel [[2001]] dopo tre scioperi della fame), segue il movimento anarchico e approfondisce, in particolare, il pensiero di [[Malatesta]], [[Goldman]], [[Luigi Galleani|Galleani]], [[Kropotkin]]. Nel [[1999]], a 30 anni, decide di vendere tutto, licenziarsi, e trasferirsi in montagna. La sua vita cambia, completamente. Inizia a fare il contadino, il boscaiolo, l'apicoltore e parallelamente ricomincia a scrivere, riprendendo la poesia e le novelle-fiabe che aveva "abbandonato" anni prima.
Rientrato in Italia, a Milano, inizia e conclude innumerevoli lavori per sostenersi. Consegna i giornali, lavora in piccole aziende pubblicitarie e, nei momenti di pausa, porta i volantini libertari inserendoli nelle caselle postali (una sorta di volantinaggio sui generis; invece che la pubblicità mette i volantini politici). Nel 1994 inizia una parentesi più lunga in una grande fabbrica di Milano (Pirelli), sostenendo i 3 turni per 5 anni. In quel periodo cambia tre case. Nel [[1997]] si allontana dalle grandi associazioni animaliste che seguiva fin dagli anni '80 (WWF, Greenpeace, LAV) e partecipa alle prime manifestazioni italiane anarco-animaliste formate da poche decine di persone che seguivano le orme di [[Barry Horne]] (l'[[antispecismo|antispecista]] anarchico inglese morto nel [[2001]] dopo tre scioperi della fame), segue il movimento anarchico e studia, in particolare, il pensiero di [[Malatesta]], [[Goldman]], [[Luigi Galleani|Galleani]], [[Kropotkin]]. Nel [[1999]], a 30 anni, decide di vendere tutto, licenziarsi, e trasferirsi in montagna. La sua vita cambia completamente. Inizia a fare il contadino, il boscaiolo, l'apicoltore e di notte lavora alla scrittura, riprendendo la poesia e le novelle-fiabe che aveva "abbandonato" anni prima.


=== La montagna: poesia visiva e versi nei passi ===
=== La montagna: poesia visiva e versi nei passi ===


Inizialmente, Olmo Losca, lavora facendo i mercatini dei piccoli contadini, vendendo marmellate, miele e borse in canapa naturale fatte a mano. Questo modo di sostenersi anche se, decisamente, con meno profitto della fabbrica, lo aiuta a scrivere e ad aprirsi, totalmente, verso quel mondo naturale che non conosce. Comincia a scrivere fiabe e novelle per adolescenti. Approfondisce lo studio dei grandi poeti latino americani (Cortazar, Neruda, Mendes). Riprende il discorso della poesia "animalista" (un approccio poetico nei confronti degli altri animali che era nei suoi versi già da ragazzo quando manifestava, nel [[1985]], contro le pelliccerie). Nasce cosi, in lui, la poesia sociale [[antispecismo|antispecista]]. Nasce proprio osservando il circostante e la fatica della sopravvivenza negli altri corpi animali. Nel [[2001]], a luglio, è a Genova e vede la repressione da vicino, più avanti testimonierà la sua esperienza in serate dedicate a quelle giornate. Nel novembre dello stesso anno partecipa ai funerali di [[Barry Horne]]. Le escursioni in alta montagna vicino a casa (della durata anche di qualche giorno in tenda) lo aiutano a comprendere il silenzio e il rispetto della solitudine cercata. I versi cominciano a uscire con meno fatica e l'ascolto dei rumori della foresta lo spingono a scrivere nuove novelle e racconti del bosco.
Inizialmente Olmo Losca lavora facendo i mercatini dei piccoli contadini, vendendo marmellate, miele e borse in canapa naturale fatte a mano. Questo modo di sostenersi, anche se decisamente con meno profitto della fabbrica, lo aiuta a scrivere e ad aprirsi totalmente verso quel mondo naturale che ancora non conosce. Cominciano le stesure delle fiabe e delle novelle per adolescenti sulla natura. L'alta montagna e le sue privazioni portano Olmo a studiare i grandi poeti latino americani (Cortazar, Neruda, Mendes). Riprende il discorso della poesia "animalista" (un approccio poetico nei confronti degli altri animali che era nei suoi versi già da ragazzo quando manifestava, nel [[1985]], contro le pelliccerie). Nasce cosi, in lui, la poesia sociale [[antispecismo|antispecista]]. Nasce proprio osservando il circostante e la sopravvivenza faticosa degli altri corpi animali. Nel [[2001]], a luglio, è a Genova e vede la repressione da vicino, più avanti testimonierà la sua esperienza in serate dedicate a quelle giornate. Nel novembre dello stesso anno partecipa ai funerali di [[Barry Horne]]. Le escursioni in alta montagna vicino a casa (della durata anche di qualche giorno in tenda) lo aiutano a comprendere il silenzio e il rispetto della solitudine cercata. I versi cominciano a uscire come un torrente e l'ascolto dei suoni della foresta lo spingono a scrivere nuove novelle e racconti del bosco.


