La Protesta (Argentina): differenze tra le versioni

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Nel [[1902]], con l'apparizione della legge sulla residenza, le sue drammatiche conseguenze persecutorie per il movimento libertario e la soffocante pressione della [[polizia]] sugli [[anarchici]] locali, vi fu l'espulsione di molti militanti stranieri, fatto che colpì gravemente diverse penne de ''La Protesta Humana''. Alle persecuzioni si aggiunsero le difficoltà economiche di una casa editrice che viveva grazie all'abbonamento dei suoi militanti.
Nel [[1902]], con l'apparizione della legge sulla residenza, le sue drammatiche conseguenze persecutorie per il movimento libertario e la soffocante pressione della [[polizia]] sugli [[anarchici]] locali, vi fu l'espulsione di molti militanti stranieri, fatto che colpì gravemente diverse penne de ''La Protesta Humana''. Alle persecuzioni si aggiunsero le difficoltà economiche di una casa editrice che viveva grazie all'abbonamento dei suoi militanti.
[[File:LaProtesta1911.jpg|miniatura|left|400px|Alcuni compagni mostrano copie de ''La Protesta'' durante un meeting sindacale anarchico ([[1911]]).]]
[[File:LaProtesta1911.jpg|miniatura|left|400px|Alcuni compagni mostrano copie de ''La Protesta'' durante un meeting sindacale anarchico ([[1911]]).]]
Nell'agosto del [[1903]] fu lanciata una campagna per espandere la distrubuzione, abbassando il prezzo della copia prima a 5 e poi a 2 centesimi e invitando i compagni a venderla nei quartieri. Il secondo passo nella strategia di diffusione fu semplificare il nome del giornale, probabilmente per rendere più facile la pubblicità per le strade, imitando il suo principale concorrente nel campo dei lettori ribelli, il quotidiano [[socialista]] ''La Vanguardia''. ''La Protesta Humana'' venne così chiamata '''''La Protesta''''' ([[7 novembre]] [[1903]]). Nel marzo del [[1904]] la redazione e la tipografia furono spostate in via Córdoba 359. Il [[1° aprile]] [[1904]] il giornale divenne quotidiano e raggiunse la massima diffusione nella sua storia: di 100.000 copie. Ad agosto subentrò alla direzione lo scrittore e avvocato [[Alberto Ghiraldo]]. Nell'ottobre dello stesso anno, come supplemento settimanale culturale, vienne allegata la rivista ''[[Martín Fierro]]'', anch'essa diretta da [[Alberto Ghiraldo|Ghiraldo]].
Nell'agosto del [[1903]] fu lanciata una campagna per espandere la distrubuzione, abbassando il prezzo della copia prima a 5 e poi a 2 centesimi e invitando i compagni a venderla nei quartieri. Il secondo passo nella strategia di diffusione fu semplificare il nome del giornale, probabilmente per rendere più facile la pubblicità per le strade, imitando il suo principale concorrente nel campo dei lettori ribelli, il quotidiano [[socialista]] ''La Vanguardia''. ''La Protesta Humana'' venne così chiamata '''''La Protesta''''' ([[7 novembre]] [[1903]]). Nel marzo del [[1904]] la redazione e la tipografia furono spostate in via Córdoba 359. Il [[1° aprile]] [[1904]] il giornale divenne quotidiano e raggiunse la massima diffusione nella sua storia: di 100.000 copie. Ad agosto subentrò alla direzione lo scrittore e avvocato [[Alberto Ghiraldo]]. Nell'ottobre dello stesso anno, come supplemento settimanale culturale, venne allegata la rivista ''[[Martín Fierro]]'', anch'essa diretta da [[Alberto Ghiraldo|Ghiraldo]].


Intorno al febbraio del [[1905]], i laboratori de ''La Protesta'' furono temporaneamente chiusi a causa dello stato d'assedio seguito alla Rivoluzione del [[1905]]. Dal [[1908]] pubblicò un supplemento speciale con una selezione di materiale letterario e politico-ideologico di alto livello intellettuale. Nello stesso anno, ''La Protesta'' fu nuovamente attaccata, data alle fiamme e temporaneamente chiusa. Nel [[1910]], però, raggiunse il suo apice, diventando l'unico [[giornale anarchico]] al mondo a pubblicare contemporaneamente un pomeridiano: ''[[La Batalla]]''. Ancora una volta i suoi laboratori vennero perquisiti e la pubblicazione venne chiusa. Nel [[1913]] ''La Protesta'' riaprì i battenti. Nel [[1919]] ebbe una tiratura di 15.000 copie. Durante il decennio successivo prese parte ad accesi dibattiti al centro del movimento [[anarchico]], schierandosi con la tendenza [[organizzativa]], [[specifista]] e antiterroristica, a discapito dell'[[antiorganizzazione]], non [[specifista]], guidata dal gruppo di [[anarchici]] attorno al periodico ''[[La Antorcha]]''.
Intorno al febbraio del [[1905]], i laboratori de ''La Protesta'' furono temporaneamente chiusi a causa dello stato d'assedio seguito alla Rivoluzione del [[1905]]. Dal [[1908]] pubblicò un supplemento speciale con una selezione di materiale letterario e politico-ideologico di alto livello intellettuale. Nello stesso anno, ''La Protesta'' fu nuovamente attaccata, data alle fiamme e temporaneamente chiusa. Nel [[1910]], però, raggiunse il suo apice, diventando l'unico [[giornale anarchico]] al mondo a pubblicare contemporaneamente un pomeridiano: ''[[La Batalla]]''. Ancora una volta i suoi laboratori vennero perquisiti e la pubblicazione venne chiusa. Nel [[1913]] ''La Protesta'' riaprì i battenti. Nel [[1919]] ebbe una tiratura di 15.000 copie. Durante il decennio successivo prese parte ad accesi dibattiti al centro del movimento [[anarchico]], schierandosi con la tendenza [[organizzativa]], [[specifista]] e antiterroristica, a discapito dell'[[antiorganizzazione]], non [[specifista]], guidata dal gruppo di [[anarchici]] attorno al periodico ''[[La Antorcha]]''.
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