Umanità Nova: differenze tra le versioni

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[[Image:UN1.jpg|thumb|350px|Prima pagina del primo numero di ''Umanità Nova'' del [[26 febbraio|26]]-[[27 febbraio]] [[1920]].]]  
[[Image:UN1.jpg|thumb|350px|Prima pagina del primo numero di ''Umanità Nova'' del [[26 febbraio|26]]-[[27 febbraio]] [[1920]].]]  
'''''Umanità Nova''''' è il giornale degli [[anarchici]] fondato nel [[1920]], nell'ambito dell'[[Unione Anarchica Italiana]], da [[Errico Malatesta]]. Il settimanale è gestito sia sotto il profilo economico che quello redazionale dalla [[Federazione Anarchica Italiana]] ed è stampato a Carrara, presso [[La Cooperativa Tipolitografica]], che ne garantisce l'uscita. Viene spedito in tutta Italia grazie all'opera di volontari.
'''''Umanità Nova''''' è il giornale degli [[anarchici]] fondato nel [[1920]], nell'ambito dell'[[Unione Anarchica Italiana]], da [[Errico Malatesta]].
 
Tra i numerosi collaboratori e redattori storici si citano, oltre a [[Matalesta]], [[Gigi Damiani]], [[Corrado Quaglino]], [[Carlo Frigerio]], [[Nella Giacomelli]] [[Luigi Fabbri]], [[Armando Borghi]] e [[Camillo Berneri]].
 
Il settimanale è gestito sia sotto il profilo economico che quello redazionale dalla [[Federazione Anarchica Italiana]] ed è stampato a Carrara, presso [[La Cooperativa Tipolitografica]], che ne garantisce l'uscita. Viene spedito in tutta Italia grazie all'opera di volontari.


La redazione di «UN» è dal [[2008]] una redazione collegiale nazionale, espressione di alcuni gruppi ed di alcune individualità sparse sul territorio. Il mezzo telematico è quello prediletto per lo svolgimento delle riunioni redazionali (in cui non prevale la maggioranza, ma la sintesi) e che consente, nella pratica, di realizzare con maggiore efficacia il decentramento decisionale. Vi è apertura alle collaborazioni esterne.
La redazione di «UN» è dal [[2008]] una redazione collegiale nazionale, espressione di alcuni gruppi ed di alcune individualità sparse sul territorio. Il mezzo telematico è quello prediletto per lo svolgimento delle riunioni redazionali (in cui non prevale la maggioranza, ma la sintesi) e che consente, nella pratica, di realizzare con maggiore efficacia il decentramento decisionale. Vi è apertura alle collaborazioni esterne.
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