=== Il rifugio: il sogno solidale dei viandanti ===
=== Il rifugio: il sogno solidale dei viandanti ===


Intanto la sua esperienza come abitante delle "Alte valli" lo fa avvicinare anche ai rifugi alpini, dove ne gestisce uno per due anni e questo periodo lo porta a collaborare con altri gestori alle "Vie" degli escursionisti. Conclude (per ragioni politiche legate allo sfruttamento animale) l'esperienza, nel [[2010]], di apicoltore "diverso" (le etichette del miele erano immagini di anarchici e anarchiche storiche con una brevissima biografia: questo strano modo di etichettare i vasetti di miele lo porterà in diverse manifestazioni e giornate libertarie in giro per l'Italia). Non potendo più lavorare solo come contadino (le entrate, senza il miele, erano inferiori alle uscite), inizia a collaborare, dal [[2012]], nei rifugi di alta quota. Le stagioni nei rifugi cambiano le dinamiche economiche. Lavorando 5 mesi l'anno, riesce a sostenersi per gli altri 7 e la sua scrittura ha così il tempo necessario per essere sviluppata ulteriormente. Dal [[2013]] riprende, in modo profondo, a scrivere poesie (soprattutto disarticolando le innumerevoli che aveva scritto dai 16 anni ai 35), completa dei racconti, pubblica novelle e articoli di critica sociale, saggi sull'[[antispecismo]] (che lo porteranno a fare diverse conferenze in Italia) e approfondimenti di ecologia radicale. Nel [[2017]] apre un [http://frecceinversi.wordpress.com sito Internet] e un [https://www.youtube.com/channel/UCts8_vuOjmzDyVGlBjz2uoQ canale YouTube] dove legge i versi accompagnandosi con la musica. In questo periodo inizia a pubblicare libri. Attualmente sta lavorando a un progetto-libro di favole per adolescenti (ma non solo) legate alla questione animale.
Intanto la sua esperienza come abitante delle -Alte valli- lo fa avvicinare anche ai rifugi alpini dove ne gestisce uno per due anni e questo periodo lo porta a collaborare con altri gestori alle "Vie degli escursionisti". Conclude nel [[2010]], per ragioni politiche legate allo sfruttamento animale, l'esperienza di apicoltore "diverso" (le etichette del miele erano immagini di anarchici e anarchiche storiche con una brevissima biografia: questo strano modo di etichettare i vasetti di miele lo porterà in diverse manifestazioni e giornate libertarie in giro per l'Italia). Non potendo più lavorare solo come contadino (le entrate senza il miele erano inferiori alle uscite) inizia a collaborare dal [[2012]] nei rifugi di alta quota. Le stagioni nei rifugi cambiano le dinamiche economiche: lavorando cinque mesi l'anno riesce a sostenersi per gli altri sette e la sua scrittura ha così il tempo necessario per essere sviluppata ulteriormente. Dal [[2013]] riprende in modo determinato a scrivere poesie (soprattutto disarticolando le innumerevoli che aveva scritto dai 16 ai 35 anni), completa dei racconti, pubblica novelle e articoli di critica sociale, saggi sull'[[antispecismo]] (che lo porteranno a fare diverse conferenze in Italia) e approfondimenti di ecologia radicale. Nel [[2017]] apre un [http://frecceinversi.wordpress.com sito Internet] e un [https://www.youtube.com/channel/UCts8_vuOjmzDyVGlBjz2uoQ canale YouTube] dove legge i versi accompagnandosi con la musica. In questo periodo inizia a pubblicare libri. Attualmente sta lavorando a un progetto-libro di favole per adolescenti legate alla questione animale.


