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Da critico, l'atteggiamento del giornale nei confronti del [[bolscevismo]] divenne apertamente ostile non appena fu chiara la politica di repressione condotta dal nuovo regime sovietico contro tutte le forze [[rivoluzionarie]], di fede non [[bolscevica]]: <ref> Vedi, ad esempio, ''Documenti rivoluzionari'', n. 529, del 3 gennaio 1920; ''Involuzione bolscevica'', n. 532, del 14 febbraio 1920.</ref> | Da critico, l'atteggiamento del giornale nei confronti del [[bolscevismo]] divenne apertamente ostile non appena fu chiara la politica di repressione condotta dal nuovo regime sovietico contro tutte le forze [[rivoluzionarie]], di fede non [[bolscevica]]: <ref> Vedi, ad esempio, ''Documenti rivoluzionari'', n. 529, del 3 gennaio 1920; ''Involuzione bolscevica'', n. 532, del 14 febbraio 1920.</ref> | ||
:«L'errore di alcuni [[anarchici]] - si legge, in particolare, in una postilla redazionale a una corrispondenza di «Numitore» ([[Leonida Mastrodicasa]]) - fu di non aver subito attaccato con vigore la dittatura sedicente [[rivoluzionaria]], conformemente al programma elaborato da più di cinquant'anni. Ora non c | :«L'errore di alcuni [[anarchici]] - si legge, in particolare, in una postilla redazionale a una corrispondenza di «Numitore» ([[Leonida Mastrodicasa]]) - fu di non aver subito attaccato con vigore la dittatura sedicente [[rivoluzionaria]], conformemente al programma elaborato da più di cinquant'anni. Ora non c'è possibilità d'accordo coi capi neo-comunisti [...] I giacobini della [[rivoluzione russa]] si sono ormai trasformati essi stessi in termidoriani per rimanere al potere». <ref>''Per la rivoluzione'', n. 577, del 26 novembre 1921.</ref> | ||
La frattura coi [[comunisti]] era, a questo punto, chiaramente irreparabile. L'intolleranza [[bolscevica]] aveva d'altronde confermato, alla prova dei fatti, l'inconciliabilità - sia nei mezzi che nei fini - di due opposte concezioni del [[socialismo]]; ed in pratica si lasciava interpretare come un serio avvertimento a diffidare, anche in avvenire, di possibili accordi, per quanto temporanei, con le forze [[marxiste]], se questi si fossero ripresentati in vista di nuove esperienze rivoluzionarie. Più che mai significativa è, d'altronde, la decisione presa al convegno di Zurigo del [[4 luglio|4]]-[[5 luglio]] [[1925]], di sopprimere dalla testata del giornale la parola "comunista", onde non lasciare dubbi sull'assoluta autonomia del programma politico portato avanti dall'organo ginevrino ed evitare, per il futuro, l'insorgere di pericolosi malintesi: | La frattura coi [[comunisti]] era, a questo punto, chiaramente irreparabile. L'intolleranza [[bolscevica]] aveva d'altronde confermato, alla prova dei fatti, l'inconciliabilità - sia nei mezzi che nei fini - di due opposte concezioni del [[socialismo]]; ed in pratica si lasciava interpretare come un serio avvertimento a diffidare, anche in avvenire, di possibili accordi, per quanto temporanei, con le forze [[marxiste]], se questi si fossero ripresentati in vista di nuove esperienze rivoluzionarie. Più che mai significativa è, d'altronde, la decisione presa al convegno di Zurigo del [[4 luglio|4]]-[[5 luglio]] [[1925]], di sopprimere dalla testata del giornale la parola "comunista", onde non lasciare dubbi sull'assoluta autonomia del programma politico portato avanti dall'organo ginevrino ed evitare, per il futuro, l'insorgere di pericolosi malintesi: |