Che cos'è l'ecologia sociale (di Murray Bookchin): differenze tra le versioni

Jump to navigation Jump to search
nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 17: Riga 17:


Questa profonda divisione che sacerdoti e filosofi concepirono secoli fa secondo la visione di una natura senz'anima e di un'anima snaturata, è stata realizzata nella forma di una disastrosa frammentazione dell'umanità e della natura e, oggigiorno, della stessa psiche umana. La logica degli eventi scorre quasi senza modificazioni da un'immagine distorta del mondo naturale ai contorni deformati del mondo sociale, minacciando di seppellire la società in quella "melma della storia" che non appartiene all'operare della natura ma dell'uomo - parlo delle prime gerarchie da cui emersero le classi economiche; dei sistemi di dominio, all'inizio a spese delle donne da parte degli uomini, che hanno comportato poi sistemi di sfruttamento altamente razionalizzati; e in seguito legioni di guerrieri, preti, monarchi e burocrati emerse dalle articolazioni delle società tribali per diventare più tardi i tiranni istituzionali della società di mercato.
Questa profonda divisione che sacerdoti e filosofi concepirono secoli fa secondo la visione di una natura senz'anima e di un'anima snaturata, è stata realizzata nella forma di una disastrosa frammentazione dell'umanità e della natura e, oggigiorno, della stessa psiche umana. La logica degli eventi scorre quasi senza modificazioni da un'immagine distorta del mondo naturale ai contorni deformati del mondo sociale, minacciando di seppellire la società in quella "melma della storia" che non appartiene all'operare della natura ma dell'uomo - parlo delle prime gerarchie da cui emersero le classi economiche; dei sistemi di dominio, all'inizio a spese delle donne da parte degli uomini, che hanno comportato poi sistemi di sfruttamento altamente razionalizzati; e in seguito legioni di guerrieri, preti, monarchi e burocrati emerse dalle articolazioni delle società tribali per diventare più tardi i tiranni istituzionali della società di mercato.
[[File:Anarchy symbol neat.png|thumb|250px|]]
[[File:Anarchy symbol neat.png|thumb|250px|[[A cerchiata]]]]
Non dovrebbe essere necessario ricordare ancora una volta l'equivoco per cui l'autentica giungla che chiamiamo "Libero mercato" è intesa come estensione della competizione umana "naturale": una fiction ideologica che si presenta sotto l'etichetta di darwinismo sociale e di sociobiologia. '''I leoni diventano "Re degli animali" solo per gli esseri umani, per chi comanda imperi e imprese; le formiche sono "umili" in natura solo in virtù di ideologie diffuse da templi, palazzi, manieri e castelli, e, oggigiorno, propagate dagli apologeti ossequiosi del potere esistente. La realtà ''',''' come vedremo, è diversa, una natura concepita come "gerarchica", per non parlare degli altri "bestiali" e borghesissimi caratteri che le si attribuiscono, riflette solamente una condizione umana in cui il dominio e la sottomissione sono fini a se stessi e mettono in questione la stessa esistenza della biosfera.'''Lungi da essere mero "oggetto" della cultura, la natura è sempre con noi, fa parte dell'immagine che ci facciamo di noi stessi, è la pietra angolare di quelle stesse discipline che le negano un posto nella nostra formazione sociale e personale, persino nel protrarsi dell'infanzia della nostra prole che rende la mente umana aperta allo sviluppo culturale e crea quei legami dai quali emerge una società organizzata.
Non dovrebbe essere necessario ricordare ancora una volta l'equivoco per cui l'autentica giungla che chiamiamo "Libero mercato" è intesa come estensione della competizione umana "naturale": una fiction ideologica che si presenta sotto l'etichetta di darwinismo sociale e di sociobiologia. '''I leoni diventano "Re degli animali" solo per gli esseri umani, per chi comanda imperi e imprese; le formiche sono "umili" in natura solo in virtù di ideologie diffuse da templi, palazzi, manieri e castelli, e, oggigiorno, propagate dagli apologeti ossequiosi del potere esistente. La realtà ''',''' come vedremo, è diversa, una natura concepita come "gerarchica", per non parlare degli altri "bestiali" e borghesissimi caratteri che le si attribuiscono, riflette solamente una condizione umana in cui il dominio e la sottomissione sono fini a se stessi e mettono in questione la stessa esistenza della biosfera.'''Lungi da essere mero "oggetto" della cultura, la natura è sempre con noi, fa parte dell'immagine che ci facciamo di noi stessi, è la pietra angolare di quelle stesse discipline che le negano un posto nella nostra formazione sociale e personale, persino nel protrarsi dell'infanzia della nostra prole che rende la mente umana aperta allo sviluppo culturale e crea quei legami dai quali emerge una società organizzata.