== La poesia sociale secondo Olmo Losca ==
== La poesia sociale secondo Olmo Losca ==
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== Libri ==  
== Libri ==  


* Per la casa editrice francese Éditions du Monde Libertaire (la casa editrice della federazione anarchica francofona) pubblica nel maggio del [[2019]] ''Les Poésies de l'Orme – anarchismo e questione animale'', una raccolta di poesie sociali scelte. Il libro è bilingue (francese/italiano). <ref>[https://umanitanova.org/?p=10481 Articolo di Maddalena Porcelli], [[Umanità Nova]], [[1 settembre]] [[2019]]</ref>
* Per la casa editrice francese -Éditions du Monde Libertaire- pubblica ''Les Poésies de l'Orme – anarchismo e questione animale'', una raccolta di poesie sociali scelte. Il libro è bilingue (francese/italiano). <ref>[https://umanitanova.org/?p=10481 Articolo di Maddalena Porcelli], [[Umanità Nova]], [[1 settembre]] [[2019]]</ref>


* Per la [[Cassa Anti-repressione Bruno Filippi]] pubblica nel febbraio [[2020]] ''Sentieri in Cammino'' un libro di racconti sociali dove in forma di "novelle brevi" affronta le diseguaglianze e le oppressioni nei confronti degli ultimi. <ref>«Questi sono racconti, storie, novelle, destinate al vento di grecale. Quel vento freddo e impetuoso che ognuno di noi ha nel cuore. Una sorta di vento che investe un sentiero scomodo e lastricato di ostacoli, un "Vento sbagliato" parafrasando Faber. Lo sbaglio non è in funzione delle storie in sé, che vado a raccontare, ma della consapevolezza che queste storie trasportano: la libertà. E come sappiamo tutti, le storie di libertà, in questa società, sono quasi sempre sbagliate. L'osservare la libertà, cioè il concetto più bello che possiamo immaginare, per il potere è sempre sinonimo di errore. Il potere non vuole la libertà, anzi, ne obbliga la schiavitù dei nostri corpi. Ma non potrà mai obbligarci a non pensare, a non sognare, a non desiderare. Può toglierci tutto ma non il desiderio di emancipazione e di speranza. La speranza come costruzione del futuro in una dimensione nostra a prescindere dal luogo in cui siamo. L'Utopia possibile e concreta. Continueremo a sentire il vento anche se con le ali bruciate e ferite dal dolore. Le storie sono semplici come sono semplici le avventure dentro di noi; solchiamo i mari in piccole barche sbattute dal vento ma non affondiamo mai. Anche se la burrasca vuole inghiottirci. Ogni racconto è un impulso a viaggiare stando fermi, a sperimentare, a costruire. Ci sono i racconti sociali, quelli contro i generi imposti dalla società, quelli del freddo di montagna e della calura estiva. Il mio augurio è quello di conservare intatto il nostro essere bambini e bambine, il nostro sguardo sognante verso la libertà. Potrei definirlo un libro in cammino, cioè quello spazio temporale che non ha tempo e spazio. Il cammino che non conosce né direzioni né traguardi ma solo passi. Passi che non si fermano fino a quando non decidiamo noi se fermarli. Nessun'altro. Questo è il significato del titolo: "Sentieri in cammino". Quello sguardo unico e irripetibile che abbiamo a prescindere dalla geografia dove siamo nati, a dispetto dei confini o delle etnie. Lo sguardo non ha nulla di questo. Non ha colore o appartenenza, non ha obblighi o divieti. Lo sguardo è quella sensazione che ci riscalda in inverno, che ci dà sentimento e amore. Lo sguardo è un modo semplice per indicare che siamo tutti uguali, nelle differenze. Lo sguardo del bambino in mezzo al mare che, tra le onde, scrive al padre è lo stesso sguardo del senzatetto nelle vie anonime delle città, ed è lo stesso di quel marinaio che, deriso da tutti, ha come amica una capra solitaria o di Paloma, la ragazza "strana". Lo sguardo non ha barriere o sbarre, non ha recinzioni o muri. Lo sguardo vola come il cormorano in autunno, sale in cielo e sprofonda negli abissi marini subito dopo. Come dico sempre: la solitudine è un concetto che in solitudine non esiste. Così come quel cormorano che alla vista sembra solitario, è in realtà un meraviglioso spirito libero. Solo agli occhi degli altri ma gioioso ai suoi. Nonostante la vita, nonostante il dolore, nonostante la rabbia o lo sconforto. Nonostante le sconfitte o le perdite. Così siamo noi: cormorani che volteggiano liberi tagliando la pioggia, la burrasca, la tormenta, la siccità, la privazione, la fame e le disuguaglianze, le percosse e le umiliazioni. Non dimentichiamo mai chi siamo; spiriti unici e irripetibili. Creature che, nonostante una vita di "errori", siamo ancora capaci di volare. Siamo ancora capaci di amare.» (estratto dalla prefazione al libro).</ref>
