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== Il fallito complotto anarfuturista del 1920 (articolo pubblicato sulla rubrica «L'Individualista» di ''anarcotico.net'')== | == Il fallito complotto anarfuturista del 1920 (articolo pubblicato sulla rubrica «L'Individualista» di ''anarcotico.net'')== | ||
Il Trattato di Rapallo <ref>[https://web.archive.org/web/20120818102223/http://www.pbmstoria.it/dizionari/storia_mod/r/r902.htm I trattati di Rapallo]</ref>, finalmente suggellato il 12 | Il Trattato di Rapallo <ref>[https://web.archive.org/web/20120818102223/http://www.pbmstoria.it/dizionari/storia_mod/r/r902.htm I trattati di Rapallo]</ref>, finalmente suggellato il [[12 novembre]] [[1920]], risolveva la questione adriatica con un vile compromesso che accontentava i maggiorenti delle borghesie italiana e jugoslava e poneva sostanzialmente termine alla clamorosa avventura fiumana. | ||
Di primo acchito e in un momento di profondo sconforto e di dolente incertezza, D'Annunzio dichiarò di preferire la morte alla resa. Fedele al motto che aveva coniato per i suoi baldi legionari - ''Mori citius quam deserere'' - per qualche settimana egli si cullò nella visione di una Fine Eroica e Gloriosa. «Per Fiume, per le Isole, per la Dalmazia, noi otterremo tutto quello che è giusto», declamò il Comandante il 5 Dicembre 1920, alla notizia dei disordini di Zara. E proseguiva: «Ma, se questo non potessimo ottenere, se non potessimo superare con un balzo prodigioso l'iniquità degli uomini e l'avversità delle sorti, io vi dico sul mio onore che tra l'Italia e Fiume, tra l'Italia e le Isole, tra l'Italia e la Dalmazia resterà per sempre il mio corpo sanguinante». | Di primo acchito e in un momento di profondo sconforto e di dolente incertezza, D'Annunzio dichiarò di preferire la morte alla resa. Fedele al motto che aveva coniato per i suoi baldi legionari - ''Mori citius quam deserere'' - per qualche settimana egli si cullò nella visione di una Fine Eroica e Gloriosa. «Per Fiume, per le Isole, per la Dalmazia, noi otterremo tutto quello che è giusto», declamò il Comandante il 5 Dicembre 1920, alla notizia dei disordini di Zara. E proseguiva: «Ma, se questo non potessimo ottenere, se non potessimo superare con un balzo prodigioso l'iniquità degli uomini e l'avversità delle sorti, io vi dico sul mio onore che tra l'Italia e Fiume, tra l'Italia e le Isole, tra l'Italia e la Dalmazia resterà per sempre il mio corpo sanguinante». | ||