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==Un omicidio di Stato== | ==Un omicidio di Stato== | ||
[[File:Strage-di-piazza-fontana-1968 1260470712.jpg|thumb|250px|left| Il [[12 dicembre]] [[1969]], esplode una bomba a Piazza Fontana, Milano. Muiono sedici persone. Immediatamente [http://www.youtube.com/watch?v=mY1S5BSFt8Q mass-media] e magistratura puntano l'indice contro gli [[anarchici]], ma in realtà è una '''[http://www.uonna.it/libro.htm strage di Stato]'''. Tre giorni dopo, l'[[anarchico]] Giuseppe Pinelli sarà defenestrato dal 4° piano della questura di Milano durante un interrogatorio illegale (lo stato di fermo era scaduto).]] | [[File:Strage-di-piazza-fontana-1968 1260470712.jpg|thumb|250px|left|Il [[12 dicembre]] [[1969]], esplode una bomba a Piazza Fontana, Milano. Muiono sedici persone. Immediatamente [http://www.youtube.com/watch?v=mY1S5BSFt8Q mass-media] e magistratura puntano l'indice contro gli [[anarchici]], ma in realtà è una '''[http://www.uonna.it/libro.htm strage di Stato]'''. Tre giorni dopo, l'[[anarchico]] Giuseppe Pinelli sarà defenestrato dal 4° piano della questura di Milano durante un interrogatorio illegale (lo stato di fermo era scaduto).]] | ||
Pinelli viene fermato poche ore dopo la [[strage di Piazza Fontana|strage]] del [[12 dicembre]] [[1969]] a Piazza Fontana. Viene interrogato per tre giorni e alla sera del terzo giorno viene trovato morto nel cortile della questura, dopo essere precipitato dalla finestra della stanza dell'interrogatorio che si | Pinelli viene fermato poche ore dopo la [[strage di Piazza Fontana|strage]] del [[12 dicembre]] [[1969]] a Piazza Fontana. Viene interrogato per tre giorni e alla sera del terzo giorno viene trovato morto nel cortile della questura, dopo essere precipitato dalla finestra della stanza dell'interrogatorio che si trova al quarto piano. La versione ufficiale parla di suicidio: gli inquirenti cercano di far credere che Pinelli si sia tolto la vita perché coinvolto nell'attentato. Non è vero, così come è falsa la ricostruzione delle ultime ore di interrogatorio. | ||
=== Contesto storico e precedenti === | |||
Il [[1968]] e il [[1969]] sono anni dove la contestazione operaia e studentesca sembra portare a grandi cambiamenti. | Il [[1968]] e il [[1969]] sono anni dove la contestazione operaia e studentesca sembra portare a grandi cambiamenti. | ||
Tra il gennaio e il dicembre [[1969]] vengono compiuti 145 attentati quasi tutti di matrice [[Fascismo|fascista]]. | Tra il gennaio e il dicembre [[1969]] vengono compiuti 145 attentati quasi tutti di matrice [[Fascismo|fascista]]. | ||
Il [[25 aprile]] [[1969]] gli anarchici sono accusati e poi assolti di vari attentati alla fiera di Milano. Un anarchico, di nome [[Paolo Braschi]], viene invitato durante un interrogatorio dal commissario Calabresi a buttarsi dalla finestra. | Il [[25 aprile]] [[1969]] gli [[anarchici]] sono accusati e poi assolti di vari attentati alla fiera di Milano. Un [[anarchico]], di nome [[Paolo Braschi]], viene invitato durante un interrogatorio dal commissario Calabresi a buttarsi dalla finestra. | ||
=== I fatti === | |||
Il [[12 dicembre]] [[1969]], a Milano, nella sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura in Piazza Fontana, alle 16,37 scoppia una bomba che causa la morte di 16 persone e il ferimento di altre 88. Nella stessa ora, a Roma, scoppiano altre bombe. Infine, nella Banca Commerciale di Milano viene trovata una borsa contenente una bomba che, in tutta fretta, viene fatta esplodere, eliminando una prova preziosa per le indagini. Immediatamente, a dimostrazione di un disegno già preordinato, le indagini, senza alcun indizio, seguono la pista [[anarchica]]. Il commissario Luigi Calabresi, già alle 19,30 (3 ore dopo la strage) ferma alcuni [[anarchici]] davanti al circolo di via Scaldasole. | |||
Nella notte del [[12 dicembre | Nella notte del [[12 dicembre]] sono illegalmente fermate circa 84 persone, quasi tutte [[anarchiche]], tra cui Giuseppe Pinelli. Il lunedì [[15 dicembre]] viene arrestato, con l'accusa di strage, [[Pietro Valpreda]], [[anarchico]]. Dopo più di tre anni di galera, innocente, sarà completamente assolto. I giornali partono con una campagna stampa di calunnia e denigrazioni, sposando le tesi della questura. | ||
