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Assolto al processo di Bologna per i reati di stampa, si trasferisce in [[Francia]], a Marsiglia. Qui entra in contatto con gli anarchici francesi, ma ben presto per colpa della sua [[salute]] cagionevole fa rientro nuovamente a Genova, dove è ancora una volta arrestato il [[30 aprile]] [[1892]]. Trascorsi 20 giorni in [[carcere]], Paolo Lega viene allontanato dalla città, senza che però ciò gli impedisca di farvi rientro nel mese di ottobre. | Assolto al processo di Bologna per i reati di stampa, si trasferisce in [[Francia]], a Marsiglia. Qui entra in contatto con gli anarchici francesi, ma ben presto per colpa della sua [[salute]] cagionevole fa rientro nuovamente a Genova, dove è ancora una volta arrestato il [[30 aprile]] [[1892]]. Trascorsi 20 giorni in [[carcere]], Paolo Lega viene allontanato dalla città, senza che però ciò gli impedisca di farvi rientro nel mese di ottobre. | ||
L'anarchico romagnolo partecipa alle attività del gruppo di Genova e La Spezia assumendo la gestione di alcuni numeri unici di giornali anarchici. Soprannominato ''Marat'', dopo sei mesi passati tra Bologna e Marsiglia, frequentando gli ambienti antiorganizzatori prossimi a [[Paolo Schicchi]], il [[16 giugno]] [[1893]] è sorpreso ancora una volta a Genova ed è deportato al suo paese natale. La stessa scena si ripete il [[19 agosto]] [[1893]] e il [[7 marzo]] [[1894]], ma questa volta durante la perquisizione gli trovano un coltello di genere proibito che gli costa una condanna a 60 giorni di [[carcere]]. | L'anarchico romagnolo partecipa alle attività del gruppo di Genova e La Spezia assumendo la gestione di alcuni numeri unici di giornali anarchici. Soprannominato ''Marat'', dopo sei mesi passati tra Bologna e Marsiglia, frequentando gli ambienti [[antiorganizzatori]] prossimi a [[Paolo Schicchi]], il [[16 giugno]] [[1893]] è sorpreso ancora una volta a Genova ed è deportato al suo paese natale. La stessa scena si ripete il [[19 agosto]] [[1893]] e il [[7 marzo]] [[1894]], ma questa volta durante la perquisizione gli trovano un coltello di genere proibito che gli costa una condanna a 60 giorni di [[carcere]]. | ||
In carcere comincia a progettare un attacco contro il presidente del consiglio Francesco Crispi, per vendicare sia la propria sofferenza personale che quelle generali del popolo e dei compagni anarchici incarcerati a Genova dal [[1° gennaio]]. | In carcere comincia a progettare un attacco contro il presidente del consiglio Francesco Crispi, per vendicare sia la propria sofferenza personale che quelle generali del popolo e dei compagni anarchici incarcerati a Genova dal [[1° gennaio]]. |