E la natura è sempre con noi come coscienza delle trasgressioni che abbiamo visto all'opera sul pianeta-terra e terribile vendetta che ci aspetta per la violazione dell'equilibrio ecologico.
E la natura è sempre con noi come coscienza delle trasgressioni che abbiamo visto all'opera sul pianeta-terra e terribile vendetta che ci aspetta per la violazione dell'equilibrio ecologico.
Riga 45: Riga 45:
'''Accentuando il continuum natura-società in tutte le sue gradazioni e "mediazioni", non vorrei dare l'impressione che le forme e i modi in cui la società emerge dalla natura e che ancora incorporano il mondo naturale in un''' '''processo di crescita cumulativa, seguano una logica "inesorabile" o "preordinata" da un telos che guida misticamente ogni forma nascente con un processo al di sopra del naturale e del sociale'''. Potenzialità non è necessità, la logica di un processo non è una "legge" inesorabile; la verità di uno sviluppo è ciò che è implicito in ogni forma nascente e definito da quella estensione del fenomeno che gli fa raggiungere stabilità, varietà, fecondità e allarga "il regno della libertà", per quanto fragile sia la libertà concepita.
'''Accentuando il continuum natura-società in tutte le sue gradazioni e "mediazioni", non vorrei dare l'impressione che le forme e i modi in cui la società emerge dalla natura e che ancora incorporano il mondo naturale in un''' '''processo di crescita cumulativa, seguano una logica "inesorabile" o "preordinata" da un telos che guida misticamente ogni forma nascente con un processo al di sopra del naturale e del sociale'''. Potenzialità non è necessità, la logica di un processo non è una "legge" inesorabile; la verità di uno sviluppo è ciò che è implicito in ogni forma nascente e definito da quella estensione del fenomeno che gli fa raggiungere stabilità, varietà, fecondità e allarga "il regno della libertà", per quanto fragile sia la libertà concepita.
Nessuno stadio specifico di un processo ne comporta necessariamente uno successivo o viene "presupposto" da uno antecedente, ma alcune condizioni, diverse tra loro, integrate o persino incompatibili, formano il terreno determinante per ulteriori condizioni che ci si può attendere emergano. La libertà, in definitiva un grado di soggettività che rende scelte e volontà ragionevolmente possibili, può far desiderare che il mondo naturale giochi un ruolo attivo, autonomo, nel conseguire i suoi risultati. Ma in alcun modo i desiderata sono predeterminate certezze che devono realizzarsi, né per alcuna forma nascente può escludersi la possibilità di regredire al massimo o di non raggiungere mai completezza e significatività. Che potenzialità di libertà e coscienza esistano in natura e società; che natura e società non siano meramente passive nello sviluppo verso libertà e coscienza, passività che renderebbe mistica la nozione di potenzialítà così come la nozione di necessità la renderebbe priva di senso per definizione; che la storia sociale e naturale diano testimonianza della potenzialità e dei processi che producono soggettività e coscienza nell'orizzonte, della stessa storia naturale della mente - tutto ciò non garantisce che latenti aspettative, i desiderata, diventino certezze o possano fornire sistematiche o teleologiche spiegazioni in alcun senso filosofico tradizionale. L'analisi delle esperienze organiche e sociali può indurci ad interpretare uno sviluppo, che sappiamo essere avvenuto, come ragione per presupporre che potenzialítà, totalità, evoluzione sono dopotutto realtà non meno reali delle nostre stesse esistenze e storie personali, ma esse rimangono, in effetti, presupposte.  