La sera del [[15 dicembre | La sera del [[15 dicembre]] dopo 3 giorni di continui interrogatori, muore, volando dal 4° piano della questura, Giuseppe Pinelli. Aldo Palumbo, cronista de «l'Unità», mentre cammina sul piazzale della questura sente un tonfo, poi altri due: è un corpo che cade dall'alto, che batte sul primo cornicione del muro, rimbalza su quello sottostante e infine si schianta al suolo, per metà sul selciato del cortile e per metà sulla terra soffice dell'aiuola. | ||
Nella stanza dell'interrogatorio sono presenti il commissario Luigi Calabresi, i brigadieri Panessa, Mucilli, Mainardi, Caracutta e il tenente dei carabinieri Lograno che saranno tutti per "meriti" elevati di grado. Il questore | Nella stanza dell'interrogatorio sono presenti il commissario Luigi Calabresi, i brigadieri Panessa, Mucilli, Mainardi, Caracutta e il tenente dei carabinieri Lograno, che saranno tutti per "meriti" elevati di grado. Il questore Marcello Guida, nel [[1942]] uomo di fiducia di Benito Mussolini e direttore del confino politico di Ventotene, già 20 minuti dopo, durante una conferenza a cui partecipano anche il dott. Antonino Allegra (responsabile dell'ufficio politico della questura) e il Commissario Calabresi, dichiara che «improvvisamente il Pinelli ha compiuto un balzo felino verso la finestra, che per il caldo era stata lasciata socchiusa, e si è lanciato nel vuoto». <ref>[http://www.ecn.org/ponte/doss12/pinelli/pinellicorriere.html Colpo di scena: un fermato si uccide in questura.], Corriere della Sera, 16 dicembre 1969</ref> Secondo alcune fonti della [[polizia]], il ferroviere [[anarchico]] si sarebbe suicidato dopo aver gridato l'ormai celebre frase «È la fine dell'anarchia!», ammettendo di fatto una propria responsabilità che l'avrebbe portato al suicidio perché «l'alibi era crollato». | ||
[[File:manifpin.gif|thumb|400px|Manifesto dell'[[USI]]-[[AIT]] in occasione del quarantennale della [[strage di Piazza Fontana]] e dell'uccisione di Giuseppe Pinelli, [[anarchico]] e militante [[USI]].]] | [[File:manifpin.gif|thumb|400px|Manifesto dell'[[USI]]-[[AIT]] in occasione del quarantennale della [[strage di Piazza Fontana]] e dell'uccisione di Giuseppe Pinelli, [[anarchico]] e militante [[USI]].]] | ||
L'ultimo compagno ad aver visto Pinelli in vita, nonché unico testimone, è [[Pasquale Valitutti]], anch'egli presente in | L'ultimo compagno ad aver visto Pinelli in vita, nonché unico testimone, è [[Pasquale Valitutti]], anch'egli presente in questura in attesa di essere interrogato. [[Pasquale Valitutti|Valitutti]] in sede processuale dichiara che il commissario Calabresi era presente nella stanza da dove cadde Pinelli: | ||
:«Hanno riempito la questura di Milano di tantissimi anarchici e di tanto in tanto li interrogavano, li mandavano a casa, qualcuno lo mandavano a casa senza interrogarlo | :«Hanno riempito la questura di Milano di tantissimi [[anarchici]] e di tanto in tanto li interrogavano, li mandavano a casa, qualcuno lo mandavano a casa senza interrogarlo; arriva la sera del 15 dicembre e siamo rimasti solo io e Pino Pinelli, gli altri erano tutti andati a casa. Vediamo insieme come era il posto: l'ufficio politico della questura di Milano era un appartamento: c'era una porta di ingresso, c'era un lungo corridoio, su questo corridoio da un solo lato c'erano varie stanze. Io ero in una stanza che era più vicina alla porta d'ingresso rispetto alla stanza vicina dove poi sarebbe stato stato interrogato Pino. È sera tardi, non c'è riscaldamento, non c'è assolutamente nessuno, c'è un silenzio agghiacciante. Sono seduto al tavolo con Pino, lui è tranquillissimo, serenissimo. Lui è un compagno più grande di me e mi incoraggiava [...] Verso le 10 e mezzo vengono e portano Pino per l'interrogatorio. Erano il commissario Calabresi, altri due. Io resto solo, assolutamente solo nella stanza. Davanti a me non c'è una finestra o una porta. Ho una parete completamente aperta, con una grande apertura, con quattro finestre, molto più basse delle finestre, su un corridoio, completamente vuoto davanti a me. Da questo corridoio passano, portando Pino, Calabresi e gli altri, e vanno nella stanza vicino. Chi dice che Calabresi non era