Renzo Novatore: differenze tra le versioni

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{{citazione|Nella vita io cerco la gioia dello spirito e la lussuriosa voluttà dell'istinto. E non m'importa sapere se queste abbiano le loro radici perverse entro la caverna del bene o entro i vorticosi abissi del male. [...] Nessun avvenire e nessuna umanità, nessun [[comunismo]] e nessuna [[anarchia]] valgono il sacrificio della mia vita. Dal giorno che mi sono scoperto ho considerato me stesso come META suprema.|Renzo Novatore}}  
{{citazione|Nella vita io cerco la gioia dello spirito e la lussuriosa voluttà dell'istinto. E non m'importa sapere se queste abbiano le loro radici perverse entro la caverna del bene o entro i vorticosi abissi del male. [...] Nessun avvenire e nessuna umanità, nessun [[comunismo]] e nessuna [[anarchia]] valgono il sacrificio della mia vita. Dal giorno che mi sono scoperto ho considerato me stesso come META suprema.|Renzo Novatore}}  


{{citazione|Il mio non è un pensiero o una teoria, ma uno stato d'animo, un modo particolare di sentire. Quando sentirò il bisogno di mettere decisamente in libertà i miei Centauri ed i miei furenti stalloni, sarà intorno a me un'orgia pazza d'amore e di sangue, perché io sono, lo sento, ciò che gli abitanti delle paludi morali della società chiamano delinquente comune.|Renzo Novatore}}  
{{citazione|Il mio non è un pensiero o una teoria, ma uno stato d'animo, un modo particolare di sentire. Quando sentirò il bisogno di mettere decisamente in libertà i miei Centauri ed i miei furenti stalloni, sarà intorno a me un'orgia pazza d'amore e di sangue, perché io sono, lo sento, ciò che gli abitanti delle paludi morali della società chiamano delinquente comune.|Renzo Novatore (''Al di sopra delle due anarchie'', su ''Vertice'', La Spezia, 21 aprile 1921)}}  


{{citazione|Solo colui che sa apprezzare con impetuosa [[violenza]] i rugginosi cancelli che chiudono la casa della gran menzogna ove si sono dati convegno i lubrici ladri dell'Io (dio, [[stato]], [[società]], umanità), per riprendere dalle mani viscide e rapaci – inanellate del falso oro dell'amore della pietà e della civiltà, dei biechi predatori, il suo più grande tesoro, può sentirsi padrone e signore di sé, e chiamarsi anarchico.|Renzo Novatore (''Fiori Selvaggi'', su ''Cronaca Libertaria'', 1917)}}  
{{citazione|Solo colui che sa apprezzare con impetuosa [[violenza]] i rugginosi cancelli che chiudono la casa della gran menzogna ove si sono dati convegno i lubrici ladri dell'Io (dio, [[stato]], [[società]], umanità), per riprendere dalle mani viscide e rapaci – inanellate del falso oro dell'amore della pietà e della civiltà, dei biechi predatori, il suo più grande tesoro, può sentirsi padrone e signore di sé, e chiamarsi anarchico.|Renzo Novatore (''Fiori Selvaggi'', su ''Cronaca Libertaria'', 1917)}}  
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