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Secondo Mella la società non è una grandezza indipendente dalla singole azioni umane; è a queste che bisogna fare riferimento per intendere gli eventi sociali. La società è così vista non come un organismo armonico, ma come il risultato multiforme delle diverse azioni umane. Ciò però non implica in Mella una visione individualistica e contrattualistica della società. Questa, se pure è dipendente dalle azioni umane, non è la mera somma di queste, ne è piuttosto una risultante non riducibile all'addizione delle singole forze in gioco: | Secondo Mella la società non è una grandezza indipendente dalla singole azioni umane; è a queste che bisogna fare riferimento per intendere gli eventi sociali. La società è così vista non come un organismo armonico, ma come il risultato multiforme delle diverse azioni umane. Ciò però non implica in Mella una visione individualistica e contrattualistica della società. Questa, se pure è dipendente dalle azioni umane, non è la mera somma di queste, ne è piuttosto una risultante non riducibile all'addizione delle singole forze in gioco: | ||
:«La società quindi - scrive Mella - sarà una risultante ideale come espressione variabile delle azioni e reazioni dei suoi componenti; giammai la somma assoluta degli stessi e ancora meno la somma del tutto identica alla loro aggregazione positiva. Che si deduce da ciò? Che la società non può essere considerata un aggregato, e ancora meno un tutto organico permanente, permanentemente uguale a | :«La società quindi - scrive Mella - sarà una risultante ideale come espressione variabile delle azioni e reazioni dei suoi componenti; giammai la somma assoluta degli stessi e ancora meno la somma del tutto identica alla loro aggregazione positiva. Che si deduce da ciò? Che la società non può essere considerata un aggregato, e ancora meno un tutto organico permanente, permanentemente uguale a sé stesso nel senso proprio degli esseri viventi, completamente organizzato, individualizzato, armonicamente uno, identico a sé stesso in quanto relazione fatale dei suoi elementi». <ref name="moral"></ref> | ||
Così Mella rifiuta l'evoluzionismo spenceriano (e di riflesso anche quello [[kropotkiano]]), non lesinando appunti critici alla stessa filosofia positivistica. L'evoluzione sociale, come movimento necessitato («che è»), non è in grado - a suo avviso - di condurci a «ciò che dovrebbe essere»; essa è anzi, dominata com'è da costumi e abitudini già date, fortemente conservatrice e nemica d'ogni innovazione morale e politica. | Così Mella rifiuta l'evoluzionismo spenceriano (e di riflesso anche quello [[kropotkiano]]), non lesinando appunti critici alla stessa filosofia positivistica. L'evoluzione sociale, come movimento necessitato («che è»), non è in grado - a suo avviso - di condurci a «ciò che dovrebbe essere»; essa è anzi, dominata com'è da costumi e abitudini già date, fortemente conservatrice e nemica d'ogni innovazione morale e politica. |