in quella stanza sta mentendo, nel più spudorato dei modi. Calabresi è entrato in quella stanza, è entrato insieme agli altri, nessuno più uscito. Io ve l'assicuro, era notte fonda, c'era un silenzio incredibile, qualunque passo, qualunque rumore rimbombava, era impossibile sbagliarsi, lui era in quella stanza. [...] Qualcosa è successo in quella stanza. Dopo circa 20 minuti ho sentito un rumore. Io non voglio fare retorica, era un rumore sordo, muto, cupo, io non sapevo cosa fosse, non sapevo proprio, neanche lontanamente avevo immaginato che cos'era quel rumore, e subito immediatamente vengono due poliziotti, mi mettono con la faccia contro la parete e mi dicono "si è buttato" allora realizzo che quel rumore era il corpo di Pino che cadeva, che moriva, un rumore sordo, cupo, bruttissimo... e nessuno è uscito da quella stanza fino a quel momento, nessuno». <ref>[http://www.ecn.org/ponte/documenti/valitutti.php Testimonianza di Valitutti], [http://www.youtube.com/watch?v=XBoMMScJsMY Testimonianza audio di Valitutti]</ref> | ||
Nel primo mese vengono fornite 3 versioni contrastanti di come sarebbe | Nel primo mese vengono fornite 3 versioni contrastanti di come sarebbe avvenuto il suicidio. Gli [[anarchici]] accusano subito la [[polizia]], ed in particolare il commissario Calabresi, di assassinio e i [[Fascismo|fascisti]] e lo [[Stato]] di essere gli autori delle stragi. Parte una campagna di [[controinformazione]] con assemblee, cortei, libri, fino ad arrivare ad un processo allo [[Stato]]. | ||
Si scopre che a mezzanotte meno due secondi (2 minuti e 2 secondi prima della caduta di Pinelli) venne chiamata l'autoambulanza. La stanza dell'interrogatorio larga | Si scopre che a mezzanotte meno due secondi (2 minuti e 2 secondi prima della caduta di Pinelli) venne chiamata l'autoambulanza. La stanza dell'interrogatorio larga metri 3,56 x 4,40 e contenente vari armadi e scrivania e la presenza di 6 persone rende impossibile uno scatto di Pinelli verso la finestra. La stranezza è che la finestra fosse aperta, trattandosi di dicembre e di notte. L'[[anarchico]] cade scivolando lungo i cornicioni. Non si è dato quindi nessuno slancio. Egli cade senza un grido e senza portare le mani a protezione della testa, come se fosse già inanimato. | ||
: «Noi accusiamo la polizia di essere responsabile della morte di Giuseppe Pinelli, arrestato violando per ben due volte gli stessi regolamenti del codice fascista. Accusiamo il questore e i dirigenti della polizia di Milano di aver dichiarato alla stampa che il suicidio di Pinelli era la prova della sua colpevolezza, e di aver volontariamente nascosto il suo alibi dichiarando che | Con queste parole gli [[anarchici]] sintetizzavano la loro accusa nei confronti dello [[Stato]] e dei suoi apparati, la cui natura intrinsecamente criminale e [[violenta]] appariva evidente: | ||
:«Noi accusiamo la [[polizia]] di essere responsabile della morte di Giuseppe Pinelli, arrestato violando per ben due volte gli stessi regolamenti del codice [[fascista]]. Accusiamo il questore e i dirigenti della [[polizia]] di Milano di aver dichiarato alla stampa che il suicidio di Pinelli era la prova della sua colpevolezza, e di aver volontariamente nascosto il suo alibi dichiarando che «era caduto». Gli stessi inquisitori hanno dichiarato di non aver redatto alcun verbale di interrogatorio di Pinelli, pertanto ogni eventuale verbale che venisse in seguito tirato fuori è da considerarsi falso. Accusiamo la [[polizia]] italiana di aver deliberatamente impedito che l'inchiesta si svolgesse sotto il controllo di un magistrato con la partecipazione degli avvocati della difesa. Accusiamo i magistrati e la [[polizia]] di aver ripetutamente violato il segreto istruttorio diffondendo voci e accuse tendenti a diffamare di fronte all'opinione pubblica un uomo assolutamente innocente, ma per loro colpevole di essere [[anarchico]]. Noi accusiamo lo [[Stato]] italiano di cospirazione criminale nei confronti dell'[[anarchico]] [[Pietro Valpreda]], da mesi sottoposto ad un feroce linciaggio morale e fisico, mentre le prove che gli inquirenti credono di avere contro di lui, si smantellano da sole una per una». | |||
== Le indagini e i processi == | == Le indagini e i processi == |