Volontà: differenze tra le versioni

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Quando [[Giovanna Caleffi|Giovanna Caleffi Berneri]] (vedova di [[Camillo Berneri|Camillo]], ucciso a Barcellona nel [[1937]], durante la guerra civile) e [[Cesare Zaccaria]] fondano nel [[1946]] la rivista «Volontà» riprendono il titolo che [[Errico Malatesta]] aveva dato al suo giornale pubblicato ad Ancona dal [[1911]] al [[1914]]. Ma le analogie con quel giornale forse si fermano al titolo, perché i due fondatori imprimono già dal primo numero un carattere nuovo alla pubblicistica [[anarchica]]. «Volontà», infatti, si presenta subito come rivista con una grande apertura verso le esperienze [[libertarie]] nel mondo unita a riflessione teorica. Ma non solo questo: anche temi sociali quali il controllo delle nascite, tanto che i redattori verranno processati e condannati per aver propagandato la programmazione demografica e familiare vietata allora in Italia in base a leggi del periodo [[fascista]].
Quando [[Giovanna Caleffi|Giovanna Caleffi Berneri]] (vedova di [[Camillo Berneri|Camillo]], ucciso a Barcellona nel [[1937]], durante la guerra civile) e [[Cesare Zaccaria]] fondano nel [[1946]] la rivista «Volontà» riprendono il titolo che [[Errico Malatesta]] aveva dato al suo giornale pubblicato ad Ancona dal [[1911]] al [[1914]]. Ma le analogie con quel giornale forse si fermano al titolo, perché i due fondatori imprimono già dal primo numero un carattere nuovo alla pubblicistica [[anarchica]]. «Volontà», infatti, si presenta subito come rivista con una grande apertura verso le esperienze [[libertarie]] nel mondo unita a riflessione teorica. Ma non solo questo: anche temi sociali quali il controllo delle nascite, tanto che i redattori verranno processati e condannati per aver propagandato la programmazione demografica e familiare vietata allora in Italia in base a leggi del periodo [[fascista]].


La vita di «Volontà» può essere suddivisa in tre periodi. Il primo va dal [[1946]] al [[1962]] ed è appunto quello segnato dalla gestione di [[Cesare Zaccaria]] e di [[Giovanna Caleffi]], che muore di lì a poco. Il secondo, il periodo più difficile nella vita della rivista, va dal [[1962]] al [[1979]] e vede il susseguirsi di diversi responsabili ([[Giuseppe Rose]], [[Vincenzo Di Maria]], [[Aurelio Chessa]], [[Roberto Tronconi]]... ), quasi sempre senza un collettivo redazionale. È solo con il passaggio della redazione a Valdobbiadene (Treviso), sotto la responsabilità di [[Francesco Codello]], che si assiste a una rinascita culturale della rivista. Nel [[1980]] il collettivo redazionale passa a Milano, in continuità con la redazione precedente. Sono anni contrassegnati da tematiche innovative: una nuova riflessione sul Sessantotto, sul genere, sui luoghi della socialità e della politica, sulle nuove concezioni di libertà, sulla rinascita dei fondamentalismi. '’ultimo numero della rivista, che chiude nel [[1996]], si intitolerà non a caso "Le ragioni dell'anarchia" a marcare mezzo secolo di riflessione anarchica.
La vita di «Volontà» può essere suddivisa in tre periodi. Il primo va dal [[1946]] al [[1962]] ed è appunto quello segnato dalla gestione di [[Cesare Zaccaria]] e di [[Giovanna Caleffi]], che muore di lì a poco. Il secondo, il periodo più difficile nella vita della rivista, va dal [[1962]] al [[1979]] e vede il susseguirsi di diversi responsabili ([[Giuseppe Rose]], [[Vincenzo Di Maria]], [[Aurelio Chessa]], [[Roberto Tronconi]] ecc.), quasi sempre senza un collettivo redazionale. È solo con il passaggio della redazione a Valdobbiadene (Treviso), sotto la responsabilità di [[Francesco Codello]], che si assiste a una rinascita culturale della rivista. Nel [[1980]] il collettivo redazionale passa a Milano, in continuità con la redazione precedente. Sono anni contrassegnati da tematiche innovative: una nuova riflessione sul Sessantotto, sul genere, sui luoghi della socialità e della politica, sulle nuove concezioni di [[libertà]], sulla rinascita dei fondamentalismi. L'ultimo numero della rivista, che chiude nel [[1996]], si intitolerà non a caso ''Le ragioni dell'anarchia'', a marcare mezzo secolo di riflessione [[anarchica]].


