Iconoclasta!: differenze tra le versioni

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Gli interessi di [[Virgilio Gozzoli|Gozzoli]], però, non si esauriscono solo nell'«affermare la sua anarchia». L'interesse verso la cultura lo porta a contatti non episodici anche con ambienti molto distanti dal suo credo politico. In quegli stessi anni si dedica infatti alle opere in vernacolo pisano e pistoiese, a brevi commedie a carattere dialettale e ad un poema drammatico, ''I due macigni'' (Pistoia, [[1911]]), dove sono evidenti le influenze letterarie e futuriste ([[Sem Benelli]]). L'esperienza della prima guerra mondiale, con il suo carico di drammi, porta [[Virgilio Gozzoli|Gozzoli]] ad una più compiuta maturità sia in campo letterario che politico.  
Gli interessi di [[Virgilio Gozzoli|Gozzoli]], però, non si esauriscono solo nell'«affermare la sua anarchia». L'interesse verso la cultura lo porta a contatti non episodici anche con ambienti molto distanti dal suo credo politico. In quegli stessi anni si dedica infatti alle opere in vernacolo pisano e pistoiese, a brevi commedie a carattere dialettale e ad un poema drammatico, ''I due macigni'' (Pistoia, [[1911]]), dove sono evidenti le influenze letterarie e futuriste ([[Sem Benelli]]). L'esperienza della prima guerra mondiale, con il suo carico di drammi, porta [[Virgilio Gozzoli|Gozzoli]] ad una più compiuta maturità sia in campo letterario che politico.  


L''''''Iconoclasta!''''' inizia la sua avventura con un numero di saggio il [[23 aprile]] [[1919]]; l'editoriale è affidato a [[Carlo Molaschi]], un collaboratore fisso in tutte le serie dell'''Iconoclasta!''. In questa prima serie, è evidente lo sforzo, degli [[anarchici]] e non, di spingere in avanti la lotta del movimento operaio. In tutti i numeri del settimanale, usciti durante le lotte del [[1919]], è evidente la ricerca di un contatto con i diversi ambienti della sinistra rivoluzionaria, pur mantenendo ognuno le proprie peculiarità. Due fatti, però, convincono [[Virgilio Gozzoli|Gozzoli]] a creare una rivista che colmi una carenza anarchica in campo culturale: l'inconcludente atteggiamento massimalista delle maggiori organizzazioni del movimento operaio e il dibattito, in seno al [[movimento anarchico]], sulla necessità di dare vita al quotidiano ''[[Umanità Nova]]''. La trasformazione dell'«Iconoclasta!» da settimanale a rivista non è quindi dovuta ad un insuccesso commerciale, visto che la tiratura era di circa 5.000 copie.  
L''''''Iconoclasta!''''' inizia la sua avventura con un numero di saggio il [[23 aprile]] [[1919]]; l'editoriale è affidato a [[Carlo Molaschi]], un collaboratore fisso in tutte le serie dell'''Iconoclasta!''. In questa prima serie, è evidente lo sforzo, degli [[anarchici]] e non, di spingere in avanti la lotta del movimento operaio. In tutti i numeri del settimanale, usciti durante le lotte del [[1919]], è evidente la ricerca di un contatto con i diversi ambienti della sinistra rivoluzionaria, pur mantenendo ognuno le proprie peculiarità. Due fatti, però, convincono [[Virgilio Gozzoli|Gozzoli]] a creare una rivista che colmi una carenza [[anarchica]] in campo culturale: l'inconcludente atteggiamento massimalista delle maggiori organizzazioni del movimento operaio e il dibattito, in seno al [[movimento anarchico]], sulla necessità di dare vita al quotidiano ''[[Umanità Nova]]''. La trasformazione dell'«Iconoclasta!» da settimanale a rivista non è quindi dovuta ad un insuccesso commerciale, visto che la tiratura era di circa 5.000 copie.  


Il primo numero della nuova serie esce il [[1° gennaio]] [[1920]]. Non si fa più cenno al «'''Circolo di studi sociali'''» del settimanale, mentre l'amministrazione e la redazione sono a casa dello stesso [[Virgilio Gozzoli|Gozzoli]] che, in questo periodo, ritiene inscindibili le due funzioni. I collaboratori principali sono: [[Carlo Molaschi]], [[Cesare Zaccaria]], [[Camillo Berneri]], [[Pietro Bruzzi]], [[Leda Rafanelli]] e [[Renzo Novatore]]. Sul frontespizio della rivista è disegnata una suggestiva allegoria, opera dello stesso [[Virgilio Gozzoli|Gozzoli]] e la scritta «'''Rivista anarchica aperta a chiunque'''». Questo obiettivo viene incessantemente perseguito da [[Virgilio Gozzoli|Gozzoli]], ma la forte personalità dei suoi collaboratori e il loro carattere battagliero daranno vita ad una serie di polemiche che scivoleranno negli ultimi mesi della rivista, proprio all'approssimarsi dell'ondata [[fascista]], in una serie di insulti reciproci che renderanno inevitabile il distacco di molti collaboratori.
Il primo numero della nuova serie esce il [[1° gennaio]] [[1920]]. Non si fa più cenno al «'''Circolo di studi sociali'''» del settimanale, mentre l'amministrazione e la redazione sono a casa dello stesso [[Virgilio Gozzoli|Gozzoli]] che, in questo periodo, ritiene inscindibili le due funzioni. I collaboratori principali sono: [[Carlo Molaschi]], [[Cesare Zaccaria]], [[Camillo Berneri]], [[Pietro Bruzzi]], [[Leda Rafanelli]] e [[Renzo Novatore]]. Sul frontespizio della rivista è disegnata una suggestiva allegoria, opera dello stesso [[Virgilio Gozzoli|Gozzoli]] e la scritta «'''Rivista anarchica aperta a chiunque'''». Questo obiettivo viene incessantemente perseguito da [[Virgilio Gozzoli|Gozzoli]], ma la forte personalità dei suoi collaboratori e il loro carattere battagliero daranno vita ad una serie di polemiche che scivoleranno negli ultimi mesi della rivista, proprio all'approssimarsi dell'ondata [[fascista]], in una serie di insulti reciproci che renderanno inevitabile il distacco di molti collaboratori.
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