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Il dibattito che si sviluppò nei circoli e nei giornali libertari riguardava i metodi in cui manifestare l'idea antimilitarista, se con la diserzione o con la propaganda sin dentro le fila dell'[[esercito]] stesso. | Il dibattito che si sviluppò nei circoli e nei giornali libertari riguardava i metodi in cui manifestare l'idea antimilitarista, se con la diserzione o con la propaganda sin dentro le fila dell'[[esercito]] stesso. | ||
Con lo scoppio della | Con lo scoppio della Grande Guerra (1914-1918), tutta l'Europa fu attraversata da manifestazioni, spesso anche violente, contro la guerra ed in favore dell'[[internazionalismo]]. Gli anarchici, se si esclude la minoranza che firmò il [[Manifesto dei Sedici]], furono tra i più coerenti nemici della guerra, mentre molti compagni del variegato mondo della sinistra portarono alla luce [[nazionalismo|tendenze nazionalistiche]] che evidentemente covava già dentro loro. | ||
Molti nemici della guerra, chiamati alle armi, scelsero la diserzione oppure fecero pubblica dichiarazione di opposizione alla guerra, come per esempio il [[filosofia|filosofo]] inglese [[Bertrand Russell]], la cui [[pacifismo|propaganda pacifista]] ed in favore all'[[obiezione di coscienza]] antimilitaristica | Molti nemici della guerra, chiamati alle armi, scelsero la diserzione oppure fecero pubblica dichiarazione di opposizione alla guerra, come per esempio il [[filosofia|filosofo]] inglese [[Bertrand Russell]], la cui [[pacifismo|propaganda pacifista]] ed in favore all'[[obiezione di coscienza]] antimilitaristica | ||
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Lo scoppio delle guerre, soprattutto dalla fine dell'800 in poi, ha spesso portato con sè come corollario alla pubblicazione di numerose opere letterarie di denuncia della guerra come atto criminale e anti-umano. Probabilmente il primo ad impegnarsi in questo genere di [[letteratura]] fu [[Lev Tolstoj]] con i ''Racconti di Sebastopoli'', pubblicati nel [[1855]] dopo la sua esperienza all'assedio di Sebastopoli. Questo e altri scritti minori <ref>Es. ''Lettera agli italiani'', pubblicata solo molti anni dopo contro la guerra italo-abissina e nel ''Lettera agli svedesi'' (1899) sulla renitenza alla leva.</ref> influenzarono lo sviluppo del primo movimento antimilitarista, che come detto ebbe un impronta sostanzialmente [[pacifista]]. In [[Italia]] in questo filone si inserisce ''Una nobile follia'' (1866) di [[Iginio Tarchetti]], che narra le vicende di Filippo Sporta, costretto a lasciare la propria famiglia e il proprio paese per essere inviato come soldato di leva nella Campagna di Crimea <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_di_Crimea Guerra di Crimea]</ref> dove per legittima difesa ucciderà un soldato dell'[[esercito]] russo. Questo fatto gli sconvolgerà la vita. Tarchetti rimase voce isolata ed i pochi intellettuali che lo seguirono nella denuncia della follia militarista furono [[Cletto Arrighi]] e [[Felice Cavallotti]], due scrittori per lo più ancora oggi ignorati dalla storiografia "ufficiale". | Lo scoppio delle guerre, soprattutto dalla fine dell'800 in poi, ha spesso portato con sè come corollario alla pubblicazione di numerose opere letterarie di denuncia della guerra come atto criminale e anti-umano. Probabilmente il primo ad impegnarsi in questo genere di [[letteratura]] fu [[Lev Tolstoj]] con i ''Racconti di Sebastopoli'', pubblicati nel [[1855]] dopo la sua esperienza all'assedio di Sebastopoli. Questo e altri scritti minori <ref>Es. ''Lettera agli italiani'', pubblicata solo molti anni dopo contro la guerra italo-abissina e nel ''Lettera agli svedesi'' (1899) sulla renitenza alla leva.</ref> influenzarono lo sviluppo del primo movimento antimilitarista, che come detto ebbe un impronta sostanzialmente [[pacifista]]. In [[Italia]] in questo filone si inserisce ''Una nobile follia'' (1866) di [[Iginio Tarchetti]], che narra le vicende di Filippo Sporta, costretto a lasciare la propria famiglia e il proprio paese per essere inviato come soldato di leva nella Campagna di Crimea <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_di_Crimea Guerra di Crimea]</ref> dove per legittima difesa ucciderà un soldato dell'[[esercito]] russo. Questo fatto gli sconvolgerà la vita. Tarchetti rimase voce isolata ed i pochi intellettuali che lo seguirono nella denuncia della follia militarista furono [[Cletto Arrighi]] e [[Felice Cavallotti]], due scrittori per lo più ancora oggi ignorati dalla storiografia "ufficiale". | ||
Lo scoppio della | Lo scoppio della Grande Guerra (1914-1918) portò con sè successivamente alla pubblicazione di veri e propri capolavori della letteratura in genere e dell'antimilitarismo nello specifico <ref>Ovviamente esistono anche una moltitudine di saggi e scritti vari che raccontano l'orrore e l'assurdità di quella guerra. Per approfondimenti si veda: [[Testi: antimilitarismo|Libri sull'antimilitarismo]]</ref>, si va dal satirico ''[[Il buon soldato Sc'vèik]]'' di [[Jaroslav Hasek]] a ''Un anno sull'altipiano'' di Emilio Lussu, da ''Addio alle armi'' di [[Ernest Hemingway]] a ''Nelle tempeste d'acciaio'' di di Ernst Jünger, per finire con ''Niente di nuovo sul fronte occidentale'' di Erich Maria Remarque, ''La paura e altri racconti della Grande Guerra'' di Federico de Roberto e tanti altri. | ||
Opere relativamente più recenti che meritano una citazione sono ''Una donna di Ragusa'' (che in realtà non è un romanzo ma un'autobiografia) di [[Maria Occhipinti]], ''Mattatoio n° 5 o La crociata dei Bambini'' di [[Kurt Vonnegut]] e il poco conosciuto ''Stelline stellette'' di Pino Olivieri. | Opere relativamente più recenti che meritano una citazione sono ''Una donna di Ragusa'' (che in realtà non è un romanzo ma un'autobiografia) di [[Maria Occhipinti]], ''Mattatoio n° 5 o La crociata dei Bambini'' di [[Kurt Vonnegut]] e il poco conosciuto ''Stelline stellette'' di Pino Olivieri. |