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Nove anni dopo scoppia la '''seconda guerra d'indipendenza'''; sull'onda di questa la Romagna insorge contro i legati pontifici e pone come dittatore Amilcare Cipriani. Nella primavera [[1860]] tale regione, dopo un [[plebiscito]], viene annessa al Regno di Sardegna. Lo stesso anno si attua la spedizione dei Mille comandati da [[Giuseppe Garibaldi]] ([[1807]]-[[1882]]), Vittorio Emanuele II occupa le Marche e l'Umbria papaline e restringe i domini di Pio IX ormai al solo Lazio. Autori della vittoria furono i generali Cialdini e Fanti alla guida di 35000 uomini. Anche qui l'annessione è ufficializzata da un [[plebiscito]]. Quando crolla anche Gaeta nel febbraio [[1861]], l'ultimo re delle Due Sicilie Francesco II si rifugia dal papa a Roma. | Nove anni dopo scoppia la '''seconda guerra d'indipendenza'''; sull'onda di questa la Romagna insorge contro i legati pontifici e pone come dittatore Amilcare Cipriani. Nella primavera [[1860]] tale regione, dopo un [[plebiscito]], viene annessa al Regno di Sardegna. Lo stesso anno si attua la spedizione dei Mille comandati da [[Giuseppe Garibaldi]] ([[1807]]-[[1882]]), Vittorio Emanuele II occupa le Marche e l'Umbria papaline e restringe i domini di Pio IX ormai al solo Lazio. Autori della vittoria furono i generali Cialdini e Fanti alla guida di 35000 uomini. Anche qui l'annessione è ufficializzata da un [[plebiscito]]. Quando crolla anche Gaeta nel febbraio [[1861]], l'ultimo re delle Due Sicilie Francesco II si rifugia dal papa a Roma. | ||
Pio IX inasprisce ora il suo reazionarismo con la bolla ''Quanta Cura'' del [[8 dicembre]] [[1864]]; giorno dell'Immacolata Concezione istituita dallo stesso Mastai Ferretti dieci anni prima. Il documento papale è una condanna verso i principi del [[laicismo]], del [[liberalismo]], del [[razionalismo]], del [[naturalismo]] e del [[socialismo]]. La bolla è accompagnata dal ''Sillabo completante i principali errori della nostra epoca'', in cui vi sono identificati 80 | Pio IX inasprisce ora il suo reazionarismo con la bolla ''Quanta Cura'' del [[8 dicembre]] [[1864]]; giorno dell'Immacolata Concezione istituita dallo stesso Mastai Ferretti dieci anni prima. Il documento papale è una condanna verso i principi del [[laicismo]], del [[liberalismo]], del [[razionalismo]], del [[naturalismo]] e del [[socialismo]]. La bolla è accompagnata dal ''Sillabo completante i principali errori della nostra epoca'', in cui vi sono identificati 80 “mostruosi errori” del secolo XIX. | ||
Nello stesso anno della bolla il Regno d'[[Italia]] governato dalla Destra Storica, in particolare con Minghetti, firma con Napoleone III la “Convenzione di Settembre” in cui si stabilisce: il trasferimento della capitale da Torino a Firenze; il rifiuto di invasione dello stato pontificio da parte dell'[[Italia]]; il ritiro delle truppe francesi da Roma. Tuttavia, non si vietava al popolo romano di insorgere e chiedere l'annessione. Ora il papa non ha più protezioni di truppe estere. Nell'aprile [[1867]] l'arrivo al governo di Rattazzi rinvigorisce l'[[anticlericalismo]] italiano di cui, in [[Parlamento]], si fa portavoce [[Garibaldi]]. L'eroe dei due mondi è infatti intenzionato ad abbattere il potere temporale del papa. In ottobre si mobilita il Partito d'Azione mazziniano che invia [[Garibaldi]] in Toscana in attesa di invadere lo Stato Pontificio. Il [[22 ottobre]] i muratori Giuseppe Monti e Gaetano Tognetti fanno esplodere un barile di polvere sotto una caserma di zuavi, il corpo volontario istituito da Pio IX nel [[1860]]. Il giorno dopo, Menotti, Garibaldi ed i fratelli Cairoli alla guida di settanta uomini varcano il confine dello Stato della Chiesa per raggiungere Villa Glori alla periferia di Roma. Allo stesso tempo, l'Eroe entra nel Lazio con 8000 volontari; subito l'imperatore francese si porta in aiuto del pontefice inviando 22000 truppe a Roma. A Villa Glori i garibaldini vengono brutalmente sconfitti dai soldati di Pio IX, perdono la vita Enrico e Giovanni Cairoli; è il [[23 ottobre]]. Quattro giorni dopo Garibaldi vince a Monterotondo ma il [[3 novembre]] è battuto duramente dai francesi a Mentana, in uno scontro impari. | Nello stesso anno della bolla il Regno d'[[Italia]] governato dalla Destra Storica, in particolare con Minghetti, firma con Napoleone III la “Convenzione di Settembre” in cui si stabilisce: il trasferimento della capitale da Torino a Firenze; il rifiuto di invasione dello stato pontificio da parte dell'[[Italia]]; il ritiro delle truppe francesi da Roma. Tuttavia, non si vietava al popolo romano di insorgere e chiedere l'annessione. Ora il papa non ha più protezioni di truppe estere. Nell'aprile [[1867]] l'arrivo al governo di Rattazzi rinvigorisce l'[[anticlericalismo]] italiano di cui, in [[Parlamento]], si fa portavoce [[Garibaldi]]. L'eroe dei due mondi è infatti intenzionato ad abbattere il potere temporale del papa. In ottobre si mobilita il Partito d'Azione mazziniano che invia [[Garibaldi]] in Toscana in attesa di invadere lo Stato Pontificio. Il [[22 ottobre]] i muratori Giuseppe Monti e Gaetano Tognetti fanno esplodere un barile di polvere sotto una caserma di zuavi, il corpo volontario istituito da Pio IX nel [[1860]]. Il giorno dopo, Menotti, Garibaldi ed i fratelli Cairoli alla guida di settanta uomini varcano il confine dello Stato della Chiesa per raggiungere Villa Glori alla periferia di Roma. Allo stesso tempo, l'Eroe entra nel Lazio con 8000 volontari; subito l'imperatore francese si porta in aiuto del pontefice inviando 22000 truppe a Roma. A Villa Glori i garibaldini vengono brutalmente sconfitti dai soldati di Pio IX, perdono la vita Enrico e Giovanni Cairoli; è il [[23 ottobre]]. Quattro giorni dopo Garibaldi vince a Monterotondo ma il [[3 novembre]] è battuto duramente dai francesi a Mentana, in uno scontro impari. |