Molte le collaborazioni internazionali e di «compagni di strada» non anarchici ma vicini alla sensibilità libertaria. Tra questi, [[Alexander S. Neill]], [[Aldo Capitini]], [[Louis Mercier Vega]], [[George Woodcock]], [[Lewis Mumford]], [[Alexander Berkman]], [[Pier Carlo Masini]], [[Herbert Read]], [[Ignazio Silone]], [[Guido Ceronetti]], [[Carlo Doglio]], [[Luce Fabbri]], [[José Peirats]], [[Ugo Fedeli]], [[Danilo Dolci]], [[Gino Cerrito]], [[Guido Tassinari]], [[Gaston Leval]], [[Colin Ward]], [[Noam Chomsky]], [[Franco Crespi]], [[René Lourau]], [[Murray Bookchin]], [[Roberto Guiducci]], [[Michel Maffesoli]], [[Yvon Bourdet]], [[Edgar Morin]], [[Henri Laborit]], [[Giuliano Pontara]], [[Cornelius Castoriadis]], [[Roger Dadoun]], [[Claude Lefort]], [[Abel Paz]], [[Franco La Cecla]], [[Alessandro Dal Lago]], [[Paul K. Feyerabend]], [[Armanda Guiducci]], [[Fabrizio De André]], [[Michel Ragon]], [[Giancarlo De Carlo]], [[Giorgio Galli]], [[Jean Baudrillard]], [[Sebastiano Maffettone]], [[Thomas Szasz]], [[Giulio Giorello]], [[Ilya Prigogine]], [[Francesco De Bartolomeis]], [[André Gorz]].
Molte le collaborazioni internazionali e di «compagni di strada» non [[anarchici]] ma vicini alla sensibilità [[libertaria]]. Tra questi, [[Alexander S. Neill]], [[Aldo Capitini]], [[Louis Mercier Vega]], [[George Woodcock]], [[Lewis Mumford]], [[Alexander Berkman]], [[Pier Carlo Masini]], [[Herbert Read]], [[Ignazio Silone]], [[Guido Ceronetti]], [[Carlo Doglio]], [[Luce Fabbri]], [[José Peirats]], [[Ugo Fedeli]], [[Danilo Dolci]], [[Gino Cerrito]], [[Guido Tassinari]], [[Gaston Leval]], [[Colin Ward]], [[Noam Chomsky]], [[Franco Crespi]], [[René Lourau]], [[Murray Bookchin]], [[Roberto Guiducci]], [[Michel Maffesoli]], [[Yvon Bourdet]], [[Edgar Morin]], [[Henri Laborit]], [[Giuliano Pontara]], [[Cornelius Castoriadis]], [[Roger Dadoun]], [[Claude Lefort]], [[Abel Paz]], [[Franco La Cecla]], [[Alessandro Dal Lago]], [[Paul K. Feyerabend]], [[Armanda Guiducci]], [[Fabrizio De André]], [[Michel Ragon]], [[Giancarlo De Carlo]], [[Giorgio Galli]], [[Jean Baudrillard]], [[Sebastiano Maffettone]], [[Thomas Szasz]], [[Giulio Giorello]], [[Ilya Prigogine]], [[Francesco De Bartolomeis]], [[André Gorz]].


L'intera collezione di «Volontà» è composta da 339 fascicoli, cui si aggiunge nel [[1997]] un volume con gli [https://centrostudilibertari.it/sites/default/files/materiali/5.Indici_Volont%C3%A0.def_.pdf indici generali].
L'intera collezione di «Volontà» è composta da 339 fascicoli, cui si aggiunge nel [[1997]] un volume con gli [https://centrostudilibertari.it/sites/default/files/materiali/5.Indici_Volont%C3%A0.def_.pdf indici generali].
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