Coerentismo e Antigeneticismo (di Geppino Occorsio): differenze tra le versioni

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Talvolta vengono posti certi interrogativi angosciosi, come: «Qual è il fine della vita umana? Qual è il fine dell'universo?». Di fronte a fatti di natura casuale, non dipendenti da soggetti viventi e spesso influenti sulla condizione umana, si può essere spinti a domandarsene il perché, ritenendo quindi che essi mirino alla realizzazione d'un fine, la qual cosa comporta l'esistenza, per ciascuno di tali fatti, di uno o più enti, dotati di volontà e di poteri soprannaturali, propositori e perseguitori di tali fini. Il coerentista non formulerà mai un'ipotesi del genere, contraria al primo assioma; considererà che alla base c'è mera casualità, e non potrà far altro che intervenirvi, se ne ha la facoltà, e assistere all'evolversi dei fenomeni, convinto che non esistono fini, così come si assiste al lancio d'un dado.
Talvolta vengono posti certi interrogativi angosciosi, come: «Qual è il fine della vita umana? Qual è il fine dell'universo?». Di fronte a fatti di natura casuale, non dipendenti da soggetti viventi e spesso influenti sulla condizione umana, si può essere spinti a domandarsene il perché, ritenendo quindi che essi mirino alla realizzazione d'un fine, la qual cosa comporta l'esistenza, per ciascuno di tali fatti, di uno o più enti, dotati di volontà e di poteri soprannaturali, propositori e perseguitori di tali fini. Il coerentista non formulerà mai un'ipotesi del genere, contraria al primo assioma; considererà che alla base c'è mera casualità, e non potrà far altro che intervenirvi, se ne ha la facoltà, e assistere all'evolversi dei fenomeni, convinto che non esistono fini, così come si assiste al lancio d'un dado.


Il convincimento personale sul contenuto di qualunque assioma è, per i coerentisti, frutto dell'abbandono all'emotivo. Tuttavia un esercizio rigorosamente obiettivo delle facoltà intellettive, con adozione di retta metodologia logico-matematica, a lungo andare può modificare l'emotivo, perché in tal modo il buon senso personale, unito al bagaglio di conoscenze acquisite, può indurre a sradicare le credenze ereditate dall'ambiente in cui si è vissuto, se l'illuminazione della Scienza ne fa riconoscere l'eventuale natura fantasiosa, artificiosa, finalizzata a fornire sempre e comunque una spiegazione semplice di fatti che invece possono essere ben compresi, ma unicamente sulla base di nozioni complesse che non sono patrimono di tutti e possono diventarlo soltanto attraverso lo studio.
Il convincimento personale sul contenuto di qualunque assioma è, per i coerentisti, frutto dell'abbandono all'emotivo. Tuttavia un esercizio rigorosamente obiettivo delle facoltà intellettive, con adozione di retta metodologia logico-matematica, a lungo andare può modificare l'emotivo, perché in tal modo il buon senso personale, unito al bagaglio di conoscenze acquisite, può indurre a sradicare le credenze ereditate dall'ambiente in cui si è vissuto, se l'illuminazione della scienza ne fa riconoscere l'eventuale natura fantasiosa, artificiosa, finalizzata a fornire sempre e comunque una spiegazione semplice di fatti che invece possono essere ben compresi, ma unicamente sulla base di nozioni complesse che non sono patrimono di tutti e possono diventarlo soltanto attraverso lo studio.


Il credo di cui si parla è congeniale ai cultori del sapere scientifico appartenenti ad aree geografiche prevalentemente cristiane, dove, rispettando la Logica e la confessione, si è sempre opposta la rivelazione alla ragione, la fede. alla scienza. Che fede sarebbe più, si sostiene, quella che ritiene vero ciò che è scientificamente dimostrabile, che è inconfutabilmente attestato da fatti? Sarebbe pura constatazione. D'altronde nelle [[civiltà]] pagane, a sostegno d'un atto di fede nell'esistenza d'una o più essenze superiori [http://it.wiktionary.org/wiki/immateriale immateriali], sono stati sempre addotti dei fenomeni paranormali, cioè che sembrano sfuggire alle leggi normali a base dell'Universo, inducendo gli scienziati allo sconcerto e al senso d'impotenza, quando non considerano la presenza d'infatuazione o allucinazione o suggestione. Per un cristiano invece ciò è contraddire la sostanza della fede, che per lui si riassume nella nota espressione: «''Credo quia absurdum''» (non deduco, non constato: ho fede, credo, proprio perché è assurdo, perché esula dalla razionalità). Questa dunque la mentalità che può indurre a essere coertentista.
Il credo di cui si parla è congeniale ai cultori del sapere scientifico appartenenti ad aree geografiche prevalentemente cristiane, dove, rispettando la Logica e la confessione, si è sempre opposta la rivelazione alla ragione, la fede. alla scienza. Che fede sarebbe più, si sostiene, quella che ritiene vero ciò che è scientificamente dimostrabile, che è inconfutabilmente attestato da fatti? Sarebbe pura constatazione. D'altronde nelle [[civiltà]] pagane, a sostegno d'un atto di fede nell'esistenza d'una o più essenze superiori [http://it.wiktionary.org/wiki/immateriale immateriali], sono stati sempre addotti dei fenomeni paranormali, cioè che sembrano sfuggire alle leggi normali a base dell'Universo, inducendo gli scienziati allo sconcerto e al senso d'impotenza, quando non considerano la presenza d'infatuazione o allucinazione o suggestione. Per un cristiano invece ciò è contraddire la sostanza della fede, che per lui si riassume nella nota espressione: «''Credo quia absurdum''» (non deduco, non constato: ho fede, credo, proprio perché è assurdo, perché esula dalla razionalità). Questa dunque la mentalità che può indurre a essere coertentista.
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