Il Risveglio Anarchico: differenze tra le versioni

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In seguito, a partire dal [[1957]], l'[[anarchico]] ed [[obiettore di coscienza]] italiano [[Pietro Ferrua]], insieme a [[Caludio Cantini]] e allo stesso [[Carlo Frigerio|Frigerio]], provò a ridare alle stampe la rivista, ma fu possibile portare avanti la pubblicazione, tra mille difficoltà, solo per tre anni. A questo punto la rivista cessò definitivamente la sua attività.
In seguito, a partire dal [[1957]], l'[[anarchico]] ed [[obiettore di coscienza]] italiano [[Pietro Ferrua]], insieme a [[Caludio Cantini]] e allo stesso [[Carlo Frigerio|Frigerio]], provò a ridare alle stampe la rivista, ma fu possibile portare avanti la pubblicazione, tra mille difficoltà, solo per tre anni. A questo punto la rivista cessò definitivamente la sua attività.
== Pensiero ==
L'organo ginevrino seppe mantenere, per tutta la durata delle pubblicazioni, una impostazione di estrema coerenza con la propria linea programmatica, che si richiamava alla vecchia tradizione internazionalista dei giurassiani, di cui si considerava, d'altronde, l'erede ed il diretto continuatore:
:«Quando abbiamo fondato ''Il Risveglio'' - ebbe infatti modo di puntualizzare la redazione, rispondendo alla domanda di un lettore - fu con l'intenzione ben precisa di risvegliare il vecchio [[movimento anarchico]], come era già stato compreso da [[Bakunin|Bakounine]], Schwitzguebel e Guillaume prima, da [[Reclus]], [[Kropotkin|Kropotkine]] ed altri ancora dopo di loro». <ref>Cfr. nel n. 243, del 28 novembre 1908, la rubrica ''Domande e Risposte''.</ref>
Di tale condotta, mantenuta nonostante il «deviazionismo» di alcuni fra i più prestigiosi collaboratori del giornale (basti pensare alla posizione interventista di [[Kropotkin]], durante la Prima Guerra Mondiale), [[Bertoni]] potè a buon diritto vantarsi molti anni più tardi, quando, rispondendo a un attacco polemico, mossogli dalle colonne de ''[[L'Adunata dei Refrattari]]'', scriveva: «Ahimè! Abbiamo dovuto rompere coi Guillaume, coi [[Kropotkin|Kropotkine]], con altri, a cui ci legavano da anni stima ed affetto, e lo abbiamo dolorosamente, ma recisamente fatto. Quando Guillaume volle farci ammettere per anarchismo il sindacalismo della famosa C.G.T. francese, rispondemmo no; quando Chaugui [2] ed altri dei Temps Nouveauxci vollero far ingoiare la candidatura antiparlamentare De Ambris dicemmo loro di tenersela per proprio conto; quando il ciarlatano Hervé, popolarissimo fra i compagni francesi, ci capitò a Ginevra, gli dicemmo sul muso pubblicamente la verità... E l'enumerazione potrebbe continuare». <ref>''Una cattiva azione'', suppl. al n. 748, del 7 luglio 1928.</ref>


==Note==
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