Anarchismo e Marxismo: differenze tra le versioni

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Nella prospettiva di pensiero [[marxista]], il [[diritto]] non può che manifestarsi quale fenomeno di dominio, dato che per sua essenza altro non è che l'espressione degli interessi economici della classe dominante, i quali si istituzionalizzano in forme giuridiche al fine di agevolare la preminenza degli interessi dei ceti dominanti su quelli dei ceti subalterni; al modificarsi degli interessi espressi dal ceto economicamente dominante, si assisterà all'automatica modificazione della regolamentazione giuridica. Cosicché, da un '''[[diritto]] borghese''', perché manifestazione degli interessi economici della classe mercantile ed imprenditoriale, si passerà, attraverso la presa del potere da parte del proletariato, che scalzerà la sconfitta borghesia dai gangli vitali della gestione economica, all'affermarsi nella società del '''[[diritto]] proletario''', il quale, necessariamente, veicolerà in forma istituzionalizzata gli interessi dell'antica classe subalterna ora al potere. La fase successiva alla rivoluzione, ovvero alla presa di potere da parte del proletariato, si caratterizza per tramite della dittatura di questo sulle altre classi sociali. Una '''dittatura''', quella '''proletaria''', non dissimile, nelle sue forme istituzionalizzate, in quanto produttive di uno [[Stato]] monoclasse, dalla '''dittatura della borghesia''' che la ha preceduta; il proletariato si impossessa, in quanto oramai padrone delle forme di produzione, delle istituzioni politiche e giuridiche, dello [[Stato]] e del [[diritto]], che per l'appunto, si manifestano quale '''[[Stato]] proletario''' e '''[[diritto]] proletario'''.
Nella prospettiva di pensiero [[marxista]], il [[diritto]] non può che manifestarsi quale fenomeno di dominio, dato che per sua essenza altro non è che l'espressione degli interessi economici della classe dominante, i quali si istituzionalizzano in forme giuridiche al fine di agevolare la preminenza degli interessi dei ceti dominanti su quelli dei ceti subalterni; al modificarsi degli interessi espressi dal ceto economicamente dominante, si assisterà all'automatica modificazione della regolamentazione giuridica. Cosicché, da un '''[[diritto]] borghese''', perché manifestazione degli interessi economici della classe mercantile ed imprenditoriale, si passerà, attraverso la presa del potere da parte del proletariato, che scalzerà la sconfitta borghesia dai gangli vitali della gestione economica, all'affermarsi nella società del '''[[diritto]] proletario''', il quale, necessariamente, veicolerà in forma istituzionalizzata gli interessi dell'antica classe subalterna ora al potere. La fase successiva alla rivoluzione, ovvero alla presa di potere da parte del proletariato, si caratterizza per tramite della dittatura di questo sulle altre classi sociali. Una '''dittatura''', quella '''proletaria''', non dissimile, nelle sue forme istituzionalizzate, in quanto produttive di uno [[Stato]] monoclasse, dalla '''dittatura della borghesia''' che la ha preceduta; il proletariato si impossessa, in quanto oramai padrone delle forme di produzione, delle istituzioni politiche e giuridiche, dello [[Stato]] e del [[diritto]], che per l'appunto, si manifestano quale '''[[Stato]] proletario''' e '''[[diritto]] proletario'''.
Per il [[marxismo]], tuttavia, nella società senza classi il '''[[diritto]]''' è '''destinato''', in quanto esclusivo strumento di dominio espressione dei rapporti economici, '''ad estinguersi''' lasciando spazio alla engelsiana "amministrazione delle cose".
Per il [[marxismo]], tuttavia, nella società senza classi il '''[[diritto]]''' è '''destinato''', in quanto esclusivo strumento di dominio espressione dei rapporti economici, '''ad estinguersi''' lasciando spazio alla engelsiana "amministrazione delle cose".
L'[[anarchismo]] si differenzia profondamente dalle prospettive di ispirazione [[marxiana]] e, poi, [[marxista]], non rappresentando il [[diritto]] quale sovrastruttura sociale, ovvero quale fenomeno determinato e dipendente da realtà strutturali come l'economia: esso non si estinguerà naturalmente al venire meno della struttura economica (da cui la teoria della ''Aufhebung''); non vi è questo tipo di '''determinismo''' nella visione anarchica della rivoluzione, il [[diritto]] e con questo l'organizzazione statuale, parrebbe debba venire abolito per mezzo di un atto di volontà; '''non''', quindi, '''graduale estinzione''', '''ma immediata abolizione''' '''di ogni assetto istituzionale legato al passato regime''' al fine di determinare, attraverso la rottura di questi gioghi, l'avvento di una nuova umanità destinata a popolare la società libera. La prospettiva anarchica mira sì all''''abolizione del potere''' (frutto, come detto, di un '''atto di volontà''' e '''non''' imprescindibile conseguenza di una '''evoluzione in chiave storico deterministica'''), ma abolizione del potere significa soltanto che i rapporti politici verranno riorganizzati non quali rapporti di dominio bensì di [[libertà]]. Permane pertanto il problema della '''regolamentazione giuridica della società dei liberi ed uguali''', non supponendo, l'[[anarchismo]], che sciolti i vincoli economici e sociali il [[diritto]] debba estinguersi. Ciò che auspicabilmente scomparirà sarà soltanto l'uso del [[diritto]] quale strumento di dominio, ma permarrà il problema della regolamentazione giuridica della società. La soluzione a questo problema è però tutta da ricercare perché non tratteggiata se non solo implicitamente all'interno del corpus dottrinale anarchico.


==Altri punti di disaccordo: movimenti di liberazione, famiglia, educazione, amore e religione==
==Altri punti di disaccordo: movimenti di liberazione, famiglia, educazione, amore e religione==
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