* Per la [[Cassa Anti-repressione Bruno Filippi]] pubblica ''Sentieri in Cammino'' un libro di racconti sociali dove in forma di novelle brevi affronta le diseguaglianze e le oppressioni nei confronti degli ultimi. <ref>«Questi sono racconti, storie, novelle, destinate al vento di grecale. Quel vento freddo e impetuoso che ognuno di noi ha nel cuore. Una sorta di vento che investe un sentiero scomodo e lastricato di ostacoli, un "Vento sbagliato" parafrasando Faber. Lo sbaglio non è in funzione delle storie in sé, che vado a raccontare, ma della consapevolezza che queste storie trasportano: la libertà. E come sappiamo tutti, le storie di libertà, in questa società, sono quasi sempre sbagliate. L'osservare la libertà, cioè il concetto più bello che possiamo immaginare, per il potere è sempre sinonimo di errore. Il potere non vuole la libertà, anzi, ne obbliga la schiavitù dei nostri corpi. Ma non potrà mai obbligarci a non pensare, a non sognare, a non desiderare. Può toglierci tutto ma non il desiderio di emancipazione e di speranza. La speranza come costruzione del futuro in una dimensione nostra a prescindere dal luogo in cui siamo. L'Utopia possibile e concreta. Continueremo a sentire il vento anche se con le ali bruciate e ferite dal dolore. Le storie sono semplici come sono semplici le avventure dentro di noi; solchiamo i mari in piccole barche sbattute dal vento ma non affondiamo mai. Anche se la burrasca vuole inghiottirci. Ogni racconto è un impulso a viaggiare stando fermi, a sperimentare, a costruire. Ci sono i racconti sociali, quelli contro i generi imposti dalla società, quelli del freddo di montagna e della calura estiva. Il mio augurio è quello di conservare intatto il nostro essere bambini e bambine, il nostro sguardo sognante verso la libertà. Potrei definirlo un libro in cammino, cioè quello spazio temporale che non ha tempo e spazio. Il cammino che non conosce né direzioni né traguardi ma solo passi. Passi che non si fermano fino a quando non decidiamo noi se fermarli. Nessun'altro. Questo è il significato del titolo: "Sentieri in cammino". Quello sguardo unico e irripetibile che abbiamo a prescindere dalla geografia dove siamo nati, a dispetto dei confini o delle etnie. Lo sguardo non ha nulla di questo. Non ha colore o appartenenza, non ha obblighi o divieti. Lo sguardo è quella sensazione che ci riscalda in inverno, che ci dà sentimento e amore. Lo sguardo è un modo semplice per indicare che siamo tutti uguali, nelle differenze. Lo sguardo del bambino in mezzo al mare che, tra le onde, scrive al padre è lo stesso sguardo del senzatetto nelle vie anonime delle città, ed è lo stesso di quel marinaio che, deriso da tutti, ha come amica una capra solitaria o di Paloma, la ragazza "strana". Lo sguardo non ha barriere o sbarre, non ha recinzioni o muri. Lo sguardo vola come il cormorano in autunno, sale in cielo e sprofonda negli abissi marini subito dopo. Come dico sempre: la solitudine è un concetto che in solitudine non esiste. Così come quel cormorano che alla vista sembra solitario, è in realtà un meraviglioso spirito libero. Solo agli occhi degli altri ma gioioso ai suoi. Nonostante la vita, nonostante il dolore, nonostante la rabbia o lo sconforto. Nonostante le sconfitte o le perdite. Così siamo noi: cormorani che volteggiano liberi tagliando la pioggia, la burrasca, la tormenta, la siccità, la privazione, la fame e le disuguaglianze, le percosse e le umiliazioni. Non dimentichiamo mai chi siamo; spiriti unici e irripetibili. Creature che, nonostante una vita di "errori", siamo ancora capaci di volare. Siamo ancora capaci di amare.» (estratto dalla prefazione al libro).</ref>


* Per la casa editrice ''La Vita Felice'' pubblica nel maggio del [[2021]] ''Altri Sguardi'', 79 poesie scelte a carattere esistenzialista e politico.
* Per la casa editrice -La Vita Felice- pubblica ''Altri Sguardi'', una serie di poesie a carattere esistenzialista sulla natura.
 
* È presente, insieme ad autori e autrici italiane, all'interno della pubblicazione-libro: “A - tra memoria e tempo presente” delle Edizioni FuoriPosto.


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