Nessuno stadio specifico di un processo ne comporta necessariamente uno successivo o viene "presupposto" da uno antecedente, ma alcune condizioni, diverse tra loro, integrate o persino incompatibili, formano il terreno determinante per ulteriori condizioni che ci si può attendere emergano. La libertà, in definitiva un grado di soggettività che rende scelte e volontà ragionevolmente possibili, può far desiderare che il mondo naturale giochi un ruolo attivo, autonomo, nel conseguire i suoi risultati. Ma in alcun modo i desiderata sono predeterminate certezze che devono realizzarsi, né per alcuna forma nascente può escludersi la possibilità di regredire al massimo o di non raggiungere mai completezza e significatività. Che potenzialità di libertà e coscienza esistano in natura e società; che natura e società non siano meramente passive nello sviluppo verso libertà e coscienza, passività che renderebbe mistica la nozione di potenzialítà così come la nozione di necessità la renderebbe priva di senso per definizione; che la storia sociale e naturale diano testimonianza della potenzialità e dei processi che producono soggettività e coscienza nell'orizzonte, della stessa storia naturale della mente - tutto ciò non garantisce che latenti aspettative, i desiderata, diventino certezze o possano fornire sistematiche o teleologiche spiegazioni in alcun senso filosofico tradizionale. L'analisi delle esperienze organiche e sociali può indurci ad interpretare uno sviluppo, che sappiamo essere avvenuto, come ragione per presupporre che potenzialítà, totalità, evoluzione sono dopotutto realtà non meno reali delle nostre stesse esistenze e storie personali, ma esse rimangono, in effetti, presupposte.  
[[Image:Black flag waving.png|thumb|250 px]]
[[Image:Black flag waving.png|thumb|250px|[[Bandiera nera]] anarchica]]
Non c'è filosofia libera da presupposti, non più che speculazione libera da un qualche stimolo del mondo oggettivo. L'unica verità sulle premesse filosofiche, "prima", rispetto a generiche conseguenze, "poi", è che per "primo", in ogni visione filosofica, si intende l'insieme dei presupposti che emergono da un background di esperienze non formulate e la cui intuizione e coerenza devono essere confortate sia dalla realtà che dalla ragione speculativa.
Non c'è filosofia libera da presupposti, non più che speculazione libera da un qualche stimolo del mondo oggettivo. L'unica verità sulle premesse filosofiche, "prima", rispetto a generiche conseguenze, "poi", è che per "primo", in ogni visione filosofica, si intende l'insieme dei presupposti che emergono da un background di esperienze non formulate e la cui intuizione e coerenza devono essere confortate sia dalla realtà che dalla ragione speculativa.
Uno dei più stimolanti elementi di continuità tra natura e società è la relazione di tipo non gerarchico che esiste in un ecosistema, e l'importanza del riferimento che fornisce per una società non gerarchica. <ref name="tre">Le pretese della naturalità e della onnipresenza di gerarchie non possono essere ignorate, pena l'approfondimento del baratro tra natura e società, tra "necessità naturale" e "libertà culturale". Giustificare la gerarchia sociale in termini di gerarchia naturale è uno dei più ricorrenti attacchi portati in ogni epoca dalla religione e dalla filosofia a un egualitarismo sociale futuro. Recentemente emerso in sociobiologia, questo atteggiamento ha rinforzato l'istanza antinaturalistica che permea tante ideologie di liberazione. Dire che la cultura consiste proprio nell'"emancipazione dell'uomo dalla natura" è rivenire alla nozione di "melma della storia" di Sartre, nozione di un mondo naturale che non solo separa la società dalla natura, ma la mente dal corpo e la soggettività dall'oggettività.</ref>
Uno dei più stimolanti elementi di continuità tra natura e società è la relazione di tipo non gerarchico che esiste in un ecosistema, e l'importanza del riferimento che fornisce per una società non gerarchica. <ref name="tre">Le pretese della naturalità e della onnipresenza di gerarchie non possono essere ignorate, pena l'approfondimento del baratro tra natura e società, tra "necessità naturale" e "libertà culturale". Giustificare la gerarchia sociale in termini di gerarchia naturale è uno dei più ricorrenti attacchi portati in ogni epoca dalla religione e dalla filosofia a un egualitarismo sociale futuro. Recentemente emerso in sociobiologia, questo atteggiamento ha rinforzato l'istanza antinaturalistica che permea tante ideologie di liberazione. Dire che la cultura consiste proprio nell'"emancipazione dell'uomo dalla natura" è rivenire alla nozione di "melma della storia" di Sartre, nozione di un mondo naturale che non solo separa la società dalla natura, ma la mente dal corpo e la soggettività dall'oggettività.</ref>
64 408

contributi

I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi. Utilizzando i nostri servizi, accetti il nostro utilizzo dei cookie.

Menu di navigazione